Devi venirmi dentro Gianni
di
Giannismart
genere
tradimenti
Ciao a tutti, sono di nuovo qui a raccontarvi una avventura avuta con una mia collega d’azienda del mio stesso paese. Questa volta proverò a raccontarla con i soli dialoghi avvenuti tra me e la porcellina, mi sembra una idea nuova.
Eh già, si tratta proprio di una porcellina, una bella ragazza ventottenne, bionda, capelli ondulati lunghi, fisico asciutto e piccoletto (1,65 m). La tipa è frizzante, un peperino, una di quelle che non la fanno troppo a vedere ma che la danno a far sentire...
Non vi annoio con il modo in cui ci siamo corteggiati, un periodo di circa due settimane durante le quali non ci siamo mai sfiorati. È stato tutto un gioco di testa ed empatia: se scopi una donna con la testa, sta tranquillo che il testo sarà una naturale conseguenza.
Ormai siamo complici e sappiamo entrambi cosa vogliamo l’uno dall’altra. Senza troppi indugi, la Invito una sera a casa mia dopo una lunga chat bollente. Lei ne approfitta perché il suo fidanzato lavora quella sera ed io sono libero, la mia fidanzata non vuole uscire nemmeno quella sera.
Quando hai giocato con una ragazza in tutti i modi con le parole, sai già che quando la avrai tra le mani non potrai far altro che mettere in pratica tutte le fantasie scambiate.
Ma veniamo a noi. Ecco che qui comincia l’incontro:
- “Ciao Silvya, ben arrivata”.
- “Ciao Gianni, ti trovo in forma”.
- “Non ti sembra troppo questo corpetto così corto? Dici che riuscirò a chiuderti la porta dietro le spalle?”.
- “Perché cosa vorresti fare? L’ho indossato per te, mi mette in mostra le gambe ma mi copre bene”.
- “Forse non avremmo dovuto scriverci per due ore prima di incontrarci. Non ho più voglia di parlare. Non credi abbiamo già parlato abbastanza? Voglio proprio vedere se sei tu quella troietta che mi ha fatto bagnare il cazzo fino a poco fa”.
- “Non dirmi che ti sei eccitato così tanto. Non sarai mica già venuto da solo”.
- “Credi ti avrei risparmiato la mia sborra calda? Sono due ore che il mio cazzo pulsa e che le palle mi fanno male.”
- “Ah sì. Non ti credo proprio”.
- “Adesso ti faccio vedere. Non parlo più. Girati subito con le mani sulla porta d’ingresso e divarica le gambe. Con questo vestitino potrò apprezzare il tuo culetto e quelle gambe fantastiche”.
- “Cosa vuoi farmi? Credo di non poter più temporeggiare. Meriti di avere quello che ti ho promesso prima in chat”.
- “Non muovere le mani dalla porta. Lo senti il mio respiro?”
- “Ti sento Gianni, ti sento. Sento il tuo odore dietro di me e posso sentire il tuo cuore battere a mille”.
- “Silvya, adesso avrai quello che meriti. Non muoverti da lì”.
- “Sono tua, fammi quello che vuoi, non posso più aspettare. Ho le mutandine inzuppate, non le sopporto più “.
- “Dici davvero?”
- “Credi di essere l’unico ad esserti eccitato prima in chat. Ho un lago qui sotto. Cosa stai aspettando”.
- “Eccoti, è tutto tuo, prendilo tutto”.
- “Dammelo porco, dammelo. Sono tua”.
- “Ma guarda come sei bagnata, mi stai colando tutto sul cazzo. Ma che razza di troia sei”.
- “È colpa tua, mi hai martoriata per due ore. La prossima volta vengo a prenderti dovunque tu sia. E devi scoparmi subito, anche se sei con quella cornuta della tua fidanzata”.
- “La prossima volta non ti scriverò. Ti chiamerò e basta. E pretenderò che tu lasci qualunque altra cosa e venga da me per farti sbattere bene”.
- “Adesso sei dietro di me: sbattimi, dai sbattimi forte. Sono la tua cagna”.
- “Dov’eri fino ad ora? Dove cazzo eri? Come ho fatto a non accorgermi prima di una collega così? Piccoletta ma con questo culetto che parla. Lo senti il mio cazzo duro?”
- “Si dai, spingi, non aver paura. La mia fighetta è stretta ma si adatta bene”.
- “Lo sento che sei stretta, quel cornuto del tuo ragazzo avrà un cazzetto piccolo”.
- “Lui non mi scopa come te, devo ammetterlo. Continua, sbatti più forte”.
- “Ti faccio male?”
- “Gioca, Gianni, giocaaaahh. Sono la tua puttanella. Non mi fai male: spingi, spingiiiii”.
- “Se mi dici queste cose, temo di non reggere troppo”.
- “Non devi mantenerti Gianni, lasciati andare, io sto godendo tanto...”.
- “Quanto sei bella cazzo, sto impazzendo, mi sento la febbre”.
- “Sbatti Gianni, sbatti. Non ti fermare, sento le contrazioni della mia fighetta”.
- “Aspetta un attimo, aspetta. Voglio entrare nel tuo culetto”.
- “No, nel culetto no. Non voglio”.
- “Ma come no, prima me ne hai scritte di ogni. Mi hai detto che sai anche raggiungere l’organo quando ti fottono nel culo...”.
- “Nel filo no. Il filo è del mio ragazzo”.
- “Non fare la stronza, devi darmi quel culetto tondo, adessooo”.
- “Ti ho detto di no”.
- “Secondo me non è vero che ti fai scopare nel culo, sei una frigidona”.
- “Infilaci due dita, stronzetto e vedi se il mio buchetto sì dilata. Dai porco, provaci. Ma non smettere di pomparmi nella fighetta”.
- “Eccoti accontentata. Cazzo, ma guarda come spariscono. Qui c’è bisogno di un vero cazzone dentro. Fammi entrare, ti prego”.
- “Oggi quel buchetto non è tuo, devi soffrire. Potrai venirmi nella fighetta stasera, questa è la mia controfferta”.
- “Non andrò avanti senza il tuo consenso. Ci proverò ancora la prossima volta”.
- “ Gianni, sculacciami , sculacciami forte, fammi sentire tua. Sto venendo, sono vicinissima”.
- “Oh Dio, sì, ti sento. Godi Silvya, godi bene”.
- “ Vengo, Gianni, vengooooo!!! Mamma mia, sono fradicia ma non fermarti. Voglio sentire te. Sai che puoi venirmi dentro? Meriti di godere bene”.
- “Ora è troppo, non posso più aspettare, ho bisogno di sborrare...”.
- “Vieni Gianni, vieni. Vieni dentro di me, dai, vieni”.
- “Non posso Silvya, non posso. Dentro no, è troppo rischioso”.
- “Sono protetta, ti prego vieni, voglio sentirti pulsare dentro di me. Rilassati dai”.
- “Girati Silvya, voglio venirti in faccia. È così che ti voglio”.
- “Scommetto che quella sfigata della tua ragazza non te lo fa fare, vero?”
- “Con te posso essere sincero, lei non mi fa godere come vorrei. Ti prego inginocchiati. Spalanca quella bocca”.
- “Sporcami tutta Gianni, schizzami in faccia, dai, ti sto aspettando”.
- “Tira fuori quella lingua, spalanca quella bocca. Voglio vedere quanto lo vuoi”.
- “Dammela Gianni, dammi quella sborra calda. Svuota quelle palle gonfie, stanno esplodendo. Schizzami in faccia, forza. Fammi vedere quanta ne hai”.
- “Vengo Silvya, vengooo!!!“
- “Sono qui per te... Sei buonissimo”.
- “Dio mio, mi tremano le gambe. Sei tutta sporca, alzati e pulisci il viso”.
- “Perché non mi aiuti tu? Non vorrai mica farmi perdere qualche goccia del tuo sperma?”
- “Eccoti accontentata, ne hai un fiotto tra i capelli. Prendi, è tuo. Ingoia troia”.
- “Dammelo subito, è mio”.
- “Sei incredibile”.
- “Tu sei incredibile”.
- “ Credo che avremo molto da divertirci insieme”.
- “Lo credo anche io porco”.
Spero vi sia piaciuto. È tutto vero e riscriverlo mi ha fatto venir voglia di quella troietta...
Per chi volesse inviarmi un messaggio, può farlo lasciando un commento qui sotto.
Eh già, si tratta proprio di una porcellina, una bella ragazza ventottenne, bionda, capelli ondulati lunghi, fisico asciutto e piccoletto (1,65 m). La tipa è frizzante, un peperino, una di quelle che non la fanno troppo a vedere ma che la danno a far sentire...
Non vi annoio con il modo in cui ci siamo corteggiati, un periodo di circa due settimane durante le quali non ci siamo mai sfiorati. È stato tutto un gioco di testa ed empatia: se scopi una donna con la testa, sta tranquillo che il testo sarà una naturale conseguenza.
Ormai siamo complici e sappiamo entrambi cosa vogliamo l’uno dall’altra. Senza troppi indugi, la Invito una sera a casa mia dopo una lunga chat bollente. Lei ne approfitta perché il suo fidanzato lavora quella sera ed io sono libero, la mia fidanzata non vuole uscire nemmeno quella sera.
Quando hai giocato con una ragazza in tutti i modi con le parole, sai già che quando la avrai tra le mani non potrai far altro che mettere in pratica tutte le fantasie scambiate.
Ma veniamo a noi. Ecco che qui comincia l’incontro:
- “Ciao Silvya, ben arrivata”.
- “Ciao Gianni, ti trovo in forma”.
- “Non ti sembra troppo questo corpetto così corto? Dici che riuscirò a chiuderti la porta dietro le spalle?”.
- “Perché cosa vorresti fare? L’ho indossato per te, mi mette in mostra le gambe ma mi copre bene”.
- “Forse non avremmo dovuto scriverci per due ore prima di incontrarci. Non ho più voglia di parlare. Non credi abbiamo già parlato abbastanza? Voglio proprio vedere se sei tu quella troietta che mi ha fatto bagnare il cazzo fino a poco fa”.
- “Non dirmi che ti sei eccitato così tanto. Non sarai mica già venuto da solo”.
- “Credi ti avrei risparmiato la mia sborra calda? Sono due ore che il mio cazzo pulsa e che le palle mi fanno male.”
- “Ah sì. Non ti credo proprio”.
- “Adesso ti faccio vedere. Non parlo più. Girati subito con le mani sulla porta d’ingresso e divarica le gambe. Con questo vestitino potrò apprezzare il tuo culetto e quelle gambe fantastiche”.
- “Cosa vuoi farmi? Credo di non poter più temporeggiare. Meriti di avere quello che ti ho promesso prima in chat”.
- “Non muovere le mani dalla porta. Lo senti il mio respiro?”
- “Ti sento Gianni, ti sento. Sento il tuo odore dietro di me e posso sentire il tuo cuore battere a mille”.
- “Silvya, adesso avrai quello che meriti. Non muoverti da lì”.
- “Sono tua, fammi quello che vuoi, non posso più aspettare. Ho le mutandine inzuppate, non le sopporto più “.
- “Dici davvero?”
- “Credi di essere l’unico ad esserti eccitato prima in chat. Ho un lago qui sotto. Cosa stai aspettando”.
- “Eccoti, è tutto tuo, prendilo tutto”.
- “Dammelo porco, dammelo. Sono tua”.
- “Ma guarda come sei bagnata, mi stai colando tutto sul cazzo. Ma che razza di troia sei”.
- “È colpa tua, mi hai martoriata per due ore. La prossima volta vengo a prenderti dovunque tu sia. E devi scoparmi subito, anche se sei con quella cornuta della tua fidanzata”.
- “La prossima volta non ti scriverò. Ti chiamerò e basta. E pretenderò che tu lasci qualunque altra cosa e venga da me per farti sbattere bene”.
- “Adesso sei dietro di me: sbattimi, dai sbattimi forte. Sono la tua cagna”.
- “Dov’eri fino ad ora? Dove cazzo eri? Come ho fatto a non accorgermi prima di una collega così? Piccoletta ma con questo culetto che parla. Lo senti il mio cazzo duro?”
- “Si dai, spingi, non aver paura. La mia fighetta è stretta ma si adatta bene”.
- “Lo sento che sei stretta, quel cornuto del tuo ragazzo avrà un cazzetto piccolo”.
- “Lui non mi scopa come te, devo ammetterlo. Continua, sbatti più forte”.
- “Ti faccio male?”
- “Gioca, Gianni, giocaaaahh. Sono la tua puttanella. Non mi fai male: spingi, spingiiiii”.
- “Se mi dici queste cose, temo di non reggere troppo”.
- “Non devi mantenerti Gianni, lasciati andare, io sto godendo tanto...”.
- “Quanto sei bella cazzo, sto impazzendo, mi sento la febbre”.
- “Sbatti Gianni, sbatti. Non ti fermare, sento le contrazioni della mia fighetta”.
- “Aspetta un attimo, aspetta. Voglio entrare nel tuo culetto”.
- “No, nel culetto no. Non voglio”.
- “Ma come no, prima me ne hai scritte di ogni. Mi hai detto che sai anche raggiungere l’organo quando ti fottono nel culo...”.
- “Nel filo no. Il filo è del mio ragazzo”.
- “Non fare la stronza, devi darmi quel culetto tondo, adessooo”.
- “Ti ho detto di no”.
- “Secondo me non è vero che ti fai scopare nel culo, sei una frigidona”.
- “Infilaci due dita, stronzetto e vedi se il mio buchetto sì dilata. Dai porco, provaci. Ma non smettere di pomparmi nella fighetta”.
- “Eccoti accontentata. Cazzo, ma guarda come spariscono. Qui c’è bisogno di un vero cazzone dentro. Fammi entrare, ti prego”.
- “Oggi quel buchetto non è tuo, devi soffrire. Potrai venirmi nella fighetta stasera, questa è la mia controfferta”.
- “Non andrò avanti senza il tuo consenso. Ci proverò ancora la prossima volta”.
- “ Gianni, sculacciami , sculacciami forte, fammi sentire tua. Sto venendo, sono vicinissima”.
- “Oh Dio, sì, ti sento. Godi Silvya, godi bene”.
- “ Vengo, Gianni, vengooooo!!! Mamma mia, sono fradicia ma non fermarti. Voglio sentire te. Sai che puoi venirmi dentro? Meriti di godere bene”.
- “Ora è troppo, non posso più aspettare, ho bisogno di sborrare...”.
- “Vieni Gianni, vieni. Vieni dentro di me, dai, vieni”.
- “Non posso Silvya, non posso. Dentro no, è troppo rischioso”.
- “Sono protetta, ti prego vieni, voglio sentirti pulsare dentro di me. Rilassati dai”.
- “Girati Silvya, voglio venirti in faccia. È così che ti voglio”.
- “Scommetto che quella sfigata della tua ragazza non te lo fa fare, vero?”
- “Con te posso essere sincero, lei non mi fa godere come vorrei. Ti prego inginocchiati. Spalanca quella bocca”.
- “Sporcami tutta Gianni, schizzami in faccia, dai, ti sto aspettando”.
- “Tira fuori quella lingua, spalanca quella bocca. Voglio vedere quanto lo vuoi”.
- “Dammela Gianni, dammi quella sborra calda. Svuota quelle palle gonfie, stanno esplodendo. Schizzami in faccia, forza. Fammi vedere quanta ne hai”.
- “Vengo Silvya, vengooo!!!“
- “Sono qui per te... Sei buonissimo”.
- “Dio mio, mi tremano le gambe. Sei tutta sporca, alzati e pulisci il viso”.
- “Perché non mi aiuti tu? Non vorrai mica farmi perdere qualche goccia del tuo sperma?”
- “Eccoti accontentata, ne hai un fiotto tra i capelli. Prendi, è tuo. Ingoia troia”.
- “Dammelo subito, è mio”.
- “Sei incredibile”.
- “Tu sei incredibile”.
- “ Credo che avremo molto da divertirci insieme”.
- “Lo credo anche io porco”.
Spero vi sia piaciuto. È tutto vero e riscriverlo mi ha fatto venir voglia di quella troietta...
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