Sol Levante

di
genere
sadomaso

A vederla cosi minuta e gracilina nessuno l'avrebbe immaginata resistente ed assatanata solo qualche giorno dopo come descrivero' qui di seguito. Mi era stata affidata da un familiare perche' dispongo di uno spazioso appartamento. Yoko Maturo e' una cantante lirica che nel Paese del Sol Levante ha vinto una borsa di studio per frequentare Canto nel nostro Paese. Dopo il primo anno di Conservatorio ha deciso di continuare a studiare da noi e si e' cercata una sistemazione. Dopo varie peripezie ha conosciuto qualcuno a me vicino che ha pensato bene di parcheggiarla a casa mia visto che non costa nulla ne' a lui ne' tanto meno a lei. Io ho accettato con piacere anche perche' la ragazza e' bellissima e soprattutto e' dolce ed ubbidiente. Il suo viso di porcellana attira le carezze e la sua boccuccia attira i baci. Io sono molto sensibile alla bellezza e mi perdo nei suoi occhi obliqui e scuri. Si e' accorta che mi piace osservarla ed abbassa lo sguardo timida. Un leggero sorriso aleggia sul viso e non si ritrae quando mi avvicino per baciarle i capelli neri raccolti sulla testa. Sono molto grande per lei, posso esserle padre quindi si lascia baciare fiduciosa e continua a sussurrare si si si si con un filo di voce ogni volta che le chiedo qualsiasi cosa. Di solito veste un jeans slavato con una camicetta bianca accollata molto virginale e lascia pochi sprazzi di pelle diafana. E' bella, molto bella, ha quel fascino orientale che a noi europei piace. Io ne vado pazzo e faccio di tutto per farglielo capire. Lei, pero', si defila e mi guarda di sbieco quasi volesse evitarmi, ma quando mi avvicino per baciarla piega la testa ed aspetta lo schiocco. Di solito mi occupo io della cucina specie dopo aver assaggiato pesce crudo ed insalata di alghe marine. L'ho ringraziata ma l'ho pregata di astenersi dal cucinare per me le sue specialita'. Si e' ritratta piuttosto triste ed offesa e per farle capire che non avevo niente contro di lei le ho baciato il collo eburneo. Dio, ha la pelle che scotta. Le ho spinto indietro i capelli per liberare la nuca e le ho succhiata la pelle bianca alla base dei capelli. Non si e' mossa, ho insistito ed ho spinto contro l'inguine il mio bacino dove il cazzo si stava gonfiando. Non si e' sottratta ma neanche ha dato segni di piacere. Dopo un mese che abita a casa mia e' la prima volta che mi sono spinto cosi lontano. Se mi fa un pompino con quella boccuccia la ospitero' per tutta la vita. E' andata in camera sua a studiare e per qualche giorno sono rimasto a riflettere su quanto sia eccitante succhiare il collo bianco di una giapponesina giovane e dall'aria virginale. Non l'ho mai sentita cantare ne' mi interessa pi di tanto, sono curioso invece di sentirla fremere sotto le mie carezze e gemere per i miei baci. Questa ragazzina mi sta facendo passare ore da frustrato e sto sempre col cazzo in mano a pensare a lei. Un giorno e' tornata a casa con un pacco ritirato in posta ed e' uscita piu' tardi dalla sua stanza con indosso il kimono che le hanno spedito i suoi. Bellissima, ancora piu' bella di quanto mi era parsa finallora. La differenza e' lo spacco che le scopre una coscia bianca, minuta sottile e ben disegnata in proporzione col corpo minuto ma di un biancore affascinante. Ride divertita del mio imbarazzo e sposta la stoffa del kimono di lato perche' possa ammirare la coscia piu' in alto di quando l'abito conceda. Cazzo! Questa provoca. Mi alzo in piedi colla patta gonfia bene in vista mi avvicino le prendo i fianchi e le stampo un bacio sul collo che conosco bene. Non si muove ne' si allontana quando spingo il bacino e le faccio sentire quanto sia eccitato. Le prendo il mento le sollevo il viso accosto la mia bocca alla sua e mi ritrovo a intorcinare la lingua colla sua. Ci sta, cazzo, ci sta. Il bacio e' focoso e' passionale e' conturbante e mentre io sbuffo lei geme coi bacini che si strusciano uno contro l'altro. E' stata la sua mano a cercare il mio cazzo, io mi sono ritrovato a ravanarle nelle mutandine quindi sollevata di peso l'ho deposta sul mio letto. Spogliare una ragazza giapponese del suo kimono e' un'impresa ardua se poi ci metti che lei non lascia il cazzo che e' riuscita a tirare fuori dai calzoni si capisce quanto maggiore sia la difficolta' anche con lei consenziente. Finalmente appare il corpo esile gracile e nudo nel suo biancore col ciuffetto di peli lisci e neri sul monticello a guardia di una fichetta di cui si intravede appena la fessura. La guardo affascinato mentre lei mi guarda coi suoi occhi a mandorla e le labbra socchiuse in un sorriso invitante. Dio se e' bella! Abbasso lo sguardo attratto da quella fichetta colle grandi labbra gonfie e man mano che mi avvicino le cosce si spalancano e la fica si apre. Tutto e' minuto in lei, le grandi labbra minute colla cresta liscia ed il grilletto un chiodino duro piu' del mio cazzo. Mi accosto per succhiare la linfa quando lei sposta il culo e si allontana. La seguo mi accosto e cerco di ficcarle la testa tra le cosce e mi sfugge. La guardo negli occhi e senza parlare le chiedo spiegazioni. Le scivolo sopra e cerco di fotterla col cazzo e lei con uno scatto si allontana ancora. Cazzo, questa mi fa impazzire. Vorra' mica che indossi un preservativo? Non mi piace, amo il rischio e sentire il cazzo libero ma se per fottere questa troietta dagli occhi a mandorla devo indossarlo ebbene cedo al sacrificio. Faccio per alzarmi dal letto e lei mi afferra una mano e mi trattiene. - Non capisco cosa vuoi. Fammi capire.... Lei ripetendo all'infinito il suo si si si si a fil di voce alza la mia mano e la lascia ricadere sulla fica aperta. Ah! ho capito, vuole che le schiaffeggi la fica. Oddio, non e' che mi piaccia piu' di tanto ma credo che in questo caso il gioco valga la candela. Abbasso la mano aperta e colpisco la carne molle e delicata della vagina esterna. Un gridolino di piacere e m'invita ad usare la forza. Abbasso la mano con piu' forza e la vedo sorridere. Aumento il ritmo e la forza e mi pare di provare piacere a mia volta. E' felice e mi pare che stia godendo. Infatti la fica e' umida e le grandi labbra sono bagnate. Vuoi la guerra e guerra sia. Ti faccio vedere io. Vado in cucina e torno brandendo il cucchiaio di legno per girare la polenta. Sgrana gli occhi e vi leggo il piacere e l'eccitazione. Si si si si e spinge in alto il bacino per incontrare prima il grosso cucchiaio che si abbassa con forza. Temo di aver esagerato invece spalanca ancora d piu' le cosce e mi offre la fichetta col suo buco nero ed invitante. Mi porge il fazzoletto ed il polso ed indica il comodino. Vuoi vedere che pretende di essere legata? Non l'ho mai fatto anche perche' non amo la violenza. Cerco di dissuaderla ma lei insiste colle lacrime agli occhi, come se fosse una cosa molto importante per lei. Cazzo, penso, cosi giovane e gia' cosi depravata. Non amo questi giochi. So che sarei capace di controllarmi ma non si sa mai e non vorrei essere trascinato in qualcosa piu' grande di me. Poi la vince il suo sguardo implorante ed il fremito delle sue labbra e quando torno in camera stringendo in mano lo spago per stendere la biancheria in giardino mi sorride felice come una banmbina dal corpo di donna e la fica pronta ad accogliermi. Una volta legata coi polsi e le caviglie mi fa capire stringerle i piccoli seni e le grandi labbra della fica colle mollette della biancheria e dopo averla colpita ancora col cucchiaio fino ad arrossare la pelle dei seni e le cosce intorno alla fica sospira ed accetta l'omaggio del mio cazzo godendo della penetrazione e del dolore provocato dallo sfregamento contro le mollette che le stringono la fica. Dal mio canto faccio fatica a godere, sono eccitato ma mi manca qualcosa per raggiungere l'apice. Le bacio la bocca le bacio il collo le succhio i seni le succhio la pelle del ventre le succhio la pelle delicata e morbida delle cosce le percorro il corpo intero colla lingua le lascio una scia di bava. Dio che bella, peccato sia cosi perversa. Mi danno fastidio le mollette che le stringono le grandi labbra gliele stacco e la penetro. E' un lago. La perversione la eccita piu' del mio cazzo. La vedo in mia completa disposizione. E' legata e non puo' sfuggire. Tiro fuori il cazzo dal suo ventre le scivolo sopra fino a che il cazzo duro si avvicina alla bocca piccola e spingo con forza per penetrarla. Le manca il fiato e le viene da vomitare. Del liquido le schizza fuori e la cosa mi eccita. Vuoi la violenza? Adesso te la do' a modo mio. Affondo e provo un insano piacere. Il cazzo non e' mai stato cosi duro. Il bianco viso e' cianotico, non riesce a tossire e ha la gola arrossata e gonfia. Gli occhi schizzano fuori dalle orbite e la capocchia sta per giungerle nello stomaco. Esco per un attimo per spingerlo con piu' forza, dio come mi piace, si mi piace e sborro a fontana. Con uno scatto ritiro il cazzo ed un fiotto di sborra e di saliva le cola per il mento. Raccolgo il tutto e glielo spalmo sul viso e sui seni e solo allora mi accorgo cha ha goduto tanto che le cola l'umore fuori dalla fica ed imbratta le lenzuola. Mi sorride felice, anche io mi sento appagato di averla chiavata in bocca, quella bocca piccolina che mi ha incuriosito gia' la prima volta che l'ho vista. Glielo infilo ancora e la fotto a lungo. I suoi occhi neri mi sorridono ed apprezzano le spinte che le fanno mancare il fiato. Hai capito la mandorlina? Le piace la violenza ama la sofferenza. Con me e' cascata male ma pur di farla felice la prendo colla forza. Pero', se ama la violenza credo che apprezzi quando la faccio girare a culo all'aria e la sodomizzo. Minghia, sono arrivato tardi, ha il buco del culo capiente. La ragazza e' giovane ma mi sa che ha vissuto intensamente. Ha inizio cosi una relazione che durera' qualche anno prima che le nostre strade si dividano. E' stata la sola donna che ho posseduto colla violenza e devo dire che il piacere e' stato solo suo tanto cio' vero che da parte mia ho cercato di rimuoverne il ricordo.
di
scritto il
2011-03-22
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