Avventura con quattro trans

Scritto da , il 2019-02-22, genere trans

(Da premettere che l’avventura con l’amica trans fa parte del mio bagaglio di esperienze nel corso della mia vita e che tutto è vero. Cambio i nomi delle amiche ma loro sanno chi sono quando faccio leggere la storia e facendoci un drink iniziamo a giocare. Le bacio sulla bocca).

Erano passate circa due settimane dal primo incontro con l’amica trans brasiliana e nei giorni successivi lei mi aveva scopato a giorni alterni allargando e allenando il mio culetto a penetrazioni dure e continue.
Il ricordo di ogni incontro mi eccitava al punto che mi masturbavo ogni volta che la pensavo.
Le avevo lasciato infatti il mio numero dicendole che quando aveva voglia di godere e di farmi godere non doveva fare altro che chiamarmi il giorno prima per potermi organizzare.

Il pomeriggio trascorreva tranquillo quando squillò nuovamente il cellulare. Era lei che voleva vedermi stasera e che però mi aveva preparato una sorpresa davvero gustosa.
Di solito, come convenuto, chiamava per il giorno successivo ma stasera era eccitata e si capiva dalla voce con cui mi aveva pregato di venire.
Sul tardi iniziai a prepararmi facendo le pulizie del caso e depilando i pochi peli sul corpo; indossai un tanga di colore azzurro elettrico e delle calze dello stesso colore.

Sopra un reggiseno a balconcino che sollevava la mia seconda di seno con i capezzoli irti e liberi.
Quando pronta indossai la solita tuta, un giaccone e presi la macchina per andare da Morena (nome cambiato della mia amica trans brasiliana).
Durante il tragitto ero curiosa ed eccitata dall’idea della sorpresa e immaginavo le cose più oscene e impossibili che quel mondo trasgressivo potesse offrirmi.

Arrivata a casa sua suonai al citofono e nell’ascensore mi accorsi che avevo il cazzo dritto e in maniera oscena avevo camminato senza farci caso.
Entrata nell’appartamento Morena dopo avermi baciata mi condusse direttamente in bagno e iniziò a truccarmi in modo maniacale.
“Indossa questa parrucca bionda e queste scarpe nere…metti questa minigonna nera con spacco laterale e la camicetta di seta aperta sul davanti e sei pronta” mi disse con voce suadente nell’orecchio.
Appena pronta mi guardai allo specchio e rimasi stupito per la bellezza della creatura che avevo di fronte.
Alessia era lì con quello sguardo da troia che si ammirava con lascivia passando la lingua sulle labbra.

“Vieni in salotto e cammina come fossi in una sfilata di moda; sculetta come non hai mai fatto passandoti un dito sulle labbra rosse” mi ordinò Morena.
Uscita dal bagno mi diressi verso il salotto e nel corridoio semi oscurato intravidi la cucina dove notavo che sul tavolo c’erano i resti di una cena appena finita.

Non ci feci però tanto caso dato che camminavo ondeggiando i fianchi e la testa con i capelli che strusciavano sul seno eccitato.
Entrato in salotto le luci erano spente; solo la lampada del divano era sparata verso l’ingresso della sala oscurandomi la visuale.
Morena era già entrata e con voce calda mi chiedeva di mimare una sfilata chiedendomi di fermarmi con il fianco da un lato per poi riprendere a camminare.
Ero eccitata da quell’andatura e il rumore dei tacchi a spillo rombava dentro il mio cervello all’unisono con i palpiti del mio cuore.
Ad un tratto un piccolo applauso e i complimenti di alcune persone mi fecero fermare di colpo.

Morena accese la luce e vidi sul divano tre donne sedute vestite in maniera provocante.
Io sorrisi per la sorpresa che mi aveva preparato ma rimasi stupito poi in seguito quando si presentarono: erano tre amiche trans che avevano cenato da Morena e lei aveva trascorso il tempo ad elencare le mie doti di troia al punto che le amiche volevano a tutti i costi conoscermi per saggiare se fosse vero.
Morena un po’ gelosa aveva acconsentito di presentarmele e mi aveva chiamata in tutta fretta preparandomi al meglio per non deluderle e rimarcando che ero davvero speciale.

Mi sedetti tra di loro accavallando le gambe lisce e avvolte dalle calze velate e loro con noncuranza, durante le presentazioni, me le lisciavano con le mani calde.
Questi movimenti si facevano via via più audaci fino a palparmi le cosce interne e i glutei dal di sotto.
Mi piegavo di lato per favorire questi palpeggiamenti e la tipa verso cui avevo piegato il viso iniziò a baciarmi prima le labbra lentamente e poi con la lingua iniziò a frugarmi con violenza la bocca succhiando la mia lingua e le labbra vermiglio.
L’altra trans palpava i glutei e facendosi strada tra il tanga aveva infilato il dito dentro il mio culetto come se volesse accertarsi che ero davvero largo e accogliente.

Iniziai a gemere e il calore mi pervadeva tutta; mugolavo sotto quella penetrazione cercando di piegarmi di lato per facilitarla nell’intento.
Morena aveva preso un unguento spalmandolo dietro le natiche penetrandomi con le dita insieme all’amica.
“Vedrai ti servirà stasera, anche se so che sei larga quattro cazzi ti faranno bruciare il culetto perché non andrai via che domani mattina se ti va bene” mi diceva sorridendo.
Io mugolavo con la bocca sulla bocca dell’altra trans come per acconsentire a quelle parole.
Dopo circa una decina di minuti Morena mi fece alzare e mi disse di inginocchiarmi per prendere in bocca il suo cazzo turgido ed eccitato.
Presi posizione e iniziai a leccarlo e baciarlo tenendolo con le mani.
Le altre trans si spogliarono e si sedettero accanto a Morena la quale mi ordinava di fare lo stesso trattamento alle amiche.

I loro cazzi erano tutti davanti a me e dalle dimensioni asinine. Morena con la cappella grossa le superava tutte ma le altre avevano dei manici di tutto riguardo e tutte sopra la ventina di centimetri.
Nel leccare ed ingoiare quei bastoni mi colpì una in particolare perché aveva il bastone di carne con cappella grande ma la caratteristica era che ce l’aveva a forma di cono.
A metà lunghezza si ingrossava in modo smisurato come fosse un cono autostradale e con la mano non riuscivo a stringerlo e a chiudere le dita.
Era come una bomboletta da schiuma da barba e forse ancora più grosso; una bottiglietta d’acqua ma di carne succosa e appetitosa.

A turno mentre ingoiavo il cazzo di Morena si misero dietro di me iniziando a penetrarmi oscenamente e facendomi i complimenti per il mio corpo e il mio culetto.
Iniziai a sentirmi calda e la troia che era in me cercava di accontentarle nel migliore dei modi. Mi dimenavo cercando di assecondare i colpi dei loro cazzi fino in profondità mugolando e gemendo come una cagna ad ogni colpo che mi allargava.

Non so fino a quando sarei resistita senza la crema che mi aveva allentato i muscoli dello sfintere e nella mente ringraziavo Morena per avermela spalmata.
Ora era la volta di quel cazzo a forma di cono di Gabriella e la cosa mi spaventava un pochino. Lei non voleva prendermi a pecorina ma si sdraiò per terra chiedendomi di cavalcarla con una valchiria.
Mi misi cavalcioni sopra di lei e per prima iniziai a baciarla come una fidanzatina che scopa per la prima volta e nel frattempo, aiutata dalle altre trans, sollevavo il culo per posizionarmi sopra quel palo di carne.
Morena lo teneva con la mano puntandolo sul mio buco ormai slargato e, incitandomi a farlo mio, lo premeva spingendomi verso il basso.

La cappella entrava senza difficoltà ma a metà lunghezza sentivo che stavo allargandomi in modo osceno; credevo che si lacerasse lo sfintere e sarei dovuta ricorrere alla cure del pronto soccorso.
Morena pregandomi di non deluderla mi lubrificava in continuazione e mi baciava la schiena e i glutei.
Li tirai fuori la troia che era in me e piano piano, con respiri profondi riuscì a sedermi sopra il bacino poggiando il culo fino alla fine.
Mi sentivo aperta e rotta; mi tremavano le gambe e le cosce e l’intestino veniva rovistato in maniera oscena.
Ero bloccato da quel palo enorme che aveva sverginato la fighetta anale che mi trovavo dietro.

Morena mi baciava e si complimentava con me perché non aveva fatto brutte figure e aveva detto la verità su di me.
Gabriella iniziò a muoversi e a spingermi dai fianchi per rovistarmi il culo. Mi aveva abbracciata cingendomi la schiena e tenendomi stretta a sé mi penetrava con dolcezza ma con fare deciso.
Mi ero aggrappata a lei e la mordevo sul collo succhiando la sua spalla e la pelle incitandola a muoversi più velocemente.
I colpi iniziarono a farsi più veloci e profondi fino a quando un caldo piacevole inondò il mio ventre.
Lo sperma mi aveva riempita e lo sentivo dentro che mi regalava sensazioni piacevoli e mai provate.

Stette con il cazzo dentro senza toglierlo fino a quando l’ammasso di carne si ammosciò; lo lasciò dentro come un tappo per evitare che il liquido uscisse fuori come se volesse ingravidarmi.
Il piacere era immenso e rimanere abbracciati portava quell’amplesso ad un gradino più alto; non la semplice scopata con un’estranea ma come se ci fosse anche l’amore ad unirci.
Ad un tratto iniziai a sentire il peso di Morena che messasi sopra di me cercava di farsi spazio tra le natiche con il suo arnese di ferro e con la cappella esagerata.
Ma questo alla prossima storia.
Baci da Alessia



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