Ogni giovedì

Scritto da , il 2017-01-14, genere etero

Con il mio ultimo ragazzo non ho mai raggiunto l’orgasmo. Siamo stati insieme sette mesi, ci siamo lasciati da tre. Quindi era quasi un anno che non avevo un rapporto come si deve. Ne avevo proprio bisogno. Quando D. mi chiesto di vederci sapevo esattamente cosa voleva, e non vedevo l’ora. Per tutta la settimana non avevo fatto altro che prepararmi a quel momento, con la mente e con il corpo. Finalmente era giovedì. Avevamo appuntamento alle sei, D. è una di quelle persone fastidiosamente puntuali. Io sono sempre un po’ in ritardo. Ma non quel giovedì, mi ero anticipata ed ero arrivata nel nostro posto quasi mezz’ora prima. C’era un tavolo, quattro sedie, un minuscolo divanetto e pochi altri suppellettili. Appena entrata nell’appartamento avevo sistemato un plaid sul divanetto, acceso la stufa, e aperto dei libri sul tavolo. Tanto per non far vedere che ero lì ad aspettarlo, impaziente e vogliosa. Alle 18.02 il mio telefono vibra, è lui. Cinque minuti dopo entra nell’appartamento. Mi saluta come una normale amica, parliamo del più e del meno. Io inizio a chiudere una canna, vorrei avere le mani così ferme e decise anche quando sbottono un paio di jeans che nascono un’erezione. Invece in quel momento sono sempre impacciata, ma non stavolta. Stasera sarò impeccabile. Inizio a fumare, un paio di tiri, gli passo la canna ma non vuole fumare, gli offro da bere, ho bisogno di rilassarmi. Prende due birre. Faccio ancora un paio di tiri e bevo un po’ di birra, poi poggio la canna nel posacenere e mi alzo, vado dall’altra parte della stanza prendo una mentina e me la metto sulla lingua. Poi vado da lui. Sta parlando ma non lo ascolto. Mentre cammino lentamente mi sbottono la camicetta, un bottone alla volta. Bastano due bottoni e il piccolo seno sodo salta fuori. Ho un reggiseno di pizzo viola, comprato per l’occasione. Mi avvicino e passo una mano sulle sue cosce, lentamente arrivo a pochi centimetri dalle sue palle, rallento e vedo i pantaloni gonfiarsi, non tocco. Lui alza le mani per cingermi la vita, gli faccio segno di no con la testa, guardandolo negli occhi. Gli sposto le mani, che ricadono molli lungo i fianchi e sbottono i rimanenti bottoni della camicetta, la lascio cadere sul pavimento. Inizio a sbottonargli i pantaloni, sento il suo cazzo sotto le mie dita, sono eccitata. Mi siedo su di lui a cavalcioni e mi muovo piano, le mie mutandine si strofinano contro i suoi boxer, con una mano spingo la sua testa tra i miei seni. Poi porto le braccia dietro la schiena e mi tolgo il reggiseno, lui prende i bocca uno dei miei capezzoli e inizia succhiare, a mordere. Ho un brivido e lui se ne accorge, prende la mani e le stinge attorno ai miei fianchi, le fa salire con foga e mi afferra i seni, mi stringe i capezzoli tra pollice e indice. “aah” mi scappa un piccolo urlo di dolore ed eccitazione “shh” è la sua risposta, getta la testa tra le mie tette e riprende a mordere un capezzolo. Io mi muovo sopra di lui ritmicamente, sento il suo cazzo ancora nei boxer che sta per esplodere. Mi alza la gonna e mi dà uno schiaffo sul sedere, sussulto. Non me lo aspettavo. Bam. Ne arriva un altro, più forte. E ancora un altro. I mie umori hanno inumidito i suoi boxer. Si alza e mi solleva, come se fossi un peluche, mi mette sul tavolo a gambe aperte e mi sfila le mutandine fradice. Inizia a spogliarsi. “Toccati” mi dice mentre si sfila le scarpe. Le mie dita scivolano sul mio clitoride e iniziano a muoversi, infilo l’indice dentro di me e lo sento fare versi di approvazione. Ha addosso solo i boxer, mi osserva. Io infilo il dito più in profondità. Lo tiro fuori e torno a stuzzicare il clitoride. Si è tolto i boxer, e finalmente mi mostra quel enorme cazzo. Lo prende in mano e fa un passo verso di me, con un gesto deciso mi trascina verso il bordo del tavolo e mi dà una frustata sulla figa gonfia e vogliosa con il suo pisello duro. Gemo, e lui continua. Assesta cinque o sei colpi, sempre più forse mentre con una mano mi pizzica i capezzoli. Lo voglio dentro. Ma non riesco a dirlo. Nella mia mente penso ti prego infilamelo dentro fino alle palle. Lui mi guarda e capisce. Inserisce la punta e si ferma ad osservare il mio viso contorcersi. Lo infila lentamente, fino in fondo. Anche la sua faccia si contorce, spinge in profondità e io inarco il bacino. È fantastico. Lo sento entrare ed uscire e sto impazzendo. Vai, continua ti prego. Con entrambe le mani mi afferra il bacino e mi tira verso di sé con forza, incrocio le gambe dietro la sua schiene e mi solleva, con il suo cazzo ancora dentro di me si siede sulla sedie io poggio i piedi a terra, mi muovo e contraggo i muscoli della vagina, lo sento ansimare. Mi avvicina un dito alle labbra e io lo lecco, lo prendo in bocca inizio a succhiarlo mentre con forza mi schiaffeggia un seno, mi toglie il dito da bocca. Mi afferra entrambe le natiche e le stringe forte, pizzicandole, fa passare il dito umido tra la mia fessura, lo avvicina all’ano e lo spinge dentro, lo muove con fare esperto. Io mi muovo più velocemente stingo il suo pene in una morsa morbida e bagnata, sussulta mi morde i capezzoli. Sento l’orgasmo arrivare, se ne accorge e muove il dito dentro di me con più forza. Mi fa alzare e appoggiare al tavolo e mi viene sulla pancia. Sento il suo sperma caldo sulla mia pelle sudata. Mi tremano le gambe. Sono soddisfatta.

Va via dicendo “rifacciamo la prossima settimana?”
“Ci vediamo giovedì” chiudo la porta

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