Legàmi

Scritto da , il 2018-10-26, genere bondage

Ecco sono pronta, in attesa.
Qui, inginocchiata nella penombra di questa soffitta, le spalle alle scale.
In attesa di sentire i tuoi passi che salgono, a reclamare un desiderio proibito e rifiutato da troppo tempo.
Abbiamo provato qualsiasi cosa per cercare di non arrivare a questo, ma quando l'attrazione è nella mente, prima o poi il corpo suo malgrado capitola.
E ora, ora lo sappiamo, ora non possiamo più difenderci, ben consapevoli che sarà l'errore più grande delle nostre vite, ma ancor più consapevoli di non poter più mentire a noi stessi.
Tremo, nell'istante in cui la porta sotto di me si apre e si richiude, il respiro accelera, insieme al battito del mio cuore.
Una carezza sfiora il mio volto scendendo a stringere il collo piegato all'indietro.
Poi arriva, inaspettato, violento e feroce, un bacio a mangiare le mie labbra, a respirare la stessa aria e a placare una sete ormai devastante.
Le tue mani scendono piano, accarezzandomi, mentre ti metti in ginocchio alle mie spalle.
Respiri sul mio collo, afferri le mie braccia e le porti dietro la schiena con un movimento deciso.
La corda scivola, lenta, a serrarmi i polsi, ruvida e morbida allo stesso tempo. Scorre lenta guidata dalle tue mani ad abbracciare il mio seno. Un giro, poi un altro.... il respiro si spezza, si mescola passione e sofferenza, e mi trasporti con altri abbracci di corda verso l'oblio.
Poi ti fermi, ora respirare è quasi faticoso, resto in attesa della tua prossima mossa.
Il tuo volto sfiora il mio, ora mi sei di fronte, mi sollevi il viso tenendolo tra le mani, apro gli occhi e mi perdo nei tuoi, che ardono di un fuoco che non conosco, ma riconosco.
Afferri le mie spalle, piegandomi di lato per farmi cambiare posizione, chiudo di nuovo gli occhi e ascolto ogni tuo respiro.
Accarezzi le gambe e la corda torna a scorrere sulla mia pelle dalla caviglia alla coscia, sfiorando piano l'inguine, sospiri escono dalla mia bocca arida.
Leghi la gamba piegando il ginocchio, una, due, tre giri.
Con l'ultimo nodo strattoni più forte, facendomi sentire la costrizione della corda, una moltitudine di minuscole scariche elettriche invade il mio corpo, gemo piano buttando all'indietro la testa.
Fai scorrere la tua mano ad accarezzare la corda che stringe così meravigliosamente.
Ti sento alzarti e per un solo secondo la paura si impossessa della mia mente, ma subito sento le dita sfiorarmi piano la schiena, sei tornato alle mie spalle e con strattoni decisi mi sollevi su di una gamba sola e con solo la punta del piede a sfiorare il pavimento, bloccata così, in precario equilibrio.
La corda che mi stringe il seno si fa più opprimente, ora che tutto il mio corpo si regge su essa.
Sento caldo eppure tremo, accarezzi ancora il mio volto per poi scendere piano a sfiorare tutto il mio corpo, quando arrivi alla gamba legata la sollevi, in alto, fissando la corda sopra la tua testa.
Ora tremendamente esposta alla tua volontà, apro con fatica gli occhi e ti vedo fissarmi in quella posizione, una lacrima scorre via veloce, sei subito al mio fianco "stai bene?" mi chiedi...
Non riesco a parlare, quindi, riesco solo a farti cenno di si con la testa.
Sciogli i nodi che trattengono la gamba e con una spinta inattesa, mi fai dondolare e girare sulla gamba libera.
Lentamente sciogli anche la corda che mi trattiene in piedi e mi fai stendere sul morbido tappeto sotto di me.
Con movimenti fluidi sciogli anche i nodi che costringevano il mio seno a quella piacevole tortura, ti siedi accanto a me, mentre io mi accoccolo tra le tue braccia premendo il viso sul tuo collo ad annusare il tuo profumo e percepire i battiti del tuo cuore che piano torna calmo.
Mi baci i capelli, la fronte, il naso, ogni centimetro del mio viso viene delicatamente sfiorato dalle tue labbra.
Ed eccomi, in attesa che tutto questo finisca, che i nostri respiri si plachino.
Questa è e sarà sempre la nostra più grande forma di intimità, il nostro modo di fare l'amore, nulla di più ci è concesso.
Nulla di più di un interminabile attesa.
Lilith E.

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