Il fattorino . Capitolo 2

Scritto da , il 2020-01-08, genere gay

Rimasi vicino al gate, aspettando. Non potevo credere che fosse passato un mese da quando Marco, il ragazzo che avevo incontrato durante il mio viaggio a Roma, ed io eravamo stati insieme. Dopo la prima volta che avevamo fatto l’amore nelle rovine delle terme romane, ero tornato a visitarle il più spesso possibile. Facemmo l’amore all'aperto, nella campagna italiana col sole che rendeva la sua pelle liscia praticamente abbagliante. Potevo ancora vederlo mentre sbattevo il mio cazzo nel suo sedere stretto. Ora stava venendo a trovarmi e mi aveva scritto che avrebbe portato con sé suo cugino Nico.

Vidi il pulmino fermarsi davanti al gate. Guardai la folla di passeggeri che avevano cominciato a sbarcare. Non vidi alcuna traccia di Marco e cominciai a preoccuparmi quando la folla delle persone che erano scese dall’aereo cessò. Poi vidi un ragazzo che veniva verso di me. Era giovane, direi 18 o 19 anni con corti capelli neri, occhi marroni ed un corpo magro ma sportivo. Indossava una polo, jeans larghi moderni e sandali. Mi sorrise quando mi vide: “Tu devi essere Kyle.” Io accennai col capo. “Io sono Nico, il cugino di Marco.”
Strinsi la mano che mi porgeva. “Dov’è Marco?” Chiesi. Nico sbiancò: “Mi spiace di essere io a darti la notizia ma Marco è morto alcuni giorni fa.” Mi sentii come se il vento mi avesse portato via. Mi sedetti su una delle sedie: “Cosa?” Nico mi toccò un braccio. “Marco è stato ucciso alcuni giorni fa in un incidente stradale.” Io sentii le calde lacrime cominciare a scendere sulle mie guance.
“Come è accaduto?” Io chiesi. Nico sospirò: “Stava venendo a trovarmi quando un autocarro l’ha tamponato ed è stato colpito alla testa. È rimasto ucciso sul colpo.” Presi la testa fra le mani e piansi. La voce di Nico era rotta per l’emozione: “Ti porto a casa.” Andai con lui alla macchina e mi sedetti sul sedile del passeggero, non ero in condizione di guidare e lo fece lui seguendo le mie indicazioni. Ero intorpidito, non riuscivo a rendermi conto che era vero.
Non so come ma riuscii a mettere un piede dietro l'altro ed entrai in casa. Nico mi aiutò ad andare in camera da letto ed io mi sdraiai sul letto. “Può sembrare una cosa strana chiedertelo, potresti sdraiarti con me ed abbracciarmi?” Nico sorrise: “Naturalmente.” Lo sentii salire sul letto dietro di me e quando io sentii il suo forte braccio muscoloso intorno al mio torace, mi sciolsi ed il mio corpo cominciò a scuotersi per i singhiozzi.
Non so come ma riuscii a dormire. Quando mi svegliai era mattina. Il sole stava affacciandosi alla mia finestra. Sentii profumo di caffè fresco e di pancetta che friggeva. Mi alzai dal letto e scesi le scale, Nico stava vicino ai fornelli in t-shirt bianca, boxer di cotone e capelli arruffati. Quando mi vide sorrise: “’ngiorno.” Mi sedetti a tavola. “Buon giorno.” Dissi piatto. Nico mi mise di fronte una tazza di caffè caldo. “Ti ho preparato la colazione, spero non ti dispiaccia.” Io accennai col capo: “Grazie.”
Notai che Nico non aveva l’accento italiano. Quando gli chiesi come mai, lui sorrise: “Io sono nato qui in America. La mia mamma era italiana. Ci siamo trasferiti in Italia dopo la morte di mia nonna.” Io accennai col capo e lui mi mise davanti un piatto di uova e pancetta. “Io non posso mangiare.” Dissi. Lui aggrottò le ciglia: “Devi mangiare qualche cosa.”
Dopo la colazione sono tornato a sdraiarmi. Nico comparve sulla porta: “C’è posto per me?” Io accennai col capo, lui venne sul letto e cominciò a strofinarmi la schiena. Era meraviglioso.
Improvvisamente mi accorsi che stavo avendo un’erezione. Il tocco di Nico era elettrifico! ‘cosa mi succede?’ Pensai tra di me: “Il mio innamorato muore in un incidente stradale di macchina ed io sto sbavando per suo cugino!’ Mi alzai: “Nico, io non posso farlo.” Nico sembrò rattristarsi: “Io volevo solo farti sentire bene.” “Lo so e ti sono grato ma non sono pronto.” Lui accennò col capo.
Quella notte sognai Marco. Io stavo camminando tra le rovine delle terme romane dove lui ed io avevamo fatto l’amore. Tutto sembrava tuttavia diverso. Tutto era più brillante. Il sole, i piccoli fiori rossi che crescevano dappertutto. Tutto. Improvvisamente vidi Marco di fronte a me. Mi sembrò meraviglioso. Portava una elegante camicia bianca e pantaloni bianchi. “Marco!” Sussurrai. Lui sorrise: “Ciao Kyle.”
Non potevo credere ai miei occhi: “Cosa fai qui?” Chiesi. Macro si avvicinò: “Sono venuto a dirti che quello che senti per Nico è perfettamente ok.” Io scossi la testa: “No, è sbagliato. Io voglio te.” Marco sorrise: “Lo so ed io sarò con voi due sempre ma ora è il momento che tu e Nico siate insieme.” Io accennai col capo: “Quanto mi manchi!” Esclamai. Sentii le lacrime che correvano giù per le mie guance. “Lo so.” Disse Marco. Poi cominciò ad allontanarsi: “Devo andare.” Io allungai le braccia: “Marco aspetta! Non andare!” Lui cominciò ad affievolirsi finché non scomparve.
La mattina seguente mi svegliai e mi toccai una guancia. Era bagnata di lacrime. Mi alzai ed andai in cucina. Nico era seduto alla tavola a bere caffè. Guardai quel giovane eccitante seduto nella mia cucina e sentii il mio cuore accelerare. Nico alzò lo sguardo e sorrise: “Ehi! Vuoi un po' di caffè?” Io accennai col capo. Lui si alzò ed andò a prenderne. Io notai come era perfetto il suo culo in quei boxer. Quando ritornò e mise giù la tazza, presi la sua mano: “Vieni qui!” Lui si chinò e le nostre labbra si incontrarono. La sua lingua scivolò nella mia bocca e unì alla mia.
Raggiunsi le sue gambe e sentii il suo cazzo che si stava indurendo. Glielo massaggiai per alcuni minuti prima di alzarmi. “Andiamo in camera.” Nico sorrise: “È quello che avevo in mente.” Andammo in camera da letto baciandoci. Lo spinsi indietro fino a che il retro delle sue gambe non toccò l'orlo del letto. Lui si sedette ed io mi inginocchiai tra le sue gambe. “Sei sicuro di volerlo fare?” Lui accennò col capo: “Piuttosto sicuro.” Gli alzai la camicia sulla testa rivela un torace liscio, abbronzato e con addominali duri come pietra. Cominciai a baciargli il collo. Quando io arrivai ai suoi capezzoli li leccai e succhiai i due boccioli sensibili, lui si lamentò piano.
Agganciai due dita alla cintura elastica dei suoi boxer e li tirai giù lentamente. Il suo uccello di più di 20 centimetri scoccò fuori come una molla. Era lungo e grosso. Sopra di lui c’era un boschetto peli pubici ricci e neri ed al disotto un paio di carnose palle pendenti. Lo spinsi sulla sua schiena e presi in mano il suo cazzo pulsante. Era meraviglioso. Caldo, spesso e pulsante. Lo carezzai dolcemente e Nico si lamentò di piacere.
“Sì, menami il cazzo!” Mormorò. Guardai come le sue palle pesanti si dimenavano su e giù ad ogni colpo. Mi inumidii le labbra e leccai l'asta. Nico mi guardò con desiderio: “Merda, succhiami il cazzo!” Ordinò. Io cominciai a succhiare la cappella, leccai il liquido pre seminale che stava colando prima di prendere la lunghezza intera nella mia gola. Nico stava ansimando e lamentandosi.
“Cazzo, è meraviglioso!” Mossi la mia testa su e giù, con il cazzo scivoloso tra le mie labbra. Presto sentii Nico cominciare a respirare affannosamente: “Cazzo Kyle! Mi farai venire!” Gli tirai delicatamente le palle mentre gli succhiavo la cappella come una cannuccia. Improvvisamente sentii le sue palle contrarsi nella mia mano ed il suo cazzo cominciò a contorcersi nella mia bocca. “Sto.... venendo...” Esplose nella mia bocca prima che potesse finire la frase. “Uuuuuhhhhh!” Grugnì rumorosamente mentre lo sperma caldo e salato fluiva sulle mie papille gustative e giù nella mia gola.
Quando ebbi ingoiato tutto, mi alzai. Nico mi guardò e sorrise: “Cazzo, probabilmente il miglior pompino che mi abbiano mai fatto!” Mi inarcai leggermente: “Grazie.” Nico si alzò a sedere: “Togliti quei vestiti, voglio incularti!” Alzai rapidamente la mia camicia sopra la testa e la lanciai dietro di me. Anche i miei boxer volarono via. Mi sdraiai vicino a Nico e ci baciammo: “Quindi vuoi incularmi, uh?” Lui accennò col capo. Io indicai col capo verso il comodino vicino al letto: “Ci sono preservativi e lubrificante là.” Nico li trovò, guardò i condom e poi tornò a guardare me: “Possiamo farlo senza questi?” Io alzai le spalle: “Io sono pulito ed ho fiducia in te.” Nico lanciò il pacco dei preservativi dietro di sé: “Non abbiamo bisogno di alcun preservativo puzzolente!”
Spremetti del lubrificante sul palmo della mia mano e lo spalmai sopra il suo cazzo duro. “Fallo lentamente.” Dissi rotolando sullo stomaco. Lui si mise dietro di me ed io mi lamentai quando lo sentii strofinare il suo cazzo scivoloso tra le mie chiappe. “Vuoi che ti inculi?” Mi bisbigliò in un orecchio. “Per favore!” Implorai. Sentii il suo cazzo che scivolava tra le mie natiche e colpiva il mio buco. Il dolore intenso mi colpì quando l’uccello di Nico spinse nel mio buco.
“Caaazzoooo!” Grugnii. Lui si fermò: “Ti sto facendo male?” Io scossi la testa: “No, continua.” Lui cominciò a muovere le anche mentre spingeva il suo pene lungo e duro profondamente dentro di me. “Ooooh! Inculami!” Mi lamentai. Nico si mosse più velocemente. Stavamo ambedue sudando ed ansimando. “Oh cazzo!” Esclamò: “Ci sono quasi!” Cominciò a spingere nel mio sedere come un martello pneumatico. Sentii le sue palle colpire il mio sedere ad ogni spinta. Improvvisamente lui si tese ed io sentii il suo cazzo crescere dentro di me: “Cazzo… sto.... per..... sborrare!” Spinse un’ultima volta ed io sentii i miei intestini allagati dal suo succo di ragazzo. “Uhhhhhhhhhhh!” Si lamentò forte.
Dopo che ebbe ripreso fiato sentii che si toglieva lasciando una striscia di sperma sul mio sedere. “Dannazione!” Disse dimenandosi accanto a me. Io accennai col capo: “Ora tocca a me.” Mi misi a gambe divaricate sul suo torace e puntai il mio uccello verso la sua bocca. Lui l'afferrò e cominciò a succhiare. Venni in pochi minuti. Restammo sdraiati sul letto tenendoci abbracciati e baciandoci.
Alcuni giorni più tardi, Nico ed io andammo a Roma per rendere omaggio a Marco. Dopo di che andammo a cena in un ristorante romantico e poi ritornammo al nostro albergo per fare l’amore mentre le luci della città brillavano sotto di noi in strada.

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