Donatella cap.3

Scritto da , il 2018-09-07, genere feticismo

La settimana successiva trascorse normalmente e tranquillamente. Gabriella era via per tutta la settimana e quindi non mi aveva chiesto di farla assistere alle prodezze sessuali che compivamo io e sua madre.
Mostrarmi ad insaputa della mia amante a sua figlia mentre scopavamo era l'ultima o una delle ultime cose che pensavo mi sarebbero potute capitare nella vita. Eppure ci ero cascato a pie pari dentro. E tutto per una svista di Donatella che, in quanto a tecnologia, nonostante si vantasse di essere una cinquantenne moderna, non era evidentemente troppo ferrata.
Gabriella mi scrisse alla domenica. Un breve messaggio in cui mi disse che tornava l'indomani e di farle sapere quando ci saremmo incontrati. Le risposi che sarebbe capitato probabilmente di mercoledì. Prima di quel giorno però avrei voluto incontrarla a quattr'occhi e parlarle. Martedì attesi in auto che uscisse di casa e quando fummo distante circa un chilometro dal nostro condominio, accostai, la chiamai e le chiesi di salire in macchina.
“Non mi farai del male, vero?”, mi chiese quasi innocentemente. Era davvero strana quella ragazza. Non era certamente brutta, anzi, ma io preferivo sua madre. Tutti dicevano che sembrasse un po' una bambola. Devo ammettere che secondo me era un po' freddina, anche se era la stessa cosa che pensavo della madre, prima che divenisse la mia amante.
“Ma per chi mi hai preso?!!?!”, le risposi “Mi piace stare con tua madre, mica sono un serial killer!”.
“E perchè mi hai pedinata?”.
“Per parlarti, ovviamente”.
“Bene, allora dimmi”.
“Come dimmi?!?!? Sai benissimo che non può andare avanti questa storia e che tua madre prima o poi lo verrà a sapere, vero?”.
Mi guardò incuriosita e mi chiesi dove volesse andare a parare.
“Non è detto”, mi rispose “Se non glielo diremo né io né tu, potrebbe non venire a saperlo mai”.
“Prima o poi qualcuno farà un passo falso e ci scoprirà. Magari si alzerà dal letto e ti scoprirà dietro la parete, oppure farai più rumore del solito, che ne so....”.
“Effettivamente bisognerebbe che noi tre trovassimo una location più congeniale”.
Mi chiesi se avessi sentito giusto. Noi tre, aveva detto.
Strabuzzai gli occhi e le dissi:”Noi tre?!?!? Non c'è nessun noi tre in questa cosa. Se lo scoprisse tua mamma ti ammazzerebbe. Anzi, ci ammazzerebbe se sapesse che io mi sono prestato a questa cosa senza avvisarla. Lasciare che sua figlia guardasse mentre ella veniva scopata dal suo amante....follia!!!”.
“Scopata allegramente, aggiungerei. Sai che non me la immaginavo così focosa mia madre?”.
“Nemmeno io, per dirtela sinceramente”.
“La immaginavo un po' frigidina”.
“Anche io”, le risposi. Poi mi accorsi che stavo parlando con la figlia della mia amante e ritornai sui miei passi. Cosa stavo facendo? Parlavo di Donatella e di come fosse sessualmente con sua figlia?
“E quella cosa di guardarla mentre piscia poi....ma dove ve la siete trovata?”.
“Basta!”, le dissi alzando un po' troppo la voce. Ella sussultò.
“Ti rendi conto di cosa stiamo facendo? Non ha nessun senso. Adesso scendi dalla macchina e chiudiamo questa storia. Ok?”.
Gabriella rimase in silenzio. Guardò davanti a sé per almeno venti secondi e prima che ricominciassi a parlare, parlò invece lei.
“Guardare mi ha sempre eccitata. Dieci anni fa li avevo visti, lei e mio padre, ma era un livello decisamente più basso. Nonostante ciò mi ero soffermata a guardarli ed ascoltarli per diverse notti, mentre mio fratello dormiva come un ghiro, mi mettevo dietro alla loro porta. Questo desiderio non mi ha più lasciata. L'ho già fatto anche con altre persone, anche con amici. È incredibilmente eccitante. Mentre vi ho guardato ho avuto tre orgasmi e sono stati uno migliore dell'altro. Il fatto che sia mia madre rende il tutto ancora più eccitante e poi c'è il fatto che si tratti di un rapporto extra coniugale segreto. Yuppi, direi! Tu dimmi adesso, visto che facendo due chiacchiere con mia mamma e tua moglie potrei far crollare questo castello così ben edificato, perché dovrei scendere dalla macchina e concludere questa storia?!?!?!”.
Devo ammettere che messa in quei termini, la sua posizione non faceva una piega. Al suo posto avrei fatto lo stesso. Ero decisamente incastrato.
“Adesso scendi comunque, prima che ci veda qualcuno e sospetti qualcosa”, le dissi. Volevo allontanarmi da quella ragazza e dai pensieri che mi generava.
“Ok. Scendo. Per questa settimana facciamo come la precedente, ma per la prossima bisogna pensare a qualcosa d'altro. Un'altra location, per esempio. Adesso vado, ciao”.
Poi aprì la portiera e scese.
Io rimasi a bocca aperta.
Il giorno successivo, mercoledì, accadde più o meno ciò che era accaduto la settimana precedente. Donatella si era lanciata cominciando a scambiarci effusioni sul divano ed in una situazione normale saremmo certamente andati avanti in quella stanza, ma sapendo che poi sarebbe arrivata Gabriella, le chiesi di andare in camera.
“Non ti va di restare qui?”, mi chiese poggiandomi la mano sulla patta e stringendo la mia erezione.
“Certo che mi andrebbe, ma per quello che voglio farti preferisco il lettone!”, le risposi. L'avrei scopata volentieri sul divano, ma dovevamo per forza cambiare stanza.
Ella allora si alzò, mi prese per mano e mi guidò fino alla camera da letto. Si era già denudata ed era rimasta con delle autoreggenti color carne, l'intimo e della scarpe basse, aperte davanti. La feci sdraiare in modo che il suo sguardo non fosse rivolto verso l'ingresso, poi mi spogliai anch'io.
“Che vuoi farmi?”, mi chiese maliziosa.
“Godere, ovviamente”.
“Più che tua moglie?”.
“Beh, mi sembra chiaro”, le risposi con certezza.
Quella era una domanda che mi faceva spesso, mentre io che di natura ero più sicuro di me stesso, difficilmente facevo paragoni o mi prestavo a farne. Quello che le interessava o che le piaceva sentirmi dire era che con lei mi divertivo più che non con Carla. Non aveva una gelosia possessiva, nel senso che non mi chiedeva di non avere rapporti con mia moglie. Voleva solo che quelli con lei fossero migliori. Io dei suoi non le chiedevo mai anche perché era ella stessa a dirmi quanto fossero insoddisfacenti.
Le sfilai lo slip proprio mentre percepii un leggero rumore provenire dall'ingresso, Era evidente che Gabriella fosse entrata. Poco dopo ne ebbi la conferma, quando la vidi con i miei occhi. Donatella dava le spalle alla porta e quindi le sarebbe stato impossibile notarla a meno che non si fosse alzata per recarsi nel soggiorno.
Una leggere e pungente peluria le copriva il sesso. Mi chiese scusa per non essere riuscita a depilarsi ma le dissi che non era un problema, poi affondai il viso sul suo sesso e cominciai a leccarla a fondo.
“Oh mio Dio, vuoi farmi impazzire?!?!?” mi chiese ella alcuni minuti dopo, ma io non le risposi e continuai nella mia azione.
“Sai cosa potrebbe accadere, vero, se non la smetti?”.
“Certo che lo so”, le risposi pensando alla nostra prima volta ed a quanto fosse accaduto. Dopo al primo orgasmo mi invitò a continuare. Le mordicchiai il clitoride e lei sussultò. A quel punto sollevai lo sguardo e sulla porta del soggiorno vidi Gabriella che guardava prima sua madre e poi me ad occhiate alternate. Si era sollevata completamente il vestito e da lontano mi fece notare che non indossava lo slip. Il suo dito medio si muoveva velocemente avanti ed indietro nel suo sesso e ad un certo punto si era addirittura accovacciata allargando al massimo le cosce. La potevo vedere alla perfezione. Il suo sesso, coperto da una folta peluria bionda e le sue abili dita che lavoravano alla ricerca del suo particolare piacere.
Più tardi mi disse, ma lo avevo già capito guardandola, che in quel preciso momento aveva avuto il suo primo orgasmo.
“È accaduto quando mamma ti ha detto che nessuno l'aveva mai leccata come te. In quel momento mi sono accovacciata e sono venuta una prima volta”.
Vedere quella ragazza masturbarsi mentre ci guardava scopare fu una cosa che da un certo punto di vista mi eccitò, ma da un altro mi disturbò parecchio. Dovetti concentrarmi per non perdere l'eccitazione. Ad un certo punto avrei voluto alzarmi e smetterla, ma non potevo.
Se avessi dovuto penetrare Donatella in quel momento non ce l'avrei fatta, allora andai avanti con la bocca. Nel frattempo si era sfilata il reggiseno e si stava pizzicando i capezzoli con le dita. Le inserii un dito nella passera e continuai a leccarle il clitoride stringendolo anche tra i denti.
“Vengo e poi andiamo in bagno, ok?!?!?”, mi chiese.
“Ok, poi andiamo in bagno”le risposi a voce un po' alta perché Gabriella sentisse.
Stava già cominciando ad inarcare la schiena il che significava che il suo orgasmo era ormai prossimo ed infatti, nemmeno tre minuti dopo, si inarcò in maniera incredibile e mi chiuse il volto tra le cosce per almeno due minuti.
“Pensavo ti volesse soffocare quando ha goduto la seconda volta”mi scrisse il giorno dopo Gabriella “Devo ammettere che più la osservo e meno sento il legame materno, Abbiamo un buon rapporto e quando stiamo insieme ho difficoltà a credere che sia la stessa persona che fa quelle cose con te in bagno. Ieri è stato forte eh?!?!?”.
Dopo al secondo orgasmo eravamo andati in bagno. Durante lo spostamento Gabriella si era nascosta dietro alla parete ed aveva poi spiato dallo stipite della porta.
“Toccati mentre mi guardi pisciare, dai” mi aveva detto Donatella, dopo essere entrata nella vasca. Aveva una autoreggente che si era leggermente abbassata e se la era sistemata in modo estremamente sensuale. Prima di entrare nella vasca aveva lanciato le scarpe lontano.
“Sei bellissima”, le dissi.
“Son felice che tu me lo dica, ma lo pensavi anche prima che ci frequentassimo?!?!”.
“Certamente. Altrimenti ora non saremmo a questo punto”.
“E se si facesse avanti una più giovane?”, mi chiese allora.
“Come ben sai, non vado in giro a cercare niente. Ho già tutto ciò di cui ho bisogno”, le risposi. Mi tenevo il cazzo in mano e quella scena e quel dialogo mi stavano eccitando.
“Non ti scappa più?”, le chiesi per cambiare discorso ma anche voglioso di vederla all'opera.
“Certo che sì. Vieni anche tu, dai”mi disse. Io ero già completamente nudo, quindi non ebbi alcun problema ad entrare subito nella vasca. Una volta dentro ci abbracciammo e baciammo. Donatella era alta come me ed il mio cazzo si infilò direttamente in mezzo alla sue cosce. L'erezione fece sì che esso sfregasse contro alla sua passera che era caldissima.
“Voglio farla così, in piedi, sul tuo cazzo, ti spiace?”, mi chiese. Era una cosa nuova ed io non ebbi niente da obbiettare. Continuammo a baciarci ed un attimo dopo sentii il suo liquido caldo colpirmi prima il cazzo, poi le gambe, mie e sue, e scendere fino a i nostri piedi. Era di un colore trasparente, non giallognolo e non aveva nemmeno un odore troppo forte, ma era caldo.
“Era tempo che lo volevo fare”, mi disse mentre le strinsi le chiappe tra le mani, tenendola stretta. Per un attimo pensai a Gabriella che stava certamente guardando ma quel momento era troppo eccitante.
Lasciai che si svuotasse completamente, poi le dissi:”Voltati!”.
“Mi piace quando sei così deciso”, mi disse e si voltò immediatamente. Le feci sollevare una gamba ed ella poggiò il piede direttamente sul bordo della vasca, piegandosi leggermente in avanti. Io le entrai dentro quasi subito, senza trovare troppa resistenza. Le poggiai le mani sui fianchi e cominciai a spingere con un certo ritmo.
In quel momento preciso Gabriella avrebbe raggiunto il suo secondo orgasmo.
“Vi guardavo ed eravate molto belli. Completamente bagnati e con i piedi nell'urina di mia madre, devo dire che la scena che avevo dinanzi era davvero eccitante. Quando lei si è piegata e tu l'hai penetrata, ho goduto per la seconda volta. Sapete veramente farmi impazzire voi due!”mi scrisse Gabriella quel pomeriggio.
Quella seconda esperienza da “spiato” mi colpì un po' meno. Sapere che Gabriella ci stava guardando da un certo punto di vista mi eccitava anche. Mi chiesi ad un certo punto se ella non avrebbe mai voluto aggiungersi ma pensai che Donatella non avrebbe mai accettato una cosa del genere. Non era proprio il tipo. Anche se scoparsi madre e figlia, come idea, aveva un suo perché di eccitante.
Ricordo che quando Donatella si portò una mano tra le gambe per tenersi aperta la fica, io stavo pensando di fare sesso a tre con lei e Gabriella. Immaginavo di scopare una e di leccare l'altra e proprio in quel momento le dissi che stavo per venire. Lei allora mi fece uscire, si inginocchiò nella vasca davanti a me e si prese in bocca il mio uccello. Lo leccò a fondo ma si dedicò ad esso anche con le mani, poi se lo mise davanti alla faccia e, quasi come se gli parlasse, disse:”Vieni, dai...dai....”.
Fu quello il momento in cui le eiaculai in faccia. Il primo schizzo la colpì sopra il ciglio sinistro, il secondo in bocca ed il terzo sul naso. Era una maschera di sperma. Si pulì con la mano e poi si alzò dicendomi:”Fammi venire ancora una volta, dai, ti prego!”.
Allora mi inginocchiai io ed ella risollevò un piede poggiandolo nuovamente sul bordo della vasca. Le mie ginocchia entrarono a contatto con alcune gocce di urina che erano rimaste sul pavimento e la mia faccia si insinuò contro al suo sesso. Se non aveva un particolare odore, il sapore che aveva il suo sesso era piuttosto acre. Non era buonissimo, ma non ci feci troppo caso. In quel momento volevo solo che lei godesse e che sua figlia la vedesse. Essendosi però voltata, Gabriella fu costretta a restare molto defilata. Notai le unghie dei suoi piedi dipinte di rosso e sentii la sua mano dietro la mia nuca spingere il mio viso contro alla sua fica.
“Oh mio Dio, sei fantastico! Cazzo, quanto sei incredibile con la bocca!”, mi disse. Io non potevo risponderle nulla, potevo solo leccare. Anche le sue autoreggenti erano intrise del suo piscio,
“Sto per godere, sto per godere! Ecco. Adesso! Adesso!!!!”, urlò e raggiunse così il suo orgasmo, liberandomi la faccia. Restai a guardarla mentre si strinse le tette fra le mani e la sostenni visto che, se si fosse inarcata ancora un po', sarebbe certamente scivolata con il piede d'appoggio. La sua fica era incandescente ed il suo corpo era pervaso da tremiti e spasmi.
Si sfilò le autoreggenti e poi ci lavammo con lo sciacquone della doccia. In quel momento Gabriella uscì dalla casa. Quando tornammo in camera, ci rivestimmo. Poi ci prendemmo un caffè e poi io me ne andai.
Quel pomeriggio pensai molto a quanto fosse accaduto quel mattino ed a quanto stesse accadendo. Non sapevo quanto Gabriella avrebbe voluto andare avanti e da un certo punto di vista temevo anche quello che sarebbe potuto accadere. Pensavo fosse una pervertita ed in qualche modo lo era, ma per ora era inoffensiva. Quello che più mi preoccupava era che Gabriella puntasse ad un ruolo più attivo. Se avesse voluto venire coinvolta in quella relazione, saremmo stati spacciati. Avrebbe rovinato tutto quello di sano che c'era tra me e Donatella.

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