La nuova vita

Scritto da , il 2019-07-30, genere dominazione

che non veniva era l’occasione per farle una visita completa, Maria Grazia non si oppose, lei era così, non discuteva mai con chi in qualche modo rappresentava una funzione autorevole.
Si spogliò dietro un paravento, e poi andò a stendersi sul lettino, Mauro cominciò a palparle le tette, e le chiese se lei provvedeva alla palpazione come le aveva sempre consigliato, lei rispose affermativamente, dopo averle palpate per bene, e forse anche un po’ più insistentemente del solito, stuzzicandole anche i capezzoli, cosa alla quale lei non si ribellò, e li sentì indurirsi ma chiuse gli occhi e cercò di pensare ad altro, perché questa volta le palpazioni la stavano eccitando, forse era per la presenza del marito, era la prima volta che entrava con lei e assisteva ad una visita.
Passò a controllarle la vagina, prese anche un divaricatore, lo lubrificò, e l’aprì, la controllò molto attentamente, appena ebbe estratto il divaricatore, le fece dei complimenti perché le disse che era perfetta, le toccò le piccole labbra, le tocco il clitoride, facendolo uscire dalla sua guaina, e Maria Grazia si stava turbando di quei toccamenti, il dottore era la prima volta che la toccava in quel modo non faceva una semplice visita, sostava e indugiava con le dita sulle parti più sensibili, poi le disse che non riscontrava nessuna infiammazione particolare, disse che forse avendo avuto un recente rapporto sessuale era forse un po’ irritata, se voleva le dava una pomata. Fu allora che intervenne Franco dicendo che aveva i bruciori all’ano, con grande imbarazzo per Maria Grazia, allora Mauro chiese se avevano avuto un rapporto anale, Maria Grazia era diventata rossa, ma visto che si era rivolto a lei, assentì, il marito intervenne per specificare che non era stato portato a compimento perché subito lei si era bloccata per il dolore, e le faceva molto male quel tipo di rapporto.
Il dottore iniziò a chiedere particolari, con grande vergogna di Maria Grazia, e le chiese se lei si era rilassata, se avevano usato del lubrificante, e nel frattempo le aveva infilato un dito nell’ano, con un po’ di lubrificante, e disse “è un po’ arrossato, nulla di grave”, nel frattempo disse che le avrebbe applicato la pomata, poi gliene dava un tubetto, doveva fare due applicazioni al giorno per sette giorni, e nell’applicare la pomata continuava dolcemente ad accarezzare l’interno dell’ano il che stava facendo uno strano effetto a Maria Grazia.
Disse che la cosa migliore era che Franco venisse ad osservare da vicino, siccome quella pomata non fa effetto immediato essendo composta con prodotti naturali, e se non c’erano infezioni lui preferiva non usare farmaci chimici, sarebbe stato necessario provvedere ad un’applicazione accurata, che Maria Grazia non poteva fare da sola, doveva incaricarsene il marito, e facendole un massaggio esterno ed interno all’ano, con delicatezza e a lungo in modo che la pomata penetrasse bene. Tutti i giorni una volta alla mattina e una alla sera, per sette giorni.
Poi chiese loro se avevano problemi sessuali di coppia, perché siccome riteneva che Maria Grazia avesse un fisico splendido e i suoi muscoli anche anali gli sembravano ricettivi durante quel massaggio trovava strano che avessero problemi a quel tipo di rapporto, forse che Maria Grazia si irrigidiva e questo era dovuto ad un fattore mentale, se nel caso lo desideravano per vincere le inibizioni, e sviluppare meglio il loro rapporto dal momento che certe inibizioni nella coppia o blocchi potrebbero essere all’origine anche del fatto che non riuscivano ad avere figli, un consulto con una psicologa sarebbe stato forse utile.
Gli avrebbe fatto avere un appuntamento per una prima seduta, se lo desideravano s’intende. Franco disse che se la cosa poteva essere utile, lui era disposto a tentare, desiderava avere un figlio, ed in verità pensava anche di adottarne uno eventualmente, se loro non potevano averne, era pur sempre una possibile soluzione.
Mauro diede loro l’indirizzo della sua amica psicologa, era una brillante terapeuta, e sicuramente sarebbe riuscita ad aiutarli, inoltre era anche un medico, perché aveva preso la laurea in medicina prima di optare per la psicologia, e si era formata anche con un corso negli USA, per ben cinque anni aveva lavorato negli Stati Uniti, e lì è quasi normale andare da un terapeuta per ogni cosa, da noi ancora si considera questo come una vergogna.
“Vi comunicherò quando vi potrà ricevere” disse loro nel congedarli, “e non abbiate paura ad avere rapporti intimi, state benissimo”.
Durante quella settimana, Franco applicava la pomata all’ano della moglie, e spesso fecero l’amore dopo che la lunga applicazione lasciava in uno stato d’eccitazione entrambi, la prima mattina, lui si mise accanto a lei che era rimasta distesa sul letto con le cosce aperte bocconi, e le applicò la pomata lentamente come se la masturbasse, ma nel buchetto, alla fine avevano dovuto fare l’amore perché erano fortemente turbati, per questo per la prima volta Maria Grazia giunse al lavoro in ritardo.
Alla sera cambiarono tecnica, Franco si sedeva o su una poltrona se non erano in camera da letto, faceva mettere Maria Grazia di traverso alle sue ginocchia, e lentamente le applicava la pomata prima esternamente e poi internamente, quella posizione era molto eccitante per entrambi, perché così i loro corpi erano a contatto in un modo inusuale, e il calore che Maria Grazia trasmetteva a Franco lo faceva eccitare ancora di più, e lei sentiva l’erezione di lui contro il suo ventre, accendendole i sensi, poi quella posizione faceva pensare anche ad altre possibilità e Franco la accarezzò molto a lungo per almeno una mezz’ora con pazienza poi le passò una mano sulle labbra della vagina e la sentì molto bagnata, e allora la masturbò tenendola in quella posizione, Maria Grazia godette, in pochi minuti, stando distesa a pancia in giù sulle ginocchia del marito, lui nel frattempo le diceva quanto era bello in suo globo, le diceva che era il più bel fondoschiena del mondo, da concorso mondiale, e che desiderava tanto baciarlo morderlo, quasi mangiarlo, e le diede un forte sculaccione, nel momento un cui lei stava godendo, con la mano libera, il che accentuò l’orgasmo di Maria Grazia, era stata una cosa scioccante e lei urlò il suo godimento.
Quella sera fecero all’amore molto a lungo, con calma nel letto matrimoniale, e si erano perfino dimenticati di mangiare, però Maria Grazia malgrado le sensazioni contrastanti appena ripreso il controllo delle sue emozioni, si lasciò amare ma solo in modo tradizionale con il marito sopra e lei sotto.
Per tutta la settimana fecero l’amore tutti i giorni, dopo le sedute del massaggio, al venerdì ricevettero da Mauro la conferma che la psicologa li avrebbe ricevuti il sabato pomeriggio ossia l’indomani in modo da stabilire con loro una serie di incontri, ci dovevano andare assieme per la prima volta e poi separatamente per un periodo, gli aveva anticipato Mauro.
Alle 14.45 erano già nell’anticamera della dottoressa Caterina B., una segretaria li aveva fatti accomodare la quale sembrava una ragazza piuttosto giovane malgrado il pesante trucco che portava, era molto esagerata, forse sarebbe stata molto più attraente con meno trucco.
Alle 15,00 furono ricevuti dalla dottoressa, una donna sui quaranta anni, forse qualcuno in più, vestita molto sobriamente, con pochissimo trucco, era molto affabile e li mise subito a loro agio, si accomodarono, e lei disse loro che aveva già parlato con il dottor Mauro G. e che sarebbe stata felice di essere d’aiuto per risolvere i loro problemi, se ce n’erano, lei nei trattamenti di coppia, in genere usa una tecnica durante il primo incontro con entrambi solo per conoscersi poi fa una serie di visite singolarmente fino a stabilire quale debba essere la terapia e se deve proseguire con uno solo o con entrambi, a seconda di chi ha il problema maggiore, attuando un programma personalizzato, nelle sue sedute soprattutto per i problemi a carattere sessuale, lei chiede ai pazienti di spogliarsi completamente, l’ambiente viene riscaldato adeguatamente d’inverno e d’estate usa anche l’aria condizionata, le luci soffuse danno un certo senso di protezione, e l’aver spogliato il corpo aiuta poi a spogliarsi anche con quello che tratteniamo dentro di noi.
Ovviamente se loro non sono d’accordo con la terapia che lei propone, non hanno nessun obbligo e questo sarà un incontro che si chiuderà così senza alcun addebito.
Nel caso invece dovesse avere un seguito addebiterà loro anche questo primo incontro, nella parcella, poi chiese se avevano qualcosa in contrario sull’uso dell’ipnosi, se lei eventualmente decidesse che fosse necessaria alla terapia.
Trovato l’assenso di entrambi fece loro firmare un documento nel quale erano a conoscenza delle tecniche che lei avrebbe usato e che erano perfettamente d’accordo.
Diede quindi loro appuntamento per la settimana successiva, Maria Grazia il martedì e Franco il mercoledì.
Tornati a casa parlarono tra di loro ed entusiasti che questa terapeuta che li aveva conquistati con la sua sicurezza, avrebbe potuto risolvere i loro problemi e così capire meglio loro stessi, e speravano che questo avrebbe loro permesso di avere un bambino al più presto.

Il martedì Maria Grazia arrivò puntualissima, fu fatta accomodare dalla segretaria, che le disse che doveva spogliarsi e consegnare gli abiti, imbarazzatissima, Maria-Grazia consegnò i vestiti alla segretaria che li ripose dentro un armadio, lasciandola lì nuda e la ragazza con modi tranquilli invece la fece distendere su un divano dove aveva messo un lenzuolo di carta di quelli usati negli studi medici per coprire i lettini.
Maria-Grazia era distesa e provava molta vergogna ad essere lì nuda davanti a quella ragazza così giovane, ma non fece obiezioni, ovviamente stava eseguendo gli ordini della dottoressa.
Appena la ragazza uscì, le luci vennero abbassate, tranne una luce che illuminava una poltrona a fianco del lettino, dove lei era stesa, Maria-Grazia era molto turbata, e sentiva che il cuore le batteva, i capezzoli erano turgidi, e si sentiva anche un po’ umida in mezzo alle gambe come se stesse attendendo qualcuno per un incontro d’amore.
Silenziosa entrò la dottoressa Caterina, che andò ad accomodarsi nella poltrona, Maria-Grazia si accorse di lei, era tanto in ansiosa attesa che malgrado fosse stata silenziosa, i suoi sensi la allertarono della nuova presenza.
Caterina la salutò cordialmente, e le parlò con un tono dolce e attento ad ogni sua sensazione, le disse che non sarebbe stata una seduta molto particolare e che per la prima volta avrebbe dovuto parlare dei suoi rapporti con il marito se se la sentiva, o se aveva vergogna della sua infanzia o di un argomento a sua scelta, perché la sentiva tesa e voleva che si rilassasse.
Maria-Grazia cercò di pensare a cosa dire, e iniziò a parlare del suo matrimonio, di come aveva conosciuto suo marito, e di come viveva felice e innamorata, perché lei era contenta anche se non avevano figli il loro era un matrimonio d’amore, lei non aveva mai più guardato un altro uomo dopo che si era fidanzata con Franco perché non voleva nessuno altro.
Caterina volle sapere se era vergine quando aveva conosciuto suo marito, e Maria-Grazia dopo un momento di silenzio, disse che aveva avuto un ragazzo al liceo, con il quale aveva avuto una storia e che l’aveva sverginata.
Poi parlò di come stava bene quando era bambina, voleva molto bene ai suoi, ma che adesso dopo il suo matrimonio aveva meno possibilità di vederli, loro erano andati in pensione a si erano comperati una casa nella loro regione d’origine, e li andava a trovare solo una volta all’anno, e gli mancavano molto.
Quella prima seduta era stata banale, e prima di farla vestire la fece alzare e guardandola negli occhi Caterina le disse che avrebbe voluto già dalla prossima seduta sottoporla ad ipnosi, perché percepiva un blocco in lei, Maria-Grazia acconsentì dicendo che lei era la dottoressa e di certo sapeva cosa era meglio fare, la fece rivestire in presenza della segretaria e la congedò.
Con Franco fu più facile, al di là dell’imbarazzo iniziale nel denudarsi davanti alla segretaria la seduta fu più semplice e scorrevole, lui disse tutte le sue fantasie che desiderava provare con la moglie, e che l’amava molto, però lei era così poco propensa ad aprirsi con lui, disse alla dottoressa che a lui piaceva molto vedere sua moglie nuda, o semi nuda, gli sarebbe piaciuto già da tempo fotografarla, o addirittura esibirla magari in quei locali per coppie, dove potrebbe fare lo spogliarello, sapeva che c’erano dei “privé”, in cui questo era possibile, ma lei era così pudica, che averla filmata apertamente dopo sette anni di matrimonio era un miracolo, disse anche che era ossessionato dal culo della moglie, aveva sempre desiderato prenderla da dietro, sodomizzarla era stata una sua fissazione ma ancora non ci era riuscito, e siccome non voleva perderla, per questo aveva rinunciato, l’ultima volta, eppure ha il più bel culo del mondo, non era mai riuscito a farle mettere il tanga nemmeno al mare e lui le aveva comperato uno di quei costumi da bagno in stile californiano, che era intero, ma la parte posteriore restava perfettamente scoperta con una fettuccia che si inseriva tra i due globi, e molto scosciato, fino sulle anche, mentre la parte che sale core sì i seni davanti ma fa fatica a coprire dei globi come quelli della moglie sui lati, una costume stupendo, ma dopo averlo provato e le stava d’incanto, Maria-Grazia fu categorica, non l’avrebbe nemmeno messo in valigia.
Insomma Franco era molto desideroso di sperimentare le sue fantasie, ma non aveva ascendente sulla moglie, la quale era bloccata sulle questioni sessuali a causa forse di un’educazione troppo rigida, i genitori sono cattolici praticanti e questa era la sua opinione disse Franco.
Caterina informò Franco che con lui non c’erano sedute particolari da fare altre due o tre per entrare nei dettagli delle sue fantasie e se lo desiderava anche con l’ipnosi solo per accelerare i tempi e concentrarsi in modo particolare su Maria-Grazia che secondo lei è il vero problema dei loro rapporti intimi, per sbloccarla lei ha già detto a Maria-Grazia che sarà necessario l’ipnosi e anche lei ha accettato, però avrebbe una richiesta da fare ulteriore, se lui era d’accordo, avrebbe voluto registrare in video le sedute con sua moglie, e se poteva fare firmare l’autorizzazione alla moglie, già io registro le sedute ma nel caso di sua moglie vorrei anche fare un video di tutte le nostre sedute e ve ne darò copia appena ultimata la terapia se lo desiderate.
Franco era entusiasta, quasi vorrebbe essere lui a preparare le apparecchiature, ma Caterina sorridente gli disse che disponeva del necessario, e gli ricordò di fare firmare la delibera alla moglie e che la porti alla prossima seduta lei stessa, dal momento che viene prima di lui.
Franco promise che avrebbe provveduto, rientrato a casa quella sera, parlò con sua moglie, e le spiegò che Caterina gli aveva richiesto di farle firmare la delibera per procedere con l’ipnosi, infatti ritiene che sia l’unica soluzione per vedere di liberarti totalmente, ovviamente doveva essere d’accordo, perché senza consenso, non avrebbe fatto mai nulla, Maria-Grazia acconsentì, in fondo anche lei voleva essere partecipe e desiderava che suo marito fosse felice e se questo poteva aiutarli lo avrebbe fatto.
III.
Maria-Grazia si presentò puntuale alla seduta presso lo studio di Caterina, venne accolta come sempre dalla sua assistente, con la quale questa volta volle fare conoscenza in fondo doveva spogliarsi davanti a lei e quindi cercò il suo più bel tono e le chiese se poteva chiamarla per nome se glielo voleva dire, la ragazza le disse di chiamarsi Daniela, poi la fece accomodare per prepararsi in attesa della dottoressa, Maria-Grazia si denudò e consegnò i vestiti a Daniela che li ripose nell’armadio, poi si distese sul divano, e cercò di rilassarsi.
Appena si furono abbassate le luci, Daniela uscì ed entrò Caterina, la quale la salutò cordialmente, e le disse che questa volta avrebbe dovuto farle una iniezione di una sostanza rilassante, ma che lei comunque per tutto il tempo avrebbe dovuto fissare un piccolo pannello, che era sopra della sua testa, Maria-Grazia vide, che Caterina aveva spostato, da un lato del lettino un pannello collegato ad un tubo flessibile, lo posizionò in modo che per lei fosse davanti ai suoi occhi, poi lo accese, aveva una specie di spirale che girava lentamente, Caterina le fece un’iniezione sul braccio, e poi cominciò a parlarle dicendole di rilassarsi, di pensare a un colore piacevole una distesa, appena rilassata doveva aprire gli occhi e guardare l’immagine del logo davanti a lei e lasciarsi andare abbandonarsi con fiducia.
Dopo un po’ Maria-Grazia si sentì rilassata, aveva svuotato tutto il suo cervello, aprì gli occhi e si concentrò a guardare questo schermo che le proiettava questa spirale che girava, girava, girava, e Caterina con voce monotona la invitava ad abbandonarsi, “hai sonno sei tanto stanca e felice vuoi riposarti su questo letto soffice nel quale sprofondi come fosse una nuvola…”
Maria-Grazia era oramai in uno stato di totale rilassamento, e allora Caterina iniziò a chiederle di rispondere alle sue domande.
Le chiese: “Mary? Posso chiamarti Mary?” “sì” rispose Maria-Grazia, “se vuoi, anche Marco mi chiamava Mary”. “Chi è Marco?”, “era il mio ragazzo al liceo”, “bene, allora dimmi, sei al liceo adesso come hai conosciuto Marco?” e Maria-Grazia iniziò il suo racconto:
“appena entrata al Liceo a quattordici anni ed ero già sviluppata bene, tutti gli uomini anche adulti mi guardano, e capisco bene il perché, anche molte mie amiche sono invidiose di me per le mie forme, e vedo che i professori, almeno alcuni mi sbirciano quando credono di non essere visti, ma l’unico che m’interessa è Marco, lui è più grande di me, sta già al quarto anno, e gioca a pallone, gli danno anche dei soldi perché è bravo, tutte le ragazze gli stanno dietro, e piace anche a me, così quando mi ferma un giorno mentre sto andando a prendere l’autobus e mi dice se voglio andare con lui in auto che mi accompagna a casa, sento il cuore che mi batte forte, salgo sull’auto, mi dice che mi conosce, sa che mi chiamo Maria-Grazia e quando si presenta, gli dico che anch’io so chi è lui, allora dice non perdiamo tempo, tu si una stupenda ragazza forse la più bella che sia mai stata in questa scuola, allora pensavo che potremmo vederci perché mi piaci, a quel punto sono imbarazzata, perché non so bene cosa fare non sono mai uscita con un ragazzo ed il primo che mi capita è proprio il più fico della scuola, cosa fare, non lo so perché a parte le prove fatte a baciarsi con qualche amica, non so cosa farò, anche se con le amiche abbiamo visto già dei giornali spinti, che una di loro aveva preso in prestito dal fratello, in pratica non ero preparata, gli dico che non posso uscire alla sera, e lui mi dice che va bene anche al pomeriggio, perché non ci vediamo dopo la scuola, tu dici che vai da un’amica, e poi ci troviamo da qualche parte, e io accetto subito, mi dà appuntamento per la domenica pomeriggio, invece di andare in discoteca con le amiche mi ritrovo con Marco in centro. Quella domenica pomeriggio, persi la mia verginità, ero così presa da Marco che gli avrei dato tutto e fatto di tutto, il desiderio di sentirmi donna era enorme, così, appena lui mi baciò io corrisposi al suo bacio, mi davo totalmente era la prima volta che baciavo un ragazzo e mi lasciai fare la sua lingua frugava dentro alla mia bocca, mischiando la sua saliva, poi partimmo e andammo in un posto fuori mano, lui aveva un piccolo appartamento di due stanze dove mi portò, lì mi diede da bere, poi ci sedemmo sul divano, e iniziò a baciarmi e contemporaneamente a spogliarmi, io non feci nessuna resistenza volevo essere sua in modo totale, ed ero terribilmente eccitata, quando se ne accorse, toccandomi tra le cosce che io aprii spontaneamente e sentì quanto ero bagnata, si fermò un attimo e mi disse che ero la sua porcellina, e io gli risposi che ero tutta sua, che volevo essere sua, poteva farmi tutto quello che voleva, mi spogliò completamente, lui era ancora vestito, ed io ero solo una bambola passiva nelle sue mani, ma lui voleva che fossi attiva, appena fui nuda mi ordinò, di aprirgli i pantaloni, e di estrarre il suo cazzo, io avevo già sentito la parola, ne fui turbata nel sentirla pronunciare in quel contesto, mentre lui mi accarezzava aprii la patta dei suoi jeans, vedevo il gonfiore del suo cazzo, scostai le mutande e lo feci apparire, era proprio una cosa grossa, ebbi un po’ di timore, ma non volevo apparirgli sciocca, allora lo baciai sulla punta, questo gli fece venire voglia di altro, e disse di prenderlo in bocca, che ero la sua piccola porcellina che gli avrebbe fatto un bel pompino, allora come avevo visto nelle foto, lo imboccai, mi riempiva la bocca, e lui mi mise una mano sulla testa, mentre con l’altra mi stuzzicava un capezzolo, e mi disse vai su e giù piccola, vedrai, mi darai piacere e piacerà anche a te.
Iniziai a pompare, lentamente, e cominciai ad eccitarmi, mi sentivo una vera donna che stava facendo godere il proprio uomo come si deve fare, mi eccitai con quel cazzo in bocca, e cominciai a masturbarmi mentre succhiavo quella enorme salsiccia che mi deformava la bocca.
Dopo un po’ avevo le mascelle che mi facevano male, non ce la facevo più, allora Marco mi fece alzare e mi stese sul letto, dove mi portò tenendomi in braccio come una sposa alla sua prima notte di nozze, mi fece allargare le gambe e si stese sopra di me, puntò il suo cazzo contro l’ingresso della mia vagina vergine, e mi chiese se lo desideravo, gli dissi che lo volevo, che volevo essere la sua donna, che mi sverginasse che lo desideravo tanto, lui pretese che gli dicessi che lo volevo tutto il suo cazzo, e io ripetei voglio tutto il tuo cazzo”.
Mentre era in stato d’ipnosi e raccontava tutto questo Maria-Grazia era eccitata e le sue mani avevano raggiunto la sua fica e si stava masturbando.
“mi penetrò, sentii un dolore, ma ero così eccitata e lubrificata che non fece fatica a penetrarmi, si fermò appena fu tutto dentro, poi dopo alcuni secondi cominciò a muoversi, e a baciarmi contemporaneamente, e dopo un po’ ebbi il mio primo orgasmo, godetti con una tale intensità da inondare il lenzuolo, e inoltre non riuscii a trattenere un lungo lamento che mi usciva dalla gola, Marco non era venuto e continuò a pomparmi e questo mi fece godere più volte, alla fine uscì e mi spruzzò sul ventre tutto il suo liquido, mi spalmò il suo seme sul ventre risalendo verso i seni, mi accarezzò, e mi diceva che ero la sua porcellina, che era la prima volta che vedeva una ragazza godere in questo modo appena sverginata, diceva che ero una bomba sessuale, sei favolosa”.
In quel momento Maria-Grazia godette, e lo fece molto rumorosamente urlando esplicitamente il suo piacere in modo spontaneo senza alcuna inibizione.
Caterina, attese che Maria-Grazia si calmasse e si rilassasse, al termine dell’orgasmo, poi si sedette accanto a lei sul bordo del divano le prese le mani e la svegliò. La chiamava “Meri, Meri, adesso svegliati te lo ordino” Maria-Grazia aprì gli occhi, e si sentiva spossata, inoltre si accorse di essere umida e sentiva l’odore del suo sesso che si elevava sul suo corpo, si sentì colma di vergogna e disse: “Oh mio Dio, cosa ho fatto? Che vergogna” Caterina intervenne abbracciandola amorevolmente e teneramente, e le disse di stare tranquilla, faceva tutto parte della terapia, le disse che aveva ricordato un episodio erotico e nel ricordo rivivendolo si era eccitata e quindi masturbata e che tutto questo era perfettamente normale, nulla di cui preoccuparsi, le disse che era stata una ottima seduta molto costruttiva e che presto lei avrebbe potuto vincere tutte le sue paure e quindi vivere pienamente e con soddisfazione, è stato molto bello anche per me al di là della mia funzione vederti godere così spontaneamente, tu non eri qui con la tua mente eri in un altro luogo e perciò nulla di ciò che fai in quei momenti è vergognoso, anzi è tutto molto naturale.
Poi con estrema dolcezza coccolandola, la portò in una stanza attigua, le fece fare una doccia ristoratrice, prima di concludere la seduta.
La dolcezza che usava Caterina metteva a suo agio Maria-Grazia, che quando le disse che era opportuno approfittare dei buoni risultati accelerando le sedute a tre alla settimana e che l’attendeva per l’indomani pomeriggio, Maria Grazia accettò subito.
Alle tre meno un quarto del giorno successivo entrò nello studio di Caterina e attese in compagnia della sua assistente Daniela, anche Daniela era molto disponibile e quindi cominciava ad essere meno turbata, alle tre puntualmente la fece entrare nello studio e denudare, ma questa volta Maria- Grazia era molto più tranquilla, si sentiva già a suo agio, quando fu nuda, e Daniela ripose i suoi abiti, non se ne uscì e non la fece accomodare, non le disse nulla, lei allora pensò di stendersi sul divano, e così fece, ma Daniela non uscì, rimase nello studio, anzi si sedette sul divano accanto a lei e le fece un mare di complimenti sul suo corpo, queste attenzioni fecero arrossire Maria-Grazia, ma anche le facevano piacere, in fondo che gli uomini l’ammirassero era una cosa scontata, ma i complimenti di una donna anch’essa bella facevano molto piacere, e quindi Maria-Grazia ricambiò i complimenti alla giovane Daniela, la quale le fece notare che avrebbe desiderato avere delle tette come le sue, mentre lei aveva delle piccole mele. Maria Grazia le disse che non erano poi così piccole anzi, erano sicuramente deliziose e che si notavano bene anche sotto la sua blusa, Daniela si sbottonò e le disse:”Veramente trovi che siano belle anche le mie?”, “certo che sono belle, anzi sono molto meno ingombranti e così appetitose”.
Daniela si massaggiò i capezzoli fra le sue dita, facendoli diventare turgidi, poi chiese a Maria-Grazia se poteva toccare i suoi, e Maria-Grazia acconsentì, allora la ragazza iniziò a toccarli a piene mani prima impastandoli,poi quando passò ai capezzoli già bene eretti li succhiò, e Maria-Grazia gemette sotto quella carezza, che era così piacevole, che dimenticò anche dove era, nel frattempo entrò Caterina che trovò uno spettacolo improvvisato, sorrise e si sedette silenziosa, poi dopo alcuni minuti, disse: “Meri concentrati sullo schermo” e abbassò le luci, Maria-Grazia non fu turbata dalla situazione oramai era in uno stato di eccitazione che non capiva come e dove tutto era così strano e lei si sentiva leggera, lo schermo iniziò a girare, e sentì la voce di Caterina dirle che non le avrebbe fatto l’iniezione, il suo stato era già abbastanza rilassato visto che aveva appena goduto sotto le carezze di Daniela, e poi continuava a parlarle come se però la voce giungesse da lontano.
Alla fine le sembrò di essere in uno stato di sogno, e la voce di Caterina le disse di ricordare cosa accadde dopo la sua prima avventura in cui fu sverginata da Marco, e il racconto di Meri riprese da quella domenica pomeriggio.

Ero così felice, mi sentivo come se avessi tutto dalla vita, ero convinta che quello sarebbe stato il mio grande amore, e che ci saremmo sposati, già fantasticavo, come se quella fosse la nostra casa, e io gli preparavo la colazione come feci quel pomeriggio, dopo aver fatto l’amore facemmo una colazione con caffè e latte, fette biscottate e marmellata, non c’era altro in casa, e passai il pomeriggio più meraviglioso che potessi immaginare.
Marco era così bello e avrei ricominciato a fare l’amore se non avessi dovuto essere a casa per le sette di sera.
Ci facemmo la doccia assieme fu bellissimo con lui che mi accarezzava e lavava contemporaneamente.
Poi mi riaccompagnò fino ad una via adiacente alla piazza della fermata degli autobus, vicino a casa mia.
Ci ripromettemmo che ci saremmo rivisti in settimana, e tornai a casa felice, perché ero una donna ormai.
Il martedì pomeriggio uscii di casa e andai all’appuntamento con Marco, avevo organizzato tutto, ero ufficialmente a casa di una mia amica che mi dava l’alibi per uscire. Ogni martedì, giovedì e domenica li passavo nell’appartamentino di Marco, erano pomeriggi fantastici in cui facevamo l’amore per tutto il tempo.
Quel secondo incontro fu favoloso, perché Marco mi leccò a lungo la passerina io venni così grazie alla sua bocca, dopo lo ricambiai e lui godette nella mia bocca, però sputai il suo seme appena ebbe goduto, lui mi diceva che ero la sua porcellina, ma che era peccato sprecare il seme così, io non capivo, allora mi spiegò che dovevo berlo tutto era una prova d’amore, ma non insisté quel pomeriggio, poi dopo un po’ mi riprese a leccare io facevo altrettanto con lui, quando fu pronto mi penetrò, e fu la mia seconda volta in una settimana, era stupendo c’era solo il piacere nessuna paura e nessun dolore anche se durante la prima volta il dolore non era stato terribile, come io mi aspettavo.
Ci rivedemmo la domenica e ricominciammo, quella volta mi impegnai, e dopo aver succhiato il suo cazzo, così lui mi esortava a chiamarlo, lo feci godere nella mia bocca e non persi il suo seme, aveva un gusto salato, un po’ amarognolo, non mi fece una grande voglia di rifarlo, ma se a lui faceva piacere non volevo deluderlo, per tutto il tempo in cui lo avevo pompato lui mi parlava con tono affettuoso sì ma chiamandomi la sua porcellina, che sarei presto stata la più abile pompinara della zona la sua puttanella, consideravo che lui voleva farmi i complimenti per come facevo l’amore e mi piaceva in fondo che mi parlasse, il suono della sua voce mentre lo succhiavo mi eccitava.
Ci incontrammo così per tutto il mese ogni due giorni e facevamo l’amore mi sentivo così felice, ed ero sempre eccitata ancora prima di vederlo, già nell’attesa io mi eccitavo in modo incredibile, quando arrivavo ero già bagnata.
Arrivammo dopo un mese che una domenica pomeriggio mi disse che saremmo andati in discoteca, voleva che facessimo qualcosa di diverso, io ero delusa speravo di stare con lui, nel suo appartamento che nella mia fantasia era la nostra casa dove avremmo vissuto dopo sposati come in quei film romantici, sempre a fare l’amore, disse che passavamo da casa sua e mi sarei cambiata e così facemmo. Arrivati all’appartamento mi disse che dovevo spogliarmi, che mi avrebbe dato lui i vestiti da indossare.
Mi spogliai completamente fiera di mostrarmi al mio amore, e mi fece indossare delle calze con un reggicalze, io non avevo mai portato questo tipo di indumenti, ero un po’ interdetta, e mi sentii in imbarazzo, ma Marco diceva che mi sarebbero stati bene, indossai quindi il reggicalze, era nero con dei ricami floreali, tutto intorno, misi le calze e fu marco ad allacciarle al reggicalze, le stirò bene sulla gamba, poi mi diede una gonna corta che a malapena avrebbe coperto il bordo delle calze, da indossare, lo guardai perplessa chiedendogli delle mutandine, ma lui mi disse che non dovevo indossare le mutandine, mi misi a ridere, ma gli dissi che se succedeva qualcosa quando mi siedo disgraziatamente mi si solleva la gonna che dirà la gente?
Lui tranquillo rispose che avrebbero ammirato quanto ero bella, e che la bellezza è una cosa di cui andare fieri non di cui vergognarsi, ero una bambina ed ero già così stregata e perversa che acconsentii alle sue richieste, e misi la minigonna, ed un golf di cotone traforato che lasciava intuire che non avevo il reggiseno, poi indossai un cappotto nuovo che lui aveva acquistato, mi sentivo molto più adulta vestita così e le mie forme erano tali che chiunque mi avrebbe considerato una donna adulta, eccetto che per il viso che era quello di una ragazzina, solo grazie al trucco un po’ più acceso del solito poteva passare forse per una diciottenne.
Uscirono e andarono in discoteca, dove ballarono solo dei lenti, e lui la stringeva a se, con forza e le accarezzava il culo, lentamente facendola eccitare, con il terrore che qualcuno potesse accorgersi che sotto era nuda, si sedettero con degli amici della scuola, a parlare e a ber qualcosa, erano tutti grandi della terza e quarta classe, in fondo le pareva che Marco con questo stare in mezzo a loro ufficializzasse la loro relazione, e lei si sentiva anche orgogliosa di essere così esibita questo la faceva sentire più donna.
Quel pomeriggio Marco dopo un po’ la portò in una parte della discoteca piuttosto oscura dove altre coppie di ragazzi si imboscavano e pomiciavano, ma lui volle che lei salisse a cavalcioni su di lui, e aperta la patta dei pantaloni volle che se lo infilasse, era terribilmente eccitata, ma anche spaventata di essere sorpresi da qualcuno però lo fece e si impalò su di lui. In quella discoteca con il rischio di essere sorpresi, godette tremendamente anche per questo motivo.
Poi uscirono dalla discoteca e ritornarono all’appartamento, dove lui volle ancora fare l’amore con lei prima di fare la doccia e riportarla a casa, per lei era una specie di sogno, l’idea di essere la donna di Marco che molte sue amiche le invidiavano e lei lo sapeva la eccitava enormemente e che lui la trattasse come una vera donna era per lei una grande fonte di soddisfazione
Questa complicità e questo amore che la faceva stare sempre in uno stato di languore durava da due mesi e gli incontri erano sempre più regolari, quasi sempre nell’appartamento, ma qualche volta uscivano e andavano in discoteca, almeno quando trovavano una scusa per poter uscire, perché per lei uscire di sera era ancora difficile non aveva il permesso se non per studiare da qualche amica, e la domenica Marco aveva le partite fatta salva l’eccezione di quelle due volte che poterono incontrarsi, perché aveva avuto una squalifica, ma altrimenti dopo la partita a loro non restava molto tempo perché lei doveva rientrare, però il tempo di un rapporto lo avevano, ma si trattava di incontri fugaci e poco soddisfacenti, fatti in fretta e furia.
IV.
Arrivarono le vacanze e allora le cose cambiarono si erano accordati per iscriversi al campeggio estivo che veniva organizzato dalla scuola, e quindi Maria-Grazia convinse i genitori a lasciarla partecipare.
In fondo andavano in una località vicina montana, era la prima volta che faceva le vacanze lontano dai suoi, ma anche altre sue amiche si erano iscritte, e Marco ci sarebbe stato anche lui, perciò la cosa le andava più che bene avrebbero certamente trovato il modo di incontrarsi da soli.
Partirono, era una bella compagnia come tante, il pullman in compagnia dove si cantava, e si scherzava, il tempo così passò abbastanza in fretta.
Giunsero nella località, dove avrebbero dovuto sistemarsi era già una struttura con dei chalet in legno, così restava solo da sistemare il sacco a pelo sulle brande anch’esse in legno.
Armadi senza ante accanto ad ogni letto erano il massimo che avrebbero avuto, prima di tutto dovettero fare le pulizie, e soprattutto delle docce, dopo poterono sistemarsi, le loro cose.
Marco apparve sulla soglia, lei era tutta sudata, e lui disse che qualcuna di loro doveva andare anche a fare le pulizie degli alloggi degli anziani, era l’usanza in quel campo, e a turno avrebbero fatto le pulizie ogni giorno nei loro alloggi, o per punizione, perché loro erano delle novizie e agli anziani toccava per l’appunto la gestione della disciplina.
E così Marco scelse lei e un’altra sua amica per andare a fare le pulizie nel loro chalet, mentre altre due andarono in quello delle ragazze anziane.
Maria Grazia e Cristina benché avrebbero voluto farsi la doccia, si accinsero di buon grado alla bisogna, e seguirono Marco, mentre camminavano Marco le aveva preso la mano, e le disse che avrebbe fatto in modo che lei andasse sempre nel suo capanno, in questo modo potevano vedesi spesso, certo era una rottura che dovesse fare le pulizie, ma era un modo come un altro per giustificare agli occhi dei sorveglianti che fossero così spesso assieme.

Arrivate allo chalet di Marco dove c’erano anche altri ragazzi della sua classe, dovettero fare le pulizie delle docce, furono abbastanza veloci.
Appena ebbero finito, Maria-Grazia si appartò con Marco, e Cristina si fermò a chiacchierare con un altro ragazzo, era un coetaneo di Marco un bel ragazzo, di nome Davide, ma Cristina non aveva alcuna intenzione di cedergli, perciò malgrado le piacesse rimasero a parlare, per poter giustificare l’assenza, non potevano rientrare una prima e una dopo, ad ogni modo, Mary si concesse quella prima sera al campeggio nella doccia, lei e Marco si lavarono ed ebbero un rapido rapporto sotto il getto caldo dell’acqua, per calmare un po’ l’eccitazione che provavano.
Rientrando Cristina disse a Mary, che non era molto prudente comportarsi così, prima o poi sarebbe potuto succedere che venissero scoperti, e allora cosa avrebbero detto gli accompagnatori, ma Mary oramai era completamente in balia della sua infatuazione per Marco e non avrebbe certo capito che era il caso di essere prudenti, lei lo amava e anche lui amava lei, e perciò l’amore vince su tutto.
Nei giorni seguenti, dovendo partecipare alle varie attività del gruppo non fu però così facile riuscire ad appartarsi e restare soli, solo una volta durante un riposo pomeridiano Mary raggiunse Marco nella capanna e lo chiamò, uscirono e s’inoltrarono nel boschetto e appartatisi dietro ad un cespuglio fecero velocemente l’amore, per Mary però non bastava le dispiaceva di non poter fare le cose con calma, in quanto non dovevano assentarsi troppo a lungo.
Una mattina che Mary era stata in ritardo nell’alzarsi e siccome le toccava fare la colazione, fu punita con un doppio turno di corvée, dovendo oltre alla colazione che in quei giorni doveva preparare anche andare a fare le pulizie delle ragazze della III.
Appena arrivata al capanno per fare le pulizie, la capoclasse, una ragazza bionda, carina ma malgrado i suoi diciotto anni, non reggeva il confronto con Mary, era anche ricca di famiglia, le disse quello che avrebbe dovuto fare, Melissa era piuttosto autoritaria, o forse era solo perché Mary le era antipatica, questo non riusciva a capirlo, in fondo non le aveva fatto nulla, però quella si comportò come se parlasse ad una domestica. Mary subì gli atteggiamenti prevaricatori di Melissa, pensando che non valeva la pena di discutere con lei, tra l’altro, ne era anche un po’ intimidita, iniziò dai bagni, e appena entrò in uno di essi si accorse che era pieno e che non era stato tirato lo sciacquone, restò allibita da come potessero aver lasciato così la tazza, forse solo per farle un dispetto.
A quel punto Melissa che l’aveva seguita le disse: “cosa c’è, non hai voglia di pulire?”, Mary era un po’ stizzita e allora rispose che era una vergogna che facessero queste schifezze solo per fare dei dispetti, Melissa era più grande e forte di Mary e le disse che era meglio per lei non ribellarsi e fare il suo lavoro o avrebbe aumentato la punizione, Mary si arrabbiò e le disse che una cosa sono delle punizioni disciplinari un altro essere degli schifosi così, Melissa sorrise, e ribatté che certe cose schifose si fanno solo alle schifose troiette come era lei.
Mary restò di stucco e le rispose che non le permetteva di insultarla, allora Melissa tirò fuori dalla tasca un piccolo registratore e lo accese e Mary sentì la sua voce e quella di Marco durante un amplesso e lui la chiamava “mia piccola troietta ti piace prenderlo così, e lei rispondeva sì mi piace sono la tua troietta dimmelo ancora…” Melissa fermò il registratore, poi le disse che era riuscita ad avere una foto di lei che succhia il cazzo di Marco nel bosco, e gliela fece vedere, a quel punto Mary iniziò a piangere non sapeva cosa fare o cosa dire, e questo mise addosso a Melissa la voglia di infierire ancora di più, e così le disse che fino alla fine del campo estivo Mary sarebbe stata la sua schiavetta, se voleva che quella registrazione non venisse resa pubblica.
Mery si sentiva spaventata e svuotata e chiese allora che le restituisse la registrazione, e Melissa le disse che gliela avrebbe restituita solo alla fine del campeggio se lei avrebbe fatto tutto quello che le chiedeva. Mary le chiese cosa volesse, e Melissa le rispose che voleva solo che le obbedisse per tutto e in tutto senza discussione. Mary pur di impedire che la registrazione e le foto venissero mostrate a tutti accettò.
Melissa allora le disse che doveva spogliarsi nuda per fare le pulizie, Mary obbiettò che era una cosa indecente, e se arrivava qualcuno l’avrebbero vista che era una rischio talmente grande che era uguale al fatto che rendesse pubblica la registrazione, Melissa alzò le spalle e le disse: “come vuoi allora il nostro accordo è rotto”. Mary subito disse “ No, no, ti prego, farò come vuoi” e iniziò a spogliarsi, restò in reggiseno e mutandine, ma l’altra insisté perché togliesse tutto, poi una volta nuda le disse di sbrigarsi a fare le pulizie, e Melissa si mise a guardare la sua vittima accingersi a svolgere il suo incarico.
Mary fu piuttosto veloce era abituata a fare le pulizie anche a casa, perciò non le fu necessario molto tempo, oltretutto voleva ridurre i tempi per non essere sorpresa magari dal ritorno delle altre ragazze dello Chalet, anche se poi quella sera sapeva che le altre tre ragazze che dividevano l’alloggio con Melissa erano andate alla festa che si terminava solo dopo le undici.
Finito il lavoro, Mary chiese a Melissa se poteva farsi la doccia, e Melissa acconsentì di buon grado, le disse anche che voleva che si masturbasse sotto la doccia, e precisò che voleva vederla godere come la troia che era. Mary non osò farlo, si vergognava a fare una cosa che aveva sempre fatto di nascosto, allora Melissa le ripeté la minaccia di rompere l’accordo di restituzione delle foto e della registrazione.
Mary cedette e si masturbò in piedi sotto la doccia tenendo gli occhi chiusi, sotto lo sguardo di Melissa, e la situazione di esibizione alla quale era sottoposta benché la facesse vergognare non sapeva perché la eccitava e alla fine sentì che dentro di sé una strana eccitazione che le montava dentro, alla fine godette sotto la doccia calda che lavò via il sugo che le colava dalla fichetta.
A quel punto spossata riaprì gli occhi sentendo un applauso, e non era di una sola persona, c’erano vicino a Melissa Davide e Matteo due altri ragazzi compagni di classe di Marco e anche di Melissa, e aveva no assistito alla sua esibizione. Mery si mise le mani a coprirsi ma Melissa dura disse: “ormai non serve a nulla nascondere quanto abbiamo già ammirato” Mary si mise a piangere e a inveire contro di lei dicendo che non aveva rispettato i patti, Melissa replicò che per patti c’era solo quello che lei doveva fare per riavere la cassetta e le foto, non che altri non avrebbero partecipato, tra l’altro le foto le ha fatte Matteo, perciò lui fa parte del nostro piccolo club, così le spiegò Melissa, e dovette sottostare alle loro voglie quella sera, dovendo succhiare sia Matteo che Davide, e lo fece e con suo grande stupore quella situazione la eccitò perché mentre succhiava si dovette toccare e godette un’altra volta sotto lo sguardo di Melissa che l’apostrofava di essere una troia nata, che non poteva fare a meno di godere anche solo con l’uccello in bocca, una succhia-cazzi professionista questo era, e tutti quegli insulti la fecero eccitare maggiormente, esattamente come accadeva con Marco quando la chiamava puttanella.
Per quella sera si accontentarono di questo antipasto, come avevano detto, poi per il seguito avrebbero preteso delle prestazioni più complete.
L’indomani si incontrò con Marco ma non osò dirgli nulla fecero come al solito, una piccola scopatina, dietro al boschetto, anche se Mary non riuscì a essere spontanea e rilassata, si chiedeva come avevano fatto a fotografarli senza che se ne accorgessero, poi pensò che quando godevano non si potevano accorgere di nulla.
Marco continuò tranquillamente come sempre, ma lei aveva dei sensi di colpa, e non riusciva a essere tranquilla, Marco allora le chiese come mai fosse così tesa e allora piangendo Mary gli raccontò tutto quello che era accaduto la sera prima con Melissa e Davide e Matteo.
Marco non parlò ma lei si accorse che mentre gli raccontava tutto il suo pene era ritornato duro segno che si era eccitato dal suo racconto.
Marco le disse che lo sapeva che Melissa era una grande stronza, e che i suoi amici l’avevano sempre invidiato per la sua ragazza, ma in fondo lui le disse che lei era così bella che non avrebbe certo potuto pretendere che fosse solo sua, perciò le disse che alla sera sarebbe venuto anche lui per vedere come andava e se lei si sarebbe divertita così con tanti cazzi a sua disposizione.
Mary restò completamente sconvolta da questa rivelazione serena e tranquilla di Marco, e gli chiese se lui non era geloso nemmeno un po’. Lui alzò le spallle e disse perch’è dovrei essere geloso, ti sei già concessa ieri sera, adesso andiamo avanti.
Mary era sorpresa dalla reazione del suo ragazzo, ma forse a lui piaceva che le cose avvenissero in quel modo.
Alla sera la scena si ripeté abbastanza simile a quella precedente in realtà c’era una differenza una volta nuda si accorse che i bagni erano già stati lavati, e subito dopo che si fu spogliata entrarono Davide Matteo e Marco, Melissa era estasiata di poterla umiliare così, ma il fatto che ci fosse Marco per Mary era in un certo qual modo tranquillizzante, e infatti benché provasse sì vergogna la cosa la eccitava e pensava di poter contare su Marco per difenderla da situazioni peggiori visto che a lui piaceva questo gioco lei si sarebbe concessa con maggiore partecipazione.

Tutti e tre la vollero e cominciarono con il farselo succhiare, prima Matteo, mentre Davide la prendeva nella sua michetta che era già bagnata, e la portò all’orgasmo abbastanza rapidamente, e appena ebbe goduto anche lui, Marco il suo Marco, le lubrificò l’ano e le disse che voleva sverginarla anche dietro, Mary continuava a fare il pompino a Matteo, e lasciò che li ragazzo che amava le lubrificasse l’ano, anzi si offrì spingendo in fuori le natiche, Marco allora si sistemò con la cappella contro il suo buco del culo, e spinse, penetrando con la cappella, si fermò perché Mery perse per un attimo il cazzo dalla bocca ed emise un lamento per quell’introduzione, ma era terribilmente eccitata, e donarsi totalmente al ragazzo che amava farlo felice in qualsiasi modo era per lei un motivo di orgoglio, si rilassò e gli disse: “ecco amore adesso spingi ancora”, Marco procedette fino a che non fu penetrato completamente, Mary urlò, per il dolore provocato dall’introduzione, ma cercò di rilassarsi, il più possibile, Marco le disse di spingere in fuori, e lei lo fece, appena si fu abituata, lui cominciò a muoversi piano, nel frattempo Matteo le disse di riprenderlo in bocca che non aveva finito il suo lavoro di succhia-cazzi, Mary era così eccitata che il tono di disprezzo che aveva usato Matteo in fondo la eccitò particolarmente, e lo riprese in bocca, succhiandolo al ritmo che Marco le imponeva inculandola, godettero tutti e tre assieme, Matteo volle che lo ingoiasse tutto e bene pretendendo poi di fargli vedere la bocca che era vuota per avere ingoiato la sua sborra, siccome Marco non diceva nulla lei si adeguava a quanto le facevano, poi dopo se ne andarono, solo Marco restò con lei, fecero la doccia assieme, e lui le fece i complimenti, le disse che lei era proprio fatta per l’amore come aveva sempre pensato, che era la sua puttanella, e lei era convinta che lui l’amasse e che le faceva dei complimenti, perché lei faceva quello che lui voleva.
In quel periodo ebbe degli incontri quasi quotidiani con tutti e tre e quasi sempre alla presenza di Melissa che voleva assistere, e una volta si fece anche leccare da Mary, la quale per fare piacere a Marco lo fece, poi in verità si accorse che non era poi una cosa così terribile e l’idea di avere fatto goder un’altra ragazza la quale urlò il suo godimento come mai aveva sentito la fece sentire orgogliosa di sé.
Tutto questo però finì, presto quando ad un certo punto, una sera verso la fine dell’estate Marco non era presente e lei ebbe rapporti con gli altri due e Melissa. L’indomani Marco non la cercò, e allora andò lei a cercarlo e lo trovò, si era appartato con la sua amica Cristina, e le parlava all’orecchio e le baciava una guancia, e Cristina era abbandonata sulla sua spalla, e però disse che lei era un’amica di Maria-Grazia e che non era bene questa storia, allora Maria-Grazia sentì che Marco diceva che lei era proprio una brava ragazza, ma non doveva avere scrupoli, per lui oramai Mary era una storia chiusa, lui non poteva stare certo con una puttana che si concedeva a tutti e che faceva le orge, come Mary.
Cristina si rabbuiò,un po’ e disse ma dai perché dici questo non è vero, Mary ti vuole bene, e allora lui le disse che non era così a Mary piace solo scopare, ieri sera era nella doccia con Matteo e Davide che scopava, nello chalet di quelle del terzo anno, e quindi era solo una troia e lui non sarebbe stato mai con una ragazza così leggera, adesso era una storia finita, Cristina gli chiese se lo avesse già detto a Mary, e lui disse che non aveva avuto l’occasione di dirglielo ma lo avrebbe fatto quel giorno stesso.
Mary sentendo queste cose, si disperò lei era convinta di avere fatto quello che lui voleva e si era sacrificata per amore, anche se le era piaciuto farlo, non lo avrebbe mai fatto se Marco non l’avesse stimolata ad agire così.
Si allontanò silenziosamente e pianse disperatamente per l’enorme delusione, che provava, quella sera venne convocata da Melissa, però si rifiutò di partecipare, voleva indietro tutte le foto e che la questione si chiudeva lì, era troppo arrabbiata, allora Melissa le disse che le foto se le doveva guadagnare, e fino alla fine del campeggio dovette avere rapporti con Davide e Matteo, Marco non si fece vedere se non nelle attività organizzate del gruppo non partecipò più alle orgette, infatti aveva liquidato Mary, e lei oramai non provava più nulla per lui che era stato complice di Melissa.
Alla fine del campeggio loro l’avevano sputtanata con tutta la scuola, e così Mary decise di cambiare scuola.
Adducendo motivi di stress e di difficoltà nello studio s’iscrisse ad una scuola per segretarie d’azienda, e due anni dopo aveva il suo attestato, si cercò un lavoro.

V.
Non era facile trovare lavoro, e molti le offrivano il posto solo se fosse stata gentile con loro, ma Mary dal campeggio non aveva più avuto un ragazzo, si era chiusa completamente in se stessa, trovò un primo lavoro come commessa, e si iscrisse alle serali, per riuscire a conseguire il diploma di ragioniera, e dopo due anni ci riuscì, e così trovò un nuovo lavoro part-time in quella ditta d’import export, dove ancora oggi lavorava, aveva conosciuto il suo attuale marito poco dopo, durante una serata in discoteca dove la sua collega di lavoro Beatrice l’aveva trascinata, lui era stato gentile e siccome Beatrice aveva trovato qualcuno con cui andarsene, lei accettò che Franco l’accompagnasse a casa. Lui era stato molto dolce gentile e premuroso e non provò a fare nulla per imporle delle “avances osées”, ma le diede solo un bacetto su una guancia congedandosi, e invitandola per il sabato successivo a ritrovarsi in discoteca, e così lei cominciò a rivedere un uomo.
Franco era molto dolce e gentilissimo, le diede il primo bacio sulla bocca dopo più di un mese che si vedevano.
La loro relazione procedette con estrema tranquillità e solo dopo sei mesi fecero l’amore assieme, e per lei fu una cosa poco coinvolgente, ma comunque era quello che cercava, un ragazzo che le volesse bene e che la rispettasse con il quale stare insieme, non voleva più cadere nella trappola del sesso sfrenato.
Nel frattempo Beatrice la sua collega, le confidava che aveva già avuto rapporti con il ragioniere capo ufficio, il quale l’aveva presentata ad uno dei dirigenti più importanti dell’azienda, e aveva un appuntamento già deciso un invito ad un party presso la villa del maggiore azionista, e se voleva la poteva fare invitare, avrebbero entrambe fatto una rapida carriera, ma Maria-Grazia rifiutò l’offerta dicendo che con Franco si trovava bene e non voleva rovinare tutto, sperava di sposarlo, fu in quel frangente per questo rifiuto, che i rapporti con Beatrice non furono più così stretti, perché avevano fatto scelte diverse, infatti dopo una settimana Beatrice era trasferita ai piani alti come si dice, da allora la vide pochissime volte e solo di sfuggita.
Eppure a volte aveva invidiato la sua amica Beatrice e la sua spregiudicatezza, e spesso si era immaginata una vita diversa, di essere come lei capace di andare con gli uomini senza porsi preoccupazioni, e di avere una vita sessuale diversa.
Andare nell’ufficio del ragioniere sotto la sua scrivania e prenderglielo in bocca fargli un pompino da lasciarlo esausto e guadagnarsi così delle promozioni e fare una carriera, essere totalmente indipendente, e libera di esprimersi secondo la sua indole, vorrebbe anche con il marito essere diversa ma ha troppa paura che esprimere la sua esuberante sensualità come quando era una giovane ed imprudente ragazzina possa distruggere il loro rapporto perché se da una parte vorrebbe essere libera dall’altra sente di amare suo marito in modo vero e sincero.
Caterina le dice allora di fermarsi, che continueranno alla prossima seduta, perché erano già fuori tempo era stata la seduta più costruttiva di tutte, le disse anche che quasi certamente il suo blocco psicologico era all’origine del fatto che non rimaneva incinta in quanto influiva sui rapporti fisici, lei non doveva fare altro che liberarsi delle sue paure, e soprattutto di quella che il marito l’avrebbe lasciata se si dimostrasse più aperta e disponibile sessualmente, anzi era proprio il contrario se lei continua a negare che vi sia una maggiore complicità sessuale tra di loro è possibile che questo incrini il rapporto, con il tempo e potrebbero lasciarsi per non aver fatto abbastanza, ogni estremismo può essere causa di rottura di una relazione, deve trovare il giusto equilibrio.
Aggiunse: “per questa sera visto che è evidente che potevi trarre godimento dai rapporti anali, la mia terapia è che tu ti conceda, e ovviamente anche a tuo marito questo piacere, passa dallo studio del Dr. Mauro, gli telefono io subito, lui ti farà un clistere, dopo ti introdurrà una speciale supposta lubrificante così quando arriverai a casa sarai pronta ed eccitata al punto giusto per concederti questo piacere, e domani ritorna da me con tuo marito per raccontarmi come è andata”.
Maria Grazia uscita un po’ turbata da quello che doveva fare ma decisa a seguire alla lettera le istruzione della terapeuta, si presentò da Mauro, che la fece accomodare con un grande sorriso accogliente. Entrando nello studio fu presa un po’ dal panico, ebbe paura, adesso che stava per essere sottoposta ad un clistere, ne percepiva la vergogna di ciò che implicava. Dovette attende mezz’ora, prima che Mauro potesse occuparsi di lei.
Fattala accomodare, e chiestole di spogliarsi, preparò vicino al lettino un flacone di una sostanza dentro una boccetta, appesa ad una specie di sostegno, era un po’ come per fare una flebo.
Appena fu nuda Mauro invitò Mary a mettersi con il busto sul lettino, poi prese una cannula, che lei non poteva vedere, ma che non era un beccuccio aveva le dimensioni di un piccolo fallo, che si allargava verso la parte davanti, come una cappella ma più lunga, lo lubrificò e poi le disse di rilassarsi, e la penetrò lentamente, Mary emise un gemito, per quell’introduzione che era fastidiosa e che le pareva più grossa, allora Mauro disse che lei aveva una tensione in sé che le faceva percepire una cannula come più grossa di quello che fosse nella realtà, una innocente bugia per tranquillizzare la paziente la quale cercò allora di rilassarsi, e così la cannula entrò del tutto nel suo ano.
Adesso quasi le pareva piacevole quell’introduzione e si era rilassata, allora Mauro fece scorrere la cannula avanti ed indietro mimando un rapporto sessuale, questo eccitò Mary, e allora Mauro le disse che andava bene, stava eseguendo gli ordini di Caterina, e le disse che tutto ciò faceva parte della terapia, “è bello vedere che sei così ricettiva, sei bellissima”. Il complimento fece piacere a Maria-Grazia, così era tutto parte della terapia e questo la tranquillizzava e la rendeva più disponibile alla partecipazione.
Mauro la lasciò in quella posizione con la cannula infilata nell’ano per un bel po’, affermando che doveva prima fare scaldare un po’ il liquido che era troppo freddo.
Chiamò la sua assistente, che entrò e Maria-Grazia si sentì arrossire perfino sulla schiena e su tutta la sua epidermide dalla vergogna che provava di essere nuda piagata in sue sul lettino con infilata nel culo una cannula per il clistere, ma la vergogna che provava ne acuì anche l’eccitazione, benché Maria-Grazia non realizzò subito il fatto, nel frattempo Mauro ordinò alla sua assistenza di prendere la boccetta e di scaldare il liquido prima di procedere alla somministrazione alla paziente, cosa che l’infermiera eseguì.
Maria-Grazia, dovette attendere quindi almeno altri dieci minuti in quella posizione oscena e mentre aspettava cominciò a rendersi conto di tutta la sua eccitazione che provava in quel contesto di essere così esibita, mancava solo che facesse entrare qualcuno, o che si potesse vederla dall’anticamera quando aprivano la porta.
Questi pensieri la eccitarono notevolmente, le venne addirittura voglia di toccarsi, ma si trattenne, dopo un tempo che le parve interminabile, tornò l’infermiera che appese in contenitore e agganciò il tubo al beccuccio che aveva infilato nell’ano, l’infermiera disse:”adesso signora stia pronta che apro il rubinetto”, Maria-Grazia si tese un po’ preoccupata stringendo lo sfintere intorno alla cannula che le pareva molto più grossa di un beccuccio da clistere ( e in effetti lo era), e attese il liquido caldo le penetrò nelle viscere, lei lo percepì era caldo ma non scottava, era anzi piacevole sentirsi invadere da questo getto all’interno del suo corpo.
Appena svuotato il flacone,Mauro si avvicinò, le disse che doveva tenerlo dentro per dieci minuti, chiuse il rubinetto, tolse il tubetto, ma le lasciò inserito nell’ano la cannula.
Passati i dieci minuti, le tolse anche il beccuccio a forma di piccolo fallo che le aveva infilato nel culo, lo ripose le ordinò di stringere bene i muscoli dello sfintere, per non fare fuoriuscire il liquido, Maria-Grazia sentì che le mancava qualcosa avendo perso quello strumento invasivo ma che l’aveva eccitata, avrebbe quasi voluto tenerlo dentro di sé.
Mauro la fece alzare e l’accompagnò nel bagno attiguo alla saletta delle visite, lì la fece sedere sulla tazza e le ordinò di evacuare, sperava che l’avrebbe lasciata sola, invece chiamò anche l’infermiera ad assistere alla sua evacuazione, e mentre Maria-Grazia era ancora tesa cercando di trattenersi imbarazzata lui spiegò all’infermiera che avrebbe dovuto lavare la signora non appena avrebbe terminato l’evacuazione, poi guardando Maria-Grazia le disse:”Mary, come mai non riesci a evacuare?” Maria-Grazia rispose.”pensavo mi avreste lasciata da sola” il dottore:”sciocchina, su fai la brava non vorrai vergognarti di noi vero cara?”
Maria-Grazia si sedette e benché rossa di vergogna evacuò l’intestino, con un certo sollievo, sotto lo sguardo compiaciuto del medico e della sua assistente.
Appena ultimato, l’infermiera la fece alzare ed entrare nella vasca da bagno ed iniziò a lavarla, dopo averla fatta inginocchiare le insaponò per bene il solco tra le natiche la penetrò nell’ano con le dita insaponandola dentro, la sciacquò per bene, mentre Maria-Grazia passiva si sentiva eccitata da quel trattamento malgrado la vergogna che provava.
Asciugatala la fece ritornare nell’ambulatorio spingendola con una mano sulle reni, vicino al lettino le impose la stessa posizione in cui aveva ricevuto il clistere, le fece divaricare le gambe, poi il dottore avvicinatosi le disse che le avrebbe introdotto una supposta che l’avrebbe fatta sentire molto lubrificata all’interno, ma che anche se sentiva una sensazione o desiderio di andare al bagno non doveva andarci, perché era una sensazione dettata dalla supposta che si deve sciogliere, lei non doveva fare nulla andare a casa e aspettare, sarà anche una sensazione piacevole, così le disse Mauro il suo dottore, mentre le introduceva nell’ano una supposta che doveva essere piuttosto grossa, infatti era lunga e grossa come un pollice.
La fece restare in quella posizione, le disse che per non correre il rischio di fuoriuscita era meglio restare per alcuni minuti in quella posizione, poi l’assistente le avrebbe fatto indossare una mutandine di misto carta gommata usa e getta che avrebbe impedito qualsiasi possibilità di espellere la supposta.
Rimase in attesa alcuni minuti, in quella posizione oscena, si sentiva esposta in modo volgare ma quasi, quasi desiderosa di che qualcuno la prendesse e più passava il tempo più aveva voglia di essere presa proprio dietro, avrebbe voluto dire al dottore di incularla e mentre lo pensava iniziò ad eccitarsi, proprio allora l’infermiera le si avvicinò con delle mutande in mano di gomma colore della pelle, e le disse di alzare prima una gamba mantenendo la posizione le infilò prima una parte poi l’altra fece risalire l’ndumento di carta gommata che le dava una sensazione di morbidezza, un po’ come la pelle dei bambini, quando fu all’altezza delle cosce, la fece raddrizzare dicendole di allargare le gambe meglio e di mantenersi mezza china con le natiche protese, Maria-Grazia eseguì, e sentì qualcosa che la penetrava senza fatica nell’ano, volle protestare, ma l’infermiera le diede una pacca sulla natica, dicendole di non muoversi o avrebbe fatto fuoriuscire il farmaco introdotto, Maria- Grazia non si mosse e attese che completasse la penetrazione, poi le venne rialzata la mutandine facendola aderire completamente al suo corpo, sentì una strana sensazione di intromissione nell’ano, e sentiva questa mutandina che aderiva perfettamente alle sue forme. L’infermiera le spiegò che per sicurezza avevano optato per una mutandine dotata di un piccolo tappo che avrebbe impedito qualsiasi perdita, aggiunse: “ha la forma di un piccolo fallo, e non si preoccupi sente che non le fa male, e vedrà le risulterà anzi sicuramente piacevole, anzi le ho preparato alcune mutandine di questo tipo in una busta da portarsi a casa se vorrà usarle in altre circostanze, io ogni tanto ci vengo al lavoro così quando torno a casa sono molto eccitata e mio marito ci gode un mondo a prendermi da quella parte”, Maria Grazia non sapeva cosa dire, era un po’ imbarazzata da quella confidenza, l’infermiera non le aveva mai dato confidenza, in quegli anni in cui veniva da Mauro, era la prima volta che le parlava così, ma non si oppose al regalo, si vestì e prese il pacchetto che le porgeva l’infermiera di Mauro, non l’aveva mai guardata, era sempre stata schiva, ma adesso vedeva quella donna abitualmente solo inquadrata professionalmente e molto seria, in una luce nuova, avrebbe voluto spogliarla per vederla con quelle mutandine addosso, era una donna normale ma che era piacevole, forse senza la cuffietta e il grembiule e gli occhiali che le davano un aspetto severo doveva essere attraente, non ci aveva fatto mai caso, e forse chissà s’immaginò l’infermiera che si faceva anche scopare dal dottore, scacciò quel pensiero nel timore che lo leggessero nei suoi occhi, ringraziò Mauro e l’infermiera e uscì.
Camminò fino all’auto con passo un po’ incerto, quel piccolo corpo estraneo nel culo la turbava, al momento le dava un po’ fastidio pur non facendole male, e temeva di non essere in grado di guidare perché si sentiva eccitata, si guardò intorno alla ricerca di una cabina telefonica, per chiamare il marito e farsi venire a prendere.
Trovata la cabina telefonò a Franco e gli spiegò che era fuori dallo studio di Mauro, ma che non se la sentiva di guidare e aveva bisogno che venisse a prenderla, lui le chiese se si sentiva male e che se era il caso che tornassi nell’ambulatorio, allora Maria-Grazia gli disse: “no non sto male, ma Mauro mi ha fatto prendere una cosa che mi sta facendo uno strano effetto, non ce la farò mai a guidare, tesoro sono troppo eccitata, devi venire subito a prendermi”.
Franco si precipitò e nel frattempo ripensò a quello che gli aveva detto Mauro al telefono nel primo pomeriggio, che quella sera avrebbe ottenuto da Maria-Grazia qualsiasi cosa, ma l’effetto era molto
anticipato.
VI.
Appena arrivò all’altezza dell’ambulatorio, vide Maria-Grazia avvolta nel suo impermeabile che era ferma davanti al portone in attesa, con le braccia incrociate, diede un leggero colpo di clacson, lei lo vide come se si svegliasse da uno stato di semi-incoscienza e si avvicinò, appena entrata gli si offrì per farsi baciare, aveva uno sguardo perso come se fosse ubriaca, egli disse: “amore, devo fare l’amore al più presto altrimenti muoio, perdonami di parlarti così, ma queste mutandine con quella protuberanza fallica che mi hanno fatto indossare e la supposta che si sta sciogliendo, credo sia un eccitante, e sta facendo effetto, sono bagnatissima, non ce la faccio più”, Franco ne fu felice e la baciò appassionatamente poi ingranò la marcia e partirono, per raggiungere al più presto la loro abitazione, nel frattempo durante il tragitto Maria-Grazia stava sul sedile accoccolata verso di lui come mai era stata, gli mise una mano all’altezza della patta dei calzoni e cominciò a strusciare il cazzo che sotto quella stimolazione si induriva, per Franco era una meravigliosa sorpresa trovare sua moglie così disinibita e desiderosa di fare l’amore, ed era molto impaziente di rientrare.
Giunti a casa loro entrarono in garage direttamente con l’auto, e Maria-Grazia iniziò a spogliarsi ancora prima di scendere dalla vettura, scesa lasciava gli indumenti a terra fino a quando rimase con quelle mutandine di gomma, non se le tolse, sculettò davanti a Franco sentendo quel fallo che si muoveva nel suo corpo, immaginando a cosa poteva pensare Franco di lei in quel momento, e si sentì molto porca, voleva essere trattata come una troia e voltatasi, restò di fronte al marito in silenzio guardandolo con degli occhi pieni di lussuria, e gli disse: “sono la tua troia vieni e fai di me quello che vuoi”.
Franco aspettava da tempo di vederla un po’ più sporcacciona, ma restò senza fiato nel sentirla parlare in quel modo, gli pareva che quella non fosse sua moglie ma un’altra persona, dopo pochi istanti di perplessità le si avvicinò le prese in mano le tette che puntavano prepotentemente in avanti, con i capezzoli duri e tesi, li stuzzicò tra le dita e allora si buttò e li succhiò con avidità, un sospiro carico di tensione e di eccitazione uscì dalla gola di Maria-Grazia, era desiderosa di offrirsi e porse il petto in fuori incontro alle labbra avide del marito.
Franco benché impaziente la sollevò da terra prendendola in braccio e la portò verso la taverna, entrato la depose a terra e mentre l’accarezzava iniziò a toglierle quella mutandine di plastica che aderiva perfettamente alla sua pelle, visto che faceva fatica a farla sfilare , la strappo sui lati, liberandole il sesso, che era estremamente bagnato ed eccitato lui la fece girare, i lembi strappati le pendevano trattenuti dal solco delle sue splendide natiche, gliele allargò e fece uscire il piccolo fallo che era dentro l ‘ano della moglie, lo tirò lentamente vedendo l’anello intorno al fallo un po’ teso ed era uno spettacolo bellissimo, lei disse: “amore, se togli quello che è piccolo, ti prego sostituiscilo con il tuo ne ho una voglia infinita sfondami bene il culo ti prego” e si aprì le natiche con entrambe le mani e piegandosi sul divano in muta offerta, questo atteggiamento eccitò Franco, che decise di passare all’azione, si liberò dei pantaloni liberando il suo pene in completa erezione, tolse del tutto il piccolo fallo e penetrò nel culo di Maria-Grazia come nel burro tanto era stato lubrificato e lei era eccitata da quel piccolo fallo che le aveva rilassato i muscoli anali, le fu dentro del tutto fino alla radice, e Maria-Grazia emise un gemito di dolore, benché rilassata, ma erano oramai anni che un vero cazzo non la penetrava da quella parte, Franco si fermò sentendo il gemito di dolore, ma non era necessario, Maria Grazia lo incitò con le parole e muovendo i fianchi e allora si attivò, iniziò il suo lento va e vieni, con precauzione, ma la mogli oramai eccitata all’inverosimile gli disse con parole ed un tono pieni di lussuria : “porco, montami come la troia rottainculo che sono, sfondami ti prego non fare complimenti, anche se sono undici anni che non lo prendo nel culo, sono lo stesso una grande troia e godo solo se mi si sfonda per bene, dai porco montami sono la tua puttana non avere pietà dacci dentro”.
Franco a sentirla si lanciò in una specie di galoppo, accelerando il ritmo, tenendola per i fianchi, e sbattendo ad ogni colpo contro le natiche di lei, dando così suono al ritmo che le stava imponendo, Maria-Grazia iniziò a urlare il suo godimento incontenibile ed ebbe una serie di orgasmi a ripetizione come non li aveva mai avuti, forse dovuti non solo all’effetto afrodisiaco della supposta e della stimolazione della mutandine con il fallo che aveva portato infilato nel culo per quasi un ora, ma forse perché stava liberandosi dalle sue inibizioni e paure che l’avevano accompagnata i tutti questi anni dopo che aveva dubito il trauma dell’abbandono e della discriminazione giovanile, era troppo giovane per sopportare queste cose ma ora se voleva essere una troia e questo la appagava cosa c’era di male?
Godeva e non pensava a nulla d’altro se non a quello che stava facendo in quel preciso momento tutti i suoi sensi erano dedicati al contatto con il cazzo che la stava penetrando nulla d’altro le interessava e nessuna delle sue solite paure stava minimamente affiorando.
Anche Franco godette e le inondò l’intestino e Maria-Grazia ebbe un altro orgasmo sentendo il seme che le si riversava dentro come si trattasse di lava bollente, un altro clistere ma meno voluminoso ma molto più caldo, si accasciarono sul divano, Franco restava intrappolato dentro il culo caldo della moglie, ed era al settimo cielo, iniziò a baciarla sulla nuca e mentre era lì che si gustava le sensazioni che tutto questo gli aveva procurato, si sentì ancora pieno di desiderio , il cazzo iniziò a risvegliarsi, e s’ingrossava, questa posizione era eccitante era dentro al culo della moglie aveva appena goduto, e si stava eccitando nuovamente, Maria-Grazia lo sentiva, che si stava re-indurendo standole dentro questo la eccitò di nuovo, ma in modo più calmo adesso poteva sentire le sue sensazioni senza perdere la testa, e allora rivolta al marito, gli chiese:”amore, ti stai eccitando di nuovo, ti sento, allora ti piaccio anche così essendo porca e troia?” - Franco :” sì mi piaci da morire, sei la mia troia e ti voglio così, ti desidero così, ti ho sempre voluta così” questo fece scattare nuovamente nella mente di Maria-Grazia il desiderio più sfrenato, e allora gli disse: “dai pompami tesoro, sono la tua troia che vuole godere con il tuo splendido cazzo nel culo, poi quando starai per venire ti prego, esci che la voglio bere tutta la tua sborra”.
E ricominciarono la monta, per altri venti minuti Franco la inculò con forza, sbattendole addosso sulle chiappe ad ogni affondo, il vedere sua moglie in quel modo gli stava dando una carica come non l’aveva mai avuta, in tutti quegli anni non aveva mai trovato soddisfazione nel possedere la moglie come in quel momento che la stava inculando, e gli pareva che avesse il culo più caldo della fica, quando fu vicino a godere, glielo disse e si ritirò Maria-Grazia fu lesta a girarsi per prenderlo in bocca, non le importava che le fosse uscito dal culo, e benché pulito dal clistere, lei lo avrebbe preso in bocca anche se avesse avuto il culo pieno di materia fecale ed il cazzo del suo uomo ne fosse imbrattato, lo succhiò avidamente mentre pensava tutte queste cose che la fecero sentire più porca di prima, pochi colpi di bocca e Franco venne nella sua bocca dove lei accolse la sborrata con gusto, aveva già goduto diverse volte ma la situazione le stava dando una tale scarica cerebrale che godette con il marito ancora una volta e solo con il cazzo in bocca. Entrambi esausti si stesero sul divano, non ce la facevano più era stata una lotta d’amore fuori del normale, non si erano mai trovati così affiatati, ma dopo un po’ cominciarono a sentire freddo, allora nudi salirono al piano di sopra e si misero a letto dove si coccolarono e cercarono di scaldarsi, appena si furono ripresi, si alzarono e Maria-Grazia preparò qualcosa da mangiare, e così poterono parlare francamente dei loro desideri e del perché era accaduto tutto questo e anche perché Maria-Grazia in tutti questi anni era stata bloccata.
Franco capì perfettamente il travaglio e le paure di Maria-Grazia, e quindi le disse che quello che era accaduto da ragazzina era terribile, nel modo in cui l’avevano trattata, dal momento che era stata presa in giro, ma adesso insieme potevano vivere in modo pieno e appagante la loro sessualità.
Anzi disse che forse non era nemmeno il caso di proseguire le sedute dalla psicologa, in fondo avevano risolto il problema a questo punto.
Maria-Grazia si disse in principio d’accordo, ma forse era il caso di sentire cosa ne pensava la psicologa in fondo Caterina era quasi un’amica a questo punto, ne sapeva più lei di loro due che non loro stessi.
VII.
Il giorno dopo, Franco telefonò a Caterina, le spiegò che c’era stato un evidente cambiamento in sua moglie adesso veramente si era dimostrata disinibita, e quindi i loro problemi erano risolti, e pensava che era inutile continuare le sedute presso di lei. Caterina chiese se anche Maria-Grazia la pensava così e se non era il caso che si vedessero, in fondo quelli che possono apparire come dei validi risultati, in realtà sono solo una prima fase, e il non avere la totale consapevolezza di sé e delle proprie pulsioni, soprattutto per Maria Grazia che ha dei lati molto più oscuri di quanto sembri, potrebbe anche che nel futuro perdano il controllo di quello che al momento considerano come delle semplici e normali sviluppi della loro relazione, come psicoterapeuta sconsigliava di interrompere completamente la fase di analisi e di consapevolezza che stavano appena scoprendo di loro stessi, ma ovviamente la decisione era loro, non avrebbe insistito, ma gradiva magari che Maria-Grazia la tornasse a trovare e le desse la comunicazione di persona, inoltre dovevano firmare un documento di responsabilità in merito all’interruzione delle sedute che lei consigliava di continuare.
Franco le disse che sarebbero andati da lei secondo gli appuntamenti già presi, ma che riteneva sarebbero stati gli ultimi.
Nel frattempo, Maria-Grazia era al lavoro, e si sentiva molto eccitata, dal giorno prima era in uno stato di eccitazione piuttosto costante, e i suoi pensieri erano rivolti al sesso, in continuazione, era assorta nei suoi pensieri, e ad un certo momento si scosse perché qualcuno le stava parlando, davanti a lei c’era Giancarlo, che le parlava, e lei non lo aveva nemmeno sentito arrivare, lo guardò scusandosi e chiedendogli cosa avesse detto.
Giancarlo vedendola così presa dai suoi pensieri sorridente e con gli occhi velati da ciò che si potrebbe definire eccitazione, le chiese se stava bene, se avesse bisogno di qualcosa, Maria-Grazia rispose che stava bene, era solo un po’ stanca.
Allora come al solito con la sua ironia Giancarlo le chiese se aveva avuto una notte intensa, Maria- Grazia sorrise con un atteggiamento provocante, e rispose affermativamente, allora vedendola così languida lui insisté, chiedendole se voleva magari prendere un caffè e rilassarsi un po’ per riprendersi, stranamente Maria-Grazia si alzò e lo seguì come ipnotizzata, sentiva che era forse un azzardo ma aveva così voglia di fare qualcosa, si sentiva leggera, la sua mente pensava solo al godimento e guardava con uno sguardo diverso Giancarlo, avrebbe potuto magari per una volta lasciarsi andare e fare ancora qualcosa di trasgressivo, Giancarlo entrò nel proprio ufficio anziché andare alla macchinetta del caffè, e Maria-Grazia entrò, senza porsi domande.
Una volta entrati e chiusa la porta dietro di lei, lui le disse che se voleva poteva stendersi sul divano e rilassarsi, la prese per mano e la condusse verso il comodo divano in pelle rosso bordò, la fece accomodare e le si mise a fianco prendendola per la vita, e le chiese se desiderava veramente il caffè.
Lei scosse la testa negativamente, e si abbandonò languida tra le sue braccia, Giancarlo capì che era il momento buono, e la baciò sulla bocca, non forzò nemmeno un po’ le sue labbra, lei aprì la bocca per permettere alla lingua del suo amante occasionale di prenderne possesso.
Subito Giancarlo sentendola così arrendevole, si fece molto più ardito, e iniziò a risalire con le sue mani lungo il suo corpo sotto le gonne, e con grande sorpresa giunto alle cosce, si accorse che aveva delle calze e non dei collant come si sarebbe aspettato, sentì la pelle calda delle sue cosce, risalì e si ritrovò nel boschetto, Maria-Grazia non portava le mutandine, era nuda e accessibile sotto la gonna, il suo sesso era bagnato anzi fradicio, ne fu ovviamente sorpreso, ma piacevolmente, le sollevò le gonne sul ventre, smise di baciarla sulla bocca per passare a gustare quella fica così bagnata, iniziò piano passando la lingua sul solco, le cercò il clitoride e sentì che Maria-Grazia stava inarcandosi come colpita da una scossa elettrica.
Ne gustò il sapore e l’odore, era terribilmente eccitata e la fece godere con la lingua, poi si aprì i pantaloni, non voleva sprecare quell’occasione insperata fino ad allora, e la penetrò il suo pene entrò come nel burro, Maria-Grazia aveva appena goduto e sembrava insaziabile, aveva ancora voglia di godere, la montò a lungo con calma e la riportò ad un altro orgasmo molto più intenso del primo, le dovette tappare la bocca perché stava per urlare, e lei gli morse la mano, ma non urlò, comunque l’orgasmo la travolse facendola scuotere come un’invasata, e si accasciò sul divano, mentre Giancarlo che aveva goduto dentro di lei restò conficcato nel suo ventre e si rilassò piano, piano, era stata una scopata incredibile anche per lui.
Appena si riprese, la baciò teneramente e le fece le coccole, Maria-Grazia gradiva queste attenzioni, e pareva volere restare lì senza preoccuparsi del tempo e di quello che dovevano fare, fu Giancarlo a farle notare che era meglio ricomporsi e prepararsi perché dovevano anche lavorare.
Maria-Grazia andò nel bagno attiguo all’ufficio di Giancarlo che come dirigente aveva il suo bagno personale, si sciacquò e si asciugò con il suo asciugamano, poi rimessasi in ordine tornò di là, lo baciò e gli disse: “Grazie è stata una bella scopata”. Giancarlo era un po’ allibito il ghiacciolo dell’ufficio della quale aveva detto “basta trovare il tasto giusto”, eppure lui non aveva fatto nulla e lei gli si era data con quella foga che mai gli era capitata in via sua con nessuna delle sue conquiste.
La fermò prima che uscisse e le chiese se non desiderava che andassero a pranzo assieme quel giorno, “un piccolo invito per festeggiare la nostra nuova amicizia”, ma Maria-Grazia adesso era piuttosto preoccupata di aver ceduto così facilmente, e anche del suo stato d’eccitazione pressoché costante, si disimpegnò asserendo che aveva altri impegni e che non poteva fermarsi.
A mezzogiorno rientrò subito a casa, e telefonò a Caterina, spiegandole che aveva urgenza di vederla, le rispose però Daniela che non sapeva se era possibile quel pomeriggio, ma visto che Maria-Grazia insisteva e pareva preoccupata anzi agitata decise che l’avrebbe fatta richiamare dalla dottoressa appena usciva il paziente che aveva adesso nello studio.
Maria-Grazia si stese sul divano, era preoccupata per il suo comportamento, non sapeva cosa fare, si chiedeva se all’improvviso non fosse impazzita, concedersi in quel modo sul posto di lavoro, eppure non si sentiva male, aveva goduto, solo però il fatto di averlo fatto così con tanta semplicità tradendo Franco, questo la preoccupava perché non sapeva se doveva dirglielo o meno, aveva sempre pensato che mai avrebbe tradito suo marito e oggi ripensando a quello che aveva fatto si stava eccitando di nuovo, mentre era assorta nei suoi pensieri squillò improvviso il telefono, sussultò sentendo quel suono che la distoglieva dalla situazione in cui i suoi pensieri l’avevano immersa, e corse a rispondere come sperava era Caterina e le accennò che aveva avuto una relazione sessuale con uno del suo ufficio quella mattina e voleva vederla perché non sapeva bene come mai si era comportata in quel modo, Caterina le disse che però aveva proprio quella mattina ricevuto una telefonata da Franco per disdire la terapia iniziata, ma che avevano stabilito di vedersi per l’indomani, però se lo riteneva urgente poteva passare prima delle due, anzi se voleva subito era meglio così lei non avrebbe rischiato di spostare i suoi appuntamenti.
Arrivò nello studio, c’era Daniela che la fece accomodare, dopo che si fu spogliata e stesa sul lettino entrò Caterina, e l’interrogò a lungo su quello che era accaduto, Maria-Grazia non tralasciò nessun particolare e alla fine si ritrovò eccitata nuovamente nel rievocare quanto era successo, e si masturbò perché era ancora eccitata e raccontare quanto avvenuto le faceva rivivere quei momenti, raggiunse l’orgasmo.
Caterina la lasciò fare, poi le disse che era sua opinione che tutti i ricordi portati a galla nelle prime sedute, e il fatto che per anni lei non aveva vissuto la sua sessualità in modo pieno e appagante le avevano creato un tale stato di frustrazione che adesso lei cercava di sfogare, il problema consisteva nel seguire un percorso per stabilizzare le sue inclinazioni in armonia e senza lasciarsi prendere dalla frenesia, perché altrimenti avrebbe corso il rischio di distruggere il suo matrimonio, e anche magari di correre dei seri rischi esponendosi a sgradevoli situazioni con persone magari incontrate occasionalmente ed inaffidabili, e chissà forse anche peggio.
Doveva a suo parere seguire una terapia molto più lunga e per non essere troppo esposta avrebbe dovuto evitare di andare al lavoro e di uscire da sola, per il periodo in cui non era ancora padrona delle sue emozioni e per l’eccessiva sensibilità che stava dimostrando.
Maria-Grazia, era sicura che Caterina aveva ragione, le disse che lei voleva continuare la terapia per capire meglio se stessa, e per mantenere anche saldo il suo matrimonio, e se necessario avrebbe anche rinunciato al lavoro, in fondo non c’era nessun bisogno che andasse a lavorare.
Daniela entrò appena Caterina aprì la porta e fece accomodare Maria-Grazia in bagno per sciacquarsi, poi appena fu rivestita, si offerse di accompagnarla a casa, lo consigliava anche Caterina, e così fecero.
Giunte a casa Maria-Grazia invitò Daniela ad entrare, le chiese se desiderava bere qualcosa, la ragazza accettò qualcosa di analcolico, e si accomodarono sul divano, dopo un po’ Daniela, disse che da quando l’aveva vista la prima volta aveva una voglia di abbracciarla ancora, e le disse che invece che come la volta nello studio se voleva potevano farlo lì adesso con più calma, Maria-Grazia che per un non nulla si eccitava, appena l’altra le toccò la coscia con la mano e la sentì risalire verso il suo inguine si aprì il gancio della gonna per offrirsi meglio, si alzò si tolse l’indumento e si concesse alle carezze e baci della ragazza.
Daniela aiutò Maria-Grazia a spogliarsi del tutto, e man mano che scopriva la sua pelle la ricopriva di piccoli baci, facendo impazzire di desiderio Maria-Grazia.
Le disse che le piaceva da morire, e cominciò a chiamarla con il nomignolo usato da lei stessa nei suoi racconti giovanili, “Mary, come sei bella ed eccitante, Mary sei un amore, una dea del sesso, dovresti essere incoronata sacerdotessa del sesso” tutto questo eccitava Mary sempre più, le piaceva essere al centro dell’attenzione, essere desiderata, e in fondo che si trattasse di un uomo o di una donna per lei a questo punto contava solo arrivare al godimento.
Daniela le s’inginocchiò davanti la fece mettere con le natiche sul bordo del divano in modo che tutto l’inguine fosse accessibile e cominciò a leccarla lentamente seguendo il contorno delle grandi labbra, poi tra le grandi e le piccole, tenendole divaricate, arrivò a stuzzicarle il clitoride oramai teso allo spasimo, e Mary ebbe il suo orgasmo che la fece sobbalzare con le natiche sul divano fino a che cadde dal divano sbattendo il fondo schiena per terra, era sfinita, quel giorno aveva già goduto diverse volte, Daniela si alzò un po’ ed andò a posizionarsi sopra la sua faccia aprendosi la micetta che aveva le labbra depilate ed era già aperta dall’eccitazione e le riappoggiò sul volto, Mary decise di accontentare la sua nuova amante e la leccò con tanta passione fino a che la ragazza non le godette sul viso impiastricciandola dei suoi umori.
Daniela le si accoccolò vicino e la baciò teneramente chiedendole se le era piaciuto e alla risposta affermativa di Mary le chiese se potevano magari rifarlo qualche volta, a lei piaceva molto fare l’amore con le donne, andava anche con i maschi ma ogni tanto provare quel godimento diverso le piaceva e se lei voleva potevano diventare buone amiche, e vedersi ogni tanto, Mary. Le disse che ci voleva pensare, e che voleva anche capire cosa era diventata lei, le piaceva molto questa variante del sesso ma voleva essere sicura che la cosa non le sfuggisse di mano e voleva fare le cose in accordo con suo marito, in fondo lo amava o almeno ne era convinta, perché oramai dubitava di se stessa e di tutte le sue sensazioni che erano molto confuse in quel momento.
Daniela chiese di farsi la doccia e Mary l’accompagnò in bagno, dove entrambe si lavarono con calma e accarezzandosi con tenerezza.
VIII.
Rimasta sola Maria-Grazia si disse che avrebbe dovuto parlare con Franco di quanto era accaduto in quella giornata, perché era peggio se lo avesse tenuto all’oscuro,doveva essere sincera con lui.
Alla sera quando il marito rientrò lei era ancora desiderosa di fare l’amore, e si presentò in abbigliamento succinto, Franco era felice di vederla così, era proprio come nei suoi desideri, avere non solo una moglie ma anche un’amante, e subito Maria-Grazia gli si fece incontro abbracciandolo e facendogli sentire le sue forme, si strusciò sul suo inguine e subito Franco ebbe un’erezione di fronte al modo con cui sua moglie si presentava, era proprio come nei suoi sogni, un odalisca desiderosa di fare l’amore e di essere pronta a soddisfare qualsiasi richiesta.
Non pensò né a mangiare né a parlare, andarono verso la camera da letto baciandosi e nel frattempo Franco aiutato da sua moglie si spogliava, arrivati si lasciarono cadere sul letto, e Franco, tolse le mutandine trasparenti di Maria-Grazia, e si tuffò a leccarle la fica bagnata e vogliosa, Maria Grazia, era già eccitata, e lo incitava a farla godere come una troia, espressioni che fece fremere Franco, che non aveva mai lontanamente immaginato che sua moglie potesse usare un linguaggio così esplicito, ma ne era felice, e si impegnò a leccare e a bere il sugo che Maria-Grazia emetteva dimostrando quanto apprezzasse quel trattamento, appena ebbe il suo primo orgasmo le montò sopra e l’infilò con un colpo deciso, il suo pene entrò con una tale facilità tanto era bagnata come mai era successo in sette anni di matrimonio, nelle ultime ventiquattro ore Maria-Grazia si era trasformata in una bomba sessuale.
Fecero l’amore per parecchio, perché dopo essere venuto una prima volta nel ventre della moglie lei non lo lasciò andare subito lo fece eccitare con le parole dicendogli: “amore, sei il mio montone ed io la tua vacca, dimmi che mi vuoi così troia, solo per te, sarò la tua puttana, adesso te lo succhio così dopo potrai sfondarmi il culo a lungo. Vuoi rompermi bene il culo amore?” Franco non stava più nella pelle, tra le parole che mai avrebbe pensato di udire dalla bocca della sua santarellina, come l’aveva sempre considerata, e il fatto che lei si mise a succhiarlo come mai lo aveva fatto con un impegno tutto particolare, leccandolo insalivandolo e facendolo entrare nella bocca fino alla radice, come fosse una pompinara di professione, glielo fece tornare duro in un baleno, poi lo incitò a prenderla di dietro, allargandosi le natiche con le mani per esporre il suo buchetto, che formava una coroncina un po’ più scura nella valle delle sua natiche, Franco lo leccò un po’, e dopo la penetrò, Maria-Grazia si rilassò per ricevere il randello nel culo anzi lo aiutò spingendo verso l’esterno, e quella fu la seconda volta in ventiquattro ore che Franco inculava la moglie, e ne era felicissimo, appena entrato lanciò un urlo di felicità, e iniziò a stantuffare, sembrava un pistone impazzito, si mese anche a dare delle pacche sulle natiche della bella moglie come per dare la cadenza con una mano, mentre con l’altra si appoggiava alle sue reni. Maria-Grazia dimenava le natiche con grande piacere tutto la stava stimolando oltre al cazzo che sentiva dentro l’intestino, anche le pacche che il marito le dava contribuivano a renderla più sensibile alla cavalcata, si sentiva proprio una troia che deve essere montata senza alcun riguardo, e lo incitava a colpirla più forte, “bravo spaccami il culo, e battimi per la troia che sono, merito solo di essere battuta e inculata”.
Franco era partito e continuò così per parecchi minuti fino a che cominciò a sentirsi stanco e dovette rallentare il ritmo e smise di colpire la moglie con la mano a piatto sulle natiche che oramai le bruciavano, almeno sulla parte colpita, lei ne fu delusa, e lo disse:”tesoro continua a picchiarmi, sculacciami bene perché sono una gran puttana e me lo merito”, Franco era un po’ esausto e aspettò un po’ si fermò anche, e le disse: “tesoro, calma abbiamo un sacco di tempo” restando piantato dentro il culo di Maria-Grazia.
Lei allora mentre erano in questa pausa gli disse:” Franco, oggi in ufficio ci sono andata senza biancheria intima, e quando il mio capoufficio mi ha offerto il caffè, io gli ho offerto il dessert, e mi ha scopata come l’ultima delle troie nel suo ufficio, mentre gli altri di là lavoravano, perciò fai bene a sculacciarmi per bene me lo merito dacci dentro, battimi bene il culo”.
Franco era perplesso, non capiva cosa le prendeva, perché si sarebbe inventata una storia simile, per farsi battere gli pareva un po’ pazza, ma sentì comunque un senso di gelosia che gli pizzicò il cuore.
Immaginare che sua moglie fosse andata a letto con un altro, non lo poteva credere, eppure il modo con il quale lo aveva detto sembrava vero, e se lo avesse fatto veramente? Ecco cosa si chiese ma tutto ciò fu questione di secondi, fu preso dalla rabbia e cominciò a menare sulle natiche e a restare ben piantato nel culo della moglie, fu lei che iniziò a muoversi cercando di seguire il ritmo delle pacche che il marito le dava sulle natiche, e questo fino a portarlo all’orgasmo, Franco si svuotò nelle viscere di Maria-Grazia con un grugnito di soddisfazione e lei rispose con un urlo che dava l’idea del suo enorme piacere. Poi si accasciarono sul letto, entrambi sfiniti ma ancora incastrati l’uno dentro l’altra.
Si addormentarono sfiniti, verso l’alba Franco era ancora abbracciato alla moglie, e svegliatosi, cercò di pensare perché sua moglie aveva detto di averlo tradito, forse era vero, o forse era solo un modo per provocarlo, nel frattempo si era nuovamente eccitato sentendo il calore del corpo della sua mogliettina, era proprio bella, il suo odore per lui era un afrodisiaco. Iniziò ad accarezzarla, lentamente, mise una mano nel solco delle natiche e scese lentamente ad accarezzarle la fica, nel dormiveglia Mary, reagì offrendosi,e istantaneamente iniziò a bagnarsi, allora Franco proseguì nella sua iniziativa, poi le montò sopra facendole aprire le gambe, Mary era come una bambola che si lasciava fare, la penetrò lentamente, allora appena le fu dentro,Lei con gli occhi ancora chiusi gli disse: “Grazie amore, che dolce risveglio”, e Franco iniziò a muoversi lentamente e Mary si svegliò contraccambiando e andando incontro al cazzo che la penetrava.
Finta la scopata di quella strana mattina si rimisero ad oziare nel letto, fino alle sette, poi Insieme fecero la doccia accarezzandosi e baciandosi e si congiunsero ancora scoparono dentro la doccia sotto il getto dell’acqua calda.
Mary preparò la colazione, e seduti uno di fronte all’altra si guardarono con una certa voglia di ricominciare, Mary non si era rivestita portava solo una vestaglia trasparente, e Franco aveva indossato i pantaloni del pigiama.
Franco parlò per primo e disse: ”sono contento di trovarti così calda, e disponibile, forse il mostro matrimonio sta procedendo ad una svolta in modo molto piacevole, però mi sono arrabbiato molto quando ti sei inventata quella storia di avermi tradito”, Mary arrossì violentemente, forse il modo con cui lo aveva detto non era stato dei migliori e a quanto pare Franco non aveva creduto veramente al suo tradimento, ma ora non sapeva cosa dire, lui quella notte l’aveva sculacciata e le era piaciuto, pensava che la cosa potesse finire così, ma evidentemente si sbagliava.
Franco notò l’immediato rossore della moglie, e vistala così turbata, le chiese: “era una tua invenzione per scatenarmi un po’ ?” lei taceva, “vero?” insistette lui.
Allora Mary gli disse la verità che era sotto l’effetto del trattamento come le aveva spiegato Caterina e se oggi fossero andati da lei assieme le avrebbe spiegato che non era stata una cosa prevista, non aveva il controllo della situazione, e quindi era accaduto, ma lei non voleva tradirlo.
Franco restò zitto per un paio di secondi colpito dalle parole della moglie, poi alzatosi di scatto le diede un ceffone, Mary non osò fare nulla, stette lì immobile, sorpresa, mai suo marito l’aveva colpita, adesso temeva per il loro matrimonio, cosa avrebbe fatto, l’avrebbe lasciata? Questo era il suo pensiero, magari la picchiasse ancora ma che non l’abbandonasse, prese un po’ di coraggio si alzò e avvicinatasi al marito che le dava le spalle, vicino alla porta lo abbracciò da dietro, sussurrandogli di perdonarla era tutta colpa della terapia glielo aveva spiegato Caterina “ma se mi ritieni totalmente colpevole, puniscimi, picchiami, ma non mi abbandonare ti amo troppo”. Lui si voltò e le disse che per quel giorno, lei era meglio che non andava a lavorare, di telefonare che non stava bene, poi nel pomeriggio sarebbero andati da Caterina assieme, e lui avrebbe deciso cosa fare solo successivamente.
Mary disse che avrebbe fatto tutto quel che voleva, era disposta a qualsiasi sacrificio per salvare il loro matrimonio.
Ebbero una lunga conversazione con Caterina, la quale disse loro che il comportamento di Maria-Grazia era dovuto soprattutto alla frustrazione perché per molti anni si era sforzata inibendo quella che era la sua naturale inclinazione per il sesso, in quanto erroneamente convinta che il sesso era un serio problema che l’avrebbe distrutta se si fosse lasciata andare, la prima parte della terapia probabilmente aveva rotto il suo sistema inibitorio, ma l’uso di una sostanza eccitante era stato sottovalutato, in quanto certamente lei non ne aveva bisogno, l’errore è consistito nel non fare una terapia più lenta e lunga ma certamente altrettanto efficace, che sicuramente non avrebbe causato questo atteggiamento smodato, ma di ciò era corresponsabile Franco avendo messo fretta a Mauro il quale aveva insistito anche con lei per accelerare la terapia.
Alla fine concluse che era sua convinzione che la soluzione migliore per Maria Grazia sarebbe stato un periodo di degenza in una clinica dove fare tutte le analisi del caso sotto stretta sorveglianza in modo da non correre rischi e aiutarla a prendere consapevolezza delle sue pulsioni.
La clinica a cui pensa non è una clinica come si può pensare con strutture sullo stile ospedaliero, anzi sembra un centro vacanze con dei bungalow, dove Franco può venire tutte le sere a pernottare e il fine settimana e così continuare a lavorare, lei invece sarebbe seguita durante il giorno dal personale sanitario, e farebbe delle sedute quotidiane che serviranno a verificare la sua naturale indole e analizzare in profondità ciò di cui ha bisogno.
Accettarono entrambi questa soluzione, e già quella sera sarebbero andati nella clinica, il tempo di passare da casa a prendere il minimo indispensabile per il ricambio.
IX.
Giunsero all’ingresso di un parco si annunciarono all’interfono che si trovava prima del cancello senza nemmeno bisogno di scendere dalla vettura, e il cancello di aprì elettricamente, entrarono e percorsero con l’auto almeno cinquecento metri prima di giungere al primo fabbricato, pareva un’ antica villa ottocentesca, con una gradinata davanti all’entrata, parcheggiarono l’auto e salirono, la porta si aprì automaticamente nell’atrio c’era un bancone alto dietro al quale si trovava una receptionist, molto elegante con un tailleur scuro, portava un cartellino dorato con il suo nome Mme Elizabeth W. Parlava con accento straniero probabilmente francese, molto cortesemente li fece accomodare ad un tavolino, disse che erano attesi dal dottore, ma prima avrebbero dovuto compilare una scheda, si trattava di una semplice formalità per la registrazione in attesa che la dottoressa Caterina C. portasse la loro cartella.
Ciò fatto seguirono una infermiera che era appena giunta e li guidò fino allo studio del dottore Giorgio M. il quale li ricevette con molta affabilità mettendoli a loro agio, era un uomo di circa cinquanta anni dall’aspetto sportivo asciutto, i capelli appena brizzolati aveva dei riflessi d’argento, insomma come la receptionist e l’infermiera che li aveva preceduti tutti avevano un aspetto molto attraente e in buona salute.
Il dottore fece loro un po’ da cicerone, mostrò su un video un filmato del centro, con tanti bungalow che offrivano un discreto comfort, e una buona privacy, solo il personale medico poteva entrare direttamente nel bungalow in quanto in possesso delle chiavi, quindi non c’era di che preoccuparsi, avrebbero potuto stare lì tranquillamente, entrambi come se fosse la loro abitazione abituale, infatti disse nel lato est della tenuta abbiamo degli ospiti fissi, che abitano qui e preferiscono così, rinunciando totalmente alla loro abitazione e acquistando una villetta nel nostro villaggio.
Comunque come ospiti avrete tutto il servizio che vi può offrire un grand Hotel, ma se lo desiderate potete farvi anche da mangiare per conto vostro, è una vostra scelta, oppure pranzare con gli altri nella sala da pranzo, né più ne meno che come fareste se foste in vacanza, anzi prendete tutto ciò come una vacanza alternativa.
Il dottore doveva avere un sistema di chiamata perché interruppe la conversazione e ritornò l’infermiera che li precedette verso un uscita laterale, era una ragazza di poco meno di trent’anni, molto appariscente con un fisico molto bello, chiese a Franco di consegnarle le chiavi dell’auto che sarebbe stata parcheggiata dietro alla villa nel posteggio riservato agli ospiti, uscendo consegnò lei stessa le chiavi ad un inserviente il primo uomo che incontrarono, era vestito di blu una specie di uniforme come gli uscieri, prese le chiavi senza dire nulla e si allontanò. Usciti c’era un veicolo elettrico, di quelli che si usano nelle grandi fabbriche per spostarsi all’interno oppure nei campi da golf. Salirono e l’infermiera si mise alla guida.
Fecero circa un chilometro prima di vedere oltre una collinetta una serie di villini con prato all’inglese tutto intorno, si fermarono davanti all’ultimo, l’infermiera disse che era quello che era stato prenotato per loro.
Entrarono c’era un bell’ingresso, che si allargava in un soggiorno molto ampio e ben illuminato da una porta finestra enorme che dava sulla parte dell’ingresso, un banco all’americana separava il soggiorno dalla cucina, una specie di tapparella a soffietto teneva chiusa la visuale, ma bastava farla scorrere per avere in comunicazione la cucina.
La cucina era ampia con un tavolo al centro con quattro sedie, ed era moderna e funzionale. Da lì si passava sul retro della casa c’era una piccola veranda e una piscina non molto grande una decina di metri, in piena estate doveva essere magnifico, ma per ora era vuota.
C’era un ripostiglio e una camera che poteva fungere da studio, e vicino il bagno che teneva separato lo studio dalla camera da letto, la camera da letto era classica, c’era una porta che dava sul bagno senza dovere uscire dalla camera da letto, un comò e una specchiera con tavolino da toilette, e una porta che dava su uno stanzino che fungeva da armadio.
Era comoda e funzionale, l’infermiera spiegò che si presentò, si chiamava Laura, e sarebbe stata a loro disposizione per ogni cosa, se desideravano fare acquisti di qualsiasi genere bastava fornirle una lista e lei avrebbe provveduto, se preferivano mangiare nella sala ristorante bastava che lo dicessero a lei, e avrebbe prenotato un tavolo decidendo già il menu che preferivano oppure potevano scegliere più tardi sulla liste giornaliera, come avrebbero preferito.
Scelsero per la prima sera di cenare al ristorante, allora la ragazza disse che sarebbe passata a prenderli alle otto di sera, da domani potrete andare da soli, quando avrete assegnata una delle nostre vetture e avrete preso confidenza con il luogo.
Alla sera puntuale Laura arrivò indossava un abito semplice, ma non aveva più l’uniforme da infermiera, e aveva un impermeabile, disse che benché fosse già primavera inoltrata le serate erano ancora fresche.
Giunsero fino ad un altro complesso di abitazioni, e Laura spiegò che lì c’era il ristorante, inoltre un supermercato, una serie di negozi vari, una serie di palestre, così che non mancasse nulla delle comodità esterne, infatti anche la gente del villaggio permanente viene a fare la spesa lì o a frequentare la palestra, invece quell’edificio azzurro e bianco è il poliambulatorio, ci sono i medici anche per le patologie più semplici per tutte le visite, da quelle ginecologiche a quelle specialistiche.
-Domani potrete già fare il primo giro, domani mattina l’accompagnerò personalmente presso lo studio del dottore in questo edificio per il primo incontro, signora- le disse.
Il ristorante era proprio come un ristorante di medio livello quanto a comfort ed eleganza, aveva circa seicento posti, su tre sale.
Laura spiegò che a volte c’erano delle feste in cui era obbligatorio l’abito da sera allora tutto veniva allestito in modo da apparire come nei galà che si vedono nei film, o come alla “belle epoque” anche con spettacoli di cabaret, è veramente magnifico.
Franco e Maria-Grazia chiesero a Laura di cenare con loro la quale accettò volentieri, infatti disse che le piaceva pranzare in compagnia. Fu di buona compagnia in effetti, parlarono del più e del meno, cose banali come i film o la musica che piaceva loro, se viveva lì anche lei, ecc.
Come spiegò loro, per convenienza preferiva abitare lì, in questo modo aveva l’alloggio gratis, c’era tutto quello che serviva e inoltre restando lì ed essendo a disposizione poteva guadagnare molto di più, solo un paio di volte al mese usciva e andava a casa dalla madre per trovarla.
Finita la cena si ritirarono, Laura li accompagno al loro alloggio e se ne andò chiedendo a Franco a che ora avrebbe dovuto partire per il lavoro, sarebbe venuta lei a prenderlo, poi da domani sera avrà un veicolo interno a sua disposizione, Franco ringraziò e le chiese di passare per le sette e mezza.
Passarono la loro prima notte tranquilla, anche la frenesia dell’eccitazione a cui era stata soggetta Maria Grazia pareva attenuata, certamente l’effetto delle sostanze era praticamente finito.
L’indomani mattina molto puntuale, Laura venne a prendere Franco lo accompagnò fino alla sua autovettura, e lasciatolo partire ritornò al bungalow dove Maria Grazia era rimasta, si era alzata ma non si era vestita, aveva tenuto solo la vestaglia e stava facendo colazione con calma, quando Laura entrò in cucina, ne fu un po’ sorpresa, e sussultò trovandosela all’improvviso davanti, Laura le disse: “sei sorpresa, tranquilla ti abituerai, sai io sono l’infermiera che ti è stata assegnata e perciò vado e vengo, un po’ come se si fosse in una corsia d’ospedale, vedrai fra qualche giorno ti sembrerà tutto più normale”.
“sì forse hai ragione, però mi sembra strano che qualcuno entri senza che io ne abbia il controllo, scusami mi ci dovrò abituare” e sospirò.
“questa mattina, appena sei pronta ti porto al centro per la prima seduta, la dottoressa Caterina sarà qui alle nove, quindi hai tutto il tempo di prepararti”, “ah bene, cominciamo subito, sono contenta, verrà sempre la dottoressa?” “ sì certo, ovviamente non viene tutti i giorni, ma due volte alla settimana è qui, inoltre collaborerà con lei anche il dottor Giorgio, così le cose saranno forse più veloci, ma la tua dottoressa è Caterina, quindi è lei che ti segue nel tuo percorso”.
Maria Grazia andò a farsi la doccia, appena uscita trovò nella sua camera Laura che le diede un vestito azzurro, senza maniche aveva un elastico in vita e una cerniera che dall’inguine risaliva fino al decolleté, l’elastico faceva esaltare il giro vita e la gonna si allargava, le disse che quello era l’abbigliamento per gli ospiti in osservazione, e che era inutile che indossasse biancheria intima, infatti aveva ammucchiato un po’ tutta la sua biancheria sul letto, le disse che quella sarebbe stata portata in magazzino e messa in un armadietto con il suo nome, le sarebbe stata resa solo quando lascerà la clinica, nel frattempo avrebbe indossato solo quello che le sarebbe stato passato dalla clinica.
Le lasciò due vestiti dei suoi, entrambi eleganti ma che erano facili da togliere, due sottovesti che erano trasparenti, e le calze e vari altri capi d’intimo eccetto le mutandine ed i reggiseno.

Alle nove puntualmente giunsero presso il centro della clinica, Laura la fece denudare una volta entrata nello studio, in tutto questo nulla differiva con quanto avveniva nello studio privato di Caterina.
Era da qualche minuto stesa sul lettino, Laura era uscita, quando entrò Caterina, le si avvicinò si sedette vicino a lei sul lettino, e le chiese come stesse, se trovava la sistemazione piacevole, alcune normali banalità poi le disse che avrebbe pensato di riprendere la terapia con l’ipnosi, in questo modo potranno fare emergere meglio quei lato della sua personalità che ancora non sono emersi, le disse che anche prima avrebbero fatto meglio a seguire quella tecnica prima di stimolare i suoi sensi, probabilmente adesso sarebbe tutto più chiaro anche per lei, e non avrebbe avuto quell’avventura in parte provocata dalla stimolazione artificiale, ed in parte per via della sua indole, certamente perché nulla avviene se non fa parte del nostro più profondo inconscio, che abitualmente teniamo nascosto a noi stessi, ma se lo conosciamo possiamo invece scegliere come affrontare le nostre fantasie.
Caterina le fece un’iniezione, poi le indicò un pannello simile a quello del suo studio, che iniziò a proiettare una spirale che roteava, e le parlava con tono monotono, fino a portarlo ad una stato di torpore, poi le chiese di parlarle delle sue fantasie sessuali più segrete.
Mary, era in un altro ambiente con la mente e iniziò a raccontare quello che non voleva ammettere, e che spesso pensandoci si masturbava da sola in casa.
Oltre alle immagini della memoria di quel periodo in cui al campeggio, era stata trattata come carne da piacere, per gli amici del suo ragazzo di allora, anche di come si era fortemente eccitata all’idea di essere una puttana che non possa negare nulla e nessun piacere, essere di fatto costretta a dire di sì ad ogni richiesta sessuale, le era piaciuto e ne era rimasta al contempo spaventata, ma ciò che l’aveva portata a rifiutare questo lato della sua personalità era stato il fatto che il ragazzo che lei amava e al quale riteneva di appartenere, l’aveva abbandonata mentre lei aveva fatto tutto questo oltre che per il suo piacere anche convinta che a lui piacesse che si comportasse così.
Da ciò era scaturito il suo rifiuto nel restare coinvolta dal sesso, voleva fortemente essere una donna onesta, e allora viveva di nascosto le sue fantasie masturbandosi in solitudine, malgrado desiderasse tanto di appartenere a qualcuno.
Fu una seduta di un ora, in cui emerse il fatto che una delle fantasie più frequenti era quella di essere costretta a rapporti sessuali con il suo capo ufficio, per ottenere un aumento o un avanzamento all’inizio e poi solo per mantenerli.
Le raccontò che soprattutto dopo che la sua amica Beatrice era stata trasferita ai piani alti dopo essersi concessa al ragioniere loro capo-ufficio, aveva spesso pensato di andare da lui e offrirsi anzi concedersi in modo totale, e pensando a questo si masturbava spesso.
Si era immaginata di essere presentata al direttore generale, il quale essendo un tipo piacente d’aspetto e anche autoritario, prendendola al suo servizio ufficialmente come segretaria in realtà come concubina per convocarla a qualsiasi ora e lei sessualmente disponibile si presentava per soddisfarlo in ogni modo.
Sarebbe stata la sua amante, o la sua prostituta, perché l’avrebbe portata ai party, e magari l’avrebbe usata per concludere contratti cedendola a uomini d’affari di tutto il mondo per siglare velocemente dei contratti, e questo sarebbe stato il suo ruolo, e se non sarebbe stato soddisfatto un cliente che non chiudeva il contratto si sarebbe arrabbiato punendola, e lei si sarebbe piagata ai suoi voleri, questo la eccitava in modo assoluto, nulla era per lei più eccitante di poter essere così.
Era molto eccitante per lei fantasticare su queste situazioni, anche se però non avrebbe mai voluto fare del male a suo marito.
Raccontò quindi per una mezz’ora circa le sue fantasie, quelle più recondite che la sua mente elaborava solo quando era sola nel suo letto o nel bagno di casa e si masturbava pensando e sognando situazioni simili, e raccontò di quante volte si era vergognata dopo averle pensate, e se il marito l’avesse scoperta, perché in fondo lei si sentiva in colpa per questi suoi tradimenti mentali.
Appena Caterina la fece risvegliare, Mary si accorse di essere eccitata, chiese con un filo di voce a Caterina se si era masturbata, com’era già accaduto, Caterina le disse di no, e che era segno che poteva controllare meglio la sua eccitazione, ed era un ottimo segnale quindi avrebbe presto trovato il suo equilibrio se lo desiderava.

Caterina le disse che adesso poteva già cominciare con una terapia, dal momento che lì alla clinica sarebbe stato più facile, ma voleva parlare anche con Franco prima di decidere, nel frattempo avrebbe dato istruzioni a Laura per occuparsi di Lei, e avrebbe dovuto obbedire a Laura senza discussioni.
Maria Grazia rispose che avrebbe fatto tutto quello che le avrebbe ordinato Laura.
In fondo non dover decidere nulla e lasciare che gli altri decidessero per lei, le consentiva di sentirsi giustificata, e la eccitava anche, c’era questo senso di abbandono sensuale, che in lei si stava lentamente ritrovando come quando era una adolescente, e si sentiva costantemente eccitata.
Laura entrò, e ricevette dalla dottoressa Caterina una cartellina con le istruzioni in merito al trattamento da applicare con Maria Grazia.
Nel frattempo Maria Grazia si era rivestita, e attese, quando l’infermiera le fece cenno di seguirla, uscirono assieme.
X.
Laura era adesso un po’ più seria, e non parlò fino a quando non furono fuori, le disse allora che andavano a fare un giro per conoscere bene tutti i posti che avrebbero potuto essere utili nel futuro e si recarono subito al Mercatino.
Fecero la spesa, e prima di rientrare al villino, si recarono a vedere la palestra, dove Mary potè vedere che molte signore facevano ginnastica ma tutte rigorosamente nude.
Si sorprese un po’, e Laura gentilmente spiegò che per molte era necessario prendere confidenza con il proprio corpo, e che anche gli antichi greci facevano sport nudi, era quindi una formula naturale.
Laura, prese da parte Mary e le sollevò la gonna toccandole l’inguine e carezzando la sua conchiglia, e Mary si lasciò sfuggire un gemito, infatti lei era già bagnata, avrebbe voluto fare ginnastica nuda si sentiva eccitata all’idea di poter entrare in palestra in quel modo, soprattutto perché il personale invece era vestito, quel contrasto la eccitava.
Laura le disse che era proprio calda, e che si sarebbero divertite assieme, perché adesso sarebbero andate al villino e si sarebbe occupata di lei.
Rientrate, Mary si tolse il vestito come le aveva ordinato Laura, e si recò in cucina per riporre quello che avevano acquistato nel frigo, poi versò da bere del succo di frutta in due bicchieri e ritornò in salotto dove Laura attendeva.
Allora Laura le disse di sedersi sul divano accanto a lei, e le parlò dolcemente spiegandole quanto la dottoressa avesse predisposto per lei come inizio di terapia, in casa doveva restare sempre nuda, per uscire avrebbe indossato solo quello che lei le avrebbe consentito e comunque sempre senza biancheria intima.
Attenderemo che la dottoressa abbia parlato anche con tuo marito dopo se lui sarà d’accordo metteremo in pratica la terapia che la dottoressa ha pensato per te.
Tu desideri qualcuno di autoritario, che ti domini, è questo di cui hai bisogno, l’hai spesso negato e cercato di metterlo nella parte più lontana del tuo cervello, ma così non vivi la tua sessualità in modo pieno e questo con il tempo ti può fare del male, a livello psichico.
Infatti c’è un tale blocco in te che probabilmente è per questo che non sei riuscita a rimanere incinta.
Io ti insegnerò tutto quello che devi sapere, ti addestrerò per essere una spogliarellista, e se tuo marito darà il consenso parteciperai al prossimo spettacolo di cabaret, e farai uno spogliarello davanti agli ospiti della clinica.
Infatti qui potrai vivere molte fantasie come gli altri in totale sicurezza, poi vedremo come procedere per il resto.
Nel frattempo io sarò la tua istruttrice e sorvegliante, e a me dovrai una totale obbedienza, e sappi che se infrangerai una qualche regola sono autorizzata a punirti.
Mary restò un po’ perplessa e chiese in cosa consistessero le punizioni. Laura le disse che di volta in volta potevano essere decise in base alle circostanze, dalla semplice sculacciata, all’uso di posizioni in contenzione costretta da legami, se è il caso per le mancanze più gravi anche lo scudiscio.
Mary restò perplessa e disse che lei non voleva essere sculacciata, e che non poteva accettare di essere trattata come una bambina, e che era meglio interrompere tutto subito, voleva tornare a casa.
Laura le rispose che forse avrebbe dovuto sentire suo marito prima di prendere decisioni così importanti, nel frattempo, visto che contestava la sua autorità era il caso di cominciare a prendere provvedimenti.
Con una mossa rapida anzi fulminea, Mary si ritrovò con le mani dietro la schiena, un paio di manette che certo Laura aveva portato con sé e di cui non si era accorta, le serravano i polsi, messa in ginocchio con il busto sul divano, una gragnola di colpi ben cadenzati si abbatterono sulle sue natiche.
I colpi erano forti e costanti, un ginocchio di Laura la teneva schiacciata premendole sulle reni, il dolore si irradiava dalle sue natiche, e i suoi pianti e le sue suppliche non commuovevano la sua assalitrice, ma contemporaneamente cominciava a sentire un liquido che le bagnava le cosce si rese conto che stava eccitandosi, quella situazione era incredibilmente oltraggiosa e il suo corpo invece di ribellarsi si stava eccitando.
Mary ebbe un orgasmo sotto la battitura della mano forte di Laura, la quale accortasi di questo smise di sculacciarla.
Laura la fece sedere in braccio a sé, carezzandola dolcemente e consolandola, perché Mary si vergognava di avere goduto sotto i colpi della bella infermiera. Laura le disse che questo era previsto, la dottoressa le aveva detto che lei era profondamente masochista, ma non lo voleva ammettere, e che la prova era ora palese anche per lei, aveva goduto sotto le sculacciate che le erano state inferte.
Era assurdo negarlo od opporsi, altrimenti avrebbe sofferto inutilmente, lei era il tipo di donna che gode nel dolore e nella sottomissione, si tratta solo di stabilire fino a che livello, e in quali contesti è opportuno che lei possa vivere questa esperienza.
Nessuno nella clinica la giudica, perché ognuno di noi ha una sua sessualità, c’è chi gode nell’esibirsi, chi nel fare l’amore di gruppo, chi nel dominare, chi nel sottomettersi e tanti altri modi, qui puoi essere chiunque tu voglia, e tuo marito ha già capito questa tua tendenza, solo dobbiamo valutare come ti comporteresti davanti ad un pubblico, e per questo io sono qui per occuparmi del tuo addestramento, e per prepararti per tuo marito.
Se lui questa sera darà il suo assenso domani inizieremo le prove per uno spettacolo di spogliarello nella sala cabaret, nel frattempo ti preparerò per ricevere tuo marito questa sera secondo le regole di come deve essere una moglie sottomessa e obbediente.
Le fece questo discorso continuando ad accarezzarla, e Mary era nuovamente eccitata, teneva la testa appoggiata alla spalla dell’infermiera.
A quel punto Laura la scrollò e le disse: adesso basta, scendi, mettiti in ginocchio davanti a me e ascolta con attenzione.
Mary alzò il viso verso di lei e pigramente scese dalle ginocchia dell’infermiera e si mise in ginocchio, e allora Laura le elencò le regole di comportamento.
“per primo ti rivolgerai sempre a me e a tuo marito dandoci del lei, e con un tono sottomesso, mi chiamerai signora e tuo marito signore, o padrone, nell’accogliere tuo marito ti inginocchierai e gli bacerai la mano, in segno di rispetto, farai le pulizie nuda preparerai la colazione, la cena ed il pranzo nuda poi indosserai calze con reggicalze bianchi, grembiulino, e servirai in quella tenuta, questo in casa e quando non ci sono ospiti, per abituarti a stare in abiti succinti”.
“Hai capito ?”
“Sì signora” rispose Mary.
“bene allora adesso comincia con il riordinare la cucina, e poi passa alla stanza da letto, questa sera quando tuo marito arriverà dovrà trovare tutto in ordine.
Mary si alzò e iniziò i suoi compiti di cameriera.
Non capiva come poteva sentirsi così leggera e tranquilla, il discorso che Laura le aveva fatto le pareva così semplice e logico e lei si rendeva conto che effettivamente si sentiva veramente tranquilla a suo agio, era la prima volta dopo anni che lei si sentiva perfettamente nella sua pelle, era stata repressa per tanti anni negando la verità, lei era masochista, si vergognava di essere nuda e di dover stare nuda in presenza di quella giovane donna, ma era anche eccitata, non sapeva se sarebbe riuscita a sottomettersi totalmente e a chiamare suo marito padrone, ma certo si rendeva conto che dentro di sé nelle ultime settimane era avvenuto un qualcosa che le permetteva di leggere con chiarezza nella sua più profonda intimità, lei godeva nel sottomettersi, e un orgasmo sotto una sculacciata era una cosa incredibile che l’aveva sconvolta e anche turbata ma era innegabile che alcuni suoi sogni ora poteva metterli in pratica, e che per la sua tranquillità emotiva doveva farlo per conoscere a fondo se stessa.
Pulì e mise in ordine la cucina con poca fatica era tutto in ordine in quella casa, preparò un pranzo leggero per sé e per Laura, e poi si affacciò in salotto annunciando che era pronto.
“Signora, ho finito di preparare il pranzo”. Laura che si era distesa sul divano a leggere si alzò, prese per mano Mary e andò in cucina.
Le disse: “indossa il grembiule e le calze che sono sul letto, e poi ritorna per servire, la prossima volta devi essere già in uniforme prima di annunciare il pasto, sappi che per questo verrai punita, ma lo faremo stasera quando ritornerà tuo marito”. Mary rispose con tono sommesso. “si signora”.
Andò nella stanza da letto, dove Laura aveva preparato il tutto per lei, indossò le calze che erano ricamate con disegni floreali sulle caviglie e sulla fascia delle cosce, disegni bianchi, indossò le scarpe con i tacchi a spillo, e mise un grembiule bianco, allacciato dietro al collo, la parte anteriore inferiore le copriva l’inguine, e quella superiore i seni ma non totalmente, le parti laterali erano scoperte in quanto non potevano essere contenute dall’indumento.
Così si presentò alla Signora Laura, la quale si complimentò per la sua tenuta e per l’eleganza con la quale la indossava.
Laura si accomodò a capotavola e Mary la servì con diligenza, poi si sedette a sua volta con Laura quando questa la invitò a consumare il pasto assieme a lei.
Parlarono del più e del meno, come fossero amiche, ma sempre Mary si ricordò di darle del lei, poi verso la fine del pasto, Mary si alzò per preparare il caffè, e allora, Laura le spiegò che le avrebbe insegnato a ballare nei giorni prossimi spogliandosi, è già stato previsto un costume bellissimo della fine settecento come stile, ma che dovrà essere spogliata da due “soubrettes”, mentre lei danzerà, sarà una cosa molto bella ed elegante.
Mary si sentiva eccitata, chissà se avrà in coraggio di andare fino in fondo, questa esperienza la eccita la sua mente non fa che pensare all’idea di essere nuda di fronte a molte persone, e la eccita, lei la mogliettina timorosa si sta piano trasformando in una bomba erotica.

Arrivò la sera, ed era molto ansiosa, quando arrivò suo marito, che suonò alla porta Mary cose letteralmente ad aprire, lo accolse inchinandosi e baciandogli la mano, lui l’abbracciò, la baciò sulla bocca e lei si lasciò fare docilmente, poi entrarono in salotto, dove Laura era seduta sul divano, lo salutò cordialmente.
Appena seduto in poltrona, Franco rivolto alla moglie le disse di andargli a prendere qualcosa da bere, cosa che lei fece con sollecitudine.
Franco rivolgendosi a Laura disse che aveva parlato con Caterina nel pomeriggio, e che era d’accordo che iniziasse subito l’istruzione di Maria Grazia, che per la prossima settimana farebbe la sua esibizione nello spogliarello.
Mary rientrando con il drink aveva sentito il marito dire questo e si inchinò rossa in volto dal piacere e dalla vergogna per tutto questo, ma era proprio questa sua vergogna che la eccitava.
Franco disse: “ la schiava è sempre a sua disposizione in mia assenza e lei potrà addestrarla secondo quelli che sono i criteri che ritiene più opportuni, ma sia chiaro che essa ha un solo padrone, e se lei le infligge una punizione sarà doveroso poi che me lo riferisca, io valuterò se è stata legittima o meno, e se sufficiente o insufficiente”.
Mary restò stupita di come Franco fosse entrato così rapidamente nel suo ruolo.
Franco disse alla sua moglie-schiava “mia cara,io ti amo, ma sarò inflessibile con te, so di certo per essermi documentato in merito grazie a una cartella fornitami dalla dottoressa che una schiava può essere facilmente indotta in tentazione da chi ha sufficiente autorità, e tu potresti trovando qualcuno un po’ autoritario tradirmi, e questo non è ammissibile, se dovrai soggiacere a qualcuno è solo perché io te lo avrò ordinato, nel caso contrario sarai severamente punita, sono stato chiaro?”, Mary abbassò lo sguardo e disse in un filo di voce “si signore”.
Laura allora riferì a Franco che riteneva che Mary dovesse essere punita per non essersi presentata in tenuta adeguata all’annuncio del pranzo, e che aveva atteso il suo ritorno per stabilire la punizione.
Franco sorrise e ringraziò della delicatezza di Laura, e disse: “lascio a lei la scelta della punizione, per questa fase iniziale, in fondo è la sua istruttrice, e voglio vedere come procede”.
Laura disse: “ per questa prima volta io opterei per una ventina di sculacciate con la paletta”, Franco si disse d’accordo.
Mary venne fatta inginocchiare sulla poltrona con il busto appoggiato allo schienale, Laura andò a prendere la paletta, era una specie di paletta da “squatch”, ma ricoperta di cuoio.
Mary era in attesa, e fremeva se rese conto che l’attesa la metteva in uno stato d’ansia terribile, alla fine, Laura si mise dietro di lei, Mary contrasse le natiche, era una visione stupenda e Franco seduto sul divano in modo da poter gustare lo spettacolo, si beava di quel mappamondo, il culo di sua moglie era superlativo,e adesso che lei era anche la sua schiava avrebbe potuto goderlo appieno.
La punizione iniziò, e Mary sussultò sotto il primo colpo, lanciò un piccolo grido soffocato, cercava di sopportare con dignità la sua punizione, ma sapeva che presto avrebbe potuto eccitarsi a tal punto che suo marito avrebbe visto quanto lei era sgualdrina, al punto di godere sotto le sculacciate di un'altra donna.
Mary stava facendo l’impossibile per resistere sotto i colpi ben cadenzati di Laura, le sue natiche si contraevano spasmodicamente, appena si rilassava, il colpo cadeva impietoso sui suoi glutei, oramai iniziavano ad arrossarsi, ad ogni ulteriore colpo lei resisteva sempre meno, e i suoi gemiti divennero ben presto degli urletti, ma contemporaneamente la sua fica si bagnava, tutta la situazione era per lei fonte di eccitazione mista a vergogna.
Quando Laura ebbe colpito per la ventesima volta il mappamondo di Mary, le si accostò infilandole le dita nella passera bagnata, e portandola all’orgasmo.
Franco si alzò si slacciò la patta dei calzoni ed estratto il suo membro congestionato dalla compressione, era veramente eccitato di avere visto sua moglie battuta in quel modo e come godeva, questa era una donna diversa da quella che aveva conosciuto in tutti quei anni di matrimonio, e gli piaceva anche di più, le infilò il cazzo nella passera, entrò come nel burro tanto era bagnata dall’orgasmo appena avuto, e con pochi colpi la portò al parossimo, mentre la stantuffava, Mary stava rigodendo indecentemente, ebbe una serie di orgasmi in successione fino a quando suo marito non godette dentro di lei, con un piacere che forse non avevano mai provato prima.
XI.
L’indomani mattina, al primo squillo della sveglia, Mary si alzò, spegnendo subito la sveglia, si recò in cucina mise sul fornello il caffè, e infilò due fette nel tostapane, si sciacquò rapidamente sotto la doccia, asciugatasi, indossò le calze con il reggicalze, bianchi, ed il grembiule, prese il vassoio e lo preparò due fette di pane, un po’ di burro su un piattino, una tazza di caffè, una tazzina con della marmellata ai mirtilli, così si recò nella camera da letto.
Entrata poggiò il vassoio sul tavolino da teletta, aprì le tende, e si avvicinò al letto, e baciò il marito sul volto, e dolcemente lo chiamava, “mio Signore, la colazione è pronta”.
Franco si destò, si appoggiò al cuscino, che aveva sollevato dietro di sé, guardò sua moglie, le toccò le natiche, le ordinò di girarsi, e ammirò quel stupendo fondoschiena ancora rosso per la sculacciata della sera precedente, le diede una piccola pacca sulle natiche e le disse: “su portami la colazione”.
Mary si affrettò a prendere il vassoio e a portarlo al marito lo depose a cavallo su di lui grazie era costruito appositamente con dei sostegni per poterlo poggiare sul letto ai fianchi del corpo di chi consuma la colazione.
Franco si imburrò una fetta di pane, vi mise un po’ di marmellata, e affondò i denti nella colazione,si sentiva affamato, avevano fatto l’amore tutta la notte, ed era piacevolmente stanco, mangiata metà fetta ne offrì la metà rimasta alla moglie, la quale si inginocchiò a fianco del letto e si lasciò imboccare, anch’essa aveva fame.
Fece lo stesso con il caffè e ne diede da bere alla moglie, dopo di lui, erano come una coppia nuova che ricomincia da un punto diverso la propria vita matrimoniale.
Franco si alzò e andò in bagno a lavarsi, mentre Mary portava il vassoio in cucina, dopodiché andò a tirare fuori i vestiti del marito li depose sul letto dopo che lo aveva rifatto, in modo che lui trovasse tutto pronto.
Franco la chiamò dal bagno, e lei accorse, lui le disse di asciugarlo, e lei lo fece, si occupava del marito con grande devozione, in fondo il suo amore l’aiutava molto nel suo essere così disponibile, lo asciugò e terminato il suo compito lui la baciò con grande passione, dopo le disse di andare in camere ad attenderlo perché doveva per forza andare via non voleva mettersi a prenderla subito lì adesso, e mentre lei si girava le diede una pacca sul culo, lei protese le natiche verso la mano del marito offrendosi, ma lui non poteva trattenersi e le disse di sbrigarsi, e di andare in camere, giunto lì, si vestì rapidamente, e poi con la Mary che lo accompagnò all’uscio, sempre pronta ad un suo cenno, si fermò prima di uscire la baciò e le disse: “amore, sei certa di voler proseguire in questo gioco ? “ lei rispose :”si amore mio”.
“Allora, mi raccomando dimostrati obbediente con Laura”. Lei rispose: “si Padrone, ubbidirò ad ogni suo ordine”.
Franco dopo un altro bacio uscì, e si recò al lavoro.

Mentre era in auto telefonò a Mauro, e gli espose quanto era accaduto ultimamente, e di come le cose si stessere mettendo sotto una luce totalmente diversa, aveva una moglie che adesso lo avrebbe soddisfatto e in fondo lo doveva al suo amico e medico di fiducia.
Quando la settimana prossima ci sarà la prima esibizione nello spettacolo della moglie pensava che anche Mauro avrebbe dovuto essere presente e lo invitò allo spettacolo, Mauro accettò con entusiasmo, e disse che già aveva saputo da Caterina con la quale era in contatto che c’erano stati degli sviluppi nel loro rapporto, e a quanto pare erano anche abbastanza positivi.
Laura entrò nella casa e trovò Mary intenta a lavare i piatti, aveva atteso che Franco uscisse per entrare, si affacciò alla cucina e rivolgendosi a Mary la quale sobbalzò dalla sorpresa, non l’aveva proprio sentita entrare, le disse: “appena hai finito di riordinare la cucina, ti aspetto in salotto”, Mary ripresasi rispose “si signora”.
Dopo un po’ appena finito si recò davanti alla sua istruttrice, la quale le impose di inginocchiarsi davanti a lei, e le disse che dovevano cominciare le prove, mise un disco sull’impianto hifi, e le disse pronta adesso quando inizia la musica, balleremo assieme segui i miei movimenti.
Iniziarono a ballare, Mary seguiva i movimenti della bella Laura, e cercò di memorizzare bene tutti i movimenti, li ripeterono per tutta la mattinata, era sudata e distrutta.
Laura disse: “ adesso basta, andiamo a farci una doccia poi pranziamo e oggi pomeriggio andiamo a fare le prove per il vestito”.
Fecero la doccia assieme e Laura palpò bene il corpo di Mary facendola godere e Mary ricambiò come poté la sua istruttrice, era evidente che Laura aveva una esperienza maggiore.
Pranzarono insieme e poi vestitasi con un semplice abitino senza biancheria, come era oramai suo dovere uscì con Laura.
Andarono in un laboratorio di sartoria, c’erano un paio di signore, due sarte di circa quarant’anni, Laura la fece entrare e con tono di comando le disse di sedersi e attendere.
Mary era un po’ scioccata che avesse usato un tono così autoritario davanti a degli estranei, ma obbedì e si sedette su una poltroncina, in attesa, sentiva che la guardavano e si poteva notare le sue gote rosse dall’imbarazzo.
Laura si ritirò dietro una tenda con una delle sarte, e dopo poco si affacciò e la chiamò orinandole con tono autoritario di entrare.
Mary imbarazzatissima obbedì, una volta dietro alla tenda, la Sarta le disse: “spogliati”, Mary si voltò verso Laura ma lo sguardo di questa era chiaro avrebbe dovuto spogliarsi in presenza di questa donna.
Si tolse il vestito e rimase nuda visto che sotto non portava nulla, con il vestito tenuto pudicamente davanti a sé, Laura le si avvicinò e le disse “metti il vestito su quella sedia, e sbrigati o ti porto di là e ti sculaccio davanti a tutti” Mary era rossa di vergogna, ma di fronte alla minaccia si precipitò ad obbedire restando esposta allo sguardo ironico della sarta.
La sarta si avvicinò e cominciò a prenderle le misure, fianchi, petto, i seni poi li misurò anche partendo dal collo ai capezzoli, e anche da sotto fino ai capezzoli.
Braccia spalle cosce, le fece divaricare le gambe, e misurò anche il taglio della sua patatina, lo spazio tra le cosce in varie posizioni, mentre lo faceva la toccava e malgrado la vergogna che provava Mary non riusciva a non sentirsi turbata, e si rendeva conto che si stava bagnando sotto le dita della sarta.
Fu a quel punto che la donna si sollevò, Mary teneva la testa bassa ed era rossa di vergogna, la sarta le prese il mento tra le dita e le fece sollevare il volto, le disse: “guardami!” Mary aprì gli occhi, e guardò quella donna dal viso severo, dai tratti duri, non brutta, era anche abbastanza bella ma il suo atteggiamento le metteva soggezione, la sarta si rivolse allora a Laura :” è molto bella, ed è così deliziosa quando arrossisce di vergogna da farla desiderare ancora di più!”.
Laura assentì, e infierì dicendo: “ sì, prova vergogna, ma come avrai notato si bagna come una vacca malgrado la vergogna e quello che è più interessante è che raggiunge l’orgasmo sculacciandola, ieri l’ho sculacciata due volte, e ogni volta ha goduto la troia”.
La sarta era felice di vedere come la loro conversazione metteva in imbarazzo Mary, e allora mise la mano sulla fica di Mary, e poi le sue dita penetrarono nella calda e accogliente fessura della donna perfettamente lubrificata.
Mary si lasciò sfuggire un gemito, che era di piacere oltre che di imbarazzo, ma aprì di più le cosce per agevolare l’introduzione delle dita della donna, la quale restò felicemente sorpresa nel constatare l’arrendevolezza della schiava infatti adesso aveva rotto gli indugi e la masturbava apertamente e commentava ad alta voce : “questa è una delle schiave più calde che siano passate di qui, è perfettamente bagnata malgrado la vergogna, sarà un vero piacere per te cara Laura avere l’incarico di addestrarla” Laura assentiva: “ si è non solo bella ma molto calda, sembra avere tutte le doti necessarie per essere una perfetta schiava, non se ne trovano molte di questo livello”.
Mary ascoltava ma le loro parole le giungevano lontane come se si trovasse in un sogno, e quel che contava era solo arrivare all’orgasmo, aveva aperto tutte le sue dighe, e stava godendo sotto le dita esperte di quella donna, infatti l’orgasmo la colse all’improvviso, e sentì solo che le gambe la stavano abbandonando, ma Laura la trattenne da dietro, tra le sue braccia per impedirle di cadere.

Erano trascorsi parecchi giorni e Laura ogni giorno faceva fare esercizi a Mary per il suo spettacolo, quel pomeriggio dovevano solo andare dalla sarta per provare l’abito e poi solo eventuali ritocchi, il sabato avrebbe dovuto esibirsi nello spettacolo.
Nel frattempo erano arrivate le due ragazze perché l’ultima prova doveva essere assieme alle ragazze che l’avrebbero spogliata, erano due giovanissime ragazze forse venti anni o poco più.
Una era bionda e una castana, entrambe molto belle, ben fatte, entrando non la degnarono di uno sguardo, lei era vestita con un corpetto bianco, e con una serie di gonne sovrapposte.
Quando Laura la chiamò, con un tono che non ammetteva repliche si avvicinò e le parole che udì furono per lei fonte di grande vergogna. “questa schiava è alla sua prima esibizione, e non è una professionista, sta a voi sopperire ai suoi difetti per fare sì che lo spettacolo sia decente, lei come si spoglia si eccita e non capisce un granché”.
La bionda delle due senza degnarla di uno sguardo, disse: “ un’altra troia incapace di trattenersi, io le insegnerei come trattenersi, se dipendesse da me”.
Laura la guardò severa “ cosa vuoi dire che io non so come farmi obbedire?” la giovane fece marcia indietro e disse “non volevo mancarti di rispetto, pensavo solo che con un po’ più di frusta si possono ottenere molti risultati” Laura ribadì “tesoro questa cagna quando la frusti raggiunge l’orgasmo” e tutte e tre si misero a ridere.
Fecero le prove e dopo un paio d’ore le ragazze se ne andarono.
Laura allora rivolgendosi a Mary con tono più gentile di quando c’erano le due ballerine le disse: “allora sei ancora bagnata?” Mary abbasso la testa e divenne rossa, purtroppo mentre l’avevano spogliata decine di volte in quelle due ore non aveva potuto fare a meno di eccitarsi e quindi ora era terribilmente eccitata, non avendo potuto sfogare il suo desiderio.
Laura la fece sedere sul divano e si inginocchiò tra le sue gambe e iniziò a leccarla, con passione e Mary non poté fare a meno di godere finalmente dopo ore di attesa.
Poi ricambiò il favore con trasporto alla bella Laura, e rimasero abbracciate sul divano, Laura aveva deciso che era giusto anche prendersi un po’ di riposo.
XII.
Alla sera quando Franco rientrò, cenarono insieme da soli, e le volle parlare seriamente, per cui lei doveva essere sincera con lui, dovevano parlare come marito e moglie e chiarire tutto ciò che in qualche modo poteva cambiare la loro vita per sempre.
Franco le disse: “io ti amo, voglio che tu lo sappia, e voglio sapere se i tuoi sentimenti per me sono altrettanto veri” Mary gli rispose:” Ti amo anche più di prima, mi sento veramente più me stessa da quando sono qui che non nei sette anni passati”.
Franco proseguì: “tesoro, voglio sapere se ti rendi conto di quanto sta accadendo, e se vuoi che continuamo ad approfondire questo rapporto di tipo sadomaso?”
Mary: “ io mi sento di appartenerti, desidero appartenerti ed essere sottomessa a te o a chiunque tu decida, per me è così appagante, in molti momenti è difficile, mi vergogno molto ma contemporaneamente ci godo in modo pazzesco, non riuscirei più a farne a meno, sì io voglio essere totalmente tua”, Franco: “ ti rendi conto che questo potrebbe implicare delle conseguenze che al momento forse non immagini, vedi per essere precisi, è molto difficile che noi da soli riusciamo a non finire per annoiarci di questo gioco, e ho parlato sia con Caterina che con Giorgio e con Mauro, i quali mi hanno detto che molti di loro fanno questi giochi di ruolo, con dominatori e dominati, vedi mi hanno proposto di entrare in un Club, dove altre persone hanno gli stessi gusti, e questo potrebbe implicare che dovrei dividerti con altri soci di questo Club, voglio che ci pensi attentamente prima di dire di sì, perché poi è difficile tornare indietro, la vita potrebbe non essere più la stessa”.
Mary guardò il marito, e poi dopo un lungo silenzio, abbassò gli occhi e si lasciò cadere in ginocchio davanti a suo marito, disse: “desidero ardentemente essere la tua schiava, e non posso desiderare un padrone diverso da te e se tu mi ordinerai di andare con altri io ti obbedirò ciecamente come la devota schiava che desidero essere”.
Franco guardò sua moglie: “allora se sei pronta alla sottomissione totale ed incondizionata, domani dopo lo spogliarello sappi che ci sarà una cerimonia, durante la quale davanti a tutti gli invitati che ci saranno noi celebreremo una specie di matrimonio, io te nuovamente ma con una nuova formula nella quale tu ti dichiarerai come mia schiava e rinuncerai alla tua volontà per sottometterti alla mia in modo totale, dipenderai dalla mia autorità in tutto e per tutto. Accetti?”
“Si io accetto di appartenerti in modo totale, avrai come è giusto totale autorità su di me, e io sarò docile e sottomessa come deve essere una brava schiava”.

L’indomani mattina quando Laura arrivò trovò una Mary molto tesa, le parole del marito la sera prima l’avevano messa in uno stato d’ansia, Laura capì cosa le stava accadendo, e le disse di non preoccuparsi, è vero che quanto stava accadendo era come se fosse un nuovo matrimonio, ma non doveva preoccuparsi di nulla, tutto sarebbe andato bene.
Quel giorno dovevano solo fare una prova con il vestito, era una ripetizione di quello che sarebbe avvenuto alla sera.
Alla sera alle ventidue, Mary era pronta vestita di tutto punto, aveva un abito bianco composto di otto gonne una sopra l’altra, sotto portava un sorsetto bianco ricamato con delle rose, tutte rosa, un tanga bianco che si allacciava in vita ai lati delle anche, sopra il corsetto portava un top senza spalline bianco, che le copriva i seni, e aveva un velo come quello di una sulla testa, i capelli erano stati acconciati in tanti boccoli, raccolti sopra la testa, sembrava una sposa del settecento.
Le due soubrettes, erano vestite in modo più leggero una tunica, una rossa e una nera, senza spalline la quale aveva una cinta di elastico sotto il seno, arrivava loro quasi alle caviglie.
Alle 22,30 si fece silenzio nella sala, dove tutti attendevano, i posti erano occupati dai vari ospiti della clinica, quindi c’erano varie persone che certamente Mary non aveva conosciuto, e i famosi soci del Club, nonché tra questi i suoi amici, il medico Mauro, la psicologa Caterina, e Laura e forse altre persone che conosceva ma non sapeva quali sarebbero state.
La musica iniziò e il sipario si aprì, allora con le due soubrettes una per ogni lato che la tenevano per le braccia, in modo che fossero ben aperte si avanzarono sul palco, erano ovviamente abbagliate dai vari faretti, non potevano vedere nulla e questo forse avrebbe facilitato lo spogliarello.
Mary eseguendo il passo di danza come le aveva insegnato Laura si avanzò, e quando furono al centro, le ragazze prima si staccarono, per farla muovere da solo e loro ballarono intorno a lei, fino a quando ad un dato momento, non si fermò al centro, allora le due giovani si avvicinarono e le slacciarono la prima gonna aprendola come un ventaglio e si allontanarono e Mary avanzò lasciandole con la gonna nelle loro mani che correndo dalla parte opposta gettarono dietro al sipario.
Proseguirono il balletto, e passarono gonna per gonna fino all’ultima lasciando al bella Mary con il sorsetto solo e il tanga, lei ballava oramai ubriacata dalla musica, cercando di non pensare a dove si trovava e a quante persone erano presenti in sala.
Quando entrambe la presero per le braccia e la fermarono al centro della scena una le mise le braccia dietro la schiena e l’altra le slaccio il corpetto e facendosi di lato quella davanti e abbandonandola quella dietro, si portarono via il corpetto lasciandola a seni esposti, Mary sapeva che però adesso il tanga sapeva toglierselo da sola.
Piroettò alcune volte su se stessa, e poi continuando a ballare restando sul posto ma ancheggiando sganciò uno dei fermagli laterali, girò e fece vedere che era slacciato, giratasi di spalle slacciò anche l’altro, e tenendo lo slip, con una mano davanti e una dietro, lo fece scivolare sulla sua patatina, e alla fine con un gesto teatrale ed improvviso lo lanciò lontano dal palco verso la sala, a quel punto la musica cessò e lei rimase a gambe aperte e braccia aperte verso l’alto, al centro della scena, aveva su di sé oramai solo la ghepière che le lasciava il seno e le parti intime scoperte, le cinghiette della ghepière sostenevano le calze bianche, ed aveva i guanti bianchi anch’essi che le arrivavano fino sopra i gomiti, il velo da sposa le copriva il volto.
Restò così per poco più di cinque secondi allora le due fanciulle l’affiancarono, e lei offrì loro le braccia ognuna la prese per un polso e la condussero fino alla scalette che portava dal palco alla sala.
Un applauso scaturì dagli astanti, e Mary allora si svegliò rendendosi conto di essere nuda in mezzo a una platea di gente, alcuni faretti si spensero e permisero un visione della sala, c’erano molte persone, e i tavoli erano disposti in due zone lasciando al centro un corridoio che portava fino in fondo alla sala dove era stato allestito un tavolo con una tovaglia rossa dietro ad esso vi era un uomo vestito di scuro con una fascia rossa in diagonale, e davanti c’era suo marito Franco che l’attendeva.
Mary più che esposta con quella biancheria che indossava, ma con le parti intime ben visibili percorse con le sue damigelle che la scortavano tutto il percorso davanti a tutta quella gente, fino a raggiungere suo marito per la cerimonia che il giorno prima aveva accettato di fare.
Giunta davanti al tavolo a terra c’era un cuscino rosso Franco le fece cenno di inginocchiarsi, cosa che lei fece, le due soubrettes, fecero un passo indietro, e allora l’uomo che portava la fascia rossa, iniziò a parlare, come se stesse celebrando un vero matrimonio.
Informò gli astanti che erano lì riuniti che la cerimonia in questione consisteva in un impegno solenne da parte di Mary nel offrirsi come schiava del marito rinunciando ai tutti i suoi diritti di donna libera.
Le disse che adesso avrebbe letto la formula di rito al termine della quale lei doveva dire “lo voglio”.
Ed Iniziò: “Mary, vuoi tu rinunciare a tutti i tuoi diritti di moglie e donna libera, per sottometterti totalmente a Franco il quale avrà un’autorità assoluta nei tuoi confronti, potrà disporre del tuo tempo e del tuo corpo a suo piacimento, e ubbidirai ad ogni suo ordine e agli ordini di chiunque egli deciderà ai quali ti ordinerà di sottometterti, Mary lo vuoi tu?” Mary: “si Lo voglio”.
“Franco, vuoi tu accettare questa donna, come tua schiava per sottometterla e dominarla nel corpo e nella mente come meglio lo riterrai opportuno?” Franco: “si la accetto”.
Ebbene per i poteri che mi sono conferiti da questa assemblea io vi dichiaro Padrone e schiava,fino a quando lo vorrete secondo le regole della confraternita del Dominio”.
Franco si accostò alla moglie e le cinse il collo con un collare nero, e le agganciò un guinzaglio, la fece alzare e salire sul tavolo, le ordinò di piegarsi appoggiandosi sui gomiti e di tenere le natiche rivolte verso la sala, un faretto la illuminava da dietro.
A quel punto il cerimoniere disse: “ per consacrare la sua schiava il padrone assesterà sei colpi di frusta sulle natiche come azione simbolica della presa di possesso della schiava”.
Franco colpì le natiche protese di Mary, con un gatto a nove code, per sei volte, poi le ordinò di restare in quella posizione affinché tutti gli invitati possano ammirarla a loro piacere.
A quel punto lui andò a sedersi dall’altra parte del tavolo, avendo il suo volto davanti a se, guardò sua moglie, e si sporse e la baciò, le sussurrò di mantenere la posizione, lei assentì con un gesto del capo, e ben sapendo che in quella posizione si poteva vedere le natiche segnate, ma anche il solco e la sua fica, dal momento che le sue cosce erano divaricate.
Era molto bagnata, e sapeva perché il suo marito-padrone glielo aveva annunciato, tutti gli invitati sarebbero passati a toccarla per constatare la sua sottomissione e accettazione.
Nel frattempo, servirono un pasto leggero e ogni tanto Franco le dava un bocconcino da assaggiare, ma era contenta che fossero bocconi piccoli perché avrebbe fatto fatica a mangiare in quella situazione.
A mezzanotte venne fatta alzare e tenendola per il guinzaglio, Franco la portò fuori senza farla rivestire, e lei lo seguì docilmente, fino al loro alloggio, per quello che era l’inizio della sua nuova vita.

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