Francesca Troia 3

Scritto da , il 2017-11-20, genere fisting

I primi due capitoli sono nella categoria "Zoofilia".

Le mie giornate all'università ormai le passavo nei bagni, dove lasciavo che i ragazzi potessero abusare di me quando e quanto volevano. Adoravo l'idea di essere la troia di tutti, passare le ore a fare pompini su pompini e a farmi fistare fica e culo. Oltretutto si divertivano molto anche i ragazzi quando mi fistavano: portavano bottiglie di tutte le forme e dimensioni, dildo di gomma, anche palle da palla a mano, qualunque cosa che potessero infilarmi nel culo o nella fica, per dilatarmi sempre di più.
Quanto mi piaceva sentire le loro mani, 2/3 per volta, che si muovevano dentro il mio intestino o il mio utero. Facevano di tutto per "riempire" i miei enormi orefizi, ma io ero insaziabile e più mi dilatavano più volevo essere dilatata, ancora e ancora.

Spesso questi "allenamenti" si protraevano oltre gli orari delle lezioni. Magari mentre tornavo a casa potevo incontrare dei gruppi di ragazzi che mi conoscevano. In queste occasioni non tardavano ad avvicinarsi per toccarmi, farmi proposte sconce, e magari mettere alla prova le mie capacità. Io non dicevo mai di no: perché negare qualche pompino a dei gentili ragazzi che si offrivano di sfondarmi il culo?

Anche sul pullman non mancavano i palpeggiamenti. Qualche volta le loro mani riuscivano anche ad infilarsi sotto la gonna di nascosto.

Altre volte chiedevo degli strappi in macchina fino a casa, offrendo in cambio di obbedire a tutte le loro richieste, anche se di solito mi chiedevano dei pompini o di potermi fistare. Il mio preferito era un ragazzo del primo anno, che ogni volta che gli chiedevo un passaggio mi chiedeva di spogliarmi completamente e riporre i vestiti nel bagagliaio. Durante il tragitto voleva farmi sempre stare sul sedile posteriore chiedendomi di stuzzicarlo massaggiandomi le tettone e masturbandomi, il tutto mentre lo imploravo di abusare di me. Io obbedivo e mi piaceva, anche perchè era quello con un po' più di fantasia. Quando arrivavamo a destinazione, si veniva a sdraiare sul sedile posteriore e mi faceva accomodare sopra di lui alla "69". Qui arrivava il bello: mentre gli succhiavo il cazzo lui mi leccavo il clitoride e mi allargava la fica. Quando poi era soddisfatto mi lasciava scendere.

Le mie giornate non potrebbero andare meglio

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