Il vicino di casa (2)

Scritto da , il 2020-05-10, genere tradimenti

Ho avuto pensieri illusori, man mano che le ore passano la certezza che Alfonso si faccia vivo nei giorni a seguire diventa concreto. I sorrisi che mi ha donato e gli sguardi sono stati troppo ambigui per farmi pensare diversamente. Ora che sono lucida i sensi di colpa tentano di distruggermi perfino l'anima, arrivo a pensare di confessare tutto al mio fidanzato, di andare a casa sua e rimanerci per un po’, cosa impossibile visto la situazione che stiamo vivendo. Evadere non è di certo una buona idea. Quest’ ultimo pensiero mi fa stare ancora peggio, prima della quarantena il mio ragazzo mi confida di voler convivere ma io egoisticamente ho scelto la mia libertà , ora come ora vorrei stare solo con lui. Penso a tutte le situazioni possibili e immaginabili alla gelosia che potrebbe provare, alle conseguenze che potrebbe portare semmai il vicino si facesse vivo quando c'è lui. Cerco di incanalare la mia energia spostando i pensieri su altro. Decido di immergermi nelle chat whatsapp con i miei amici, ore e ore di videochiamate e deliri vari, nonostante mi facciano ridere, non riesco a togliermi dalla testa Alfonso. Come potevo rimediare? Pensieri su pensieri. Decido di chiudermi in casa e di non aprire a nessuno, di non parlare con nessuno. Musica, lavoro, scrittura mi aiuteranno a far chiarezza. La mattina inizia come sempre o più o meno, non ho un aspetto raggiante, il mio viso è stanco per le poche ore di sonno. La prima cosa da fare è prepararmi un caffè doppio! Scendo le scale, a piedi nudi, la mia felpa e i capelli ribelli. Preparo un doppio caffè amaro evitando di guardare il piano cucina che mi ha vista coinvolta in qualcosa di erotico ieri pomeriggio. Per ovvie ragioni la mia veranda è chiusa stamane, non ho voglia di avere contatti con il mondo. Spulcio qualche notizia internet dal cellulare bevendo la mia tazza di caffè; ho bisogno di correre, di farmi scivolare i pensieri cattivi addosso. Ma no! Opto per salire e scendere i miei tre piani della villetta giusto per scaricarmi. Cinque volte di seguito senza fermarmi un attimo, sudare è il modo migliore per togliere di dosso guai o pensare a come risolverli. Torno al piano di sopra e al posto della doccia faccio un bagno, ho voglia di coccolarmi, acqua calda schiuma profumata e sali. Tolgo i miei vestiti, immergendomi in vasca, appoggio la testa sul bordo e il corpo viene coperto dalla schiuma, è una sensazione rilassante! e questa sensazione rilassante mi fa pensare ad Alfonso. Sarà il calore dell'acqua, sarà che in questo periodo mi sento davvero indomabile, ma sono eccitata. I seni svettano all’insù e i capezzoli induriti si notano da sotto la schiuma sparsa. Decido di toccarmi, mi massaggio le tette, prendo tra due dita i capezzoli e stringo, subito delle scariche di piacere percorrono tutto il mio corpo fino alla fica, il clitoride si indurisce. Una mano intorno il seno e l'altra scende tra le cosce, ho voglia di penetrarmi e lo faccio. Due dita tutte dentro. Penso, fantastico… e vengo… Dopo il bagno mi vesto, abbigliamento casual da casa: tuta nera della Nike con la felpa che arriva a coprire si e no la vita, scarpe da ginnastica ai piedi e capelli legati a coda. Prendo un giubbotto, mascherina e guanti e mi appresto ad uscire per fare la spesa. Controllo la villetta al mio fianco, Gastone lo noto sulla ringhiera del balconcino, unico testimone della mia fuga mattutina. A passo svelto mi dirigo lontano dal quartiere verso il supermercato più vicino. Odio fare le faccende pratiche, non sono mai stata propensa verso esse e il solo aspettare la fila abnorme che si è creata mi mette ansia. Per non parlare di tutte le norme da seguire. Quando sono dentro cerco di sbrigarmi e ricordare tutto quello che c’è da prendere, puntualmente compilo una lista che non porto mai dietro quando mi è necessaria, così mi trovo a dover ricordare ogni cosa a memoria e, come sempre, dimentico qualcosa. Alla cassa, il commesso mi fa gli occhi dolci, avrà poco più di diciotto anni, - sei araba?- che razza di domande sono? - ehm no italianissima perché?- mi guarda da sotto un paio di occhiali dalla spessa montatura nera che gli fanno sembrare gli occhi giganti, - hai il taglio degli occhi delle arabe…- alla faccia del ragazzino penso, - sono molto belli!- sorrido dolcemente, affrettando i miei movimenti per uscire dal negozio. Ritorno a casa in modo tranquillo. Fortuna vuole che non incontro Alfonso, il quartiere riposa tranquillo se no fosse per il figlio dei Rossi, pessima musica commerciale ascoltata a volume assurdo. In casa riesco a fare molto in compagnia di me stessa, evito di entrare in chat e evito ogni tipo di chiamata. Passo la giornata tra: libri, musica, lavoro, cucina. Mi estraneo dagli avvenimenti e per un po’ sono quasi allegra. Mi perdo in un film d’ azione mentre sgranocchio patatine al quasi ora di cena. Rumore del campanello. Ho un sobbalzo e in un attimo ritorno con i piedi per terra, alla mia vita completamente disastrosa. Eccolo è lui. Tentenno , non so se aprirlo o lasciare correre. Una parte di me vuole mandarlo via a tutti i costi, mentre c’è l'altra parte che si eccita, il mio lato troia che cerco di nasconderlo ai più ma in questo periodo di quarantena è uscito allo scoperto così bellamente che non riesco nemmeno a controllarlo. Decido di aprire la porta.
– Ciao Sara, ti ho portato della pizza, mangiala ora è calda.- Mi consegna un fagotto tra le mani, so che la pizza è solo una scusa per farsi vivo e so anche cosa vuole in questo momento, gli faccio un sorriso cortese mentre i miei occhi lo guardano un poco dall'alto al basso, si sto facendo la stronza e non me ne frega! – Vuoi entrare?- non si fa ripetere l'invito due volte, gli lascio l'uscio aperto mentre io vado in cucina a posare il fagotto sul tavolo. Senza preavviso lo sento da dietro, le sue mani si infilano sotto le mie braccia arrivano a carezzare i seni e la sua testa si posa nell'incavo della mia spalla, mi bacia il collo, percorre la pelle con le labbra, la lingua risale fino all’orecchio, il lobo viene stuzzicato e mordicchiato. Il suo corpo spinge contro il mio, mi fa sentire il pacco non ancora gonfio contro il sedere. -Non qui, andiamo di sopra!- mi libero dalla sua presa e, prendendolo per mano, lo conduco nella mia stanza ai piani superiori. Chiudo la porta alle mie spalle mi dirigo alla finestra e chiudo tende. -Non preoccuparti non ci vede nessuno…- ironizza, -non si sa mai prevenire è meglio che curare!- lascio da parte questo discorso se no, ci ripenso e lo caccio fuori. Come ieri non voglio dar ascolto alla mia coscienza. Mi avvicino a lui e, buttando le braccia al collo, lo tiro a me baciandolo di sorpresa. Premo le mie labbra contro le sue, mi lascia sfogare le mie frustrazioni. Infilo la lingua e ricerco quel suo sapore di tabacco che si porta dietro. Premo il corpo contro il suo, mi ci struscio su come una gatta in calore mentre gli privo dell'aria, tutto il mio lato da puttana si sta facendo notare. Lentamente scendo verso il basso, mi dico: semmai devo farlo meglio perbene no? Ed ecco che mi ritrovo piegata sulle mie stesse gambe con il viso all’altezza del suo cavallo, la mia mano struscia contro la forma del cazzo. Lo solletico cosi per un po’, poi slaccio la sua cintura e pantaloni, lo faccio guardandolo negli occhi perché mi piace guardare l’espressione degli uomini pieni di desiderio, gli tiro giù tutto mettendolo a nudo, il membro non ancora del tutto eretto. Mi abbasso a annusare il suo odore, forte, stranamente non mi disgusta scendo sullo scroto, ci premo il viso e inspiro un odore acre. Struscio le labbra sulla pelle prima di leccarle con tutta la lingua, infine mi soffermo nel mezzo e risalgo l’asta in modo lascivo lasciando una scia di bava dietro di me. Salgo e riscendo senza toccare il glande, impregno della mia saliva il palo che lo sento irrigidirsi sotto i miei sapienti colpi di lingua, - ahh… come lo succhi bene! Sii continua…- mi incita il porco dall'alto della sua stazza io nella mia posizione posso solo che obbedire al suo volere, ma tutto sommato adoro fare pompini e il suo cazzo se lo merita uno coi i fiocchi dopotutto! Mi dedico anche alla cappella, facendo roteare la lingua tutta intorno la corona, con la punta stuzzico lentamente il frenulo e ha dei sussulti, lo faccio ancora e mi afferra la testa. -Succhialo troia!- mi etichetta staccandomi e mantenendomi per i capelli mi punta il suo cazzo sulle labbra preme entrando in bocca. Il sapore forte la invade, la punta si scontra sulla guancia e preme, sembra che voglia sfondarmela. – Oh succhia, succhia si sentilo tutto, più giù!- io mugolo mentre il cazzo scivola tutto in gola, preme la testa verso il basso. Ho conati, mi lascia andare, respiro. Poi ancora tutto, fino alla base fino a sfiorare il naso contro i suoi peli pubici, mi muove la testa tre volte. – Hai una boccuccia divina Sara…- mi lascia di nuovo e io mi sfilo, sono affannata. Lo guardo. Voglio comandarlo io. Lo impugno alla base e torno a leccare la cappella lui sta per prendermi la testa ma, guardandolo negli occhi si blocca. Lo lascio scivolare in bocca, come piace a me, stringo le labbra intorno l'asta e lo bagno tutto scendendo e riempiendo tutta la bocca fino a che non mi sento soffocare. Inizio un lento su e giù, a ogni affondo la lingua sfrega contro il frenulo, succhio forte e il suo sapore mi invade perfino il cervello. Inizio a lasciarmi trasportare, la mia testa da un ritmo più intenso, i miei occhi a guardare il suo viso deformato dal piacere. Ha il corpo rigido e, a volte, mi spinge via facendomi fermare; questa volta lo fa in modo che il cazzo scivoli via dalla mia bocca e mi lascia con della saliva colante. -Voglio scoparti!- mi fa alzare e in un attimo mi sbatte sul letto. Mi spoglia con foga, quasi mi strappa i vestiti di dosso, si mette tra le mie cosce fracide facendomi sentire il suo cazzo duro, solleva le gambe e le posa sulle sue spalle. -Che profumino, mi è mancato l'odore della tua fica, è così delizioso…- mi solleva un poco il bacino, e inizia a strusciarmi il cazzo lungo tutta la fessura umida. – Sei fracida.- La cappella struscia avanti e indietro sul clitoride gonfio, gemo. Ho brividi su tutto il corpo e la voglia di venire si fa concreta dentro di me, come se avessi represso a lungo una serie di orgasmi. Muovo il bacino andando contro a lui, lo voglio dentro, mi voglio sentire piena. Si blocca. -Mhm ancora…- mi muovo sinuosa, - ancora…- struscio da sola la fica sul cazzo.
-Lo vuoi? –

-Si.-

-Cosa vuoi?-

-Il cazzo-

-Dove lo vuoi?-

-Dentro…-

-Così?- Inizia a penetrarmi lentamente, la cappella affonda, io mi tendo, lui si blocca. -Mhm no… dammelo ancora!- lo infila fino a metà asta, sospiro. -Ancora, lo voglio ancora…- infila di più e quasi riesce a metterlo tutto ma si blocca. -Lo voglio tutto dentro!- ansimo e me lo sbatte, il senso di appagamento è tale da farmi avere quasi un orgasmo. Inizia a muoversi e me lo fa sentire a lungo e lentamente, tutto dentro! -Ti piace così o lo vuoi più forte?- -Più forte!-
Inizia a pomparmi, in questa posizione lo sento tantissimo e i miei gemiti sono alti, lamentosi, -ti piace prenderlo forte e troietta!?Vuoi venire?- -Si…- Mi sbatte forte e nel mentre mi fa un ditalino veloce. Le sensazioni si concentrano in un unico punto e prima di esplodere le mie gambe tremano. Arrivo a godere tanto, a urlarlo con tutto il fiato che ho in gola. Alla fine mi ribalta schiacciando il mio viso sul materasso mi penetra da dietro deciso. Tutto dentro di un colpo e pompa selvaggio come un animale. Dentro e fuori, dentro e fuori, intensamente, ripetutamente , la mia fica è fuoco e si contrae a lungo tanto da farmi avere, dopo poco, un secondo orgasmo. Lui continua ancora fino a che… - lo vuoi in bocca?- si- mi accovaccio tra le sue gambe, lo prendo in bocca e inizio a succhiarlo, il sapore dei mei umori impregna l'asta, succhio forte. Con le mani mi dirige a suo piacimento, un su e giù intenso fino a che mi sborra tutto in gola. Lo bevo.

Ancora una volta, Alfonso, ha bisogno di intavolare discorsi ma non gli do modo, come ieri, lo blocco sul nascere. Gli spiego che ora ha ottenuto ciò che vuole, ci siamo appagati entrambi e non c’è bisogno di vederci più. Sembra comprendere, capisce, si scusa ancora una volta va via. Io lo guardo mentre prende il vialetto di casa sua e, la sensazione che lui non abbia capito torna a farsi presente nei miei pensieri...

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