In un timido sabato mattina.

Scritto da , il 2019-02-02, genere pulp

L'eco dei passi le sembravano come tamburi durante a un'esecuzione. E lei correva e correva, tra gli stretti vicoli di un venerdì sera ben inoltrata. Non sapeva bene che ore fossero, forse 2 o magari le 3, ma sapeva che ormai qualsiasi aiuto le sarebbe stato negato. Era inseguita da un gruppo di persone che aveva conosciuto poche ore prima in un bar. Il suo ragazzo si è fatto prendere un po' la mano e ha iniziato una rissa che lo ha visto terribilmente sconfitto e umiliato, e ora sarebbe toccato a lei, a Cassandra: una ragazza poco più che ventenne, con capelli lunghi fino alle spalle contraddistinti da un rosso naturale che da piccola è stato motivo di bullismo. Aveva un fisico atletico e snello, una 3 abbondante di seno e un culetto bello sodo. Le sarebbe piaciuto essere alta ma almeno ora la sua bassa statura da 1.54 le tornava comodo per nascondersi o scappare. Continuo a correre per ancora 10 minuti poi trovo un piccolo angolino tra dei appartamenti e uno studio legale, decise che sarebbe stato lì il suo piccolo rifugio dove aspettare.

Realizzò solo in quell'istante che la borsetta con dentro il telefono era ancora nel bar. Era completamente da sola, seduta singhiozzante in quell'angolo oscuro, vicino a dei cassetti di immondizia.

-Ecco la troietta! Venite è qui!
-Oh finalmente! Ci hai fatto correre per tutta la città e guardati dove sei ora!

Cassandra era terrorizzata, immobile e affranta. Non voleva sentire, né parlare, voleva solo ripensare al suo ragazzo. Che qualcuno lo abbia portato all'ospedale? O che sia ancora al bar feri-

Bam! Un colpo secco la fece tornare alla realtà. Ora era distesa su un lato con una guancia che le faceva male.

-ora basta con il nascondino. Disse un uomo alto che sembrava il capo del gruppetto che la stava seguendo per tutto il tempo.

Erano i 4, tutti alti e possenti. Ma c'era poco da descrivere: con il buio, Cassandra non riuscì a trovare altri dettagli utili per descriverli.

In un batter d'occhio le strapparono la camicetta bianca e le tolsero i jeans.

-NO VI PREGO, NON SAPETE COSA STATE FACENDO!

Era inutile: Cassandra pensava di aver detto quelle parole ma il terrore che stava vivendo in quel momento le fece dire una frase confusa e priva si senso. Come risposta ricevette un pugno nello stomaco e la facero inginocchiare. Le tolsero di dosso il reggiseno e tirarono fuori il cazzo.
Quello che sembrava il capo la fece alzare e la spinse d'avanti a un secondo uomo che decise di riempirle la bocca con un'asta possente di 20cm. Nel mentre Cassandra era impegnata ad avere in gola quell'enorme cazzo, il capo decise di approfittare del culo della ragazza. Sputò e entrò senza esitazione. Per Cassandra era la prima volta a prenderselo nel culo, un dolore allucinante la colse.

Movimenti rudi, sia in bocca sia in culo

-questa puttana è uno spettacolo. Così stretta qua sotto!

Cassandra si senti umiliata, forse per rabbia o forse per voglia di tentare la fuga, decise di mordere il cazzo dell'uomo che le stava fottendo la gola.

Un lamento di dolore, poi uno schiaffo e poi un altro. Il capo tolse il cazzo dal sul culo e chiamò tutti per circondarla. Lei stesa a terra coprendosi il seno si senti un topo in trappola.

-Fratelli, la troia vuole tutta la nostra attenzione!

Il ragazzo dal cazzo morso, la offese e le tiró un calcio sull'addome, poi la sollevo di peso e infilo il suo cazzo nella sua figa che ciononostante era bagnata.
Il capo andò dietro di lei e continuò a stuprare quel magnifico culo, mentre gli altri due iniziavano a segarsi con enorme piacere. Cassandra tra i mille pensieri si domandò perché non partecipavano allo stupro era perché avevano un poco di senso morale? No, la risposta era semplice:loro erano i più alti, i più muscolosi e soprattutto i più dotati. Infatti quando furono pronti dissero ai due che la stavano scopando di metterla in posizione.

Il capo si distese per terra e infilò il suo cazzo dentro la figa ben allargata, l'altro ragazzo da cazzo con ancora il segno del morso, ritentò con la bocca.

-questa volta niente scherzi troia! Disse mostrando una lama che aveva sempre nascosta nello stivale

E infine i due che non avevano ancora stuprato Cassandra. Quei mostri dai membri giganti. Cassandra era così terrorizzata da non poter far nulla. L'unico buco disponibile era quello del suo culo. Quel culo morbido e sodo, già martoriato e dolorante. Uno si inginocchió e lo inserì. La sensazione di pienezza è pesantezza condannó Cassandra. Poi arrivò anche il quarto enorme cazzo e il vero stupro punitivo inizio e terminò in quei infiniti pochi minuti.

Cassandra fu ritrovata completamente nuda, piena di sperma e singhiozzante seduta affianco a dei cassonetti della spazzatura, in un timido sabato mattina.

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