Il mio ex amico Alessandro

Scritto da , il 2020-06-20, genere gay

Quando avevo circa 20 anni frequentavo spesso un ragazzo che si chiamava Alessandro. Lo avevo conosciuto a scuola, al liceo, e da allora siamo stati inseparabili per un lungo periodo di tempo. Alessandro era circa 15 cm più basso di me, con un fisico esile, ma con i muscoli ben definiti. Quando stavamo insieme mi diventava duro solo se sentivo il suo profumo. Mi faceva impazzire. Tuttavia, in quel periodo della mia vita solo pochissime persone sapevano che fossi bisessuale. Lui no. Non avevo mai avuto il coraggio di confessarglielo, perché si era sempre dichiarato superetero ed avevo paura di perderlo.
Tutti i sabati, in estate, andavamo ad Ostia, a ballare sulla spiaggia e a rimorchiare ragazze.
Una sera qualunque, accadde che bevemmo entrambi un po' troppo e nessuno dei due se la sentì di guidare la macchina fino a casa. Così io proposi di prendere una stanza in uno degli hotel facilmente raggiungibili a piedi e avvertimmo i nostri genitori che avremmo passato la notte fuori. Una sola stanza per risparmiare, ovviamente.
Così, barcollando, raggiungemmo il primo hotel che ci capitò sotto tiro e dopo il check-in, non so come, miracolosamente riuscimmo ad entrare in stanza, sorreggendoci l'un l'altro.
Ci spogliammo per metterci a letto e lui notò la mia erezione.
"Hai veramente un cazzo enorme Ka, ma perché ce l'hai duro?"
"Ma che ne so, ultimamente ce l'ho sempre dritto! " Buttai lì, facendo il vago.
"Vabbè, vado di là a farmi un bagno".
Mentre Alessandro riempiva la vasca io iniziai a toccarmelo per darmi un po' di sollievo. Stavo impazzendo dal desiderio, al pensiero di stare entrambi nudi nella stessa stanza. Avrei voluto infilarlo dentro a quel buco strettissimo tutto quanto con un'unica spinta, ma, anche se ero ubriaco perso, mi rimaneva una briciola di coscienza.
Ad un certo punto lui mi chiamò e mi disse di raggiungerlo nel bagno.
Pensavo che si sentisse male, e andai di là.
"Che succede?" gli chiesi.
"Pisciami addosso" mi disse lui di punto in bianco.
"Che cazzo dici?" gli chiesi scioccato.
"Ho sempre avuto questa fantasia, ma non ho mai avuto il coraggio di chiederlo a nessuno. Ti prego, pisciami addosso con quel cazzo enorme che ti ritrovi".
Io ero senza parole, ma non mi sarei perso quell' occasione per nulla al mondo. Entrai nella vasca e aspettai un po'. Ce lo avevo troppo duro. Comunque, dopo un paio di minuti la pipì iniziò ad uscire. Io avevo puntato al petto, ma lui me lo prese in mano e se lo puntò in faccia. Vidi una cosa che non scorderò mai: il suo stupendo piccolo cazzo che si muoveva durissimo senza che nessuno lo toccasse ad un certo punto iniziò a schizzare sperma. Cazzo, quel piccolo voglioso aveva avuto un orgasmo senza mani, solo con la mia pipì in faccia! Sarei venuto anche io all'istante se non stessi pisciando. Smisi di fare la pipì e ci guardammo un attimo, senza imbarazzo, grazie all'alcool.
"Cazzo che figata, ce l'ho ancora duro" disse.
"Vieni, che ti aiuto io". Lo aiutai ad uscire dalla vasca, ci asciugammo veloci e lo feci sdraiare a pancia in giù sul letto.
"Fidati di me, ci penso io a farti stare bene" gli dissi.
Gli allargai le chiappe e iniziai a leccargli il buchetto.
"Che cazzo fai?", mi disse, con poca convinzione.
"Tu pensa solo a rilassarti, e non preoccuparti di niente, fidati di me".
Ripresi a leccarglielo e intanto infilai una mano sotto e gli tirai in giù il cazzo tra le gambe. Lo accarezzavo e leccavo, assaporandolo bene e presto incominciò a gemere.
"Cazzo, Ka! È una figata".
Io continuai ancora un po', poi mi tirai su, mi misi un goccio di saliva sul dito e molto lentamente iniziai a penetrarlo.
"Cazzo, questo no. Levalo!" Mi disse subito.
Ma io lo afferrai con l'altra mano, lo tirai leggermente su e per distrarlo glielo presi in bocca. Entrò tutto completamente senza sforzo e lui disse:
"Cazzo, sì, così".
Con il dito spinsi fino in fondo, cercai la prostata ed iniziai a sfregarla, mentre continuavo a succhiarlo.
Lui iniziò a dimenare il culetto frenticamente e a gridare:
"Cazzo, è stupendo! Continua!"
Venne quasi subito e io lo ingoiai tutto. Aveva un sapore divino. Lo leccai fino all'ultima goccia, poi lo rigirai e mi masturbai, guardando quella faccia ancora arrossata e persa nel post-orgasmo. Schizzai lo sperma sul suo cazzo. Ci addormentammo così, sazi e sporchi, con i nostri fluidi addosso. Il giorno dopo si rivestì in fretta, e silenziosamente scappò via. Da quel giorno non l'ho mai più rivisto.

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