Inzia in ascensore

Scritto da , il 2011-10-10, genere etero

Ancora un’avventura in ascensore … ormai è diventata una fissazione. Ero in albergo a Genova durante il recente Salone Nautico. Scendo a fare colazione e mi siedo ad un tavolo davanti ad una bionda con i riccioletti.
Forse nulla di speciale ma, mentre mi siedo a qualche metro da lei vengo fulminato da un sorriso. Faccio colazione di buon umore ed accelerò a bere il caffè per alzarmi quando Lei si alzerà immaginadomi che possa nascere un’occasione piacevole. Tutto inutile. Mi distraggo un attimo e Lei lascia la sala. Me ne faccio una ragione e appena 5 minuti dopo lascio anch’io la sala e mi dirigo verso l’ascensore.

Davanti all’ascensore mi trovo Lei e la scena del sorriso si ripete. Entriamo “a bordo” siamo solo io e Lei. Faccio il gesto di schiacciare il pulsante del 4° piano proprio nello stesso istante in cui anche Lei lo fa.
E’ un attimo: Lei in inglese dice ...seguito da un sorriso. Io rispondo pronto: … lei risponde “Why not”… e afferra la mia mano con la chiave elettronica. Entriamo alla camera 206 e non abbiamo bisogno di parole. Lei entra e nel corridoio della stanza si slaccia la camicetta, fa volare il reggiseno e si abbassa velocemente i pantaloni. Non porta gli slip.

Ha un bellissimo sedere ed è proprio a suo agio completamente nuda nella mia camera in disordine. Si gira, mi sorride ancora e mi invita a fare la stessa cosa. Le guardo i capezzoli e decido di iniziare a puntare su di loro le mie prime attenzioni. Regalo un bacio ad entrambi. Mi tolgo la camicia, le scarpe, i pantaloni ed i boxer: non sono ancora pronto, ma sento la Sua mano prendermi delicatamente le palle e poi accarezzarmi il pene. Nel frattempo ci siamo buttati sul letto. Le nostre mani si esplorano a vicenda. Ci baciamo e ci abbracciamo. Il gusto delle nostre labbra è quello del croissant appena mangiati, ma poi scendo sul collo e lungo il corpo e sa di burro anche la Sua pelle.

Ci accarezziamo e ci tocchiamo. Non servono le parole. Le accarezzo con le dita le labbra della vagina, mi spingo dentro delicatamente ed inizio a masturbarla mentre Lei fa la stessa cosa stringendomi la cappella fra il pollice e l’indice forse sporchi di burro e marmellata perché li sento appiccicose. Ci stiamo rotolando un po’ nel letto perché nella fase successiva mi trovo sopra di Lei con la punta del mio cazzo che preme all’ingresso della Sua cosina umida, anzi davvero bagnata e accogliente. Sono io a sorridere a Lei mentre le scivolo dentro ed inizio ad entrare e uscire lentamente, dentro e fuori di lei. Where do you came from? Mi viene da dirle. Banale, ma lo dico per non venire subito e sentire il mio cazzo che diventa grande e sempre più duro in Lei. Si muove poco, ma sento i suoi muscoli che mi attraggono e mi respingono, dandomi il ritmo. Ho i suoi talloni sulla schiena ed anche loro sembrano stimolare l’andare su e giù.

Ho le mani appoggiate al letto e sto cercando la profondità dentro di Lei, ma anche, con un movimento rotatorio, perlustrare ogni angolo della Sua vagina . La giro su un fianco per guardare il Suo profilo, il disegno delle Sue natiche sul letto. Lei sembra gradire la posizione ed intuire le mie esigenze: senza farmi uscire da Lei inarca la schiena e decide di farmi vedere anche il buchino del Suo sedere. Anch’’io ho le mani sporche di burro oltreche dei suoi umori pertanto inizio ad esplorare il canale b preparandolo ad accogliere il mio cazzo sul punto di scoppiare. Lei percepisce anche questo mio pensiero poiché si volta e mi offre la visione del suo stupendo culetto e con le mani mi aiuta a tenere aperto il buchetto. Entro con difficoltà e Lei fa un grido “aunch”… vuol dire ahi in inglese… la stantuffo per un po’ e poi scoppio… la riempio con il mio liquido mentre Lei dice yes…oh yes…sii …siii ….oh darling!

Dovevo essere in Fiera alle ore 9.00 invece sono ancora lì alle 11.00 che andiamo su e giu…ma viva l’inghilterra ne valeva la pena!!! UST

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