Unica volta (parte 1)

Scritto da , il 2019-10-16, genere gay

Avevo appena compiuto 18 anni. In quel periodo uscivo con Cristina, una ragazza di 5 anni più grandi. Naturalmente, in pochi sapevano di noi 2, all'epoca una ragazza più grande non poteva uscire con uno più piccolo.
Quel sabato lei mi disse che sarebbe uscita con un'amica che non vedeva da tempo, così io ne approfittai per uscire con Andrea, un mio compagno di pallacanestro. Serata in pizzeria e poi mi sarei fermato a dormire da lui, dato che i suoi erano via. Serata tranquilla fino alla sorpresa: Cristina con uno in pizzeria, altro che amica! Vederli baciarsi fu un colpo! Uscimmo dalla pizzeria, ero arrabbiatissimo e andammo direttamente da Andrea. Non so quante birre bevemmo sul divano, parlando di Cristina ma anche della ragazza di Andrea, ragazza che se la teneva "stretta", nonostante fossero già 3 anni che stavano insieme e che quindi lui continuava ad arrangiarsi da solo. Delusi, arrabbiati e anche un po' bevuti, decidemmo che ora di andare a dormire. Stessa stanza, stesso letto a una piazza e mezza. Ancora qualche cazzata e fu il momento della buonanotte. Passò qualche minuto e i piedi di Andrea, toccarono i miei. Aveva i piedi gelati, io bollenti come sempre. Gli dissi che non era un problema scaldarglieli: peccato che quello che per me fu un semplice favore, venne invece travisato da Andrea. Ad un certo punto sento la sua gamba appoggiarsi sulla mia, con il ginocchio in mezzo alle mie gambe e il suo pacco che spingeva sulla mia gamba. Lo fermai praticamente subito. Lui si ritirò, scusandosi e giustificandosi perché pensava che avessi piacere anche io, dato che non mi ero fatto problemi a riscaldarlo. Io minimizzo il tutto, lui sembra accettare e capire. Ma dopo neanche 2 minuti, si alza e mi dice che non riesce a prendere sonno e che tornerà sul divano per guardarsi la tele. Io capii che si sentiva a disagio, cercai di fargli capire che per me non era un problema ma lui non volle sentire ragioni, anzi, si arrabbió ancora di più, dicendomi che ero un egoista, che mi aveva ascoltato tutta la sera con i racconti (anche delle nostre scopate) di me e Cristina. Rimasto solo, subito mi offesi ma poi pensai alla serata, a quello che avevo visto in pizzeria e all'amicizia tra me e lui. E, sorrisi al pensiero che riscaldargli i piedi... Non era stato così spiacevole. Fui percorso da un brivido di piacere, ma cercai di reprimerlo... Ma non ci riuscì! Mi alzai e andai da lui. Appena mi vide mi disse di sparire, che voleva stare tranquillo e che si sentiva in imbarazzo. Io gli dissi che non c'era motivo di vergognarsi e continuai a dirgli di venire in camera. Una parte di me voleva dirgli che ci avevo ripensato ma un'altra parte diceva di lasciar perdere. Però, più lo guardavo e più volevo che venisse in camera con me... Mi mandò nuovamente via. Fu in quel momento che feci una cosa inaspettata. Gli chiesi nuovamente di venire con me, al suo rifiuto mi tolsi la maglia, i pantaloni e i boxer, rimanendo completamente nudo. Gli rifeci l'invito. Lui mi guardò, abbassò lo sguardo e disse di no. Senza rivestirmi, andai in camera, imbarazzatissimo per la figura fatta. Entrato in camera, mi misi sul letto, indeciso se vestirmi per ritornare a casa oppure per rimanere a dormire. Sentii il clic della TV che si spegneva e qualche istante dopo, vidi Andrea sulla porta. Mi alzai, ero ancora nudo. Si avvicinò, non disse nulla, gli sfilai la maglia, lui si abbassó i pantaloni. Gli sfilai i boxer. I nostri cazzi erano duri. Allungai la mano e cominciai ad accarezzarglielo. Cominció a farlo anche lui...... (segue...)

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