Il crociato e il giovane berbero 2

di
genere
gay

Ildebrando si svegliò come suo solito all’alba, sulle palme da datteri che crescevano attorno all’accampamento gli uccelli cantavamo la gloria del signore.
Gli ci volle un momento per capire che si trovava in una tenda e non nel suo palazzotto di Betlemme, poi ricordò, si era fermato per la notte, ospite del capo berbero, in quell’accampamento a una decina di chilometri dalla città.
E per la prima volta nella sua vita aveva giaciuto con un uomo!
Mohamed era il secondogenito del capo e aveva una trentina d’anni, circa l’età di suo figlio, il figlio che il crociato aveva lasciato in Italia, a gestire i suoi possedimenti a Norcia.
Ora il giovane uomo era sdraiato di fianco a lui, sulla morbida pelliccia di montone che li aveva accolti quella notte, era ancora assopito, gli dava la schiena e, dovette ammetterlo suo malgrado, era veramente un bell’uomo.
Capelli lucenti, folti e neri, la pelle scura, la schiena muscolosa, i glutei rotondi e sodi, coperti di una estesa peluria nera, gambe e polpacci forti e pelosi.
A quella vista un brivido di eccitazione lo sorprese, e ancora di più lo sorprese sentire il suo pene, che, probabilmente memore del pompino della notte prima, cominciò a ergersi voglioso.
Ripensando alla sera prima, non poté non interrogarsi su quanto gli stava succedendo, mai aveva guardato il corpo di un uomo con cupidigia e mai avrebbe pensato di poterne essere attratto.
Ma era quello che stava facendo ora, lo guardava con un misto di dolcezza e di bramosia.
Oltre che un soldato, era un uomo di una certa cultura e sapeva bene che greci e romani non disprezzavano la pederastia, anzi, le relazioni tra gli uomini maturi e i giovani erano accettate e addirittura considerate normali, però sapeva bene che la morale cristiana la condannava.
Ma dopo quello che aveva visto sui campi di battaglia non poté non chiedersi se il suo credo fosse nel giusto, troppe infamie compiute nel nome del Signore aveva visto in quegli anni.
Troppi bambini innocenti massacrati, troppe donne violentate, troppo orrore per non chiedersi se, quanto veniva predicato dal clero fosse proprio la parola di Dio.
Mentre la sua mente faceva questi ragionamenti la sua mano si mosse come avesse una volontà propria e si posò sui quei glutei torniti, saggiandone delicatamente la durezza.
Il ragazzo si mosse nel dormiveglia, incrociando le gambe e mettendosi leggermente di sghembo.
Bastò questo languido movimento per eccitare ancora di più il crociato, che non poté resistere oltre, si avvicinò per baciare quella pelle dorata, scese con le labbra lungo l’infossatura che divideva in due quella schiena così muscolosa, scese lentamente con i suoi baci dalle scapole verso il fondoschiena, fermandosi in basso, affondando il viso nel triangolo di peli che puntavano verso la linea tra i glutei.
Ne inspirò il penetrante odore maschile, eccitandosi ancora di più, li allargò con le mani e continuò la discesa di baci infilando il naso adunco e le labbra tra quelle natiche meravigliose.
Il cazzo ormai puntava ribaldamente verso l’alto mentre la sua lingua iniziava a sollecitare quel buco proibito.
I sospiri che provenivano dal suo amante gli fecero capire che si stava risvegliando e che apprezzava molto quei baci.
Come gli sarebbe piaciuto che anche sua moglie, quando era in vita, avesse apprezzato quelle attenzioni nello stesso modo.
Invece non gli aveva mai concesso volentieri il culo, e le poche volte che l’aveva presa come una cagna lo aveva dovuto fare con la forza, subendone poi per giorni le intense rimostranze.
Mohamed invece girò il volto per guardarlo, gli sorrise e in latino gli sussurrò :
“prendimi cristiano!”
Un colpo al cuore.
La ciotola con l’unguento usata la sera prima per il massaggio era lì di fianco, Ildebrando ne prese un po’ con le dita e se la distribuì sul grosso cazzo ormai durissimo, massaggiandolo in su e in giù per lubrificarlo a dovere, ne usò anche un poco, mettendoselo su un dito, per preparare quel buco nero e peloso che gli veniva offerto e poi, allargandogli le cosce, si posizionò alle spalle del ragazzo.
Sfregava il membro tra le sue natiche, facendolo andare avanti e indietro o facendone premere la punta contro l’ano per prepararlo alla penetrazione.
Gli prese i glutei tra le mani e li allargò per bene in modo che l’orifizio rettale fosse ben esposto e ci puntò contro la cappella, premette leggermente per farla entrare ma il buco era troppo stretto e il ragazzo si irrigidì inarcando la schiena e lasciando uscire un lamento di dolore.
Ildebrando non pensava di incontrare tutta quella resistenza, ma evidentemente per il suo amante si trattava della prima volta esattamente come per lui.
Di nuovo la situazione gli ricordò sua moglie, i suoi gemiti la prima volta che l’aveva presa, deflorandola lentamente, cercando di farle meno male possibile.
La cosa lo eccitò ancora di più, ma non voleva ferire il ragazzo, per cui proseguì con estrema lentezza.
Ritornò a stimolarlo con un dito, poi man mano che i muscoli si rilassarono ne inserì un secondo.
Quando gli sembrò che potesse esserne pronto a ricevere il suo largo pene ritornò di nuovo a puntarvi contro la cappella.
Ora sembrava entrare più facilmente, ma il ragazzo si lamentò ancora e lui di nuovo si fermò, non voleva assolutamente fargli male, si chinò su di lui facendo aderire il ventre peloso alla sua schiena, gli morse il collo e le spalle dolcemente e gli sussurrò nell’orecchio di non temere, che avrebbe fatto piano, che non voleva fargli del male.
Ovviamente il ragazzo non poteva comprendere il dialetto umbro con cui gli parlava, ma ne capiva il senso e la dolcezza, e rispose girando la testa per farsi baciare sulla bocca.
Le loro lingue si cercarono e si allacciarono in un lungo bacio molto sensuale.
Di nuovo il vecchio soldato non poté non confrontare quel bacio così intimo con i freddi baci che riceveva al tempo dalla moglie.
Ricordava molto bene come lei ritenesse che i baci poco casti che lui le chiedeva fossero suggeriti dal demonio e come si facesse baciare quasi esclusivamente sulle guance.
Com’era meraviglioso invece baciare quel giovane uomo, quale meravigliosa unione dei loro spiriti in quei baci, come potevano essere una manifestazione del male, i loro corpi si stavano per fondere in un unico essere e quell’amplesso non poteva che essere una lode al Signore, quale che fosse.
Spinse ancora un poco in modo che il pene vincesse l’ultima resistenza e lentamente, un centimetro alla volta, scivolasse dentro.
Poi, sempre molto lentamente cominciò a muoversi avanti e indietro dentro di lui, sempre stringendolo teneramente, sempre baciandolo, sempre sussurrandogli dolcemente parola amorevoli nelle orecchie.
Si capiva che il suo giovane amante soffriva ancora, ma poco a poco i deboli gemiti di dolore si trasformarono in gemiti di piacere, fino a che anche il bacino del giovane iniziò a muoversi al ritmo lento di quello del vecchio, assecondando le sue spinte.
Ora si muovevano insieme, respiravano insieme, e a poco a poco i respiri si trasformarono in ansimi, i sudori si mischiarono, i cuori accelerarono i loro battiti.
Fino a raggiungere un punto oltre il quale il crociato non riuscì più a trattenersi, strinse i fianchi del suo amante tra le dita, contrasse i glutei e gli scaricò nel ventre tutto il suo amore, sotto forma di fluido corporale.
Ancora quattro, cinque spinte profonde e poi si abbatté esausto e soprattutto felice sopra di lui, forse, dopo tutti quegli anni aveva finalmente trovato la sua vera strada forse aveva trovato l’amore... (continua )
di
scritto il
2019-04-21
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