Ogni lettera del mio nome

Scritto da , il 2020-12-04, genere dominazione

C'è qualcosa nel modo in cui dici il mio nome, il modo in cui la tua lingua butta fuori la "r" quando abbrevi in "Ari". Quando lo pronunci per esteso, poi, ti esce dalla gola come un gemito, come se ogni lettera fosse un afrodisiaco e il tuo corpo fremesse nell'assaggiarlo.
Così obbedisco, accecata dalla bellezza del mio dittatore, 'che la tua voce risuona come un eco nella mia anima. Non ero niente prima che tu mi chiamassi per la prima volta, non altro che pelle, carne ed ossa: una creatura sbiadita e fragile, come il profilo di un corpo catturato in una fotografia.
E cosa sono adesso? Una guerriera, una schiava, una madonna e una puttana. Sono ogni cosa che il tuo cuore comanda, forgiata dal fuoco del nostro amore.
Arianna.
Vuoi che ti porga le mani per avvolgerle in un laccio di seta. Sono tue non meno di ogni lembo del mio corpo che vi giace attaccato, prendi anche le mie braccia e il mio seno, stringi fra le dita l'oro dei miei capelli, è tua ogni lettera che compone il mio nome.
A r i a n n a.
Mi sollevi le braccia sopra la testa, delicatamente, non è necessario che tu dica niente: sò che non posso muoverle dal punto preciso in cui il laccio si scontra con la grana ruvida della parete.
-Chiudi gli occhi-hai la voce ferma di un generale. Mi riempio del tuo profumo mentre mi baci gli angoli della bocca per poi scendere, lentamente, a delineare il profilo delle mie clavicole. Il mio corpo è un disegno che tu ripassi, cancelli, riscrivi. Mi perdo nel viaggio che compie la tua lingua per arrivare al mio seno, un percorso fatto di morsi e carezze, di brividi e saliva.
Soffoco un gemito quando schiudi le labbra intorno ai miei capezzoli. Un processo, questo, che assorbe tutta la tua concentrazione. Hai lo sguardo serio di un uomo e il sorriso furbo di un ragazzino, mentre ti concedi un minuto per accendere una candela. Lo fai in modo teatrale, ma senza accennare ad una spiegazione.
Quando affondi la lingua fra le mie gambe mi guardi negli occhi: non posso muovermi, non posso gridare, mi stai sfidando a provarci. Una parte di me è ansiosa di disobbedire, l'altra smania per mantenere il controllo. Serro le labbra e fisso lo sguardo sulla fiamma anarchica della candela, è così che mi fai sentire: libera di bruciare quanto lo è il fuoco.
Sento il suono di uno schiaffo sordo prima ancora di rendermi conto che ho stampato sul culo l'alone rosa della tua mano. Non ti piace giocare pulito, crei le tue regole e poi desideri che le infranga. Mi scappa un lamento.
Arianna
Ogni volta che sussurri il mio nome mi sento morire. -Non muoverti-
Avvicini la candela alla mia pelle, leggermente inclinata perché la cera possa colarmi sulle cosce mentre scompari fra le mie gambe. Questa pioggia rovente che scivola verso il mio inguine mi manda in fibrillazione, ogni cellula del mio corpo prega per un orgasmo. Ti afferro il viso per accompagnarti nel movimento, mi sento scoppiare. Ne voglio ancora, di più, voglio slacciarti i pantaloni e sentirti dentro di me.
-Vieni per me- sussurri il mio nome.
Mi penetri con le dita e lasci che il fuoco scivoli pericolosamente vicino alla mia pelle, un leggero odore di bruciato si leva nell'aria ma non riesco a sentire altro che te. Ancora e ancora, sempre più profondamente. Il mio nome è miele fra le tue labbra.
Vengo così. Gemendo fra le tue dita e la fiamma di una candela, tutto il mio corpo si sgretola mentre mi accascio fra le tue braccia.
Sorridi, stringendomi nuda sul tuo petto. Mi baci le palpebre, poi il naso, le guance. Chiudo gli occhi per un secondo, stremata.
E' solo quando mi ritrovo con la testa rovesciata a guardare il soffitto, con la tua mano stretta a circondarmi il collo, che mi rendo conto, appena riemersa dal tepore dell'orgasmo, di aver commesso un errore.

Mi sono mossa.
-Adesso devi essere punita-





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Se addirittura volete suggerirne una questa è la mia email: E.Simmons@outlook.it

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