Il mio colore preferito? Il nero.
di
PurpleLady
genere
dominazione
Ho sempre avuto un debole per gli uomini di colore.
Ma non ho mai avuto l’occasione di amarne uno.
Nella mia vita ho sempre avuto relazioni solo e soltanto con uomini bianchi.
Di uomini di colore, quand’ero ragazzina, ne giravano ancora pochi, i flussi migratori dall’Africa non erano così intensi come lo sono negli ultimi anni.
30 anni fa li vedevi solo in tv e vederne uno dal vivo, nel nostro piccolo paesino dove vivevo fino a poco tempo fa, era un fatto occasionale.
Erano per me un qualcosa di esotico, esseri “selvaggi” di un paese lontano.
Uomini misteriosi, con la loro lucida pelle color ebano, con i loro possenti muscoli scolpiti dalla natura severa di un continente ancora primordiale.
Per questo ne sono sempre stata attratta, qualcosa di proibito che la nostra cultura relegava ai margini della società.
No, non sto parlando di razzismo ma solo di paura di quello che non si conosce, di quello che esce dalla norma e ci disorienta.
Nel mio caso paura ma anche attrazione. Poli opposti che si attraggono.
Ma crescendo, diventando una donna matura, le mie fantasie da ragazzina sugli uomini neri si sono sopite, relegate da qualche parte del mio subconscio. Con il tempo ho seguito le regole che la nostra società pretendeva. Donna bianca - Uomo bianco.
E così alla fine ho sposato mio marito. Bianco come la neve.
Un matrimonio perfetto da cui è nata qualche anno fa una bellissima bambina.
La nostra vita, anzi la mia vita, ha preso una piega inaspettata quando mio marito, per una riorganizzazione aziendale della multinazionale in cui lavora, è stato promosso e gli è stato offerto un trasferimento in un’altra sede in una grande città. Un’occasione d’oro per la sua carriera ed il giusto riconoscimento per le sue capacità. Il rovescio della medaglia è che per permettere a mio marito questo avanzamento di carriera, dovevamo lasciare il nostro paesino e trasferirci, io dovevo lasciare il mio lavoro, la nostra bambina cambiare scuola. Ma come ho detto, era un’occasione imperdibile, una di quelle che si presentano una sola volta nella vita e così diedi tutto il mio appoggio alla scelta di mio marito e in breve tempo ci trasferimmo nella nostra nuova casa in città.
In fondo il mio lavoro non mi era mai piaciuto e con la promozione lo stipendio di mio marito ci permetteva di vivere più che agiatamente. Eravamo entrambi d’accordo che per il momento avrei fatto la casalinga, badato a nostra figlia e magari più avanti, quando le cose erano ben consolidate, avremmo anche pensato ad una seconda gravidanza.
Dopo qualche mese dal trasferimento nella nostra nuova casa, un giorno, dopo aver accompagnato mia figlia a scuola, tornai a casa, mi cambiai e usci per una salutare corsa. Avevo deciso da qualche giorno che avrei sfruttato il tempo libero che avevo per rimettermi in forma, non è che fossi fuori forma ma volevo evitare di mettere su qualche chilo standomene ad oziare in casa. Il parco, a pochi isolati dalla mia nuova casa, era ideale per l’attività fisica. Indossati i pantaloncini e il mio top da fitness andai a correre.
Entrai nel parco. Dopo qualche minuto, per variare il mio solito percorso, decisi di girare a destra anzichè a sinistra come facevo da giorni.
Mi accorsi presto che quel percorso era senza uscita, stavo ritornando sui miei passi quando un vecchio senzatetto di colore che sembrava sbucato dal nulla mi rivolse la parola.
“Cosa ci fa una bella signora da queste parti?”
“Sembra proprio che mi sia persa…” Gli risposi cortesemente sorridendo.
“Ti va di bere qualcosa assieme?” Mi dice agitando la bottiglia di liquore che ha in mano.
In quei pochi istanti sono tornate a galla mille sensazioni che avevo da ragazzina, essere a pochi centimetri da quell’uomo di colore ha risvegliato in me la mia passione atavica per la loro razza, qualcosa dal basso ventre in un lampo ha riscaldato tutto il mio corpo.
“Certo,” gli rispondo con naturalezza, “perchè no? Mi sembri una persona a posto.” Afferrando allo stesso tempo la bottiglia che mi stava porgendo.
“Mi stai prendendo in giro?” Mi chiede stupito.
“Assolutamente no.”
“Che ne diresti di darmi un bacio allora?” Mi chiede quasi per scherzo.
“Volentieri!”
L’uomo puzza e il suo alito è anche peggio ma senza pensarci appoggio le mie labbra sulle sue lasciandolo esterrefatto.
Un bacio veloce, solo labbra contro labbra.
Lui mi guarda rimanendo senza parole.
“Non ti è piaciuto?” Gli chiedo, “Ne vuoi un altro? Vuoi sentire la mia lingua?”
Senza aspettare una sua risposta avvicino alla mia bocca alla sua attratta come un’ape dal miele da quel suo odore nauseabondo.
Lui schiude le sue labbra e lascia che la mia lingua scivoli dentro la sua bocca, quel suo gusto acre mi fa impazzire ancora di più e la mia lingua si avvinghia presto intorno alla sua.
Il bacio si fa sempre più appassionato.
Sento la sua mano stringersi intorno al mio seno mentre l'altra scivola dentro i miei pantaloncini alla ricerca del mio sesso.
“Dolcezza, sei completamente bagnata qui sotto.” Mi dice toccandomi tra le gambe.
Aveva ragione la mia figa era in tumulto per quello che stavo facendo.
“Vieni con me” mi dice prendendomi per mano e trascinandomi tra i cespugli “ti porto a casa mia.”
In un angolo del parco, nascosta alla vista, addossata ad un fatiscente fabbricato, c'è una scatola di cartone con un paio di coperte sporche, alcune bottigle di liquore, qualche indumento unto e consunto e altre cose di scarso valore, le uniche possedute dal vecchio senzatetto.
“Benvenuta a casa mia.” Indicandomi il suo giaciglio.
“Sei un angelo ancora non credo tu sia reale. Fammi vedere il tuo splendido corpo.” Mi dice accomodandosi all’interno del suo cartone.
Non mi sento di deludere il mio nuovo amico e lentamente mi tolgo il top e i pantaloncini offrendo alla sua viscida vista il mio abbondante seno e le mie curve sode.
“Oh Baby, sei bellissima, erano anni che il mio cazzo non era così duro per una donna.” Mi dice tirando fuori dai suoi luridi pantaloni un enorme cazzo di ebano. Un cazzo grande così non l’avevo mai visto prima. Una splendida verga scura.
Mi avvicino e lo prendo in mano, lo sento pulsare tra le mie dita. Lo annuso, il suo odore acre mi riempie le narici.
“Scusa dolcezza ma sono mesi che non faccio un bagno.” Si scusa lui.
“Tranquillo, ha il profumo che deve avere un cazzo come questo.”
Avvicino la bocca ed inizio a baciarlo, poi con la lingua lo assaporo dalla base fino alla punta. Quel gusto ripugnante non mi disgusta, anzi aumenta la mia eccitazione. Voglio sentire quel cazzo enorme dentro la mia bocca, la apro e lo lascio scivolare tra le mie labbra. Mi riempie completamente la bocca. Gli accarezzo le palle, mi sembra di avere due palle da tennis in mano da quanto enormi sono.
Cerco di ingoiare più carne possibile di quella verga che ho in bocca, voglio sentire fin dove può arrivare. Sento la sua mano sulla mia testa, la sento premere verso il basso, il suo cazzo si fa largo nella mia gola, lo sento penetrarmi il cavo orale in maniera che mai prima ho vissuto. Il mio naso affonda tra i suoi luridi ricciuti peli pubici. Quella fragranza inebria i miei sensi, li acuisce. Le lacrime iniziano a scendermi lungo le guance. Quell’enorme cazzo mi sta soffocando. Ma non sono mai stata meglio.
“Tesoro, nessuna donna mi ha mai fatto un pompino come questo. Sto per venire…”
“No, non venire.” Gli dico togliendomi dal suo cazzo. “Voglio sentire questo bellissimo cazzo dentro di me!”
Mi tolgo le mutandine che ancora indossavo e scivolo sopra di lui. Afferro il suo bastone di carne e lo dirigo tra le mie gambe. La mia figa è fradicia e quel cazzone si infila senza difficoltà tra le mie grandi labbra. Lo sento riempirmi completamente la figa. Inizio a cavalcare l’uomo sempre più selvaggiamente. Sento la punta del suo cazzo sbattere contro il collo dell’utero provocando piccole scariche di dolore accompagnate da grandi sensazioni di piacere. Nessun uomo era mai andato così in profondità nel mio corpo.
Chissà da quanto tempo quest’uomo non faceva sesso con una donna, ed infatti non ci mette molto a venire, in breve tempo sento il suo cazzo pulsare dentro di me.
“Oh siiiiii, riempimi con la tua calda sborra negra!” Grido.
In poco tempo sento fiotti di sperma riempirmi prepotentemente e completamente il ventre, è evidente che era molto tempo che il vecchio non veniva, il suo seme trabocca dalla mia figa e rivoli di sperma mi scendono lungo le cosce.
Lo bacio appassionatamente.
Lo guardo più vogliosa di prima e gli dico: “Voglio sentire ancora il tuo cazzo dentro di me.”
“Sul serio? Lo vuoi ancora?”
“Si, ma questa volta lo voglio sentire nel mio culo.”
“Nel tuo culo?” Mi chiede incredulo.
“Si. Voglio capire cosa si prova ad essere penetrata dietro da un bel cazzo nero come il tuo.”
“Allora ripuliscimi il cazzo e fammelo tornare duro. Non vedo l’ora di scoparmi il tuo bel culo bianco.”
“Tutto quello che vuoi.” Gli dico.
Gli ripulisco per bene il cazzo tutto ricoperto di sperma e dei miei umori. Sotto le mie vogliose leccate in pochi secondi è di nuovo perfettamente in tiro.
Il nero si porta dietro di me e punta la sua cappella contro il mio ano. Non sono nuova al sesso anale ma un attrezzo di tali dimensioni non ha mai profanato il mio corpo, tantomeno il mio culo. Ma aiutato dallo sperma uscito dalla mia figa riesce a scivolare facilmente dentro al mio buco. Fa male, brucia, ma gli dico di non smettere, lo voglio sentire tutto fino in fondo. Incitato dalle mie parole l’uomo mette più pressione alle sue spinte e lo sento entrare sempre di più.
“Oh siiiii, scopami il culo con quel tuo cazzo nero.” Grigo in estasi.
“Si Baby, non ho mai scopato una donna bianca nel culo. Sei fantastica.”
“Il tuo cazzo è fantastico!”
“Che gran troia che sei. Quanto ti piace il cazzo nero? Quanto?”
“Tantissimo!!! Mi piace tantissimo sentirlo nel culo.”
“Ascoltami baby: Voglio che tu torni da me ogni volta che potrai per farti scopare ancora. Volgio allargarti per bene i tuoi buchi. Capito troia?”
“Oh si! Ho capito. Verrò ancora a farmi scopare dal tuo cazzo nero!”
“D’ora in avanti sarai la mia puttana bianca. Il tuo culo appartiene a me. La tua figa appartiene a me. Hai capito troia?”
“Si tesoro, la mia figa e il mio culo appartengono a te. Tutto il mio corpo è tuo d’ora in avanti! Scopami, si scopami il culo!”
“Sto venendo troia, ora ti riempio il culo con la mia sborra.”
“Siiiii, riempimi, scopami con il tuo cazzo nero!”
Fiotti di caldo sperma mi inondarono il culo, riempiendomi completamente.
“Oh tesoro, nessun cazzo mi ha mai fatto godere così tanto, nessun uomo prima mi ha mai fatto provare quello che ho provato in questi ultimi minuti. Il modo in cui mi hai riempito è stato fantastico. Amo il tuo cazzo nero.”
“Baby, nessuna donna ha mai parlato così del mio cazzo. Torna quando vuoi, il mio cazzo è sempre pronto a soddisfare una donna bianca troia come te.”
Mi rivesto e lo saluto. Non prima di avergli dato un bacio d’addio appassionato.
Ma non ho mai avuto l’occasione di amarne uno.
Nella mia vita ho sempre avuto relazioni solo e soltanto con uomini bianchi.
Di uomini di colore, quand’ero ragazzina, ne giravano ancora pochi, i flussi migratori dall’Africa non erano così intensi come lo sono negli ultimi anni.
30 anni fa li vedevi solo in tv e vederne uno dal vivo, nel nostro piccolo paesino dove vivevo fino a poco tempo fa, era un fatto occasionale.
Erano per me un qualcosa di esotico, esseri “selvaggi” di un paese lontano.
Uomini misteriosi, con la loro lucida pelle color ebano, con i loro possenti muscoli scolpiti dalla natura severa di un continente ancora primordiale.
Per questo ne sono sempre stata attratta, qualcosa di proibito che la nostra cultura relegava ai margini della società.
No, non sto parlando di razzismo ma solo di paura di quello che non si conosce, di quello che esce dalla norma e ci disorienta.
Nel mio caso paura ma anche attrazione. Poli opposti che si attraggono.
Ma crescendo, diventando una donna matura, le mie fantasie da ragazzina sugli uomini neri si sono sopite, relegate da qualche parte del mio subconscio. Con il tempo ho seguito le regole che la nostra società pretendeva. Donna bianca - Uomo bianco.
E così alla fine ho sposato mio marito. Bianco come la neve.
Un matrimonio perfetto da cui è nata qualche anno fa una bellissima bambina.
La nostra vita, anzi la mia vita, ha preso una piega inaspettata quando mio marito, per una riorganizzazione aziendale della multinazionale in cui lavora, è stato promosso e gli è stato offerto un trasferimento in un’altra sede in una grande città. Un’occasione d’oro per la sua carriera ed il giusto riconoscimento per le sue capacità. Il rovescio della medaglia è che per permettere a mio marito questo avanzamento di carriera, dovevamo lasciare il nostro paesino e trasferirci, io dovevo lasciare il mio lavoro, la nostra bambina cambiare scuola. Ma come ho detto, era un’occasione imperdibile, una di quelle che si presentano una sola volta nella vita e così diedi tutto il mio appoggio alla scelta di mio marito e in breve tempo ci trasferimmo nella nostra nuova casa in città.
In fondo il mio lavoro non mi era mai piaciuto e con la promozione lo stipendio di mio marito ci permetteva di vivere più che agiatamente. Eravamo entrambi d’accordo che per il momento avrei fatto la casalinga, badato a nostra figlia e magari più avanti, quando le cose erano ben consolidate, avremmo anche pensato ad una seconda gravidanza.
Dopo qualche mese dal trasferimento nella nostra nuova casa, un giorno, dopo aver accompagnato mia figlia a scuola, tornai a casa, mi cambiai e usci per una salutare corsa. Avevo deciso da qualche giorno che avrei sfruttato il tempo libero che avevo per rimettermi in forma, non è che fossi fuori forma ma volevo evitare di mettere su qualche chilo standomene ad oziare in casa. Il parco, a pochi isolati dalla mia nuova casa, era ideale per l’attività fisica. Indossati i pantaloncini e il mio top da fitness andai a correre.
Entrai nel parco. Dopo qualche minuto, per variare il mio solito percorso, decisi di girare a destra anzichè a sinistra come facevo da giorni.
Mi accorsi presto che quel percorso era senza uscita, stavo ritornando sui miei passi quando un vecchio senzatetto di colore che sembrava sbucato dal nulla mi rivolse la parola.
“Cosa ci fa una bella signora da queste parti?”
“Sembra proprio che mi sia persa…” Gli risposi cortesemente sorridendo.
“Ti va di bere qualcosa assieme?” Mi dice agitando la bottiglia di liquore che ha in mano.
In quei pochi istanti sono tornate a galla mille sensazioni che avevo da ragazzina, essere a pochi centimetri da quell’uomo di colore ha risvegliato in me la mia passione atavica per la loro razza, qualcosa dal basso ventre in un lampo ha riscaldato tutto il mio corpo.
“Certo,” gli rispondo con naturalezza, “perchè no? Mi sembri una persona a posto.” Afferrando allo stesso tempo la bottiglia che mi stava porgendo.
“Mi stai prendendo in giro?” Mi chiede stupito.
“Assolutamente no.”
“Che ne diresti di darmi un bacio allora?” Mi chiede quasi per scherzo.
“Volentieri!”
L’uomo puzza e il suo alito è anche peggio ma senza pensarci appoggio le mie labbra sulle sue lasciandolo esterrefatto.
Un bacio veloce, solo labbra contro labbra.
Lui mi guarda rimanendo senza parole.
“Non ti è piaciuto?” Gli chiedo, “Ne vuoi un altro? Vuoi sentire la mia lingua?”
Senza aspettare una sua risposta avvicino alla mia bocca alla sua attratta come un’ape dal miele da quel suo odore nauseabondo.
Lui schiude le sue labbra e lascia che la mia lingua scivoli dentro la sua bocca, quel suo gusto acre mi fa impazzire ancora di più e la mia lingua si avvinghia presto intorno alla sua.
Il bacio si fa sempre più appassionato.
Sento la sua mano stringersi intorno al mio seno mentre l'altra scivola dentro i miei pantaloncini alla ricerca del mio sesso.
“Dolcezza, sei completamente bagnata qui sotto.” Mi dice toccandomi tra le gambe.
Aveva ragione la mia figa era in tumulto per quello che stavo facendo.
“Vieni con me” mi dice prendendomi per mano e trascinandomi tra i cespugli “ti porto a casa mia.”
In un angolo del parco, nascosta alla vista, addossata ad un fatiscente fabbricato, c'è una scatola di cartone con un paio di coperte sporche, alcune bottigle di liquore, qualche indumento unto e consunto e altre cose di scarso valore, le uniche possedute dal vecchio senzatetto.
“Benvenuta a casa mia.” Indicandomi il suo giaciglio.
“Sei un angelo ancora non credo tu sia reale. Fammi vedere il tuo splendido corpo.” Mi dice accomodandosi all’interno del suo cartone.
Non mi sento di deludere il mio nuovo amico e lentamente mi tolgo il top e i pantaloncini offrendo alla sua viscida vista il mio abbondante seno e le mie curve sode.
“Oh Baby, sei bellissima, erano anni che il mio cazzo non era così duro per una donna.” Mi dice tirando fuori dai suoi luridi pantaloni un enorme cazzo di ebano. Un cazzo grande così non l’avevo mai visto prima. Una splendida verga scura.
Mi avvicino e lo prendo in mano, lo sento pulsare tra le mie dita. Lo annuso, il suo odore acre mi riempie le narici.
“Scusa dolcezza ma sono mesi che non faccio un bagno.” Si scusa lui.
“Tranquillo, ha il profumo che deve avere un cazzo come questo.”
Avvicino la bocca ed inizio a baciarlo, poi con la lingua lo assaporo dalla base fino alla punta. Quel gusto ripugnante non mi disgusta, anzi aumenta la mia eccitazione. Voglio sentire quel cazzo enorme dentro la mia bocca, la apro e lo lascio scivolare tra le mie labbra. Mi riempie completamente la bocca. Gli accarezzo le palle, mi sembra di avere due palle da tennis in mano da quanto enormi sono.
Cerco di ingoiare più carne possibile di quella verga che ho in bocca, voglio sentire fin dove può arrivare. Sento la sua mano sulla mia testa, la sento premere verso il basso, il suo cazzo si fa largo nella mia gola, lo sento penetrarmi il cavo orale in maniera che mai prima ho vissuto. Il mio naso affonda tra i suoi luridi ricciuti peli pubici. Quella fragranza inebria i miei sensi, li acuisce. Le lacrime iniziano a scendermi lungo le guance. Quell’enorme cazzo mi sta soffocando. Ma non sono mai stata meglio.
“Tesoro, nessuna donna mi ha mai fatto un pompino come questo. Sto per venire…”
“No, non venire.” Gli dico togliendomi dal suo cazzo. “Voglio sentire questo bellissimo cazzo dentro di me!”
Mi tolgo le mutandine che ancora indossavo e scivolo sopra di lui. Afferro il suo bastone di carne e lo dirigo tra le mie gambe. La mia figa è fradicia e quel cazzone si infila senza difficoltà tra le mie grandi labbra. Lo sento riempirmi completamente la figa. Inizio a cavalcare l’uomo sempre più selvaggiamente. Sento la punta del suo cazzo sbattere contro il collo dell’utero provocando piccole scariche di dolore accompagnate da grandi sensazioni di piacere. Nessun uomo era mai andato così in profondità nel mio corpo.
Chissà da quanto tempo quest’uomo non faceva sesso con una donna, ed infatti non ci mette molto a venire, in breve tempo sento il suo cazzo pulsare dentro di me.
“Oh siiiiii, riempimi con la tua calda sborra negra!” Grido.
In poco tempo sento fiotti di sperma riempirmi prepotentemente e completamente il ventre, è evidente che era molto tempo che il vecchio non veniva, il suo seme trabocca dalla mia figa e rivoli di sperma mi scendono lungo le cosce.
Lo bacio appassionatamente.
Lo guardo più vogliosa di prima e gli dico: “Voglio sentire ancora il tuo cazzo dentro di me.”
“Sul serio? Lo vuoi ancora?”
“Si, ma questa volta lo voglio sentire nel mio culo.”
“Nel tuo culo?” Mi chiede incredulo.
“Si. Voglio capire cosa si prova ad essere penetrata dietro da un bel cazzo nero come il tuo.”
“Allora ripuliscimi il cazzo e fammelo tornare duro. Non vedo l’ora di scoparmi il tuo bel culo bianco.”
“Tutto quello che vuoi.” Gli dico.
Gli ripulisco per bene il cazzo tutto ricoperto di sperma e dei miei umori. Sotto le mie vogliose leccate in pochi secondi è di nuovo perfettamente in tiro.
Il nero si porta dietro di me e punta la sua cappella contro il mio ano. Non sono nuova al sesso anale ma un attrezzo di tali dimensioni non ha mai profanato il mio corpo, tantomeno il mio culo. Ma aiutato dallo sperma uscito dalla mia figa riesce a scivolare facilmente dentro al mio buco. Fa male, brucia, ma gli dico di non smettere, lo voglio sentire tutto fino in fondo. Incitato dalle mie parole l’uomo mette più pressione alle sue spinte e lo sento entrare sempre di più.
“Oh siiiii, scopami il culo con quel tuo cazzo nero.” Grigo in estasi.
“Si Baby, non ho mai scopato una donna bianca nel culo. Sei fantastica.”
“Il tuo cazzo è fantastico!”
“Che gran troia che sei. Quanto ti piace il cazzo nero? Quanto?”
“Tantissimo!!! Mi piace tantissimo sentirlo nel culo.”
“Ascoltami baby: Voglio che tu torni da me ogni volta che potrai per farti scopare ancora. Volgio allargarti per bene i tuoi buchi. Capito troia?”
“Oh si! Ho capito. Verrò ancora a farmi scopare dal tuo cazzo nero!”
“D’ora in avanti sarai la mia puttana bianca. Il tuo culo appartiene a me. La tua figa appartiene a me. Hai capito troia?”
“Si tesoro, la mia figa e il mio culo appartengono a te. Tutto il mio corpo è tuo d’ora in avanti! Scopami, si scopami il culo!”
“Sto venendo troia, ora ti riempio il culo con la mia sborra.”
“Siiiii, riempimi, scopami con il tuo cazzo nero!”
Fiotti di caldo sperma mi inondarono il culo, riempiendomi completamente.
“Oh tesoro, nessun cazzo mi ha mai fatto godere così tanto, nessun uomo prima mi ha mai fatto provare quello che ho provato in questi ultimi minuti. Il modo in cui mi hai riempito è stato fantastico. Amo il tuo cazzo nero.”
“Baby, nessuna donna ha mai parlato così del mio cazzo. Torna quando vuoi, il mio cazzo è sempre pronto a soddisfare una donna bianca troia come te.”
Mi rivesto e lo saluto. Non prima di avergli dato un bacio d’addio appassionato.
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