Gioia la troia - 3 la preparazione

Scritto da , il 2017-04-21, genere dominazione

Il giorno seguente ero totalmente assorta dal pensiero di cosa avrei potuto indossare alla sera. Nel mio armadio non c'erano vestiti troppo succinti ero abituata ad indossare abiti eleganti ma mai troppo appariscenti; quindi approfittai della pausa pranzo per dare un'occhiata nei negozi vicino alla galleria.

Dato il periodo dell'anno faticavo a trovare nelle vetrine vestiti che potessero fare al caso mio visto che erano ancora esposti abiti invernali e quindi piuttosto coprenti quando mi venne in mente di un negozio di cui avevo sentito parlare dove andavano a fare gli acquisti per le loro serata ballerine, cubiste e PR delle discoteche.

Entrando venni subito accolta da un signore sulla sessantina dai modi di fare piuttosto ambigui
- buongiorno signorina come posso esserle utile?
- Senta questa sera dovrei andare ad una festa di compleanno e vorrei un abito adatto all'occasione.

L'uomo mi squadrò da capo a piedi in maniera molto poco elegante che mi mise in soggezione

- Venga le faccio vedere gli ultimi nostri arrivi sono sicuro che troverà qualcosa di suo gradimento.

L'uomo cominciò a tirar fuori abitini davvero succinti che mai fino a pochi giorni prima mi sarei sognata di indossare, alcuni quasi totalmente trasparenti.
Pensai che non sarai mai riuscita ad indossare uno di quegli indumenti quando l'occhio mi cascò su un abitino non troppo scollato sul decoltè che lasciava la schiena quasi totalmente scoperta ma la cosa che mi colpì di più fu il colore rosso fuoco.
- E quello? Dissi indicandoglielo
- Signorina lei ha l'occhio lungo questo è il pezzo più bello di tutta la nostra collezione tenga lo vada a provare vedrà che non se ne pentirà.

Entrai nel camerino mi spogliai rimanendo solo in intimo e dopo averlo indossato mi guardai allo specchio.
L'effetto era molto più osceno di quello che mi sarei immaginata in quanto l'abito era aderentissimo ma soprattutto molto più corto di quello che potesse sembrare arrivava a mala pena ad una spanna sotto al sedere; non era molto scollato ma l'apertura sul retro mi faceva sentire davvero nuda.
Pensai a cosa mi avresti detto vedendomi così, a cosa avrebbe detto Luca e cosa avrebbero detto tutti i suoi amici che non erano certo abituati a vedermi in quella vesti.
La mia testa si stava vergognando ma la mia figa si stava bagnando.
- Come va signorina?

Disse il proprietario spalancando la tenda del camerino spaventandomi ed infastidendomi molto
ma non feci in tempo a dir nulla perchè mettendomi con decisione le mani sulle spalle mi voltò mettendomi di fronte allo specchio del camerino mentre lui da dietro mi sganciò il ferretto del reggiseno

- questo capo va decisamente portato cosi altrimenti non rende
- Si ha ragione
borbottai e con un gesto rapido richiusi la tenda, ma nel farlo l'occhio mi cadde sui suoi pantaloni che nascondevano con difficoltà una prepotente erezione.

Ero molto infastidita, anzi schifata, dal comportamento di quell'uomo ma la visione dell'effetto che gli avevo causato mi fece sentire donna e tremendamente eccitata. In un attimo i pensieri verso i giudizi di Luca e dei suoi amici si cancellarono nella mia testa pensai solo a suscitare in Lui lo stesso effetto che avevo fatto al negoziante. Non avevo dubbi quello era l'abito con cui avrebbe voluto vedermi.

Una volta tornata a casa iniziai subito con i preparativi per la serata, mi feci una bella doccia calda e mi truccai solo un po' più pesantemente di quello che ero abituata a fare ma comunque nulla di volgare; andai in camera presi dal cassettone un perizomino striminzitissimo che si limitava ad un trinagolino di stoffa semi trasparente sul davanti e ad un cordino sul retro e lo indossai. Infilai anche le autoreggenti nere quindi calzai uno paio di stivali neri che arrivavano a metà coscia con tacco 14 e zeppa nella parte anteriore. Conclusi indossando l'abitino rosso.
Quando mi guardai allo specchio fui colta dal panico, era evidente che presa dall'eccitazione avessi esagerato non potevo dire che ciò vedevo non mi piacesse ma l'effetto finale era quello di assomigliare a una battona da strada.
Le cose che mi preoccupavano di più erano che il vestito copriva di poco l'elastico delle autoreggenti quindi sedendomi sarebbe stato impossibile impedire che risalisse lasciando in bella vista quasi interamente le gambe.
Inoltre non avevo considerato che non indossando il reggiseno piegandomi la stoffa dello scollo si allargava lasciando in bella mostra le tette.
Mi vergognavo da morire al pensiero di ciò che avrebbero detto tutti gli invitati vedendomi in quel modo. Una ragazza, una professionista sempre elegante ma mai volgare vestita come una puttana qualsiasi; e Marco cosa avrebbe detto? Sicuramente si sarebbe arrabbiato.
Avevo quasi le lacrime agli occhi dalla vergogna eppure più pensavo a cosa sarei andata incontro e più la mia figa si bagnava quando mi venne in mente che avrei dovuto mandargli la foto mi colse un vero e proprio fuoco. La verità era che nella mia testa l'opinione di Marco, dei suoi amici e nemmeno la mia contava più nulla l'unico mi obbiettivo era soddisfarlo, obbedirgli a quel punto mi fu chiaro che avrei fatto qualsiasi cosa per essere sua.

Presi il telefono scattai due foto una frontale e una di spalle e gliele invai. Non sapevo cosa aspettarmi dalla Sua risposta, forse speravo in un complimento anche volgare, ma certo non mi aspettavo ciò che lessi:

- togliti le mutande!

Le gambe mi tremarono, era troppo, avevo accettato il rischio di poter mostrare le mie grazie ma paradossalmente quel piccolo triangolo di stoffa mi faceva sentire un po' meno esposta. Se le avessi tolte sarebbe stato impossibile non mostrarla letteralmente a tutti.

-no ti prego sono praticamente nuda
- Non amo che i miei ordini vengano discussi. Comunque puoi scegliere fra toglierle subito o durante la festa davanti a tutti... e so che lo farai perchè sarà la tua figa a fartelo fare sono sicuro che è già bagnatissima. E' ora che tu ti renda conto della tua indole da troietta sottomessa perchè stasera se ne accorgeranno anche tutti gli altri.

Ancora una volta le sue parole mi preoccuparono ma aveva ragione Lui ero già un lago ed infondo quel gioco mi eccitava tanto più che quel vestito era stata una mia scelta.
Inarcai la schiena infilai le mano sotto il vestito strinsi gli elastici del perizoma e lo sfilai quindi indossai un cappotto nero lungo fino ai piedi ed uscì non prima di avergli inviato una foto del tanga abbandonato sul letto.

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