Al centro commerciale con la prof di inglese esterna

di
genere
etero

In una città in provincia c'è un bel centro commerciale che riunisce la gente di un po' tutti i comuni vicini, anche solo per fare una passeggiata. Un pomeriggio decisi di farci un salto. Mentre passeggiavo e mi guardavo in giro la mia attenzione fu tutta per una biondona abbronzata con un gran bel davanzale scollato che passeggiava lentamente guardando le vetrine. La guardai meglio finché una volta vicini mi accorsi che era la prof di inglese della commissione esterna della mia maturità.
"Professoressa, si ricorda di me? 5 anni fa ero seduto di fronte a lei e al resto della commissione di maturità."
"Hai un viso familiare... ah si ora mi ricordo, sei quel ragazzo con quella particolare tesina! Come stai? Hai continuato gli studi?"
"Si si proseguono" e continuammo a parlare un paio di minuti a riguardo. "Anche lei è a fare un giretto? è da sola?"
"Basta darmi del lei, dammi del tu altrimenti mi fai sentire una vecchia! Si sono sola, sono venuta a fare un giretto per distrarmi un po'. Ma tu piuttosto hai una bella memoria per ricordarti ancora di me!"
"Anche lei professoressa, cioè, anche tu prof ti ricordi ancora di me e poi chi se le dimentica quelle calde giornate! Il diploma è comunque un gran traguardo per ogni studente, non si può dimenticare facilmente..." risposi, pensando "e chi ti ha mai dimenticata, tu la prof più bona della storia, con quelle scollature 'illegali' che ha mandato fuori di testa tutti noi maschietti alla maturità, quante seghe mi sono fatto pensandoti tutta l'estate!"
"... E poi una prof speciale come te non è facile da dimenticare."
"In che senso? Speciale? Suvvia, per cosa?" chiese un po' sorpresa ma curiosa e divertita.
"Una professoressa come te, così alla mano, così giovanile, così carina... con noi." arrossissi.
"Così carina con voi? Non ricordo, ho fatto qualcosa di particolare?"
"No, non è tanto cosa hai fatto..."
"E allora dimmi, sono curiosa!"
"Voglio dire, tra tutti i prof della commissione esterna non ce ne poteva capitare una più bella e solare di te... sempre con quel sorriso in volto e quel... beh..."
"'Beh' cosa, avanti!" disse ormai completamente desiderosa di arrivare al dunque.
"In quelle calde giornate prof portavi la temperatura ancora più in alto e mi bastava guardarti per sudare e sentire il sangue ribollire. Era una gioia poterti vedere ogni giorno e ogni giorno eri sempre più bella. Forse non è una cosa così rara che un alunno si prenda una cotta per una professoressa, no?"
Mi giocai il tutto per tutto, in fondo cosa c'era di male ormai?
Rise per un momento ma poi mi fece gli occhi dolci obbligandomi a distogliere lo sguardo per l'imbarazzo e la tensione che quel discorso aveva generato.
"Ti va di fare due passi?" mi chiese con rinnovato sorriso.
Così passeggiamo un po' fino a salire al piano superiore. Si era fatto tutto un po' più silenzioso tra noi due, ma non mancavamo di sorriderci e guardarci dritto negli occhi mentre continuavamo a parlare normalmente di scuola e università. Non riuscivo a distogliere lo sguardo dalle sue belle gambe e da qualunque altra parte del corpo mostrasse la sua pelle nuda, come le spalle o la scollatura, in quell'abbigliamento così scarno di stoffa da ventenne alla moda.
Andammo a prendere un gelato per raffreddare i bollenti spiriti e ci sedemmo a un tavolino. Lei aveva un paio di shorts e una canottiera con una bella scollatura ampia, proprio come quelle che indossava in quei giorni di esame alla mia scuola da cui si vedeva il pizzo del suo abbigliamento intimo in bella vista che non veniva completamente coperto dal top.
Mentre leccava il cono un po' di gelato le scolò sulla scollatura e dopo un piccolo sussulto si affrettò a pulirsi.
"Mannaggia con queste temperature il gelato si scioglie subito; ma tutto sommato non mi è dispiaciuta questa fresca sensazione, anzi oserei dire che ci voleva proprio!"
Guardandole il décolleté però mi sembrò che non si fosse pulita del tutto.
"Forse sei ancora un po' sporca di gelato" dissi e lei mi chiese dove. Così presi un tovagliolino e glielo porsi indicandole nel frattempo che era sporca fra i due seni. Lei mi sorrise, prese il tovagliolo e si pulì ancora passando piano il tovagliolo sul solco, allontanando un po' una tetta dall'altra con le mani per pulirsi meglio lì in mezzo.
"Guardami bene, ne è rimasto ancora?" disse alzandosi dalla sedia e avvicinandosi verso di me e chinandosi in modo da mostrarmi in primo piano il suo generoso e oscillante davanzale e io, rosso in volto come un peperone, la guardo nuovamente con attenzione e le dico di no, continuando però a vedere con enorme interesse anche quelle macchioline più scure tipiche della pelle delle donne più mature ma che non facevano altro che dare ancora più fascino a una scollatura già abbronzata e abbondante come la sua. Anche lei era visivamente divertita dalla situazione e continuavamo a scambiarci sorrisi e sguardi eccitati.
Finito il gelato tornammo a passeggiare e pensai che da ormai 5 anni sognavo di rivederla, così la superai e presi posto a una panchina per fortuna molto defilata e senza nessuno nei paraggi e la invitai a sedersi vicino a me.
"Sai sono contentissimo di averti rincontrata. Mi hai fatto passare dei bellissimi momenti ma non solo a scuola... e non ti nascondo che speravo un giorno di rivederti, almeno una volta, per dirti quanto ti trovo attraente, che sei la prof più sexy che io abbia mai avuto, anche se solo per pochi giorni..." dicevo passandole lo sguardo su tutto il corpo, guardandomela per bene dai piedi, passando per le gambe, le cosce, il top, il décolleté, il collo, le labbra, fino agli occhi, con uno sguardo tranquillo ma deciso e un sorriso felice in volto. Poi tornando con lo sguardo sulla sua scollatura stesi il braccio verso di lei e le mie dita le sfiorarono dolcemente il torace mentre le facevo passare delicatamente sotto il pizzo del reggiseno che si vedeva dalla scollatura esattamente come lo ricordavo in quella calda sessione estiva, sentendo la sua pelle calda mentre il mio movimento si concludeva verso la spalla.
"Non potrò mai dimenticarmi di questi tuoi merletti che ogni giorno erano diversi, che mi hanno fatto viaggiare con la mente... poi vedere come oggi non sia cambiato niente, che tu sei bella esattamente come mi ricordavo e che anche dopo 5 anni mi fai provare ancora certe sensazioni..."
Quindi tolsi la mano da lei che aveva continuato a guardarmi dritto negli occhi e a sorridere. Pochi istanti dopo però abbassò lo sguardo e mi appoggiò una mano sulla gamba facendomi sussultare talmente ero elettrizzato per quello che avevo detto. Tornò a guardare dentro di me con gli occhi. Questa volta aveva uno sguardo diverso, non era più giocoso ma deciso.
"Dovrei andare in bagno, mi accompagneresti?"
Si alzò e io la seguì, entrò e dopo un bel respiro entrai anch'io seguendola nel bagno delle donne.
Entrò in uno dei bagni lasciando la porta aperta, io mi avvicinai lentamente e una volta alla porta mi acchiappò per la maglietta e mi tirò dentro.
Eravamo faccia e faccia, i nostri nasi quasi si scontrarono.
"Non fare rumore."
Io feci un cenno con la testa e lei tornò a sorridermi continuando a farmi gli occhioni dolci.
"Perchè 5 anni fa non hai fatto nulla?"
Ma io non fiatai e invece sorrisi maliziosamente, lei mi guardò le labbra mordendosi le sue. Allungai le braccia e le cinsi i fianchi, lei mise le sue braccia sopra le mie spalle.
La tirai verso di me e dopo un intenso sguardo ci baciammo. Mi sentivo travolgere dalla sua lingua e assecondavo tutti i suoi movimenti. Le baciai il labbro inferiore, mi piacque e lo rifeci ma questa volta con più decisione e quasi glielo morsi.
Lei portò le mani intorno al mio collo, alla base della mia testa, e le fece salire fin sotto le mie orecchie.
Anch'io feci salire le mie mani cingendole il torace, quindi le feci scivolare verso di me passandole sui suoi seni.
Con sofferenza staccò le sue labbra dalle mie e ci guardammo negli occhi. Io ero eccitatissimo e mi perdevo nel suo sguardo e anche lei era contentissima di cosa stava succedendo. Si tolse la canottiera mettendo in mostra un'addome che per una più che 50enne era da fare invidia a tutte, non tanto perchè fosse un bell'addome piatto ma al contempo morbido e formoso il giusto, quanto per l'eccitazione che la sua sola vista aveva causato su di me, l'idea di baciarlo, accarezzarlo e sentirlo delicato sotto le mie mani. Mi riavvicinai voglioso delle sue carnose labbra, ci ribaciammo appassionatamente, quindi cercò di alzarmi la maglietta e l'aiutai per far prima e non staccarmi troppo dalla sua bocca.
Ma non mi bastò e cominciai a baciarle le guance, sotto le orecchie, poi tutto il collo, continuai sul torace con bacetti consecutivi e passionali, mi teneva la testa e più scendevo coi baci più mi stringeva e mi schiacciava contro di lei per non lasciarmi andare. Le riempì di baci il décolleté più e più volte, prima un seno poi l'altro mentre lei mi massaggiava la testa con le mani e mi spingeva a se. Continuandola a baciare risalì sulla base del collo gustandomi quel sapore un po' salato di sudore sulla sua pelle. Allungai le mani sulle spalline del suo reggiseno facendone scivolare giù prima una e poi l'altra. Dolcemente proprio come feci qualche minuto prima continuai a sfiorarla con le dita sotto al merletto andando più in profondità, sentendo con mano quella parte dei seni che era ancora sotto le coppe del reggiseno: che pelle calda, morbida e setosa che sentivo. Dopo quelle palpatine ripresi a baciarle la scollatura con baci dolci ma intensi, quindi allungai le mani dietro di lei per sganciarle il reggiseno da dietro la schiena. Dopo un paio di tentativi mi aiutò lei e così quelle due poppe finalmente libere davanti a me si mostravano in tutto il loro splendore. Quanta abbondanza. Rimasi lì un attimo a guardarle ma poi goloso misi la mano sotto la sua tetta sentendone pure il sudore e la alzai verso di me infilandomi il suo grande capezzolone in bocca. Ciucciai quel capezzolo con la stessa voracità di un cucciolo appena nato, l'altra mano strizzava l'altra tettona e titillava il capezzolo, turgido ed elastico che diventava sempre più duro ogni volta che lo stringevo e lo tiravo. Le mani della prof invece mi stringevano i fianchi e mi tenevano vicino a lei per non farmi smettere. Cambiai mammella mentre con l'altra mano giocavo col capezzolone bagnato che fino a poco fa leccavo e succhiavo. A quel punto la prof allungò le mani e le portò sul pacco massaggiandomelo da sopra i bermuda. Cercò il bottone e lo trovò, mi allentò i pantaloni e afferrò con decisione il mio membro eccitato e gonfio. Provai un piccolo godimento e un brivido tutto lungo la schiena. Lo uscì dalle mutante e cominciò a lisciarmelo per farmelo esplodere talmente era già grosso. Avevo ormai tolto la mia bocca dai suoi frutti ma non gli avevo tolto le mani di dosso così continuai a massaggiarle i meloni e a pizzicarle i capezzoli, cosa che a giudicare dai mugolii la stava facendo impazzire. Il palmo della mano aperto sul mio pacco, rivolto verso il basso, lentamente strusciava il mio cazzo che ormai continuava a far uscire il liquido preseminale dalla sua punta a litri. Mi passò l'altra mano come fosse un artiglio su tutto il corpo, partendo dal collo passando sul mio petto per stimolarmi i capezzoli. Mi stuzzicò pure l'ombelico e scese fino al pube facendomi provare brividi di piacere ad ogni centimetro del mio torso nudo che veniva sfiorato.
"Hai i profilattici?"
"No, non li ho portati con me oggi."
"Un ragazzo dovrebbe averli sempre con se invece. Io ne ho solo uno... Ho bisogno che tu sia sincero, hai qualche malattia di cui devo sapere?"
"No, nessuna."
"Sei sicuro?"
"Si, sono sempre stato attento."
"Ok allora, lo teniamo per dopo" disse sollevata.
Così si inginocchiò e preso in mano il cazzo iniziò a baciarmi la punta fino a farlo entrare poco alla volta tra le sue labbra e a tirare un sonoro schiocco. Stavo impazzendo di piacere. Cominciò ad usare meglio la lingua anche per l'asta e continuò la stimolazione della cappella passando per bene e più volte la lingua sulla corona del glande. Le sue labbra sembravano essere fatte apposta per avvolgere il mio glande e non mancava di guardarmi negli occhi quando poteva per rendere quel momento ancora più eccitante per entrambi. Ma tutta quell'attenzione stava per farmi traboccare. L'avvisai che stavo per venire e non smise ma anzi usò l'altra mano che non menava l'asta per accarezzarmi intensamente le palle in un massaggio preparatorio alla mia venuta che le sparai dritta in gola con più getti. La sentì ingoiare e tirare tutto il resto del mio seme che era ancora in canna come fosse manna e lei morisse di fame. Rallentò il movimento e si sfilò piano il cazzo dalla bocca con uno schiocco, continuando a leccarne la testa e lanciandomi sguardi per vedere quanto godimento avevo provato.
"Oh professoressa, sei stata incredibile, mi hai svuotato! Mi sento in estasi!"
Sorrise e mentre continuava a leccarsi le labbra si tolse gli shorts e le mutandine rimanendo in sandali. Anche le mutandine, una brasiliana, erano in pizzo ma la mia attenzione ora era tutta per la sua passerina.
Il triangolino di peli era tenuto bene e indicava una sola cosa come la punta di una freccia.
"Adesso tocca a te assaggiarmi tutta!!"
Mi abbassai io sta volta, desideroso di sentire il suo sapore più intimo. Lei mise una gamba sulla tavoletta del water e iniziai con lunghe e intense leccate, poi con due dita cominciai a esplorare la sua umida grotta. E mentre con le dita stimolavo la sua passera all'interno, col pollice le stimolavo il magico bottoncino. Dei leggeri gemiti uscirono dalle sue labbra. Mi avvicinai e con la lingua ripresi a slinguazzarle la vulva, tra le grandi labbra e le pieghe delle piccole labbra. L'eccitazione era palpabile, come il suo gran bel culo e non smettevo di fare acrobazie con la lingua mentre la tenevo vicina a me stringendo con le mani le sue natiche belle carnose.
"Non ce la faccio più!" e tirò fuori dalla borsa il preservativo che mi mise in un attimo, "è arrivato il momento di usarlo, voglio sentirti dentro di me!"
Mi diede la schiena salendo di nuovo con un piede sopra la tavolozza. Il suo bel culo era proprio davanti a me, allargai le natiche e glielo strusciai qualche momento per caricarla di ancor più desiderio. Era arrapata come una gatta in calore. Entrai e mi sentì sorprendentemente risucchiato dentro di lei. Che bello era sentirmi tutto dentro di lei! Allungai le mani e le afferrai deciso le tette che ovviamente non ci stavano nelle mani vista la taglia abbondante di quelle due bombe, ebbe un piccolo gemito e continuai a strizzarle e a titillarle i capezzoli mentre con andatura sempre più fluida scandivo i miei colpi nella sua figa. A stento tratteneva le urla di piacere. Quindi cambiammo posizione e stendendo la gamba fino a spingere col piede verso la porta del bagno si aprì a sforbiciata davanti a me che l'avevo afferrata da sotto le braccia e mentre la bombavo le nostre lingue ballavano l'una nella bocca dell'altro. Con una mano mi stringeva una natica e con l'altra mi abbracciava sopra la spalla.
"Sto per venire, non riesco più a tenermelo dentro" dissi mentre stavo già godendo.
Mi strinse a se più di prima e continuai a colpirla con decisione una decina di altre volte anche dopo l'orgasmo.
La baciai nuovamente completamente soddisfatto di come mi aveva fatto sentire.
"Sei riuscito a farmi godere ragazzo, niente male, mi sei piaciuto"
Con un po' di fiatone uscì dalla suo dolce patata e tolsi il cappuccio pieno di sborra. Mi riafferrò bramosa l'uccello e non perse tempo a metterselo in bocca e a pulirmelo per bene, a ciucciamelo e a tirarmelo ancora e ancora così bene che mi tornò nuovamente duro.
"Ma cos'è, sei instancabile!"
"Prof è tutto merito tuo, mi fai arrapare così tanto che pur di farlo sparerei anche a salve ormai!"
"Che ne dici se la tua prof di lingue, dopo averti dato prova di come usa la mia, ti faccia ora una bella Spagnola?"
E col cazzo ancora duro e un sorriso da ebete in faccia mi abbandonai al suo impeto sessuale. Come era bello sentire la morbidezza di quelle minne, quelle zizze abbronzate e mature avvolgermi completamente l'uccello e vederle ballare dolcemente su e giù procurandomi tanto benessere. E dopo qualche leccatina alla cappella e qualche menatina più veloce tra i suoi morbidi seni mi portò di nuovo all'orgasmo grazie soprattutto al suo sguardo avido di sborra, mentre il mio cazzo le schizzava addosso le ultime gocce di sperma sul décolleté, sul collo e vicino le sue labbra. Su queste ultime usò la lingua, le altre invece le raccolse avida con un dito che le finì dritto in bocca. E quando si sentì ripulita per bene e avendomi ciucciato un altro po' l'uccello, con una faccia da maialona insaziabile mi chiese: "guardami bene, ne è rimasto ancora?"
"No prof te lo sei pulito tutto, sei proprio una gran porca!"
"Lo so! E non sai quanto mi fa stare bene essere me stessa!" concluse, facendomi l'occhiolino mentre ancora si passava sulle labbra e nella bocca quel ditino tutto umido.
di
scritto il
2017-10-22
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