Un regalo inaspettato

Scritto da , il 2018-02-13, genere trio

Il buio. Vuoto di luce ma carico di sensazioni. Di eccitazione. Di voglia. E. era li, sul letto, nuda. E bendata. Suo marito M. le aveva detto di stare tranquilla, mentre le annodava quel foulard che le copriva gli occhi. "Fidati di me, mi ringrazierai...". E lei si era fidata, perchè, anche se era la prima volta che accadeva, mentre le diceva queste cose la baciava appassionatamente, e più il buio chiudeva quei suoi occhi e più la voglia le faceva spalancare le cosce.

Per un attimo che sembrava un'eternità non successe niente. Percepiva che lui si stava muovendo, allontanandosi, e dopo un pò lo sentì salire in fondo al letto, avvicinandosi al suo corpo nudo. Una scarica la travolse quando sentì il calore della sua bocca. Lì, sulla sua fica aperta e bagnata. La lingua frenetica si muoveva sul suo sesso, aprendole le labbra morbide e risalendo fino al clitoride. Alternava leccate umide a succhiate profonde. La stava facendo impazzire, si, davvero, impazzire. Sentiva il piacere crescere in lei e lo assecondava muovendo i fianchi e cercando di incollare la fica a quella bocca vogliosa.

Mentre si godeva quella superba leccata, d'un tratto una bocca cercò insistentemente la sua. E. trasalì. C'era un altro uomo! "Tranquilla amore mio, va tutto bene...". Era la voce di M. li, accanto al suo viso. Ma allora chi era che la stava leccando? "Che cazzo succede!" disse impaurita, cercando di alzarsi e di scappare da quella bocca sconosciuta. Suo marito continuava ad accarezzarla e a cercare di baciarla, ma lei si tolse in un attimo la benda dagli occhi e lo vide. Vide la sua testa che si muoveva e cercava di riconquistare la fonte di piacere. E lo riconobbe subito, d'istinto. Era F.. E l'eccitazione la travolse di nuovo.

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Il bip del messaggio lo destò mentre sonnecchiava sul divano. Chi cazzo era adesso? Possibile che non si può mai stare in pace? F. si alzò e prese il cellulare. Saranno i soliti messaggi stronzata, pensava. E invece no. Era lui, il marito di E.. Lo riconobbe dalla foto del profilo che li ritraeva insieme. Un misto di paura e scazzo lo travolse. Che cazzo voleva? Aveva sicuramente scoperto le loro chat. Scherzavano, è vero, a volte anche in maniera pesante, troppo pesante, ma non era mai successo niente. Si affrettò ad aprire il messaggio.
"Ciao, sono M., ti volevo parlare di mia moglie E.".
"Ciao, dimmi pure" rispose F. premendo tremante i tasti.
"Ho letto il racconto che hai scritto e che ve vi vedeva protagonisti..."
Porca troia, l'aveva letto. E ora?
Sta scrivendo, diceva il cellulare. Ci stava mettendo un'eternità, e l'ansia lo attanagliava sempre di più.
"Vorrei incontrarti se vuoi, dovrei parlarti di una cosa..."
See, col cazzo bello mio. Non ci pensava minimamente di incontrare un marito consapevole del fatto che la sua donna continuava ad essere nei tuoi pensieri. E tu nei suoi.
"Guarda, in questo periodo non posso proprio..."
"Tranquillo, non sono arrabbiato, non aver paura"
La frittata era fatta, non poteva più scappare da quella situazione.
"Ok, va bene al bar di Piazza Duomo domani alle 14?"
Era una delle piazze più affollate e se avesse iniziato ad attacar briga ci sarebbero state molte persone pronte ad intervenire. Almeno sperava.
La risposta tardava ad arrivare, forse voleva proporgli di vedersi verso il fiume, posto isolato, nessuno che potesse vederli, mentre avrebbe consumato la sua vendetta.
"ok, a domani"
Bene, almeno questo.

L'indomani F. si trovò al bar con dieci minuti di anticipo. Sperava di trovarlo già lì, così da mettere fine in anticipo a quella cosa. Lui non c'era invece. Si sedette a tavolino e ordinò una birra. Poco dopo arrivò la cameriera con la sua birra e con una scollatura vertiginosa. Iniziò a bere guardandosi intorno. La titolare del bar, una donna minuta, era girata ad armeggiare con la piastra. Al bancone, la giovane cameriera tettona era intenta a scherzare con una sua amica. Il decolletè metteva in mostra una parte abbondante del suo seno. La parte sufficiente, pensava, a richiamare frotte di ragazzi sensibili a due tette come quelle. Ma in qul momento di quei ragazzi neanche l'ombra.

Stava ancora fissando la cameriera e quasi non si accorse che M. era arrivato. Lo vide avvicinarsi in fretta verso il suo tavolo e si preparò ad incassare i colpi che sicuramente gli avrebbe riservato. Si maledisse di non aver portato qualcosa per potersi difendere, quando lo vide allungare la mano. Ma non voleva colpirlo, voleva solo stringere la sua.

Francesco ricambiò la stretta con sollievo. "Ciao, senti, riguardo a quel racconto, scusa, non intendevo assolutamente...". "No, tranquillo" gli rispose. "Anzi...". F. si sentiva davvero smarrito. Pensava di dover affrontare un marito incazzato nero, e non capiva. M. ordinò anche lui una birra e si sedette al tavolo. E andò subito al dunque.

Gli raccontò di come la moglie, E., non fosse mai stata molto intraprendente a letto, e questo li stava allontanando. E di come di punto in bianco cambiò. E che lui non avesse capito cosa fosse successo, ma che comunque non gli dispiaceva, visto quello che ora faceva quando scopavano. E che un giorno la trovò a letto nuda, mentre si masturbava guardando qualcosa sul cellulare. E che quel qualcosa fosse proprio quel racconto. E che alla fine gli confessò che molto tempo prima aveva avuto un'infatuazione per lui, F., ma non era mai successo niente. E che quel racconto l'aveva spronata ad osare durante il sesso, il sesso con il marito, e di come questo aveva cambiato il loro rapporto. Li aveva uniti, molto di più. E che si erano raccontati le loro fantasie, e che E. sognava di farsi scopare da F.. E che rileggendo qual racconto, tempo dopo, si era eccitato anche lui, ad immaginare la moglie posseduta da un altro. E che se ora le cose andavano bene era stato un pò anche merito suo. E che l'indomani sarebbe stato il loro anniversario e che voleva fare il più grosso regalo alla moglie. Voleva che a scopare insieme a loro ci fosse anche F.. Voleva regalarle LUI.

F. rimase di stucco a quella proposta. Certo che lo voleva, quel racconto era frutto non solo di una sua fantasia, ma di un suo desiderio. Si accordarono allora per la serata successiva. "Ti prego solo una cosa, però...", disse perentorio M.. "Non baciarla mai in bocca. Voglio che tra voi due ci sia solo sesso, non amore..."

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F. inserì la chiave ed entrò nella casa di E.. Erano le dieci e mezza e tra poco sarebbero rientrati. "La porto a cena e verso le undici torneremo per la seconda parte della serata..." gli disse il giorno prima strizzandogli l'occhio. "Tu entra e nasconditi nell'armadio a muro, a tempo debito ti farò uscire. Fatti trovare, ehm, pronto...". F. si portò in camera da letto, spense la luce ed entrò nell'armadio a muro. Era molto largo e si potè spogliare in tutta comodità. Dopo appena un quarto d'ora sentì armeggiare con la serratura. Erano rientrati. Li sentì avvicinarsi velocemente e ad un tratto vide accendersi la luce. Si avvicinò alla fessura tra le due ante e li vide vicino alla porta. Si stavano baciando appassionatamente, le mani di lui si facevano strada sotto la gonna del vestito. D'un tratto le slacciò l'abito, che ricadde ai suoi piedi. E. non indossava il reggiseno. La poteva vedere di spalle, la schiena nuda ed il perizoma che separava due chiappe belle tonde. Un culo da paura. L'eccitazione si fece strada velocemente in F.. Iniziò a toccarsi il suo grosso cazzo, ormai bello duro, pensando a quando lo avrebbe affidato alle attenzioni di E..

Intanto i due amanti si erano portati verso il letto. M. si stava spogliando, mentre E. si era già tolta le mutandine e stava aspettando vogliosa il suo uomo. F. vide prima le sue tette, non troppo grosse ma belle sode, e il suo sguardo si spostò velocemente verso la fica. Era bella. Una peluria nera, folta ma ben curata, contornava quello scrigno rosa. Intanto anche F. si era spogliato e si sdraiò accanto ad E.. Continuarono a baciarsi, ed E. iniziò a segare il cazzo del marito, mentre lui le accarezzava la fica. Andarono avanti per alcuni minuti e quando l'eccitazione raggiunse il massimo M. propose a E. di bendarla. Nell'armadio F. era teso come una corda di violino. Avrebbe accettato? E se, no, chissà che casino sarebbe successo... Lei invece accettò e, dopo averla bendata, M. andò piano piano ad aprire le ante dell'armadio. F. uscì e dietro indicazione di M., che la indicò senza far rumore, si avvicinò alla fica di E..

La vista di quella fica così vicina ed il profumo che emanava lo stavano inebriando. Iniziò a leccarla dolcemente e lentamente, aprendo quelle labbra umide e salendo piano piano verso il clitoride. Lo succhiò ed E. ripose subito con un gemito, incollando il suo pube alla bocca di F.. Aveva un sapore buonissimo. E. si godeva la leccata, inconsapevole di chi stava accogliendo in mezzo alle sue gambe, mentre M. guardava rapito e soddisfatto. Quando M. si avvicinò alla bocca della moglie per baciarla, e lei si rese conto impaurita che non erano più in due, iniziò a protestare e d'improvviso si tolse la benda. F. temette una scenata e la fine dei giochi, ma lei, dopo un attimo di smarrimento, gli afferrò la testa schiacciandola ancora di più verso la fica e offrendo la sua lingua al marito. Continuarono così per un bel pezzo. E. si sentiva terribilmente eccitata, stretta com'era tra quelle due lingue. Le aveva detto che le aveva preparato una sorpresa che non avrebbe potuto immaginare. Infatti non lo si sarebbe mai aspettata di poter coronare per una volta il sogno di farsi scopare da F.. Che marito splendido che aveva.

F. smise di leccarla e si portò in piedi accanto ad M.. Ora E. poteva vedere quei due cazzi che si ergevano duri e gonfi. Ed erano tutti per lei. Si mise a pecorina, la faccia vicina a quei due bastoni di carne. Spostò lo sguardo dal cazzo del marito a quello di F.. Quest'ultimo era più grosso, più invitante, con dei coglioni belli sodi. E. non vedeva l'ora di occuparsi di quel suo nuovo trofeo, ma si sentì in dovere di iniziare dal marito. Prese in bocca la cappella ed iniziò succhiare e a leccarlo. L'eccitazione per il cazzo di F. la attanagliava e la rendeva impaziente. Incrociò lo sguardo del marito, quasi per avere il permesso, e si tuffò vorace sul cazzo di F. Iniziò a leccarlo dalla cappella, insalivandolo e percorrendolo fino ai coglioni duri. Ne poteva apprezzare tutta la sua durezza. Poi lo mise in bocca ed iniziò ad assaporarlo e a massaggiarlo con la sua lingua. Alternava profonde succhiate a leccate bagnatissime, giù giù fino alle palle che spesso prendeva in bocca.

Il marito intanto si infilò un preservativo e, portatosi dietro di lei, la penetrò. E. si trovava stretta tra quei due cazzi, uno in fica ed uno in bocca. Non avrebbe mai pensato di trovarsi in una situazione del genere, eppure ora c'era. E le piaceva. Dopo pochi colpi M. iniziò ad ansimare; troppa l'eccitazione di vedere la moglie in quel triangolo e venne, uscendo mestamente dalla fica. "Di già?" disse E.. Un pò ci rimase male, voleva godersi appieno le sensazioni che le avrebbero potuto procurare quei due cazzi. F. capì subito l'antifona e, infilato anche lui un preservativo, andò a prendere il posto del marito. Lo infilò tutto, fino alle palle ed E. sentì subito la differenza. Iniziarono a scopare alla pecorina, con F. che affondava dei colpi decisi e E. che li accoglieva muovendo il culo. M. intanto si godeva la scena. Le tette ballonzolavano come impazzite e F. le afferrò, accarezzandole.

Ad un certo punto F. si sfilò e si accomodò di schiena. E. si girò e come un fulmine si impalò in quel grosso cazzo. Iniziò a cavalcare con foga, alzando il culo fino quasi a sfilarsi per poi affondare velocemente di nuovo su tutto quel grosso bastone. Quando F. iniziò a leccarle i capezzoli duri, E. accelerò la cavalcata. Iniziò ad ansimare e dopo un pò godette, in un orgasmo sfiancante e bagnato.

Si sdraiò del tutto sopra F. spossata. Il marito intanto si segava, cercando di recuperare un turgore sufficiente per potersi rituffare in mezzo ai giochi. E. si girò di schiena, accogliendo di nuovo il grosso cazzo di F.. Anche lui stava quasi per venire, ma continuò imperterrito ad affondare il suo bastone nella fica accogliente di E., mentre il marito cercava di dare il suo contributo mordicchiando le tette della moglie. La stanza era intrisa dai rumori e dall'odore del sesso, talmente era bagnata E.. Ad un certo punto F. sentì di non poter più resistere e le bellissime sensazioni che gli davano quella fica calda e stretta lo fecero venire con un lungo orgasmo.

Si staccò da E., sfilando il preservativo; lei riprese a baciare il marito, ringraziandolo per quella bellissima ed inaspettata sorpresa. Poi si girò verso F., e per ringraziare anche lui si avvicinò al cazzo, un pò più molle ma sempre piuttosto grosso, e stampò un bacio su quella cappella rossa e ancora un pò bagnata di sperma.

Oramai stanchi ma appagati, proposero a F. di passare la notte lì con loro, vista l'ora. F. accettò e si infilarono nudi sotto le coperte, E. in mezzo e i due uomini ai suoi lati. Parlarono per un pò, quando ad un certo punto si accorsero che il marito era caduto in un sonno profondo. F. ed E. allora si avvicinarono di più. E. iniziò a cercare la bocca di F.; aveva promesso di non baciarla, ma l'eccitazione stava salendo di nuovo e non resistette. Iniziarono a slinguarsi in maniera quasi oscena, con le mani che ora accarezzavano il sesso dell'altro. Il cazzo di F. era tornato di marmo ed anche la fica era di nuovo intrisa di umori. F. salì sopra E., cercando di fare molto piano per non svegliare M. che dormiva invece un sonno profondo. Iniziò a strusciare lentamente la cappella sulla fica di E., che muoveva invece il bacino cercando di farsi penetrare di nuovo da quel grosso cazzo. "Non ho il preservativo..." sussurrò F. all'orecchio di E. "E allora?" rispose inaspettatamente lei. La penetrò.

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