Il Piacere di Cornificarti

Scritto da , il 2017-07-29, genere gay

Mi sono sempre definito un ragazzo per bene, uno di quelli con la testa sulle spalle. Prima studioso, poi grande lavoratore (lavoro come gestore marketing in un'azienda che progetta impianti di risalita sciistici), e soprattutto sono fedele. Sono gay da sempre e dopo una serie di avventure più o meno intense, più o meno sfacciatamente vissute, decisi di mettere la testa a posto e mi fidanzai con Stephan, il mio attuale compagno con cui convivo ormai da due anni. Mai uno screzio, mai una litigata, mai una ripicca, mai un tradimento.

Ma, mai dimenticare, che c'è sempre una prima volta per tutto.

Un giorno il mio capo mi dice:" Stasera devi incontrare il direttore dell'azienda con cui siamo convenzionati per decidere il prezzo dei materiali per il prossimo progetto. La ditta organizza un'aperitivo in un locale del centro. Vacci e fai bella figura!"

Ero contento di quell'incarico così importante:" Se l'affare va in porto, sarà una bella svolta per la mia carriera, però mi hanno detto che questo direttore con cui devo trattare è un tipo tosto. Spero non mi faccia il culo", dissi ridendo al mio compagno, e lui rispose:" Ehi guarda che quello posso fartelo solo io, il tuo sfintere è proprietà privata. Scherzi a parte, andrà benissimo", disse, stampandomi un bel bacio sulle labbra.

Contento e carico, uscii di casa. Quando arrivai, il direttore non era ancora arrivato e quindi mi fiondai al tavolo del buffet per bere qualcosa. Ad un tratto mi sento toccare la spalla:" Un altro po' di vino?".

Ai miei occhi apparve un uomo bellissimo. Era il direttore dell'azienda con cui dovevo trattare. Cazzo che uomo! Alto, capelli corti, erti e leggermente brizzolati, occhi verde scuro e profondi, corporatura grossa ma tonica, e mani grandissime. Mi stavo sciogliendo! Mentre mi sorrideva, strani e libidinosi pensieri cominciarono ad affollarmi la mente.

"Non sapevo che avrei dovuto trattare con un ragazzo così giovane, che gradita sorpresa", disse, sorseggiando del vino. Poi sorrise ed io rimasi incantato ad osservare il riflesso dei suoi denti bianchissimi sul rolex dorato che aveva al polso. "Lo prendo come un complimento. Direi di sederci così possiamo parlare meglio", dissi invitandolo a sedersi, ma rifiutò. "Non ho alcuna voglia di parlare di lavoro stasera. Anzi, parlami di te".

Cazzo non sapevo cosa fare. Ero imbarazzatissimo ed inoltre non riuscivo a staccare gli occhi dal suo pacco. Sembrava così allegramente pieno, chissà che sapore aveva il suo succo dell'amore. Mi maledissi cento volte nella mia mente per quei pensieri e cercai di buttare di nuovo la conversazione sul lavoro, ma senza successo.

Ci spostammo fuori a fumare una sigaretta che lui prontamente mi accese appena la misi in bocca. Eravamo nel retro del locale: un prato grandissimo e curato. "Però, che bel giardino! Così grande e pulito.", "Ne ho uno molto più grande a casa, se vuoi te lo mostro". Scoppio in una risata fragorosa. Mi stava provocando e non sapevo cosa fare, quindi cercai di divagare. "Comunque credevo di essere in ritardo, ho trovato molto traffico per strada. Per fortuna c'era parcheggio proprio qui di fronte", dissi, e lui rispose prontamente:" Io invece ho avuto il problema opposto: ho evitato il traffico ma ho avuto difficoltà a trovare un parcheggio. Sai ho un bolide bello lungo e serve uno spazio abbastanza largo per accoglierlo tutto".

A quel punto non resistei più:" Mi piacerebbe proprio vederlo questo bolide!"
"Se vuoi puoi venire da me, almeno così ci monti sopra e ci fai un giro. Sempre se non hai qualcuno che ti aspetta a casa!".
Prontamente risposi:" No! Non mi aspetta nessuno".

Nel giro di 15 minuti ero spiattellato sul tavolo di marmo del suo soggiorno: lui mi baciava dappertutto, ed io approfittavo per sondare quel corpo divino. Ad un certo punto mi prese per i capelli e mi mise in ginocchio:" Vediamo che sai fare!".

Slacciai la patta dei pantaloni, scoprendo all'interno la piccola scritta "Ferragamo" che contenevano. Arrivai di fronte ad un paio di boxeur di marca "Calvin Klein" e già intravedevo la carnosa mazza, pronta come un toro che scalcia, che mi attendeva. Tolti anche i boxeur, non ebbi nemmeno il tempo di respirare; quel bastone carnoso e venoso cominciò a sondarmi prima la bocca e poi la gola. Cercai di rallentarlo segandolo, leccai la cappella con la lingua e poi andai sistematicamente su e giù con la bocca, lucidando l'asta meglio che potevo.

Ad un tratto lui me lo spinse giù in gola, facendomi tossire. Sputai saliva ma lui non mi diede tregua e lo rinfilò in gola e, guardandomi negli occhi mi disse:" Sai, in autostrada non bisogna mai rallentare!".
Sapevo a cosa andavo incontro. La Ferrari genitale cominciò a fare su e giù nel mio apparato digerente e mi sentivo come se stessi soffocando, l'acido dello stomaco si faceva sentire nella gola, e gli occhi mi erano diventati rossi e pieni di lacrime per lo sforzo.

Che strana la vita: BASTA UN POMPINO FATTO BENE PER DISTRUGGERE TUTTI GLI ANNI DI CARRIERA SPESI PER IMPARARE A FARLI

Finito con la mia bocca, mi baciò e disse:" Siamo arrivati a destinazione! Vediamo se il tuo garage è abbastanza largo per parcheggiare il bolide".

Quasi mi spaventai! Mi girò a 90 sul tavolino e, dopo aver applicato del lubrificante, il suo Cazzo-Maserati cominciò a spingere per entrare. Sentivo come se il mio buco stesse prendendo fuoco, come se qualcuno mi stesse infilando un tizzone ardente tanto era forte il bruciore. Ma decisi di resistere, e lui lo capì; infatti mi mise in bocca il suo intimo firmato "Calvin Klein" dicendo:" Vedi di non mordere troppo, non sai quanto costano questi!".

Lavoravo nel marketing, per me la cosa più importante era la soddisfazione del cliente. Quindi stinsi i denti ma mi accorsi che dopo pochi minuti di penetrazione in stile sfondamento di Troia, il mio garage anale aveva perfettamente accolto il bolide genitale del mio ospite.
Dentro e fuori, dentro e fuori, in un ritmo incalzante e concitato. Gemevo, urlavo, mentre sentivo il rumore dei suoi testicoli che sbattevano contro il perineo.

Cazzo che goduria! Dopo un'ora di chiavata, sparse il suo diesel della vita sul mio petto. Lo raccolse un po' sulle dita e me lo fece leccare.

Dopo esserci rivestiti mi guarda e dice:" Io vi garantisco una fornitura di materiali a metà prezzo per un anno, e tu per un anno mi garantisci parcheggio gratuito nel tuo parcheggio."
Suggellammo il patto con una stretta di mano e me ne tornai a casa.

Il mio compagno era ancora alzato:" Insomma? Come è andata? Te l'ha aperto il culo?"
Lo guardai e risposi:" Cazzo non sai quanto! Mi ha letteralmente sventrato, però poi alla fine ha ceduto".
"L'ho sempre detto che hai una lingua d'oro. Tu sai persuadere la gente."
"Spero che da oggi in poi me lo diranno anche oltre persone, non solo tu!"
"Ti amo", disse guardandomi.
"Anche io".

Sapete cosa? Non ho mai rivalutato così tanto il detto:" Ogni lasciata è persa".
Ci è concessa una sola vita ed un solo culo, tanto vale usarlo il più possibile. Un culo vergine è come un parcheggio per il quale sono stati spesi molti soldi ma non viene mai aperto. Aprite la mente, e non solo! Le corna sono state inventate per essere messe.

Questo racconto di è stato letto 3 8 6 5 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.