Troia insaziabile

di
genere
trans

Amo tantissimo le minigonne, mi piace indossarle con i tacchi alti, con sotto un perizomino, col filo interdentale fra le chiappe, potrei anche non metterlo ma mi eccita tantissimo, del resto non è di alcun impedimento, il culo è praticamente scoperto e fanno comunque presto a prendermi, lo scostano e si dedicano al mio buco umido, che possono usare come vogliono, mentre il mio pistolino gocciola di piacere.
Lo nascondo fra le cosce ma anche quando è libero si nota poco e non da fastidio, è piccolo. Le calze autoreggenti a coprire le gambe, dalla parte di sopra un piccolo top o una camicetta corta con un reggisenino di pizzo nero sotto.
Ho un bel fisichino, affatto maschile, mi faccio inchiappettare fin da quando ho memoria, ho iniziato a travestirmi un po’ più grandicello, quando mi sono reso conto della preponderanza del mio carattere femminile su quello blandamente maschile.
Mi ci vuole poco a trasformarmi, mi depilo gli scarsi peli, che vanno sparendo grazie all’uso del laser e di alcune pasticchine che mi procura il medico di famiglia, che mi scopa fin da quando mi ha conosciuto, cremine di marca, una buona dose di trucco oltre agli abiti succinti, da troia che mi fanno impazzire ed ecco la puttanella di tutti.
Ho un lavoro a tempo determinato, in giacca e cravatta, ma mi è sempre più difficoltoso nascondere le tettine incipienti (che crescono sempre più grazie alle pilloline) e la pelle liscia, alcuni colleghi mi hanno sgamato allora accontento anche loro.
Faccio sesso a più non posso, con tutti quelli che mi vogliono.
Quando mi scopano in minigonna non me la tolgo mai, la arrotolo su, questa cosa lì manda in visibilio.
Il mio più grande piacere è venire penetrato, anzi, penetrata, ma quando non è possibile mi accontento di tirare dei pompini, li posso fare anche quando sono vestito da maschio, anche sul lavoro, nascosto dietro una porta, od un angolo, sotto un tavolo o una scrivania, in auto o dentro a un cesso (in questi ultimi posti mi faccio anche scopare).
Non c’è problema, ingoio tutto e ripulisco tutto, beh… questo lo faccio anche quando i presenti me lo mettono nel culo, un cazzo non va mai via smerdato.
Vado in tutti i luoghi dove penso di essere scopata, i locali particolari col privè, i parchi, i cessi pubblici, i parcheggi, dove capita, fra questi anche una pineta sulla provinciale, un boschetto dove depravati di tutte le età si appostano, per spiare le coppiette e per incontrare altri porci come loro. Sto lì, in minigonna, autoreggenti e reggiseno, mi offro ed a loro non pare vero poter giocare a piacimento con la bocca ed il culo di una fighetta giovane come me dalla pelle liscia e dalle labbra carnose, che veste mutandine invisibili e si sottopone a tutto quello viene loro in mente. Capita che alcuni di questi mi portano in albergo, oppure a casa loro, lì mi lascio proprio andare, li accontento in tutto, sborra, orina, merda, tutto quello che vogliono.
Mi ritrovo al centro di orge indescrivibili, doppie, triple penetrazioni, oggetti stranissimi che mi entrano dentro. Il mio culo è veramente spanato ed accogliente.
Poi, da quando ho avuto l’età ed ho preso la patente i miei orizzonti si sono allargati, adesso ci sono le stradine secondarie fuori città, i boschetti appartati, i siti di carsex e gli stalloni trovati su internet, ma, soprattutto, le stazioni di servizio, anche quelle sull’autostrada.
Adoro i cessi dei distributori, quelli più puzzolenti e zozzi, inginocchiarmi per terra e succhiare gli sconosciuti ancora grondanti di piscio, appoggiare la testa alla tazza del water per farmi inculare mentre vengo ricoperta di insulti.
In molti di questi luoghi fanno sosta i camionisti, fermi ad aspettare il momento di ripartire. Ormai mi conoscono e mi aspettano.
Mi scopano rudemente, pretendono lunghi pompini.
Fra questi c’è Viktor, è dell’est, non ho ancora capito di dove, mi arrapa tantissimo, un omaccio peloso e scurrile. Mi chiama cagna, una delle poche parole in italiano che conosce, passa tutte le settimane e si ferma ad un autogrill vicino a Bologna. Io ci arrivo da fuori, non dall’autostrada, entro nel piazzale da un cancello, ancheggiando sui tacchi.
Vado lì di notte, busso alla portiera del suo camion e lui: “Cagna, entrare!”.
Salgo su, mi incula e mi sborra in gola, ne fa due o tre, gli lecco il buco del culo mentre scorreggia, mi sculaccia a sangue, poi scendo, mi fa appoggiare ad un angolo del suo mezzo, dal lato buio, chinata e con le mutande tirate giù, chiama quante persone più possibile, tutti i colleghi suoi lì attorno, li succhio e mi spaccano il culo tutti quanti, si mettono in fila, via uno sotto un altro, quelli che hanno voglia lo rifanno di nuovo. Mi scattano le foto e e girano i filmini col cellulare, se li scambiano e li postano, le mie minigonne sono sempre più famose nel loro giro, i post più estremi vanno a ruba, adesso ce ne sono alcuni che si sono informati e vengono lì apposta, mi accordo con Viktor per sapere qual’è la notte giusta.
Anche fra questi ci sono quelli che pisciano, me la fanno in bocca o anche direttamente nell’intestino, sono il loro cesso.
Adesso ci sono dei tipi che mi pagano, mi metto completamente a loro disposizione, mi usano per tutto quello che gli va, sborratoio, orinatoio e via così.
Grazie a loro ho capito che cambierò lavoro, proseguirò il mio percorso da trav a trans, voglio portare sempre la minigonna, fare la puttana col culo di fuori e prendere tanti tanti cazzi, fare contenti gli uomini, servirli, mantenermi così, penso che ci riuscirò.
Sono bellissima e troia.
di
scritto il
2019-09-02
9 . 3 K visite
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.