Grazie al mio Fidanzato

di
genere
etero

Mi chiamo Ilenia e quella che sto per raccontare è la storia di come io e il mio fidanzato Lorenzo siamo giunti al nostro piccolo Nirvana sessuale. Mi crea molta eccitazione parlare di questo con le altre persone e i commenti che spero di leggere in gran numero sono il vero motivo per cui sto usando il mio tempo e tirando fuori il massimo dalle mie capacità di “scrittrice”. Sono alta 1,59 metri e peso 61kg, quarta di seno e ho tutte le curve al posto giusto. Ho i capelli castani, mossi e che mi arrivano poco oltre le scapole. Il culetto non è mai passato inosservato e la carnagione della mia pelle è quella tipicamente mediterranea. Non ho mai avuto problemi a trovare cazzi con cui farmi montare ma all’epoca ero piuttosto pudica e tutte le mie fantasie le sfogavo principalmente masturbandomi. Lorenzo ha fatto venire a galla tutta la lussuria che tenevo dentro di me e non le sarò mai abbastanza grata. Ora mi sento più libera, felice e assolutamente padrona della mia vita. Il periodo in cui la mia esistenza cambiò radicalmente avevo 26 anni. Lavoravo in una libreria facente parte di un marchio famoso, nel pieno centro della mia città. Il direttore era un uomo ben oltre i 50 all’apparenza. Infatti aveva esattamente 64 anni, portati anche piuttosto male. Alto su per giù 1,80 metri, obeso e con una moglie orribile. Ah già. Era un gran porco! Lorenzo mi confidò che lo eccitava da morire vedere come il signor Giancarlo mi spogliava con lo sguardo. Mentre stavamo scopando impazziva non appena gli dicevo le frecciatine che il direttore mi tirava a lavoro. Ormai ero anche io talmente presa da quella fantasia sul mio capo che la stavo realmente facendo mia. Fin da ragazzina mi eccitava il pensiero di darla ad un vecchio, ad un ciccione o a qualcuno che difficilmente saprebbe rimediarsi un bel pezzo di figa. Ma.. un conto è masturbarsi e un conto è farlo davvero! Lo dissi a Lorenzo e lui subito mi spinse con sempre più insistenza ad andarci a letto e poi raccontarli tutto. Non solo. Sperava che dopo poco tempo sarei riuscita a convincere il direttore a scoparmi insieme a lui. Io cercavo sempre di fargli capire che era impossibile trasformare la nostra fantasia in realtà. Ma... Un giorno non ce la feci più. Ormai desideravo solo farmi scopare da quel maiale. Arrivai a lavoro vestita con una canottiera senza reggiseno, dei leggings neri e le mie scarpe da ginnastica preferite. Il signor Giancarlo notò subito che ero senza reggiseno e passò la mattina a sbavarmi sulle tette con sguardo avido. Aspettai la pausa pranzo prima di dare il via a quello che avevo in mente. Eravamo seduti nel retro del negozio a consumare il nostro pranzo. Finito di mangiare il direttore si buttava sul piccolo divano a due posti per sonnecchiare un’oretta prima di riaprire le porte ai clienti.
“Posso sedermi al suo fianco grande capo? O dovrei chiamarla mio signore?” dissi sorridendo.
“Se fossi davvero il tuo signore faresti ben più che sederti mia cara” mi rispose ridendo.
“Mi hai guardato le tette tutta la mattina” riuscii a dire sedendomi molto vicina a lui.
“Oggi con quella canottiera si notano più del solito”.
Guardandolo negli occhi abbassai la canottiera da un lato e feci scivolare fuori una tetta.
“Vorrei davvero che tu diventassi il mio padrone”.
Giancarlo si tirò su e lo vidi combattere con la voglia di buttarsi sulle mie tette e la paura che potesse esserci sotto qualcosa di pericoloso.
“Non avere paura. Voglio essere la tua puttana tutte le volte che lo desideri. Voglio che tu sia il mio padrone.. voglio che scopri, lecchi, succhi, lasci segni e baci ogni centimetro del mio corpo. Non importa se sono fidanzata o se tu hai una moglie.. anzi questo rende il tutto ancora più eccitante non trovi?”
“Non ho mai scopato una donna bella come te in vita mia.. nemmeno pagando! Mi stai imbrogliando Ilenia?”
Mi alzai dal divano e mi sfilai canottiera e leggins.. tolsi perfino i calzini. Rimasi completamente nuda a fissarlo per un momento. Poi dissi..
“Mio signore se le fa piacere può sborrarmi nella figa quanto vuole. Non vedo l’ora di succhiare ogni goccia del suo sperma dopo che ha finito di godere dentro di me”.
Giancarlo si alzò dal divano. Mi girò intorno osservandomi attentamente e scolpendo il mio corpo nella sua mente. Poi avvolse una mano intorno al mio collo e mi spinse sul divano. Allargò le mie gambe rudemente e iniziò a leccare la mia figa fradicia con la sua lingua spessa e vogliosa. Gemetti all’istante.
“Padrone si.. la prego continui così”.
Si gustava la mia figa come se fosse uno che sta morendo di fame e che si ritrova improvvisamente davanti ad un bel buffet.
“Che odore buono ha la tua figa.. e che sapore” era estasiato.
Mi afferrò le tette con una mano mentre con l’altra si portò uno dei miei piedi alla bocca. Strapazzandosi le tettone e baciandomi all’impazzata la pianta del piede mi disse che aveva sempre sognato di scoparmi.
“Lo so. L’ho sempre saputo. Ora puoi farmi tutto quello che vuoi ogni giorno”.
“Le tette! Voglio quelle tettone!”
“Si mio signore, le prenda subito!” dissi questo mettendomi in ginocchio con le mani sotto le tette e sporgendomi per offrirgliele. Il direttore mi guardo estasiato. Si mise subito a leccarle e a strapazzarle per bene. Sembrava che non si volesse più staccare da loro. Ormai erano piene di succhiotti e rossori.
“Impazzisco se non prendo subito il suo cazzo padrone”.
Non se lo fece ripetere due volte. Lo aiutai a spogliarsi e poi allargai le gambe e lo supplicai da vera troia di scoparmi e di venirmi dentro. Il vecchio ciccione aveva davvero un bel cazzo. Sentii delle scosse di piacere fortissime quando mi penetrò in un sol colpo. La mia figa avvolgeva completamente il cazzo del mio padrone. Mi aggrappai al suo pancione per spingere fino in fondo il pene. Giancarlo, che stava sopra di me, lo vidi apprezzare enormemente. Nonostante fossi sotto mi avvinghiavi al suo corpo e feci un su e giù da vera maiala. Giancarlo venì quasi subito e mi sborrò nella pancia una quantità enorme di sperma.
“Oltre al fatto che sei bellissima, non sono più abituato a certe scopate. Con quel cesso di mia moglie non succede praticamente più” disse ansimando.
“Mio signore sono felice di averle dato piacere, ora voglio pulirle il cazzo con la lingua e assaporare il suo sperma”.
Gli tastavo lentamente le palle mentre sempre lentamente succhiavo la cappella e leccavo l’asta del suo pene. Giocai con quel cazzo fino a farlo diventare nuovamente duro.
“Vengo di nuovo... ti vengo in bocca se non ti togli”.
Non mi mossi. Anzi, succhiai con maggior foga. Bevvi una bella quantità di sborra e ingoiai tutto quanto. Poi mi sdraiai e mi passai le dita tra le labbra della mia fighetta. Usciva sborra. La sborra del mio direttore. Lo guardai negli occhi e mi leccai le dita.
“Sono tua.. e questo pomeriggio mi colerà la tua sborra dalla figa mentre sarò in piedi a lavorare”. Non vedevo l’ora di tornare a casa per raccontare tutto a Lorenzo!
di
scritto il
2018-11-27
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