Su quella panchina

di
genere
masturbazione

La giornata era bella. Il Sole scaldava discretamente la giornata. L'aria era fine ma gradevole. Io mi affacciavo alla finestra, come tutti i pomeriggi, per osservare il vialetto che portava verso la passeggiata nel bosco.
Quando avevo bisogno di relax ecco che prendevo le cuffiette e mi piazzavo sul bordo della finestra a osservare il mondo lì fuori.
Una ragazza, con in mano un libro, ruppe la monotonia di quel pomeriggio.
Si stende e visto che non c'è nessuno, si mette comoda, rivolta verso il Sole e inizia a leggere le pagine di questa sua scelta libraria.
Il tempo passa ed anche io decido di concedermi all'ascolto della musica e alla contemplazione della fanciulla. Più la osservo e più mi incuriosisce.
Si siede. Si torna a guardare intorno, probabilmente per accertarsi se c'è qualcuno o meno. Non si limita a farlo una volta ma due o tre.
Mi sento ancor più attratto dunque da questa cosa. La mano della fanciulla si insinua dolcemente e delicatamente fra la maglietta e il bordo del pantalone della tuta che indossa.Prosegue il suo percorso e lo fa delicatamente, chiudendo gli occhi e respirando a fondo, a pieni polmoni l'aria che la circonda.
La mano scende dolcemente sfidando lo spazio disponibile e raggiungendo la parte più calda dell'ingune. Mi immagino quel polastrello, quello dell'indice, sondare il terreno e sfiorare dolcemente il monte di Venere, proseguire il suo percorso nel disegnare con estrema dolcezza i contorni di quella zona che ben conosce e che vuole solo risvegliare. E' una dolce e fine tortura, un risveglio per raggiungere quello stato di stasi e desiderio a cui poi cedere sucessivamente.
Ed è così che l'indice si fà più audace e accarezza il bordo delle grandi labbra per soffermarsi, ad ogni giro, sulla clitoride nell'aumento del respiro e nella dolce tortura a cui si sottopone sino a raggiungere quel livello di umidità che la porta d'istinto a stringere le cosce e a rilasciare un sospiro con il collo rivolto completamente al cielo e lo sguardo che si apre per ammirare quelle nubi sopra di lei mentre quella mano biricchina si appresta a lasciare la sua amata vittima. La ragazza resta in contemplazione del cielo, la sua mano passa riagguanta il libro e lei, una volta calmato il respiro e cercando di regolarizzare le sue emozioni, torna a distendersi, mettersi le cuffiette per ridedicarsi alla sua lettura. Io intanto mi devo allontanare dalla finestra perchè il risveglio è compiuto ed ora è il mio turno, distante da occhi indiscreti e decisamente ispirato da quello spettacolo di cui ho potuto godere la vista.

Autore: sedicessi@gmail.com
scritto il
2017-05-19
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