Diario di un fratello e di una sorella incestuosi - CAP 1

Scritto da , il 2020-03-23, genere incesti

Capitolo 1 - Dall’innocenza alla consapevolezza

Invitiamo a leggere il Cap. 0 se non l’aveste ancora letto.

Questo capitolo è raccontato dal punto di vista di Alessandro, nonostante sia stato scritto assieme come tutto il resto.

Non è facile raccontare il nostro rapporto, soprattutto per come è nato. Raccontare episodi e storie di fantasia è più semplice, perché solitamente è tutto lineare; la realtà dei fatti, però, è più complessa e speriamo di potervi offrire un giusto connubio fra narrazione fedele ai fatti, linearità dell’esposizione e carica erotica dei testi.

Forse occorre partire dal principio, dalla nostra infanzia. Nonostante lo stereotipo su fratello e sorella, siamo stati da sempre molto legati e molto uniti. Sì certo, litigavamo e ci azzuffavamo, ma tutto sommato ci siamo sempre voluti molto bene. Giocavamo assieme, eravamo nella stessa classe alle elementari, passavamo davvero tanto tempo assieme.
Fin da piccoli siamo stati abituati a trascorrere molto tempo da soli. I nostri genitori hanno sempre lavorato dal mattino alla sera e quindi siamo stati abituati a stare coi nonni materni, che vivevano in un appartamento indipendente al pian terreno della nostra abitazione. Spesso, però, restavamo tutto il pomeriggio per conto nostro nel nostro appartamento, il quale, per darvi l’idea, si sviluppa su due piani: il secondo piano, all’epoca, ospitava la stanza di nostro fratello maggiore (di 8 anni più grande di noi, che per una ragione o per l’altra non era quasi mai a casa con noi), mentre la nostra stanza era al primo. Fino all’adolescenza, infatti, abbiamo condiviso la stanza e per conseguenza di cose anche la nostra intimità.
In casa nostra il senso del pudore non è mai stato tanto presente: siamo sempre stati abituati a girare parzialmente nudi o a stare contemporaneamente in bagno, in particolare noi due. Molto spesso ci facevamo la doccia assieme da bambini, anche quando cominciavamo a diventare più grandicelli verso la fine delle elementari. Tuttavia, poi, successe un fatto particolare, un primo indizio riguardo al rapporto che da lì a pochi anni sarebbe nato fra noi: con l’inizio della nostra adolescenza i nostri familiari cominciarono, ovviamente, a incentivare più pudore in famiglia. Effettivamente così avvenne ma… non fra di noi. Non ci facevamo vedere nudi, ad esempio, da nessun altro in famiglia (solo Arianna con nostra madre, semmai) ma fra noi due tutto continuò come prima. Per noi era naturale spogliarci in camera, era naturale vederci nudi, era naturale andare in bagno assieme e, all’epoca, tutto ciò non era assolutamente visto con malizia.

Ma andiamo con ordine, facciamo un passettino indietro.
Dalla terza elementare il nostro rapporto, comunque, era diventato molto più stretto. Nostra nonna materna era venuta a mancare e la cosa - come potete immaginare - ci scosse molto. Le volevamo molto bene, in particolare Arianna era molto affezionata a lei. Ricordo distintamente che quel giorno ci consolammo molto a vicenda, piangendo molto. Da quel momento, non sappiamo ancora bene spiegare il motivo, diventammo molto uniti. Parlavamo di tante cose, ci confrontavamo sui nostri amichetti e su quello che succedeva in casa; quando c’era qualcosa che non andava uno si confrontava con l’altro, ci confidavamo molto per essere ancora dei bambini. Forse è da qui che è cominciato tutto, chi lo sa?

Verso la fine della quinta elementare e l’inizio della prima media, come accade a molti bambini, iniziammo a scoprire casualmente la nostra sessualità. Ammettiamo entrambi di essere stati entrambi abbastanza precoci: io in particolare già da un annetto abbondante avevo scoperto una sorta di masturbazione, se così si può chiamare, che tenevo nascosta ma che praticavo spesso nel letto. Un giorno d’estate, mentre eravamo a casa da soli (non facevamo centri estivi o cose simili, nostro nonno ci controllava poche volte e nostro fratello era spesso in giro), Arianna mi “scoprì” mentre ero intento a fare il pioniere della mia sessualità; non eravamo soliti bussare per entrare in camera nostra, quindi mi trovò sotto il lenzuolo intento a “darmi da fare”.
Subito lei mi chiese cosa stessi facendo. Ero un po’ imbarazzato ma sapevo di potermi fidare di mia sorella e le rivelai questo mio grande segreto, manco avessi scoperto la formula dell’elisir di lunga vita. Rimasi abbastanza deluso ed esterrefatto quando mi rivelò che anche lei faceva cose simili sulla sua patatina e provava “una cosa simile al solletico” e sembrava che facesse pipì. Ero sorpreso, come poteva una femmina fare quello che facevo io? Insomma, lì sotto le cose erano abbastanza diverse, ne ero abbastanza sicuro… A pensarci la cosa mi diverte, c’era molta innocenza allora.
Io ero letteralmente caduto dal pero. Ingenuamente, senza secondi fini, esclamai solo un “ma come fai?”. Arianna non perse tempo e si sedette sul letto e iniziò a spiegarmi non solo la teoria, ma anche la pratica, facendomi vedere che anche una femmina poteva fare quelle strane cose che facevo anche io di nascosto.
Ora, qui ci si presenta un dilemma. Descrivere certe scene di noi a 11 anni ci sa tanto di pedopornografia e non ci sembra proprio il caso di far eccitare qualche schifoso pedofilo con scene di erotismo fra preadolescenti. Anzi, forse ci sembra di essere andati fin troppo in là già con certe descrizioni.
Questi episodi, comunque, andarono avanti per un po’, a memoria almeno per tutta la prima media. Spesso stavamo nei nostri rispettivi letti a castello a fare queste strane cose, altre volte lo facevamo vicini. Altre, ancora, guardavamo i nostri organi sessuali in evoluzione, scoprendone insieme le potenzialità.

Questo può essere considerato l’inizio del nostro rapporto incestuoso, anche se era fatto tutto con innocenza fanciullesca. Eravamo ancora ben lontani dai baci, dalle coccole e dal sesso che da lì a pochi anni avremmo iniziato a praticare regolarmente. Sapete, l’evoluzione del nostro rapporto non fu sempre lineare: nel tempo subì diversi rallentamenti, certe volte degli arresti. Il primo accadde da lì a poco. Non appena iniziammo a capire qualcosa di più della sessualità, in particolare durante la seconda media, comprendemmo anche che quello che facevamo non era molto normale. Per noi lo era, più o meno, ma la vedemmo come una cosa da bambini che ormai non si poteva più fare dato che diventavamo ogni giorno più consci del vasto mondo della sessualità. Sapevamo che fra fratello e sorella quelle cose non andavano fatte e infatti per un po’ non le facemmo più. Non fu una cosa decisa di punto in bianco Diciamo che sfumò regolarmente andando lentamente scemando nel corso dei primi 4 o 5 mesi della seconda media.

Il nostro rapporto però non mutò. Eravamo sempre uniti, sempre molto vicini, molto intimi a livello fisico e tante volte ci confidavamo reciprocamente. Anche alle medie, come - premettiamo - successivamente al Liceo, stemmo nella medesima classe, ragion per cui i motivi di confronto erano molti. Erano gli anni dei primi pianti e delle primi crisi, del bullismo a scuola ma anche delle primissime esperienze di vita. Al di là della scuola c’era anche lo scoutismo, presenza costante nelle nostre vite fino a poco tempo fa; c’era lo sport, il nuoto per me e il karate per lei. C’erano gli amici, alcuni in comune, altri individuali. Insomma, avevamo una “classica” vita da adolescenti e intanto ci confrontavamo su tutto, su ogni cosa. Solo una cosa sembrava essere un tabù non concordato: la sessualità, che entrambi, singolarmente, andavamo scoprendo sempre maggiormente. Con l’inizio della terza media avevamo ben chiaro la portata e le potenziali ripercussioni di quello che fino a neanche un anno prima facevamo regolarmente… era un discorso che non volevamo ritirare fuori, non sappiamo neanche ora perché. Ce lo siamo chiesti mentre scrivevamo questo pezzo. Era come una regola non detta, una regola che presto, però avremmo infranto. La terza media passava veloce e presto finì, lasciando spazio agli estivi giorni di ozio… giorni che per un adolescente significano solo una cosa: autoerotismo a non finire.

E fu in uno di quei giorni che, mentre io mi masturbavo davanti a quel lussureggiante patrimonio di nudità che trovavo sui siti dedicati alla pornografia, Arianna rientrò prima da una riunione scout settimanale. No, non mi beccò mentre mi masturbavo, sappiamo già cosa vi stavate prefigurando. Ebbi l’accortezza di risistemarmi ma avevo sentito la porta troppo tardi: non feci tempo a chiudere il browser ma soltanto a spegnere lo schermo, pensando che avrei potuto fare con calma dopo. Arianna entrò in camera come suo solito gettando a terra lo zainetto e iniziando a cambiarsi i vestiti che aveva indosso. Come già detto eravamo molto intimi perciò ci cambiavamo spesso l’uno davanti all’altro. Rimase solo in mutande, togliendosi il reggiseno che copriva una seconda abbondante, decisamente un gran seno per l’età. Già allora aveva un bel corpicino, c’è da dirlo, fra tette e culo. Arianna dice che sono di parte e vuole che lo scriva. Comunque, nonostante fosse una scena normale per me, in quel momento ero particolarmente eccitato e per la prima volta guardai il corpo di mia sorella con eccitazione e desiderio. Quel seno, quei fianchi, quel culo. Era come se li vedessi la prima volta. Poco dopo andai in bagno per finire quello che avevo interrotto: fu la mia prima sega che feci pensando a lei. Non sapevo che questo episodio sarebbe stato un momento cardine della nostra storia. Non solo perché in quel momento mi accorsi che mi piaceva mia sorella ma perché, poco dopo, “pagai” la mia disattenzione: non avevo chiuso il browser. Rientrando in camera nostra trovai Arianna che si destreggiava al computer, guardando il sito che stavo esplorando una decina di minuti prima. Mi stava aspettando e mi chiese che stessi facendo con quella roba. Ero in imbarazzo, soprattutto per i pensieri che avevo fatto poco prima in bagno… Le dissi la verità, in fondo ci fidavamo davvero tanto e per me fu abbastanza naturale dirlo: le spiegai che mi stavo masturbando guardando dei porno. Era la prima volta che parlavamo di sessualità da quando, quasi due anni prima, ci toccavamo insieme sui nostri letti.
Nonostante ora lo splendore di donna che ho qui di fianco a me sia un’enciclopedia vivente della pornografia, all’epoca non aveva mai visto un porno in vita sua e a dir la verità non è che avesse ben chiaro tutto della sessualità. La sua risposta non me la dimenticherò mai: “ma è gente che scopa, quindi?”
Rido ancora ora.

Comunque la cosa finì lì: non ci furono cose strane, chiuse il sito e iniziò a fare le sue cose. Tuttavia quel piccolo episodio riaccese una sorta di scintilla e qualche giorno dopo, guarda caso, iniziammo a parlare di porno e sessualità. Parlavamo di come ci masturbavamo, di come era diverso fra maschi e femmine, degli orgasmi, delle sensazioni. Iniziammo a guardare insieme dei porno per scoprire nuove cose, per ampliare le nostre frontiere. Stavamo sviluppando un rapporto di complicità molto forte e un giorno, non sappiamo più chi dei due lo fece, tirammo in ballo le cose che facevamo da piccoli. Ora sappiamo che entrambi, in quel momento, avremmo voluto proporlo di rifarlo… ma c’era ancora troppo imbarazzo su questo particolare tema e per il momento non se ne fece nulla. Ma durò poco. Qualche settimana dopo, infatti, in una calda giornata di luglio, le cose sarebbero cambiate,

CONTINUA

[Vi ringraziamo per tutti i commenti e le riflessioni che ci avete mandato! Siete stati quasi tutt* gentilissim* e i vostri complimenti ci hanno fatto davvero tanto piacere! Grazie >///< >///<

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ari.gweriadir97@libero.it

Un bacio a tutte e a tutti da parte di entrambi,
Alessandro e Arianna

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