Che bella sorpresa

Scritto da , il 2017-06-03, genere gay

Ora che Donato è diventato il mio scopamico, svuotarmi le palle e farmi una bella scopata non è più un problema: quando ho voglia, e mi capita spesso, chiamo la mia troietta e nell’arco di un’ora sono dentro la sua bocca o il suo culetto.
Un pomeriggio mi squillò il cellulare: era Donato che mi chiedeva di andare da lui per un paio d’ore di sesso. Ovviamente non aspettavo altro e non ebbi nulla da obiettare. “Dammi mezz’ora che mi preparo come vuoi tu ed arrivo” dissi.
Donato preferisce l’odore del maschio e quindi, prima di andare da lui vado a farmi una mezz’oretta di corsa veloce dell’isolato in modo da arrivare un po’ sudaticcio. Adora quando mi tolgo le mutande ed ho il cazzo sudato: comincia a sniffarmi le palle ed a leccarmi avidamente come se fosse il nettare di un fiore.
Dopo un po’ di movimento suonai alla porta di Donato. Venne ad aprirmi in accappatoio, evidentemente nudo e, dopo avermi fatto entrare richiuse la porta, avvicinandosi di più per toccarmi il pacco. D’altra parte io avevo già allungato la mano e, passando sotto l’accappatoio, gli strizzavo la chiappa sinistra. Mi diede un bacio e mi disse:
“Oggi ho una sorpresa per te. Vai in bagno ed infilati nella doccia… io arrivo”
“Che strano!”, pensai, di solito mi salta addosso prima che il sudore si asciughi per assaporare il più possibile l’odore acre dell’affaticamento…. Ma non mi feci molte domande ed entrai nel bagno.
La doccia di Donato è grandissima, mezzo appartamento; non che l’avessimo utilizzata molto, sinora. Solo un giorno, in cui si sentiva più troia del solito, voleva essere sporcato da me perché io lo sentissi di mia proprietà; così gli avevo sborrato e sputato addosso un paio di volte anziché in culo. Normalmente, se abbiamo il pomeriggio a disposizione, prima mi fa un pompino con una prima e potente sborrata in modo da allentare la tensione e durare di più la seconda volta quando mi scopo il bel culettino.
Quella volta, dopo averlo schizzato sul corpo ed in faccia, eravamo entrati entrambi nella doccia e ci eravamo lavati a vicenda: così il mio cazzo era nuovamente partito per la tangente e mi aveva fatto un altro pompino.
Mentre pensavo a quella volta e il mio uccello era già sparato verso il cielo, Donato aprì il box doccia e guardando il mio cazzo fece la sua tipica esclamazione di giubilo. Non era solo, però: dietro di lui c’erano due ragazzi sulla trentina nudi entrambi che guardavano estasiati la mia mazza.
“Ecco mio caro – disse Donato – questa è la sorpresa. Oggi ti ho riservato altre due troiette per farti divertire e godere. Sono Marco e Giovanni, due miei amici molto fidati, passivi e molto troiette pure loro”
Mentre Donato parlava e i due guardavano il mio cazzo in tiro, mi sciacquai il sapone che avevo addosso e uscii dalla doccia. Donato prese un telo che aveva riposto lì vicino e me lo passò per asciugarmi, mentre lui me ne passava un altro tra i capelli. Donato è molto materno in queste cose, ma non era il momento di perdere tempo nell’asciugarsi: passata veloce sul corpo e in mezzo alle gambe per asciugarmi cazzo e coglioni e mi avvicinai ai due ospiti per dar loro il benvenuto.
Marco non si fece invitare due volte e prese subito a leccarmi il cazzo mettendosi in ginocchio, mentre Giovanni mi succhiava i capezzoli mordicchiandoli di tanto in tanto.
Ci trasferimmo in camera da letto, dove, come al solito, Donato aveva preparato il luogo con la massima cura e con una serie di oggetti. Mi sdraiai sul letto invitando Marco a riprendere il lavoretto, mentre Donato si distese al mio fianco e cominciò a sbaciucchiarmi il petto ed i capezzoli.
Giovanni, trovandosi da solo prese un dildo e cominciò ad infilarselo piano piano nel culo preparandosi a qualcosa di più vivo. Infatti, dopo poco, mi si avvicinò e spostò Marco dal mio cazzo e si sedette su di me. Capii all’istante che voleva essere impalato e, non me lo feci dire due volte. In effetti, Marco succhiava molto bene, ma era giunto il momento di agitare un po’ la situazione.
Giovanni si era seduto di spalle, così presi in mano il mio cazzo e, mentre lui allargava il buco del culo tirandosi le natiche verso l’esterno con le mani, infilai di colpo il mio guerriero tutto dentro.
La troietta ebbe un gemito soffocato, ma gradì l’iniziativa, perché dopo pochissimi secondi, prima ancora che io potessi cominciare a muovermi dentro di lui, si sedette completamente sopra, schiacciandomi i coglioni e facendomi entrare ancora di un paio di centimetri. A quel punto io non potevo più muovermi, era lui che mi doveva scopare, così cercai di mantenere il cazzo più in tensione possibile, perché si gonfiasse ancora di più dentro il suo ano. Marco, che si era preso il dildo e se lo stava sniffando per sentire l’odore del culo di Giovanni, capì cosa stavo facendo dentro Giovanni e pensò di darmi una mano.
Si avvicinò, e si inginocchiò davanti a me e Giovanni, cominciando a succhiarmi i coglioni, facendomi aizzare ulteriormente il cazzo dentro il culo di Giovanni che, non riuscendo più a stare fermo con quel coso dentro, cominciò a cavalcare sul mio cazzo, mentre il suo gingillo pressochè inerme sbatteva moscio sulle guance di Marco che continuava a succhiarmi le palle.
Donato guardava la situazione mentre mi sbaciucchiava dappertutto e sembrava veramente contento di vedermi in estasi e goduto.
Marco, sempre in ginocchio davanti a noi, prese a succhiare anche il cazzo di Giovanni che infastidito insultò Marco invitandolo a spostarsi. Erano veramente due cagne, pronte a godere a tutti i costi ed allora dovevo prendere io in mano la situazione: non volevo scontentare nessuno dei due, ma non volevo nemmeno che sul più bello questi due stronzi rovinassero tutto perché uno voleva godere più dell’altro.
Allora presi Giovanni per i fianchi e lo buttai sul letto uscendo dal suo culo e presi Marco per i capelli facendogli leccare l’ano infiammato del suo amico. Nel frattempo, io mi ero alzato ed essendo Marco a pecora sul letto, mi avvicinai e senza dire nulla o prepararlo gli infilai tutta la minchia nel culo facendolo urlare veramente di dolore. Sicuramente non era vergine, ma non era largo come Giovanni e probabilmente in culo l’aveva preso veramente poche volte.
Cominciò ad urlare “Mi fai male!” ma io tenevo il cazzo dentro ed ordinai alle altre due troie di tenerlo fermo perché non si divincolasse troppo e non cercasse di uscire.
“Vedrai che tra un po’ smette… e poi mi ringrazierai” dissi
Capivo che poteva fargli male il mio palo tutto dentro, ma se erano lì per farmi godere, dovevo decidere io cosa fare e, sinceramente, sverginare culetti non mi è mai dispiaciuto.
Dopo un attimo si rasserenò e cominciò a calmarsi: piano piano cominciai a muovermi dentro di lui, invitando gli altri due a lasciarlo libero. Marco fece ancora qualche gemito con i miei primi movimenti, poi si rilassò lasciando che lo sfintere si rilassasse, permettendo maggiore agibilità al mio movimento pelvico.
Il mio bellissimo Donato fino a quel momento non mi aveva ancora assaggiato in alcun modo, segno veramente della completa sottomissione e voglia di compiacermi in ogni modo. Lo invitai a mettersi sotto di me e succhiarmi i coglioni e il buco del culo. Giovanni, invece, che voleva dinuovo scoparsi il culo con il dildo, lo feci mettere a pecora vicino a Marco e cominciai un balletto di culi, uscendo da uno ed entrando nell’altro.
Così, Giovanni, troia insaziabile, che non vedeva l’ora di riprendersi il cazzo dentro fu felice e Marco poteva far prendere un po’ di aria al suo ano infiammato.
Il giochetto durò ancora una decina di minuti, poi, giunto veramente al limite, li feci mettere tutti e tre in ginocchio davanti a me e, con un paio di colpi alla cappella, cominciai a schizzare su di loro tutta la sborra che avevo. Giovanni, che era in centro, fu colpito dal primo schizzo direttamente sulla bocca, mentre il secondo lo diressi su Marco per accontentare tutti e due. Dopo tre, quattro schizzi, mi avvicinai a Donato che mi prese il cazzo in bocca e cominciò a succhiare avidamente come sa fare lui pulendomi tutto perfettamente, mentre gli altri due presero a baciarsi e leccarsi la mia sborra che avevano addosso.
Buona la prima, pensai! Con tre passivi mantenere vivo il gioco non è semplicissimo, perché devi accontentarli tutti quasi contemporaneamente, allora, essendo appena venuto copiosamente, mi sdraiai sul letto a gambe larghe e li invitai a lavorare di immaginazione per farmi tornare il più in fretta possibile l’erezione e riprendere il gioco.
Non prendo nessuna pillola, ma per fortuna non ho un tempo refrattario molto lungo, così posso fare sempre un paio di sborrate nel giro di poco tempo, soprattutto se ci sono dei bravi allenatori di cazzo che sanno come rinvigorirlo.
Le tre troie si inginocchiarono al mio fianco e cominciarono il lavoro: Donato, che sinora era stato quello più in disparte si prese il cazzo e cominciò a succhiare come sa fare lui: si siede sul mio petto e dandomi il culo si prende il cazzo in bocca e lo succhia da sopra tirando la cappella come se fosse un’aspirapolvere. Ovviamente, visto che mi sbatte il culo in faccia, io non perdo tempo e occasione per leccargli l’ano che si apre leggermente ad ogni mia spatolata con la lingua.
Marco si mise ai miei piedi e cominciò a leccarmi coglioni e, per quanto riusciva, l’ano. Giovanni, il più irrequieto, prese a succhiarmi i piedi e passarsi l’alluce in mezzo al culo tentando di infilarselo dentro. Ad un certo punto sentii che l’alluce era entrato e tentai di stringere le dita dei piedi per far entrare anche le altre. Lui capì cosa avessi intenzione di fare: in un secondo tolse il piede e, senza che me ne rendessi conto, aveva preso la mia mano e cercava di infilarsi il mio pugno nel culo. Non me lo feci dire due volte e facendo una specie di becco con la mano, l’infilai nel suo ano, prima piano e poi, mentre lui cercava di farmi entrare di più, spinsi forte ed in un attimo la mia mano si ritrovò completamente dentro il suo culo fino al polso!
A questo punto Donato si ritrovò il mio cazzo nuovamente durissimo in bocca ed invitò Marco a sedersi sul palo per riprendere l’allenamento del suo culo. Ora non se lo fece ripetere e si sedette su di me guardandomi in faccia. Giovanni, intanto si muoveva scopandosi con la mia mano che sentivo completamente bagnata dalle sue secrezioni.
Donato era al mio fianco e mi baciava ovunque: non ci baciamo quasi mai sulla bocca, ma in quell’occasione non mi trattenni e cominciai a limonarlo ficcandogli la lingua completamente in bocca. Lui ricambiò all’istante e, quella fusione di lingue infiammò ulteriormente il mio guerriero che scopato da Marco in modo superficiale aveva bisogno di un ritmo maggiore. Visto che Giovanni godeva come un porco con la mia mano e con Donato ci stavamo fottendo la bocca con le nostre lingue, ripresi a dirigere io il gioco con Marco, dando delle cavalcate verso l’alto per entrare dinuovo fino in fondo. Marco capì che doveva muoversi di più e si mise a cavalcare in modo più deciso.
Tutto questo duro parecchio: quando non ce la feci più ad essere cavalcato, con la mano libera spostai Marco buttandolo sul letto e mi feci succhiare pronto a venire dinuovo. Anche Giovanni non volle perdersi questo momento. Mi tolse la mano da culo e si avvicinò per succhiare a turno il mio cazzo. Pochi minuti dopo ci fu nuovamente da bere per tutti e tre.
Rimanemmo per una bella mezz’ora sdraiati tutti e quattro sul letto matrimoniale di Donato, poi ci rivestimmo ed i due ci salutarono.
Una volta usciti, Donato mi guardò estasiato e mi disse “Sei proprio un bell’uomo e sai come far godere le troie. Oggi ho voluto farti questo regalo, ma sappi che io vorrei essere la tua cagnetta privata e non avere altre concorrenti”
Capii che aveva fatto tutto questo per rispetto, amicizia e forse amore nei miei confronti, ma probabilmente, questo l’aveva fatto soffrire. Lo strinsi a me, e lo ribaciai nuovamente sulla bocca: un bacio pudico, non una limonata, mentre gli prendevo la mano facendogli prendere il cazzo.
“E’ tuo dissi, e ciò che è successo oggi è stato un bellissimo regalo, ma non sarà mai l’abitudine…. Sei tu la mia troietta e oggi me l’hai dimostrato”
E mentre il mio cazzo stava nuovamente riprendendo vigore, ci salutammo.

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