Jasmine la mia bella nonnina (6): la figlia Jessica

Scritto da , il 2011-06-09, genere incesti

Il rapporto con Jasmine incomincia a diluirsi. Non che io sia stanco di lei. È che ha trovato altri lidi in cui scaricare la sua libidine. Uno è mio fratello. Con la scusa che deve preparalo per un’incontro a tre trascorre con lui tre giorni alla settimana. L’altro motivo che la tiene lontana da me è sua figlia Jessica. Dal giorno che le feci visita in ufficio e lasciai mia zia a prendersi cura dello stato in cui l’avevo ridotta è diventata un’assidua frequentatrice del letto di Jessica. Non che a me dispiace e tantomeno ne sono geloso. Al contrario sono contento che si faccia chiavare da mio fratello e scopare da sua figlia. Per due buone ragioni. La prima è che ho ripreso intensamente a studiare. Ho più tempo. La seconda è che sto ritornando in possesso delle mie forze. Mia nonna si è dimostrata una vera mantide. Quando siamo insieme a sollazzarci è una vera furia della natura. Ed è dopo una notte trascorsa fra le sue cosce che ha inizio la mia storia con mia zia.
È l’alba quando mia nonna lascia il mio letto. Dopo un paio d’ore di sonno mi desto. È una splendida giornata. È domenica. Scendo dal letto e vado in bagno. Le camere della villa dove abitiamo sono tutte fornite di bagni riservati. Sto facendo la doccia. Lo scrosciare dell’acqua mi impedisce di sentire altri rumori. Di colpo la porta di vetro del vano doccia si apre e il viso sorridente di mia zia Jessica si affaccia all’interno. Istintivamente porto le mani al basso ventre a coprire il mio alieno.
“Cazzo, zia, è questo il modo di entrare. Mi hai fatto venire un colpo.”
“Togli le mani dal tuo coso. Prima o poi lo dovrò pur vedere. Vengo dalla cucina. Ho visto mia madre. Ha un viso da far spavento. Due occhiaie che non ti dico e guardandoti anche tu non scherzi. Questa notte ci avete dato dentro. Ve la siete spassata. Posso fare la doccia con te? Così mi racconterai di cosa avete fatto per ridurvi in questo stato.”
“Vuoi che facciamo la doccia insieme? Sei sicura di volerlo? A me non dispiace. Potrò vederti nuda che è un desiderio che ho sempre avuto.”
“Il desiderio è solo di vedermi nuda o vuoi anche qualcos’altro?”
“Beh! Sì, insomma. Tu sei una bella donna e ispiri voglie non certamente innocenti.”
“Guarda che io non sono una donna innocente. Ho molto peccato. Nel mio letto ho dato ospitalità a diversi profughi e da quello che sto vedendo anche tu vorresti trovare accoglienza fra le lenzuola del mio letto.”
Il mio cazzo si sta impennando. Jessica se ne accorge e sorride.
“Sarebbe bello farti visita in camera tua e dormire con te. Ma non posso. Sono il figlio di tua sorella.”
“Lascia stare tua madre. Da quello che vedo crescere fra le tue cosce credo proprio che non ti dispiacerebbe farmi visita. Non fare l’ipocrita. Tu ti chiavi mia madre che è tua nonna e avresti delle remore con me?”
“Ed è proprio tua madre a bloccarmi. Non so come la prenderebbe se venissi a letto con te. Sei sua figlia. Forse non le andrebbe giù se sapesse che noi due facciamo sesso.”
“Senti carino. Se ricordi ti dissi che un giorno ti avrei chiesto il conto per averti coperto. È trascorso più di un anno. È giunto il momento. Devi pagare il debito. Non oggi perché sei distrutto. Ti aspetto in camera mia sabato sera. Non stare a preoccuparti per mia madre. Stavolta tocca a lei coprirci. Ora vado via. Il tuo coso lo vedrò sabato. A sentire mia madre sei ben dotato.”
Le ultime parole mi colpiscono.
“Zia. Tu e la nonna avete parlato di me?”
“Ne parleremo sabato. Non mancare.”
Mi lascia solo con un dubbio. Un pensiero mi attraversa la mente. Vuoi vedere che nonna ha deciso di non trastullarsi più con me e che zia Jessica si è prestata per prepararmi all’evenienza? È un pensiero che scaccio subito. Che io sia sempre piaciuto a mia zia l’ho sempre, molto alla larga, pensato. Il primo concreto segnale me lo diede la sera che chiavai mia nonna la prima volta. Anche a me Jessica piace. Non l’ho mai vista nuda ne in costume da bagno. Sono però sicuro che deve avere un bel corpo. Il suo viso è uno splendore. È solare. Ispira fiducia. So per certo che è una libertina. Quando qualcuno, uomo o donna che sia, le piace non lo lascia scappare. L’ultima occasione è sua madre che credo sia da tempo che pensa di avere con lei un rapporto sessuale, cioè portarla a letto e finalmente ci è riuscita grazie anche all’occasione che io le ho fornito. Avere nel letto una donna, è più giusto dire femmina, cosi sensuale, bella, intelligente farebbe la felicità di ogni uomo. Ed io sono uno di questi. Sicuramente sabato sarò a bussare alla sua porta. Trascorro una settimana in tutta tranquillità. Le notti le passo in completa solitudine. Mia nonna non tralascia di venirmi a dare il bacio della buona notte ed il mattino viene a svegliarmi portandomi la colazione a letto. Niente altro. Capisco così che lei e Jessica hanno stipulato un accordo che mi riguarda. L’aspettata sera giunge. Siamo tutti in salone. Mia madre sta confabulando con la sua amante. Jasmine gioca a scacchi con mio fratello. Jessica è intenta a guardare la televisione. Per quanto mi riguarda i miei occhi si spostano in continuazione dal viso di mia nonna a quello di mia zia. Sono due belle donne ed ho la fortuna di essere da loro desiderato.
“Sono stanca. Vado a letto.”
È stata Jessica a parlare. Un minuto e il salone registra una persona in meno. Ancora un ora e vedo mia nonna alzarsi. Esce dal salone e ne fa ritorno dopo un paio di minuti. tra le mani ha due bicchieri con dentro del cognac. Viene da me. Mi porge uno dei bicchieri. Si china in avanti. I miei occhi incontrano la profonda scollatura della sua maglietta. Le sue grosse mammelle sono sotto i miei occhi. Non indossa il reggiseno.
“Nonna…”
“Non dire niente. Bevi. Ti servirà. Dopo raggiungi tua zia. Ti aspetta.”
Alzo il viso e le do un bacio sulla bocca.
“Jasmine ti amo.”
“Anch’io ti amo. Non dimenticarti che sei sempre il mio stallone preferito”
Mi sollevo dalla poltrona e dopo aver salutato mia madre mi precipito alla porta della camera di Jessica. Busso. Non ottengo risposta. La porta è socchiusa. Spingo il battente ed entro. Non c’è ombra di mia zia. Sento l’acqua scorrere nel bagno. Mi avvicino e sbircio all’interno. Jessica è completamente nuda è sta facendo la doccia. È la prima volta che vedo il corpo nudo di mia zia. Resto incantato dalle magnificenze delle sue forme. Ora so perché gli uomini impazziscono per lei. È alta; ha un seno che deve essere una 4 misura; Le tette si proiettano verso l’alto. Vincono la forza di gravita. Hanno il loro epilogo in due grossi capezzoli che sembrano due fragoloni; due lunghe ed affusolate gambe; un ventre piatto; un culo a mandolino. È una venere. Non riesco a muovermi. Lei apre gli occhi e mi vede.
“Sei venuto. Smettila di guardarmi. Spogliati e vieni a farmi compagnia sotto la doccia.”
“Zia non sono sicuro che faremo solo la doccia.”
“Spero proprio di no. Ti ho invitato con ben altre intenzioni. Questa sera devi essere mio. Ti voglio.”
“Jessica anch’io ti desidero.”
“Cosa aspetti. Vieni a prendermi.”
In un baleno sono nudo e già sto stringendola fra le mie braccia. L’acqua scorre sui nostri nudi corpi. Le nostre bocche premono l’una contro l’altra. Le nostre labbra si dischiudono e le nostre lingue si incontrano ora nella bocca di mia zia, ora nella mia bocca. Si avviluppano, duellano. Lei succhia la mia lingua imprigionandola fra le sue carnose labbra. Le mie mani non stanno ferme. Scivolano sul suo corpo esplorandone ogni centimetro. Si fermano sulle prosperose tette. Le comprimono. Sono sode. Le mie dita incontrano i suoi capezzoli. Li artiglio con il pollice e l’indice di entrambe le mani e li strizzo. Mia zia emette un mugolio che si spegne nella mia bocca. Di colpo smette di baciarmi. Si libera dal mio abbraccio e si gira verso il muro. Appoggia le mani sulle mattonelle e spinge indietro il bacino. Allarga le cosce.
“Prendimi. Non posso più aspettare.”
Il suo è un ordine che mi guardo bene dal disattendere. Avvicino il mio ventre al suo bacino e con la mano guido il cazzo a prendere contatto con la sua figa. Lei si agita facendo roteare il bacino. Il cazzo scivola fra le grandi labbra e si inoltra verso l’interno. La sto penetrando. Ha la vagina che sembra una fornace tanto è calda. Il mio pube si scontra con il suo bacino. Sono dentro il suo ventre. Lei spinge il bacino all’indietro. Il glande urta contro il suo utero. Un grido di dolore sovrasta il rumore dello scrosciare dell’acqua.
“Ahia! Dio com’è duro. Fai attenzione. Così mi fai male. Mi devi chiavare non devi sfondarmi l’utero.”
“Scusami zia. Non era mia intenzione.”
“Abbracciami e pompa il tuo idrante nella mia fucina. Spegni il fuoco che la divora.”
Le circondo il torace con le braccia e incomincio a chiavarla. Il mio infuocato cazzo e la sua incandescente vagina si fondono in unico corpo. Il dentro-fuori è lento. La zia mugola e nitrisce di continuo.
“Ecco. È così che voglio essere chiavata. Bravo. Hai imparato molto da mia madre. Tua nonna ti ha svezzato bene. Continua così.”
Le sue tette dondolano, ad ogni mio affondo, come due campane. Le mie mani si ancorano alle due mammelle ponendo fine al loro sballottolio. Stringere le tette di Jessica mi provoca una piacevole sensazione che si trasmette al mio basso ventre. Aumento il ritmo. Mia zia sembra un’invasata. Si agita e si contorce scatenando i miei istinti animaleschi. Fiondo il mio cazzo con sempre più irruenza nella sua fonte della vita.
“Dio. Mi sento morire. Ho avuto diversi uomini nel mio letto ma non ho mai provato tanto piacere. Dai spingi più forte.”
Non mi faccio pregare. I miei affondi la portano ad appoggiare le spalle alle mattonelle della doccia. Sento che si è irrigidita. È un attimo e poi un urlo copre il rumore dell’acqua. Ha raggiunto l’orgasmo e sta godendo. Avverto i suoi umori circondare il mio pene. Continuo a stantuffarle il cazzo nella brodosa vagina fino a quando non giunge, anche per me, il momento del piacere. Le strizzo le mammelle affondando le unghie nella morbida carne e vengo. Eiaculo dentro il suo ventre una serie di bordate di sperma che le riempiono la vagina andando ad infrangersi contro il suo utero. poi è la quiete. Jessica si rigira verso di me. Allunga una mano e chiude l’acqua. Mi guarda. I suoi occhi luccicano.
“Portami a letto.”
La prendo in braccio ed usciamo dal bagno. La poggio sul letto; mi siedo vicino a lei e faccio scorrere i miei occhi sul suo corpo su cui brillano piccole gocce d’acqua. È stupendo. Ho fatto l’amore con una meravigliosa donna. Mi rendo conto che non l’ho solo chiavata ma l’ho anche amata.
“Zia. Jessica. Ti amo.”
Lei mi guarda. Prende le mie mani e le porta sulla sua bocca. Le bacia.
“Mirko io sono anni che sono innamorato di te. Volevo essere io a svezzarti sessualmente, ma tu avevi occhi solo per mia madre. Non ho voluto mettermi fra di voi. Ero contenta che tu facevi felice mamma. Ho aspettato. Sapevo che sarebbe venuto il mio momento. Eccoti qua. Poco fa sono stata tua e ho goduto molto mentre mi prendevi. Vuoi essere il mio amante?”
“Zia vuoi che io diventi il tuo amante? Questo significa che nessun altro uomo frequenterà il tuo letto?”
“A parte mia madre ti prometto che sarai l’unico mio amore. Anche perché non ho mai amato nessuno cosi come amo te. Quelli che mi hanno scopato erano compagni occasionali. Il mio rapporto con loro durava una notte e poi più niente mi legava a loro. Con te è diverso. Tu mi sei entrato nel sangue. Ogni volta che ti vedo vado in tilt e quando non sei alla portata dei miei occhi mi innervosisco e non ragiono.”
“Tanto mi ami? Con tua madre come dobbiamo regolarci? Non ho intenzione di rinunciare a lei. La nonna mi piace.”
“Anche a me piace. Non ti chiedo di rinunciare a farle visita. Mi dispiacerebbe vederla soffrire a causa mia. Lei ti vuole bene. Ti chiedo solo di dedicarmi più tempo.”
“Zia mi stai chiedendo di trasferirmi nella tua camera. Dovremmo vivere come marito e moglie? Hai pensato che sotto questo tetto vive anche tua sorella ovvero mia madre? Per non parlare di mio fratello.”
“Tuo fratello non è un problema. Ci penserà mamma a renderlo edotto. Il problema è tua madre. Si rende necessario parlare con lei in modo franco. Il che sta a significare che dovremo dirle tutto quello che accade fra queste mura.”
“Tutto? Proprio tutto? Anche di me e della nonna?”
“Sì e non solo. Deve sapere anche di tuo fratello ed anche di quello che è nato fra me e mia madre. E’ necessario che sia messa a conoscenza. Vedrai non ne farà un dramma.”
“Povera mamma. Venire a sapere che i suoi figli si chiavano la madre ed uno di loro si fotte anche la sorella e dici che non ne farà un dramma?”
“Dobbiamo necessariamente continuare a discutere su questo argomento? Vuoi rispondere alla mia domanda? Vuoi o no essere il mio amante? Vuoi o no che io sia la tua favorita in questa casa?”
“Certo che lo voglio, ma ……”
“Niente ma. Vieni continuiamo il discorso che abbiamo incominciato sotto la doccia. Stenditi sul letto e lascia che ti ami.”
Mi distendo. Jessica rotola il suo corpo sul mio. Le sue tette premono contro il mio torace. I capezzoli sono talmente duri che sembrano vogliano penetrarmi nel torace. Incomincia a baciarmi. Prima la fronte poi gli occhi, le guance, le labbra, il collo. Si solleva quel tanto che basta per portare la sua bocca sul mio petto. I suoi baci sono brevi e veloci. Le sue calde labbra avvolgono a turno i miei capezzoli. Li morde, li lecca, li succhia strappandomi gemiti di piacere. Continua a scendere. Arriva sulla pancia e poi sul ventre. Il cazzo è impennato ed è talmente duro da farmi male. Lo vede. Lo avvolge con le dita della mano.
“Dio come è grosso. Ora capisco mia madre. Quando me lo ha descritto ho creduto che esagerasse. Devo riconoscere che ha ragione. E’ difficile, dopo anni di astinenza, non innamorarsi di una cazzo come il tuo ed è altrettanto difficile abbandonarlo dopo averlo ospitato nel proprio ventre.”
Avvicina la bocca al glande e lo bacia. Il mio pene ha un guizzo.
“Calma mio bel pisellone. Zia Jessica è qui a darti sollievo.”
Tira fuori la lingua e mi lecca il vibrante cazzo. Ululo come un lupo in calore. La sua lingua scorre, vorticando, lungo l’asta di dura carne. Arriva ai testicoli. Apre la bocca e li accoglie nel cavo orale. Li succhia. Intanto la sua mano stringe il mio cazzo e lo mena. Abbandona i coglioni e risale sempre leccando lungo il pennone. Arriva in cima e dopo aver fatto vorticare la lingua sul capo dell’alieno dischiude le labbra e le avvolge intorno al glande. Scende verso il pube facendo in modo che l’intero corpo del pene affondi nella sua bocca. Poi, come se stesse mungendolo, risale lentamente fino alla cima e prima che fuoriesca dalla sua bocca riporta le labbra a contatto dei peli che fanno da corona alla base del mio cazzo. Il mio ululato si fa più acuto. Zia ripete per innumerevoli volte lo stesso gesto. È un pompino da mille ed una notte quello che mi sta facendo. Il mio corpo smette di opporre resistenza. Sollevo il bacino e mi lascio andare. Godo. Vengo. Eiaculo. Zia non si scosta. Continua a succhiarmi il cazzo. Il mio sperma si riversa nella sua bocca e lei provvede a convogliarlo nella sua gola ingoiandolo. Dio che pompino. Jessica è stata brava. Mi ha succhiato il cazzo meglio della nonna. Glielo dico.
“Sei stata superiore a tua madre. Hai succhiato il mio cazzo in modo encomiabile.”
“Sappi che tu sei il primo uomo che ha il piacere di godere nella mia bocca. Sei il primo uomo a cui succhio il cazzo. Se sono stata brava è perché mi sono esercitata con falli artificiali.”
Si mette stesa su di un fianco ad un mio lato. La sua mano copre il mio cazzo diventato floscio. Una chiavata ed un pompino a breve distanza l’una dall’altro mandano in tilt il più capace degli uomini. Mi addormento. Mi sveglio. Credo che non sia passato molto tempo da che mi sono addormentato. Guardo l’orologio. Segna le ore 01,00. Accendo la luce sul comodino. Al mio fianco è distesa, nuda, la sorella di mia madre. Ha gli occhi chiusi. Mi sollevo a guardarla. Dio com’è bella. I suoi capezzoli sono un invito. Mi chino a baciarli. Li lecco e li titillo con la punta della lingua. Jessica mugola. Dischiudo le labbra e circondo, con esse, il grosso fragolone. Lo succhio. Con il pollice e l’indice artiglio il secondo capezzolo e lo strizzo. Zia nitrisce.
“Ihihihiiiii. Che dolce risveglio. Oh amore non smettere. Continua così.”
Non smetto. Succhio alternativamente i due grossi capezzoli. Sostituisco la bocca e la lingua con le dita delle mie mani. Senza smettere di leccare il suo corpo scendo fino a raggiungere il suo pube. Un triangolino di peli sovrasta la sua vagina. Faccio in modo da farle allargare le gambe. Lei mi aiuta. Diversamente dalla madre Jessica ha la fica completamente depilata. Ha le grandi labbra molto pronunciate. Sembrano due cornetti affiancati. Dal solco che le divide emergono le creste delle piccole labbra. Sono di un colore roseo molto carico. Inconsciamente chino la testa verso quella meraviglia. La mia bocca è sulle grandi labbra. Le bacio. Le lecco. Sono bagnate. La sua vagina sta secernendo umori. Li lappo La mia lingua incontra le piccole labbra. Le faccio vibrare. Zia emette un lungo ululato. Vedo le dita delle sue mani poggiarsi sulle grandi labbra ed aprirle. Il roseo orifizio vaginale e il pronunciato clitoride fanno la loro comparsa. La punta della lingua si insinua nello scuro antro. E pensare che quando sono nato sono uscito da una fessura uguale a quella che sto amando. Ne esploro le pareti lappando le secrezioni vaginali di cui è impregnata. Jessica mette le mani sulla mia testa e la spinge con forza verso la sua vagina. Rivolgo le mie attenzione al suo clitoride. Lo vedo che è bello pronunciato. È libero dal cappuccio. Somiglia al glande di un piccolo cazzo. La mia lingua è su di lui. La faccio vorticare su quello splendore. Lo avvolgo con le labbra e comincio a succhiarlo. Do così inizio ad un lungo e duraturo pompino. Mia zia è preda di vibrazioni. Il suo corpo vibra come le corde di una chitarra. Solleva il bacino e lo spinge contro la mia bocca. Allontano una mano da una delle mammelle e la porto in contatto con la vagina. raggruppo tre dita e la penetro. Incomincio a fotterla. Coordino il movimento del dentro – fuori delle mie dita nella sua vagina con il vorticare della lingua sul clitoride stretto fra le mie labbra. Zia incomincia dimenarsi ed a gridare..
“Uuuuuaaaaah… ti prego non riesco più a resistere. Vienimi sopra e chiavami.”
Mi alzo e mi posiziono fra le sue gambe con il cazzo puntato contro la sua vagina. Entro lentamente. Gli umori di cui è piena favoriscono lo scorrere del cazzo nella sua figa. Spingo fino a quando sento la base del cazzo urtare contro la carne della passera di mia zia. Incomincio a pompare lentamente. I nostri corpi si uniscono e poi si allontanano. Jessica incrocia le sue gambe sulla mia schiena. Accelero il ritmo. Le stantuffo il cazzo nel ventre con sempre più forza. Sento il piacere montare lungo il condotto uretrale. Sento i muscoli vaginali stringere il mio cazzo. Il corpo di mia zia si irrigidisce; lo inarca avvicinandolo al mio.
“Dio, zia. Aaaah Jessicaaaaaa sto venendooooooo”
“Iiiiihh! Amore Anch’io sto venendo.”
Dalla mia uretra esplodo una serie di spruzzi di denso sperma che vanno ad inondare la vagina di mia zia infrangendosi contro il suo utero ed andando a miscelarsi con il prodotto del suo orgasmo. Sfinito mi abbandono su di lei. Le sue braccia mi circondano. Mi bacia.
“Mirko, amore mio, sei stato fantastico.”
“Zia, tu mi piaci molto. Sono innamorato di te. Prima nel bagno ed ore qui ti ho presa per ben due volte. Ti giuro che non ti ho chiavato unicamente per soddisfare il mio desiderio di fotterti. Quando ti ho chiavato l’ho fatto con amore. Dentro il tuo ventre non ho scaricato solo sperma. Insieme al mio seme t’ho dato anche me stesso.”
Jessica punta le mani sul mio torace e mi allontana. Mi guarda con occhi che sembrano vogliano scrutarmi l’anima.
“Cosa stai cercando di dirmi?”
“Prima rispondi alla mia domanda. Tu prendi precauzioni per non restare incinta?”
Un lungo silenzio scende tra noi. Jessica si libera dal peso del mio corpo e si gira su un fianco dandomi la schiena.
“Certamente che mi premunisco contro gravidanze indesiderate. Ho sempre preso la pillola.”
Mi avvicino a lei e l’abbraccio.
“Ti dispiacerebbe se ti chiedessi di non prenderla più?”
Sento il suo corpo irrigidirsi.
“Vuoi ingravidarmi? Vuoi mettermi incinta?”
“Sì! “
“Vuoi fare un figlio con me? lo sai che sono tua zia: la sorella di tua madre? Non ti importa?”
“Jessica, io ti amo e voglio che tu diventi mia moglie.”
Jessica fa roteare il suo corpo verso di me. Mi fissa negli occhi.
“Mirko io ti amo dal momento stesso che ti ho visto uscire dalla camera di mia madre. Non so se possiamo sposarci. Sono di molti anni più grande di te. Non so se tua madre e mia madre ce lo permetterebbero. Ma una cosa non possono impedirmi di fare ed è quella di farmi ingravidare. Sappi che io non prendo più precauzioni da quel giorno. Da allora non ho più preso la pillola. Anch’io desidero che tu mi ingravidi. Voglio fare un figlio e devi essere tu il padre.”
La stringo forte a me.

Continua

P. S.: questo è un racconto di pura fantasia. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente occasionale.

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