Un pomeriggio estivo

Scritto da , il 2018-11-14, genere etero

La stanza era in penombra, le persiane erano accostate per tenere fuori la calura estiva, riuscendoci a malapena. Un maxi ventilatore a soffitto muoveva l’aria rendendola solamente lievemente più fresca, perdendo così la battaglia ingaggiata con il caldo e l'umidità. Un divano di microfibra blu era posto esattamente sotto il ventilatore in modo da poter rinfrescare, o almeno tentare, le persone sedute sotto.
Sul divano era distesa Alessia, vestita solamente di una maxi canottiera azzurro chiaro faceva risaltare la sua pelle abbronzata. La canottiera non riusciva a contenere le forme procaci della ragazza, infatti, un seno era uscito dalla scollatura, mettendolo ben in mostra. Si mosse lievemente giusto per sentire meglio la brezza sulla pelle, ma il caldo e l’umidità erano soffocanti, l’unica cosa che le riuscì era di scoprire la curva delle natiche.
Marco entrò nella stanza, era rimasto a guardarla a lungo, senza proferire parola, trovava fantastici i movimenti pigri di lei nel dormiveglia. Nel guardarla si era eccitato, si avvicinò e incominciò a baciarle la caviglia, risalì lungo il polpaccio, la coscia. Poi si fermò a guardarla, ora anche lei era sveglia e lo guardava con quegli occhi verdi che tanto gli piacevano. Si baciarono, la sua lingua accarezzava sensualmente la lingua di lei e la induceva ad aprirsi a lui. Lui le tolse la canottiera, lasciandola nuda, era già eccitata, gocce di piacere le inumidivano il sesso. Marco le baciò il seno, soffermandosi a succhiare i capezzoli, intanto che con l’indice le accarezzava il clitoride e la penetrava con decisione.
Alessia decise che era il momento che anche Marco si spogliasse, non poteva esser lei l’unica a godere della situazione, gli abbassò i pantaloni mettendo in mostra la sua erezione, lo accarezzò piano, gentilmente, ora fu il turno di lui di sospirare. Gli baciò la punta del pene e lo lambì con la lingua. Gli leccò l’asta, lentamente gustandoselo come se fosse un ghiacciolo, lo guardò negli occhi e prese a succhiarlo con più foga. Marco era eccitato, Alessia lo stava facendo impazzire con la sua lingua, le prese la testa e le diede il ritmo, ora era lui a decidere con quanta foga lei dovesse succhiargli il pene. Le prese una mano e se la portò alle palle, preferiva che intanto che lo succhiava gliele accarezzasse. Marco staccò Alessia dal suo pene per poterla baciare profondamente e con foga. Le lingue si inseguivano per accarezzarsi e duellare, con una spinta la coricò sul divano e le si stese addosso, il pene rigido strusciava contro il clitoride umido di lei, continuò a torturarla così per alcuni minuti. Alessia gemeva e si contorceva, lo voleva dentro, lo voleva subito. Marco invece aveva un’altra idea, voleva che lei lo implorasse di scoparla quindi continuò ancora un po’ con la sua tortura, le baciò la bocca con impeto, le infilò l’indice in bocca e Alessia lo succhiò come aveva fatto con il suo pene, quando fu ben umido Marco le tracciò una scia partendo dal collo, seguendo con i seni, i capezzoli, l’addome, le tracciò il contorno dell’ombelico e scese fino al clitoride accarezzandolo. Alessia urlò, pregandolo di scoparla subito, voleva che Marco la penetrasse e la scopasse in tutti i modi possibili, lo voleva e non le importava altro. Marco la penetrò iniziando a scoparla lentamente, delicatamente, per poi accelerare sempre più fino a portarla sull’orlo dell’orgasmo. Quando però arrivava vicino all’orgasmo, si fermava per poter prolungare il piacere e la durata. Alessia non poteva crederci, il piacere che stava provando era inimmaginabile, a ogni affondo gli piantava le unghie sulla schiena lasciando segni rossi sulla pelle, urlò il suo piacere, l’orgasmo era stato travolgente. Marco, però non ne aveva abbastanza, ne voleva ancora, non era ancora sazio di lei, continuò a scoparla ancora un po’, quando poi si accorse che lei si stava seccando la fece mettere a pecorina e le leccò i due buchi ancora umidi per l’orgasmo precedente, Alessia era incredula si stava bagnando di nuovo, voleva che Marco la scopasse ancora e ancora, il piacere era sempre in crescita. Con un colpo secco Marco la penetrò ancora con forza, facendola inarcare per la sorpresa e il piacere, la scopò per un tempo che le parve infinito, prima molto lentamente poi sempre più veloce. Prese un po’ di umori e le inumidì il buchetto, penetrandolo con un dito, lo sentì cedevole, sentì il suo pene attraverso le pareti sottili, unì un secondo dito al primo, vide le pareti del buchetto farsi sempre più larghe. Era il momento che aspettava, le estrasse il pene umido di umori e glielo piantò sul buchetto, Marco sentì che Alessia tratteneva il respiro e la sfondò piantandole il suo pene fino in fondo alle budella. Alessia urlò il suo dolore, allora Marco, fermandosi, le stimolò il clitoride e si mosse lentamente, con calma dentro e fuori. Alessia sentiva il pene di Marco farsi spazio dentro di lei, il dolore diminuì lasciando spazio al piacere, che cresceva a ondate. Marco continuò a stimolarle il clitoride intanto che si muoveva sempre più velocemente dentro di lei, Alessia urlò di nuovo, l’orgasmo giunse in modo esplosivo lasciandola senza parole, tremava forte, intanto anche Marco esplose riversandole il suo sperma negli intestini. Caddero esausti sul divano, erano spossati dalle emozioni provate, Marco disse: “Sorellina, dovremmo avere di questi pomeriggi molto più spesso”. Alessia concordò con lui dicendo: “Domani mamma e papà sono ancora fuori…”.

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