Il regalo di compleanno (seconda parte)

Scritto da , il 2019-05-04, genere trio



Quando Giancarlo, il mio amante segreto, mi tolse la benda, vidi una ragazza, sicuramente giapponese, ai piedi del letto; giovane, sotto i trent’anni, molto carina, minuta ma ben fatta, completamente nuda. Ad un cenno di Giancarlo mi sciolse i foulard annodati che mi bloccavano le caviglie al fondo del letto, mentre lui mi liberava i polsi.
Mi sedetti sul letto sorridendo soddisfatta di quanto avevo “subito” come regalo di compleanno. Per quanto soddisfacente al massimo era però stato un preliminare, noi due non avevamo ancora scopato. Mi lesse nel pensiero o forse era tutto ben programmato. Si spogliò rapidamente anche lui e presto fummo nudi in tre: io, lui e la ragazza giapponese. Si distese supino sul letto con la sua erezione in bella vista (aveva evidentemente apprezzato il regalo che mi aveva fatto anche come spettatore) e mi fece avvicinare a sé, aiutandomi a impalarmi nel suo membro durissimo e pronto. Appena fui in posizione cominciai ad alzare ed abbassare il bacino per godere entrambi, ma lui mi fece un gesto con la mano aperta per farmi fermare. Lo feci ed immediatamente sentii che la giapponese si era inginocchiata dietro di me sul letto e iniziava a carezzarmi il collo e la schiena, fino alle natiche, con dita esperte. Era un piacere fortissimo: lei dietro e lui dentro. Mentre il massaggio proseguiva avvertii che stava montando un orgasmo. Fu molto soddisfacente e vidi il viso del mio amante, sotto di me e dentro di me, che sorrideva.
“Ora tocca a me” disse “Ricomincia a muoverti”. E mentre la ragazza spariva dalla stanza dirigendosi verso il bagno, io mossi velocemente la mia pelvi portando Giancarlo ad una rapida eiaculazione dentro di me.
Quando mi alzai, dopo un po’, il suo sperma cadde sulla sua pancia e lo leccai via piano piano.
Beh, come regalo di compleanno non era stato male. Qualsiasi cosa avesse in mente per la serata mio marito, non avrebbe superato il mio fantasioso amante.

“Hai fame?” mi chiese Giancarlo all’improvviso mentre ci vestivamo.
“Proprio fame no, ma un po’ di appetito sì” gli risposi.
“Ottimo. Ho quello che ci vuole. Il regalo non è finito qui”.
E mi portò nella stanza da pranzo, dove, distesa sopra il tavolo, giaceva nuda e supina la ragazza giapponese.
“E ora che succede?” gli chiesi e mi chiesi incuriosita al massimo.
“Siediti” intimò.
Lo feci e poco dopo tornò dalla cucina con un vassoio di sushi assortito. Pose i vari pezzi, uno per uno, sul corpo nudo della giapponese, fra i piccoli seni e il pube non rasato. Mi offrì due bacchette di legno e disse: “Buon appetito!”.
La scena era surreale, la ragazza praticamente immobile faceva da espositore di vivande. Mangiai tre o quattro pezzi di sushi, era molto buono. Dopo un po’ Giancarlo stappò una bottiglia di prosecco e lo versò delicatamente sull’ombelico della ragazza. Di qui il liquido pieno di frizzanti bollicine scese verso il triangolo pubico e si raccolse nella piccola coppa formata dal pube e dalle cosce ben chiuse della giapponese. Il mio amante si avvicinò e ne bevve un po’, invitandomi poi a fare altrettanto. Fu una esperienza nuova e divertente, il sapore del vino era favoloso, la presentazione eccezionale.
Prima di andare via scopammo ancora una volta in tre, con Giancarlo che mi penetrava a pecorina, entrambi in ginocchio sul fitto tappeto del salotto, e la giapponese che, dietro di lui, lo stimolava con le mani e con la lingua fra schiena e natiche. Godemmo parecchio entrambi. La ragazza non so e non mi importa.
Ma ricordo che quando andai via da quella casa lei era ancora lì, e, per le scale, mi domandai se fosse rimasta solo per ricevere il pagamento o anche per altro.
Gelosia per una escort? Forse un po’…

Quando il giorno dopo lo chiamai per ringraziarlo del regalo, mi ricordò che il mese successivo sarebbe venuto il suo compleanno.
“Hai già in mente qualcosa?” mi chiese
“Ci devo pensare” risposi.
“Beh, ti ho detto già più di una volta cosa mi piacerebbe…”
E, ricordando che mi aveva confessato che la sua fantasia preferita era di sculacciarmi a culo nudo, cominciai a preoccuparmi un po’…

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