Depressione sessuale

Scritto da , il 2020-12-10, genere sentimentali

In questo preciso momento sto scrivendo al computer con un plug anale inserito nel sedere.
Proprio dentro. Al caldo.
Per i curiosi la taglia inserita è di quelle piccole, 9 cm di altezza per una circonferenza di 5,5 cm, ma nel cassetto, tra calzini e mutande pulite, " nascondo " anche un 11 per 6,2 di diametro, capace di provocarmi pianti di piacere imbarazzanti, con orgasmi tanto potenti, quanto rapidi se mal gestiti, capaci farmi tremare le gambe, annaspare e ribaltare la testa.
Sogno un 13 cm per 7,2 ma devo abituarmi al “ tanto “ del suo predecessore.
Questo è l'incipit. E questo plug anale mi mantiene eccitato anche se mi sento depresso. E già, non è un errore di battitura, sono nato con il cazzo. Con un pene dalle dimensioni nella media, modesto, ma dalle forme perfette, invidiabili.
Molti uomini vivono il rapporto sessuale come manifestazione del loro dominio. Un atto di forza. Come se un cazzo gli desse un chissà quale forza e potere mistico prezioso, al quale tutti noi, dovremmo arrenderci bramosi e sottomessi.
Ho vissuto per più della metà della mia esistenza con queste seghe mentali già nella testa e ne pago ancora lo scotto.
Il sesso è linguaggio.
La prima volta che esplorai il mio sedere fu sotto la doccia.
Provai con un dito. Il classico dito medio del fanculo o del fottiti. Ero un po' prevenuto. Entrai a disagio, teso e colpevole, in ansia anche per lo sporco. Come se questo mi avesse macchiato il dito a vita mettendo in evidenza al mondo intero, ciò che avevo fatto. Ignaro, iniziai a spingere piano piano verso l'alto, con i classici movimenti avanti ed indietro verso lo stomaco ma fu solo quando alleggerii i miei pensieri e la rigidità stessa dell'insulto che trovai quello che cercavo. Ruotai piano piano il dito verso il pene ed eccolo lì, proprio lì dietro. Il mio piacere. Nascosto. Solo. Al suo contatto provai un brivido e subito una gocciolina calda di orgasmo uscii involontaria dal glande. Di colpo, ritrassi il dito disorientato, colmo di vergogna e non presi bene la questione.
Pochi minuti dopo, saltai fuori dalla doccia. Ancora nudo e tutto bagnato, aprii l'armadietto del bagno in tutta fretta. Presi delle forbici da capelli e incisi sulla mia coscia tre piccoli tagli simmetrici, promettendo a me stesso di non fare mai più una cosa del genere. La mente crea brutti scherzi. Goccia di sangue. Ed è capace di creare delle vere e proprie convinzioni imbarazzanti. Sorrido, muovendomi ora un più lento dalla mia sedia. Come se tutto fosse eterno. Stabilito.
Che volete farci? Il piacere anale per me è troppo. Mi ha sempre fatto impazzire.
Mentre ora, siamo sempre più tutti barricati in casa. Sognanti di nuove avventure e di orgasmi complici, condivisi, vivi e reali. Depressi e depresse in attesa di esistere. Chi con le mani in un impasto o chi su di un telecomando e chi come me, con un plug anale dentro, nel sedere sodo, davanti ad un computer, in attesa di un orgasmo che triste, vuole esplodergli tra le gambe.

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