Impazzito per i suoi piedi in treno (p. 1)

Scritto da , il 2018-07-16, genere feticismo

Era estate. Appena salito sul treno che mi avrebbe riportato a casa dopo una mattinata di università notai che eravamo nell'ora di punta e percorrendo carrozza dopo carozza non c'erano posti (da 4) liberi quindi mi sedetti di fronte ad una bellissima ragazza. Avrà avuto 2 o 3 anni in piú di me (io ne ho 18), seno abbondante, viso dolce con qualche sfumatura di arrogante superiorità. Aveva dei piedi magri, vellutati, incredibili. Con unghie smaltate di azzurro e infradito che dondolavano regolarmente dalle sue gambe accavallate. La sua presenza mi metteva in soggezione. Non osavo guardarla negli occhi, tenevo lo sguardo basso e occhiate sempre meno discrete si rivolgevano ai suoi piedi. Intanto il treno iniziava a svuotarsi. Lei in principio sembrava distratta guardando fuori dal finestrino, in seguito credo si accorse del potere che lei e i suoi piedi avevano su di me. Inizió a muovere il piede in movimenti lenti e circolari e intanto mi fissava senza dire una parola. Io nascondevo ció che si stava muovendo nei miei pantaloni ma gli occhi non riuscivo a distoglierli da quei perfetti piedi. La nostra carrozza intanto era quasi vuota. La ragazza inizió a far risuonare la sua infradito contro il tallone producendo un suono sordo. Mentre a intervalli io provavo invano ad apparire tranquillo e guardare altrove appena sentivo quel suono il mio sguardo si rifiondava sui suoi piedi, non potevo controllarlo. Notai che ogni volta che distoglievo lo sguardo dai suoi piedi lei batteva la ciabatta contro il suo piede ed io ero quasi costretto a tornare ad ammirarli. Si stava prendendo gioco di me, mi stava fissando con aria divertita e di superiorità. Io ero in balia del suo volere. Non controllavo il mio corpo. Mi stava dominando senza neanche degnarmi di una parola. Ad un certo punto un rumore diverso interruppe il suo gioco psicologico, era la sua fermata. Si alzó in piedi e pronunció la prima parola: "seguimi". Io intanto intrappolato dai suoi piedi avevo perso la mia fermata da un pezzo.
Continua....

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