Ragazzo alla pari ep. 3

Scritto da , il 2011-09-25, genere incesti

PARTE 3
Zia Elisa partì per accompagnare un'anziana signora molto benestante ad un centro termale, sarebbe stata via tre giorni. Quel pomeriggio avevo proprio bisogno di rimanere un poco da solo, era venerdì e non avevo alcuna intenzione di uscire di casa, a parte che non avrei potuto comunque, dovevo badare a Serena la figlia maggiore di Elisa, rispettivamente la cugina e la zia della mia ragazza (vedi racconti precedenti). Per fortuna la padrona di casa se n'era andata così avevo il tempo per riprendermi. Da quando mi aveva incatenato a lei col ricatto dovevo sottostare ad ogni suo volere sessuale, la cosa mi allettava parecchio all'inizio, ma col passare dei giorni la cosa cominciava a pesarmi, il colpo di grazia l'avevo ricevuto proprio quel pomeriggio, ero stato costretto a subire tre pompini di fila con la scusa di scaricarmi e svuotarmi completamente in modo che in sua assenza non avrei fatto marachelle. Ad ogni modo sapevo che Serena ci aveva spiato ed ora avrei dovuto affrontarla per forza, visto che avremmo passato 3 giorni da soli in casa. Quel pomeriggio filò tutto liscio, non la vidi proprio, come al solito lei si rintanava nella sua camera ad ascoltar musica con lo stereo, a chattare su internet e qualche volta faceva pure i compiti di scuola. Io mi ero dato da fare per rimettere in ordine la casa, era pur sempre il mio lavoro per mantenermi all'università.
Quando la cena fu pronta andai a bussare alla camera di Serena che mi rispose prontamente e mi raggiunse a tavola quasi subito. Cenammo in silenzio, io ero piuttosto imbarazzato, sapevo che ci aveva visti, sapevo pure che la cosa non l'aveva lasciata indifferente, si era masturbata guardandomi fissa negli occhi, mentre sua madre ingoiava il mio sperma, ma la ragazza era davvero furba e non si sbottonava, andava avanti come se nulla fosse, io invece mi rodevo, dal suo futuro silenzio sarebbe dipesa la mia vita come studente, come amante di Elisa e come ragazzo di Alice, se poi pensavo al cornuto zio Luca ed ai suoi 140 kg di camionista incazzato, non avevo di che stare allegro, così afferrai il coraggio a due mani e decisi che dovevamo chiarire, o meglio, dovevo sapere se fosse stato il caso di scappare subito o se potevo continuare a vivere lì come ragazzo alla pari, al che ruppi l'ormai troppo imbarazzante silenzio:
"Serena dobbiamo parlare!"
"Ah sì?! e di cosa?" fece con aria di sufficienza.
"Lo sai, quel che hai visto oggi, quando spiavi me e tua madre."
"Ahn di quello, e che c'è da parlare?" quel suo atteggiamento mi stava disarmando completamente, io avrei voluto farla sentire in colpa per averci spiato e per essersi masturbata ma come constatai di lì a poco ero proprio sulla strada sbagliata.
"Vedi...tu sei ancora piccola, o meglio giovane. Gli adulti, delle volte hanno delle esigenze alle quali fanno molta fatica a sottrarsi, così quando ci si sente soli, con le persone amate lontane, si trova reciproco conforto, non so se mi spiego." Quel discorso da padre di famiglia me lo ero preparato per tutto il pomeriggio, dovevo mostrarmi maturo e responsabile ai suoi occhi, ma lei mi smontò per la seconda volta:
"A parte che te adulto è dura, hai appena 5 anni più di me, ce ne vuole per farmi bere sta cazzata. Però ammetto che per il discorso dei bisogni lo capisco. A mia mamma tira la fica e te hai un bel cazzo giovane sempre duro, mentre mio padre è via. Siccome non sono né cieca, né sorda so quanto piaci a mia mamma ed ad Alice quando le trombi, voi provate a far piano e siete convinti che non vi sento, ma sono io che ve lo faccio pensare, facendomi gli affari miei. Poi oggi, quando ti ho visto godere delle pompe di mia mamma, non ce l'ho più fatta, era fradicia e mi sono masturbata. Spero che la cosa non ti offenda, ma sai dal vivo è molto meglio che da qualche giornaletto o da qualche sito internet. Ho 14 anni e comincio a scoprire pure io i piaceri del sesso." Il suo discorso mi aveva scioccato, non sapevo se essere sollevato perché in fondo era molto più matura di quel che sembrava o se essere triste per la sua totale disillusione già a quell'età. Comunque dovevo sincerarmi che non andasse in giro a spifferare tutto al mondo:
"Allora posso contare sul tuo silenzio, sai ti dimostri molto responsabile e matura, ti ammetto che mi ero sbagliato sul tuo conto ma sono contento di aver avuto la possibilità di ricredermi." Una bella sviolinata come questa avrebbe dato sicuramente i suoi frutti.
"Sì, sì, non sono mica scema, semmai siete voi che dovreste fare un pò più di attenzione. Se mio padre vi scopre mi fa secchi tutti e due, ed io mi ritroverei nel bel mezzo di una crisi familiare proprio nell'età dove ho più bisogno di certezze."
Sempre più imbarazzato e non del tutto certo di aver guidato io con mano ferma la discussione portai in tavola il dolce e ne tagliai una fetta a testa per suggellare il nostro patto di silenzio. Poi, dopo aver sparecchiato e lavato io piatti mi dedicai un poco allo studio e mi svagai con un pò di tv, nel frattempo Serena tornò in camera sua. Poco prima di mezzanotte sentii le palpebre pesare sui miei occhi stanchi, le prestazioni sessuali e la tensione emotiva mi aveva sfinito, me ne andai a letto. Passando davanti alla stanza di Serena le dissi buona notte proprio mentre anche lei si stava mettendo a letto. Dopo dieci minuti, dopo essere andato al bagno e pronto a stendermi a letto Serena mi chiamò:
"Aleeee, potresti venire un secondo in camera mia?" Io del tutto ignaro ed ingenuo non obbiettai e mi presentai al suo capezzale. Era distesa a letto, aveva solo un lenzuolo leggero a coprirle il giovane corpo, per la prima volta notai quanto le sue fattezze fossero provocanti; il seno era già prosperoso, ben più pieno di quello della mia ragazza, i lineamenti del viso erano simili a quelli di Alice, si poteva pensare che fossero sorelle, esattamente come lo erano le loro madri, ma a differenza della mia ragazza, Serena aveva una bocca molto carnosa, scoprii per la prima volta in quell'occasione che sembrava proprio fatta per baciare, per deliziare noi uomini dei mille piaceri che sanno regalarci le donne. Rimasi un poco imbambolato da quella visione, una bambolina bellissima, coi lunghi capelli neri e riccioluti sparsi sul cuscino e quel visino innocente e sexy al tempo stesso. Probabilmente notò il mio turbamento e mi riscosse prendendomi una mano e dicendo:
"Sai domani ho un compito in classe piuttosto difficile e dopo gli avvenimenti della giornata, mi sento tesa e non riesco a prender sonno."
"Vuoi che ti faccia un the? No meglio una camomilla, quel che preferisci. Ma non pensare che io ti possa dare delle medicine o dei sonniferi, anche se li avessimo in casa non li approverei."
"No mi chiedevo se potevi farmi un ditalino, così per rilassarmi." Naturalmente feci finta di non capire.
"Cosa intendi, non capisco."
"Non capisci!! Voglio che mi masturbi, che infili una mano sotto le coperte, raggiungi la mia micetta e la stiracchi finché non grido di piacere. Sono stata più chiara??"
"Sì decisamente! Vedi è sbagliato, credevo che ne avessimo parlato prima, sembravi aver capito. Non credo che sia la strada giusta da percorrere, poi un giorno te ne pentiresti, fidati." Il tono della mia voce non era molto convinto, l'unica mia fortuna fu che la madre aveva risucchiato letteralmente le forze del mio cazzo, altrimenti avrei avuto una tenda canadese al posto dei pantaloni ad una richiesta simile. Ma la ragazza sapeva quel che voleva:
"Allora, non ti ho chiesto di sverginarmi, nemmeno di sposarmi o di diventare tua fidanzata. Fai finta di farmi un massaggio rilassante alle spalle, solo che metterai le mani un pò più un basso, che cambia per te?"
"No guarda, se vuoi un massaggio non ci sono problemi, ma ho già fatto abbastanza casini con le donne della tua famiglia, non è il caso che ne faccia altri. Poi te sei giovane e potrai avere tutti i ragazzi che vorrai."
"Uffa!!! Mi stai dicendo che è meglio che mi faccio infilare da uno sconosciuto? Mettiamola così, se non lo fai tuo adesso me lo faccio fare domani da un mio compagno di classe a caso, anzi no da uno sconosciuto sull'autobus, sei sicuro di poter accettare questa consapevolezza?"
La ragazzina stava bluffando, ne ero certo....o quasi... lo sperai, ma tenni la mia posizione:
"La figa è tua la puoi far smanacciare da chi vuoi." Vidi un lampo d'ira nei suoi occhi, ma non sapevo se era perché era stata rifiutata e perché non aveva il controllo su di me.
"Ok! Ok! Ok! io non volevo giocare questa carta, ma mi ci costringi. Mettiamola così: con mia cugina e mia mamma ve la spassate alla grande. Ormai passi più tempo chino tra le cosce di quelle due che non sui libri di scuola! Se in tutto questo spasso avanza qualche ritaglio pure per me, potrete andare avanti tranquilli tutti quanti, in caso contrario, se io devo continuare ad arrangiarmi come ho fatto oggi....nulla mi trattiene dal mettere fine al vostro divertimento!"
Ecco arrivò la doccia gelata ed avrei dovuto aspettarmela, tutto il discorso fatto a cena era solo in preparazione a quel momento; tale madre, tale figlia. Ovvero due gran zoccole. Stavo quasi per andarmene dalla camera ma dovetti tornare sui miei passi, mi chinai a fianco del suo letto ed infilai una mano sotto le lenzuola, non so perché ma mi convinsi che sarebbero bastate un poche di carezze nei posti giusti per far tornare tranquilla quella piccola Lolita:
"Bravo, vedo che hai capito, infondo non pretendo molto, io! Una sana goduta prima di dormire è quel che ci vuole per rilassarmi a dovere!"
Portava una corta sottoveste di raso che a vederla in piedi, a fatica le avrebbe coperto le natiche, io andai a tastoni, trovai prima la sua coscia, liscia e vellutata, la pelle era come seta. Per farla stare un pò sulle spine e capire le sue reazioni le accarezzai l'interno coscia dal ginocchio a risalire, fino all'inguine e lei come se fosse la cosa più naturale di questo mondo mi lasciò spazio allargando la gamba man mano che risalivo. Arrivato all'inguine cominciai a girovagare con la punta di indice e medio nella parte bassa della sua pancia, tra l'ombelico ed il pube, le facevo sentire per bene i miei polpastrelli , ma stavo bene attento a non avvicinarmi al monte di venere, lo sfioravo, lo lambivo ma non volevo toccarlo, in quel momento non sapevo bene se fosse la mia reticenza a toccare una ragazzina di 14 anni oppure la voglia di vederla eccitarsi sempre di più nell'attesa della masturbazione vera e propria, probabilmente avevo solo paura, paura di quel gioco pericoloso ma eccitantissimo. Aveva accelerato il respiro mentre io mi limitavo a giocherellare coi riccioli folti del suo pube e tra un respiro e l'altro mi sussurrava:
"Scendiii, scendi di più! daiiiii, non reisisto. ohhooooo." Le avevo passato un dito lungo la spaccatura delle grandi labbra e subito aveva reagito contraendo il bacino per alzarlo verso l'alto, verso la mia mano, per aumentare il contatto. Già a quel semplice veloce passaggio avevo percepito quanto fosse calda e bagnata, ritrassi la mano, la punta delle dita era lucida di secrezioni, me le portai al naso ed annusai il profumo di una ragazzina, non ne vado fiero ma in quel momento non capivo più nulla. Per fortuna zia Elisa mi aveva completamente svuotato, altrimenti sarei stato a cavalcioni di sua figlia prima del nuovo giorno. Comunque quel mio gesto aveva fatto capire a Serena che non mi era indifferente e che avrebbe potuto continuare ad imporsi senza problemi:
"Brutto maiale, ti piace l'odore della mia fichetta. Come la trovi?"
"Sinceramente...il profumo è squisito, anche se dovresti farti spiegare da tua cugina come tenere più in ordine il cespuglio che ti ritrovi!"
"Sei un cafone - mi lanciò il suo cuscino - non si dicono queste cose ad una signorina! Avanti finisci il tuo lavoro come prima, con la mano sotto le coperte, non ti meriti nemmeno di vederla."
Non me lo feci ripetere, faceva la superiore, era convinta che io fossi alla sua mercé, se voleva godere l'avrei accontentata subito.
Serrai le tre dita lunghe della mano a modi paletta, le appoggia sul monte e presi a muovere la mano in senso rotatorio, come a disegnare un piccolo cerchio con la punta delle dita. In quel modo si otteneva di far sfregare tra loro le piccole e le grandi labbra e contemporaneamente si aveva modo di massaggiare di riflesso la clitoride che ad ogni giro veniva scoperta e ricoperta in una specie di mini sega. Cominciai lentamente:
"Che bello, così, sì mi piace davvero, lo fai bene quasi quanto me." Poi accelerai bruscamente il movimento del mio polso.
"Ahaaa, uoooHoo, sì sì sì sì. Che bello!" Aveva fatto uscire dal lato del lenzuolo una gamba, mentre l'altra l'aveva alzata e si teneva stretta il ginocchio in modo da divaricarsi il più possibile ed offrirmi al meglio le sua parti infime. Poi col bacino prese a muoversi ed a fremere assieme alla mia mano.
"Vengo, vengo, vengo..." Io rallentai, il gioco cominciava a piacermi.
"No, non ti fermareeeeee, non oraaa" In quel momento ero fermo, mentre lei aveva irrigidito le gambe ed impuntando i calcagni aveva sollevato il bacino di qualche centimetro ed aveva preso a strusciarsi freneticamente contro la mia mano che logicamente non avevo tolto dalla figa. Con una delle sue mani mi prese l'avambraccio per cominciare a muoverlo, in modo da continuare il ditalino, allora preso da compassione ricominciai il mio lavoro di polso, velocemente, sempre di più, sempre più frenetico, lei ululava di piacere:
"Uoh, uoh, cazzo! cazzo! cazzooooooo, così così cosììììì, sìììììììììììì!!!!!!" Un orgasmo davvero superbo a vedersi, aveva stretto le lenzuola nei pugni ed inarcato a ponte la schiena irrigidendosi completamente. Come sua madre e sua cugina, aveva fatto uscire un copioso fiotto di succo vaginale che mi aveva infradiciato la mano, me la portai alla bocca e succhiai avidamente le dita. Aveva proprio un sapore fresco di donna ancora immatura, nel frattempo lei si rilassò sul letto:
"Grazie, è stato meglio di quel che mi aspettavo sai, hai le mani d'oro. Dovrai rifarmelo altre volte lo sai vero?"
A quel punto era chiaro che avevo poche vie d'uscita da quella situazione, dovevo cominciare a dettare anche io le mie regole:
"Sai che se ci scoprono passo seri guai vero?"
"Certo!"
"Quindi se vuoi che ogni tanto ti masturbi in questa maniera, dovrai dimostrarti matura e paziente. Se manterrai il segreto e non pretenderai troppe attenzioni un pò di spazio per te dovrei riuscire a trovarlo.

Fine terza parte; tutti i commenti saranno bene accetti.

Questo racconto di è stato letto 1 0 9 4 7 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.