L'officina dei prendinculo

Scritto da , il 2020-05-22, genere gay

Il mio responsabile puzzava di merda e sborra.

Eravamo in dieci tutti intorno alla sua brutta faccia da maniaco sessuale.
Era troppo perverso il vecchio Angioletto, come lo chiamavamo noi. Non era poi così vecchio ma aveva i capelli bianchi da quando aveva trent'anni ed aveva idee così antiche da sembrare un matusa già a venti di anni. Puzzava veramente da fare schifo quell'odioso cinquantenne. Lui e il suo compare Andreino erano due perversi finocchi della peggior specie. A casa propria non ciulavano mai, le mogli piuttosto che darla a questi due perdenti si facevano inculare da qualche extracomunitario alla stazione. Le mogli si conoscevano, parlavano tra loro di quanto fossero due perdenti i loro mariti, l'unica soddisfazione di questi due coglioni era fare i gradassi in fabbrica dove facevano praticamente quel cazzo che volevano tutti i giorni. Andreino aveva stretto amicizia con alcuni operai più giovani di lui. Faceva il figo per assomigliare a loro ma rimaneva un perfetto coglione agli occhi di tutti noi. Qualcuno aveva provato a stringere una vera amicizia con lui ma si era rivelato un essere infido e ambiguo. I due responsabili avevano un vizietto, un segreto mica tanto segreto. Quando stringevano amicizia con qualcuno degli operai pretendevano poi delle ricompense orali o anali in cambio di soldi o di promozioni sul lavoro. Andreino in particolare si era fissato con il palestrato, un bel fustacchione tatuato che faceva finta di essere un figo con le donne ma invece era un ricchione della peggior specie. Il palestrato aveva una fidanzata ma siccome non gli tirava l'uccello con le donne la ragazza si era messa a scopare con gli amici di lui, anche in sua presenza. Lui accettava questa condizione perchè al di fuori dell'ambiente di lavoro era veramente uno sfigato. Un giorno l'avevamo beccato a masturbarsi in automobile fuori dalla fabbrica. Aveva in mano il cellulare e con l'altra si segava l'uccello riprendendosi su whatsapp. Scoprimmo poi a chi stava mandando il video: ad Andreino. Andreino era un bel tipetto, anche lui un cinquantenne vizioso. La moglie lo schifava, ci aveva fatto un figlio solo perchè obbligata dalle apparenze. Lui per questo motivo sfoggiava tutte le sue frustrazioni sul lavoro dove faceva lo stronzo con tutti per sopperire alla mancanza di dignità e spina dorsale. Prendeva di mira gli operai più tranquilli e gliene faceva passare di tutti i colori. Ad un ragazzo ha messo persino le mani addosso e lo voleva obbligare ad un pompino in reparto. La direzione dovette fargli un richiamo verbale perchè non si poteva costringere un operaio a succhiare il cazzo ad un responsabile in reparto. Lo si poteva fare solo nei bagni dove nessuno poteva vedere e dove nessun testimone avrebbe mai riferito il tentativo di abbordaggio sessuale.
Angioletto era più discreto. Quando puntava la preda iniziava a fargli tanti regalini, ad offrirgli il caffè o il pranzo nella mensa aziendale. Ad un camionista di colore arrivò ad offrirgli persino un telefono nuovo di zecca pur di farselo sbattere in culo per riconoscenza.
I due però non provavano vergogna di quel che facevano. Abbordavano gli operai nuovi, i più giovani e facevano gli amiconi con loro. La nostra fabbrica era gigantesca, un via vai di gente ogni giorno, ogni settimana arrivava qualche nuovo operaio ed era sempre un porto di mare. Le voci però correvano veloci e in men che non si dica tutti sapevano le cose che stavano accadendo. Eravamo almeno 300 dipendenti, una bolgia umana, tutti belli piazzati, tutti vigorosi, tutti sempre con la voglia di esprimere la nostra mascolinità.
Ieri abbiamo fatto quel che dovevamo fare da tempo. Angiolino si era appartato in un capannone dismesso della fabbrica e si stava facendo spompinare da due ragazzotti appena assunti a cui aveva promesso un sostanzioso aumento. Anche andreino era nello stesso capannone e stava spaccando il buci del culo al palestrato. Erano amanti perfetti. Lui lo inculava con piacere, l'altro si faceva sodomizzare senza vergogna. Entrammo nel capannone in 10 e i responsabili rimasero sorpresi di vederci.

ORA VOI SUCCHIATE IL CAZZO A NOI. - Gridammo in coro.

Il palestrato si tirò su i calzoni e tornò a lavorare mentre i due giovanotti erano rimasti a bocca aperta sotto Angiolino non sapendo se continuare a succhiargli il cazzo o scappare via.
Uno degli operai che era con me gli fece cenno di andare via.

CI DOVETE SUCCHIARE IL CAZZO PER COME CI TRATTATE. - Dicemmo ai due responsabili.
Angiolino e Andreino si guardarono negli occhi e furono d'accordo. A loro succhiare il cazzo piaceva quasi come quando se lo facevano ciucciare dai loro schiavi in fabbrica.
I due uomini si abbassarono e aprirono la bocca e a turno tutti e 10 gli ficcammo il cazzo in bocca per farcelo succhiare per benino. Poi, uno degli operai, un bellimbusto di 100 chili almeno, prese i due uomini per le ascelle e li obbligò ad alzarsi, li mise contro il muro e iniziò a penetrargli il buco del culo con violenza, i due gemevano ma sotto sotto gli piaceva essere trattati male e dominati.

INCULATECI TUTTI!!!!! - Gridò Andreino orgasmando.
Tutti e 10 ci trovammo quindi dietro i due responsabili e a turno gli spaccammo il buco del culo. I due uomini sottomessi godevano come dei pazzi. Finita l'inculata generale li obbligammo a inginocchiarsi nuovamente e segandoci sulle loro facce gli spruzzammo chi sborra, chi piscia, chi sputi sulle facce.
Uno degli operai fece anche di peggio, era il più perverso della compagnia. Si calò i calzoni e mise il proprio culo ad altezza della faccia dei due responsabili e fece uscire un fiotto di merda che ricoprì le loro facce.
Smerdati e sporchi di piscia e sborra ridevano come dei coglioni per la situazione schifosa e perversa che si era creata.

E DOMANI VOGLIAMO TUTTI L'AUMENTO. - Disse un altro degli operai.
LO AVRETE! - Rispose Angioletto - PERO' VOGLIAMO CHE QUESTA PORCATA SI FACCIA PIU' SPESSO PERCHE' SIAMO STUFI DI DOMINARE GLI ALTRI OPERAI, VOGLIAMO ESSERE SCHIAVIZZATI E DOMINATI SESSUALMENTE COME OGGI. CI AVETE FATTO UN GRAN PIACERE OGGI A SCOPARCI E UMILIARCI.

Eravamo tutti d'accordo. Avremmo scopato la bocca e il culo di quei due fino a quando ci andava. La fabbrica dei piglianculo ci avrebbero chiamati d'ora in avanti.

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