Libera

Scritto da , il 2018-06-10, genere dominazione

Ti osservo nella geometria delle corde che segnano e incavano la pelle dividendoti in settori, le braccia dietro la schiena bloccate dai tuoi polsi offerti alla costrizione.
Incrocio i tuoi occhi in quella muta domanda che non smetti ma di porre, come se la risposta potesse cambiare, come se ciò fosse possibile.
Non ti chiedo se sei comoda, non voglio tu lo sia mentre quel dildo vibrante, per ora ancora spento, dilata e occupa il tuo culo, ma ti afferro per i capelli reclinando all’indietro il tuo capo per baciarti, la prima di tante volte in cui oggi tu mi offrirai la tua bocca senza averne il controllo.
Sei la mia promessa di carne, di dolore, di piacere, di sofferenza, di tortura nel desiderio, le labbra si schiudono le lingue si incrociano scambiando movimenti e saliva.
La mano libera ti percorre incontrando in punta di polpastrelli delle dita la pelle, interrotta dal canapo, e continua nel suo lento digradare verso il basso sino al fondo dove le tue gambe si congiungono.
Ho impedito che le corde solcassero le labbra della tua fica non per misericordia, ma per permettermi di sondarti più agevolmente, di renderti disponibile per il mio capriccioso desiderio di te.
Ti guardo, ti vedo magnifica, non già nella mia creazione, io ho solo aggiunto qualcosa alla perfezione del tuo essere donna, la mia donna, ti guardo e voglio tu sia fiera...inesauribilmente affamata, perché ti sia più facile sopportare la mia di fame, il mio appetito multiforme che ti desidera in guise ancora non immaginate; il desiderio dà forma all’immaginazione.
Oggi desidero la mia schiava, la mia serva devota, le mani spingono implacabili e ferme sulle tue spalle per farti mettere in ginocchio, per porti all’altezza giusta, per far si che la tua bocca si renda utile al mio piacere, no non sono un illuso, non riuscirei mai ad oggettificarti neppure sotto costrizione, sei quel che hai deciso di essere per me, paradossalmente io sono un tuo strumento, il mezzo, la via per liberarti del giogo che ha oppresso al tua femminilità, la tua passione strisciante e frustrata in questi anni.
Hai trovato la libertà nel mio sguardo, nel mio guardarti spogliarti per me e sentirti desiderata come la più bella delle donne.
Cosa vorresti ora? La risposta è assai più semplice di quanto si possa immaginare: vuoi la mia furia, vuoi un po’ del mio egoismo, quello che nasce dal desiderio animale che mi monta dentro quando ti vedo e non ho altro pensiero che il contatto con te, e vuoi nel contempo essere tu la padrona del mio piacere, come un fulmine vuoi che mi scarichi a a terra dentro di te.
La tua bocca calda mi accoglie, nonostante io prema per violarla più a fondo possibile, nonostante le mie mani serrino il tuo capo con le dita tra i capelli cercando di bloccare il tuo respiro.
Mentre il tuo corpo cerca aria nell’istinto di ritrarsi, una parte della tua mente sente e desidera che questo disperato desiderio continui a possederti.
Ti soffoco con la mia carne dentro la gola, ti soffoco ripetutamente, portandoti al confine del dubbio, che io possa dimenticarmi di te per il mio piacere, ma puntualmente ti lascio andare per soddisfare la tua fame d’aria e ricominciare ancora ogni volta un po’ di più….nella tua bocca resa scivolosa da quella saliva che cola dal tuo mento sui seni costretti nelle corde.
Mi interrompo per alcuni secondi, solo per avviare il ronzio sommesso di quel dildo che prima hai ricevuto di dietro , tra i tuoi tentativi di sottrarti, inutili, perché sapevi che non avrei desistito, no non lo avrei fatto semplicemente perché tu non lo vuoi.
Riprendo lo stupro della tua bocca mentre uno dietro l’altro sopraggiungono i tuoi orgasmi, il tuo corpo inizia a tradirti e quell’osceno serpente di gomma , risale vibrando il tuo intestino, sino al cervello.
Ti guardo tremare e bloccarti all’improvviso mentre gli orgasmi iniziano a scuoterti, allungo la mano sotto tra le tue gambe, per ritrarla umida...magnifica nella tua oscena eccitazione.
Potrei venirti nella bocca ora, so che berresti tutto anche a costo di soffocarti, ma non è questo che voglio, ed allora ti sollevo e buttandoti sul letto, emetti un piccolo urlo di sorpresa.
Apro le tue gambe afferrando le caviglie, ed un momento dopo ti entro dentro, nessuna dolcezza, nessuna progressività, un affondo secco che porta i miei testicoli a sbattere tra l’umido delle tue cosce e il ruvido della corda che trasmette la vibrazione del dildo che tengono fermo dentro di te.
Ti scopo , con furia, con veemenza, con l’egoismo del mio piacere, mentre i tuoi occhi sbarrati mi guardano e i tuoi gemiti ora trovano la strada delle tue labbra, ora libere.
Spingo dentro di te con cattiveria quasi animale, predatoria, una sorta di mio urlo di impotenza...perchè tu sei la mia regina e per quanto schiava, sei tu che amministri il mio piacere.
Ogni spinta è una rabbiosa provocazione a strapparti un altro gemito, un altro urlo strozzato o un respiro interrotto, non puoi opporti, non puoi stingermi graffiando la mia schiena o piantando le dita nelle braccia come usi fare quando stiamo per raggiungere l’apice.
Vengo...stringendoti spasmodicamente a me nel mio ultimo singulto che segue l’ultima stilla di sborra nella tua fica…
Il peso del mio rilassamento ti opprime mentre impietoso il dildo continua ad estorcerti un piacere quasi doloroso… giunge al fine la tua supplica… musica per il mio piacere.

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