Io e la mamma incesto infinito 14 - la nonna mi da il culo -

Scritto da , il 2017-01-07, genere incesti

La mamma, dal momento che scopri di essere incinta, sembrava essere tornata una ragazzina, non perdeva occasione per stuzzicarmi e provocarmi, non si faceva scrupoli a farsi scopare da me in ogni momento.
Un giorno mentre eravamo in casa, mentre, i miei fratelli guardavano i cartoni animati n tv, mio padre era in giardino a parlare col Mario, in compagnia di una bottiglia di vino, discutevano i avori da fare per la posa del forno e del barbecue, mia madre mi disse:
"Fra 5 minuti vieni sopra"
Attesi il tempo impostomi e la raggiunsi trovandola alla finestra della mia camera da letto, appoggiata al davanzale e, con la tenda che la ricopriva, mentre parlava con mio padre.
"Mi raccomando fate in modo di decidere in fretta prima che il vino vi annebbi il cervello"
Vi fu una risata fragorosa da parte sua e dei due in giardino, mentre mio padre disse:
"Ma va, non prenderci in giro"
"Comunque io sto qua a guardarvi e controllarvi"
Ennesima risata, mentre con la mano mi faceva cenno di avvicinarmi e, con studiata lentezza si alzava la gonna, chiaro invito a dargli il mio cazzo, lei sussurrando:
"Vieni scopami"
Io dopo essermi tirato fuori il cazzo dalla patta dei pantaloni gli andai alle spalle, infilandoglielo tutto d'un colpo, era bagnata come una spugna zuppa d'acqua, mi sentii risucchiato dalla sua figa e cominciai a pomparglielo dentro in profondità toccandogli con l cappella l'utero.
"Mamma sei caldissima, che ti succede sembra che non scopi da anni"
"Taci e scopami, ho una voglia che quasi impazzisco, dai amore fottimi, che bello essere scopata mentre guardo tuo padre, dai dammelo tutto, si così sto godendo, si dai fottimi forte, che bello"
"Si che ti fotto, che bello mamma, non è mai stato così eccitante fotterti, ecco mamma prendilo, prendilo tutto, tra un po ti riempio di sborra"
"No, non venirmi dentro, quando stai per sborrare dimmelo"
"Ecco ci sono sto per sborrare"
Lei porgendomi una tazzina da caffè disse:
"Sborra qua dentro, falla tutta, fanne tanta riempila di caldissima sborra"
Così feci venni nella tazzina, lei drizzo e girandosi verso di me prese la tazzina in mano, portandola vicino al naso annusandola"
"Che buon profumo, caldissima, grazie per questa bella cremina"
Mi abbraccio e mi diede un lungo bacio in bocca, poi quasi sfuggendomi si tirò indietro ed emise un sospiro.
"Amore quanto ti amo, far l'amore con te è bellissimo, adesso vado dalla Giovanna a bere un bel caffè insieme a lei, un caffè corretto alla sborra"
Io la guardai sorpreso e restai senza parole, che troia la mia mamma.
"Angelo aspetta un po, magari ricarica il tuo cazzone, poi vieni anche tu dalla Giovanna, entra dalla porta sulla strada, non farti vedere da tuo padre e da Mario"
Così lei uscì in giardino e disse:
"Mentre voi vi scolate il vostro vino io vado dalla Giovanna a farmi un bel caffè, così chiacchieriamo un po"
Raggiunta la Giovanna disse:
"Prepara il caffè che il latte per macchiarlo lo portato io"
E, le mise la tazzina sotto al naso, lei guardò il contenuto annusandolo.
"Stronza ti sei scopato Angelo e, desso, mi prendi in giro"
"Non ti prendo in giro, ti rendo partecipe, visto che voglio dividere con te la sua sborra"
Così pronto il caffè e dividendo equamente le mia sborra lo gustarono, chiacchierando del più e del meno.
"Giovanna dobbiamo trovare un lavoro per Angelo, non voglio che il padre lo porti a lavorare con lui"
"Si Clara dobbiamo evitare che ciò accada, non voglio rinunciare al suo cazzone, anche per che quando i nostri mariti sono via per lavoro, lo avremo a disposizione a tutte le ore"
"Già sai che bello, il nostro Angelo che ci fotte in ogni momento della giornata e, della notte, adesso che non c'è più la rete in giardino a dividerci sarà ancora meglio"
Dopo circa mezz'ora mi recai a casa della Giovanna e, quasi per telepatia, trovai mia madre sull'uscio.
"Ti lascio la porta aperta, io e la Giovanna andiamo di sopra, tu aspetta un po e poi raggiungici, vedrai che sorpresa"
Come raccomandato dalla mamma e, dopo averle sentite salire le scale entrai in casa, feci una capatina in cucina, e salii anch'io al piano superiore dove, attraverso la porta aperta vidi, una scena già vista, la mamma e la Giovanna alla finestra e chine sul davanzale, guardavano i mariti in giardino.
La mamma con la mano mi fece cenno di avvicinarmi, mentre con la stessa mano, comincio a far risalire la gonna della Giovanna e gli abbassò le mutande.
"Cosa Fai? Sei matta, ti pare il momento"
"Zitta, guarda i due cornuti, e lasciami fare"
Io, tiratomi fuori il cazzo, mi avvicinai alle spalle della Giovanna, la mamma me lo preso con la mano e lo accompagnò alla figa della sua amica, poi, sussurrò:
"Scopala, dagli il tuo cazzone"
La Giovanna, dalla sorpresa, quasi si mise dritta, la mamma la arpionò con la mano facendola nuovamente chinare, dicendogli:
"Stai giù, goditi i cazzone di Angelo, vedrai che bello farti scopare mentre guardi tuo marito"
"Si che bello, mi piace; Per che non mi hai detto niente? Scopami Angelo scopami"
"Doveva essere una sorpresa"
"E lo è stata, che bello, dai ancora, fottimi, fottimi, alla faccia di quel cornuto che pensa solo a bere"
Mentre scopavo la Giovanna misi una mano sul culo della mamma e le sollevai la gonna, al solito, era senza mutande cominciai a toccargli la figa, mentre lei già si bagnava, quando la sentii cedere presi una banana, l'avevo presa nella cucina della Giovanna, gliela infilai nella figa, lei dalla sorpresa esclamò:
"Che cazzo...."
"Zitta mamma, è una banana, forse preferivi una zucchina o il mattarello"
"Stronzo, sei un porco, dai muovila fammi godere"
"Che maiale tuo figlio, ci fotte tutte e due"
"Si, ma a te ti da il cazzone, a me solo una banana"
"Tranquilla mamma c'è cazzo anche per te"
Sfilai il mio ariete dalla figa della Giovanna e lo misi dentro alla mamma, mentre la banana prendeva il mio posto nella figa della sua amica.
"Si amore che bello, molto meglio della banana, dai sbattimi fammi godere"
"Si belle troie godete, alla faccia dei cornuti che preferiscono il bicchiere al posto delle vostre fighe, meglio per me e, meglio anche per voi che vi godete il mio cazzone"
Cosi cominciai un'altalena, un po alla mamma un po alla Giovanna, le scopai a lungo, facendole ansimare e tremare, non potendo urlare il loro piacere, per non essere sentite dai mariti, emettevano dei lamenti che contribuirono a farmi eccitare ancora di più, fin che non sentii il piacere montarmi lungo il cazzo che si preparava ad eruttare.
"Sto per sborrare, quale figa vuole essere riempita"
La mamma rientrò in casa mettendosi in ginocchio e sfilando il cazzo dalla figa della sua amica lo imbocco dicendo:
"In bocca, vienimi in bocca"
Scaricai tutto il mio seme nella sua bocca, quindi sfinito mi misi a sedere,lei facendo rientrare la sua amica la abbraccio e posò le sue labbra su quelle di lei, cominciarono a baciarsi scambiandosi la mia sborra che fu lentamente ingoiata dalle due, restarono abbracciate per qualche minuto, poi guardandomi con sguardo languido mi sorrisero.
Il giorno dopo la mamma spedì me e mio padre in campagna, dicendo che doveva sbrigare delle commissioni, fu una mattina un po irreale, non mi ero da tempo più trovato da solo con mio padre, passammo il tempo svolgendo le poche attività che erano necessarie al momento, scambiando qualche parola.
"Angelo hai la fidanzata?"
"No papà non ancora, forse è un po presto, magari più in la
me la farò"
"Si che è il tempo, alla tua età comincia il richiamo della natura, trovati una fidanzata e fai andare l'attrezzo"
Io fingendo un certo imbarazzo, pensai (già va il mio attrezzo, con tua moglie, cornuto)
"Vedremo papà, anche se le ragazze non e che te la diano facilmente"
"E tu trovati qualcuna magari anche più grande di te, sopratutto quelle sposate, sono le più troie, giusto per svuotarti i coglioni"
Ci facemmo una risata e ci avviammo per rientrare a casa.
Giunti a casa trovammo la mamma, come al solito, in cucina intenta a preparare il pranzo, mio padre dopo una sosta in bagno venne in cucina chiedendo dove fossero i bambini, lei rispose che erano dalla nonna, allora lui chiese quando mancasse a che fosse pronto il pranzo, la mamma gli disse un'ora, lui allora disse che sarebbe uscito a fare una passeggiata e al ritorno avrebbe preso lui i bambini dalla nonna.
Rimasti soli, io e la mamma, mi recai in bagni dandomi una ripulita, quindi rientrai in cucina e mi sedetti al tavolo e, cominciai a guardare la mamma, intenta ai fornelli, avevo un sorriso da idiota, lei accortasi del mio sorrisetto disse:
"Cosa c'è da ridere, sembri uno scemo"
"Pensavo quello che mi ha detto papà quando eravamo in campagna"
"Cosa ti ha detto?"
"Mi ha chiesto se ho una fidanzata, gli ho risposto di no, che non ho una ragazza e poi che non te la danno facilmente, allora lui mi ha suggerito di trovarmene una più grande, con la quale svuotare i coglioni, meglio se sposate, per che le sposate sono più troie; Che pensi ha ragione, è vero che sono le più troie?"
"Stronzo, tuo padre è un grandissimo stronzo,comunque è vero sono, siamo, le più troie, forse per che ci ritroviamo dei mariti, come tuo padre, che non ci soddisfano, allora quando troviamo un giovane con una nerchia grossa e dura, come te stallone mio, ci scateniamo e tiriamo fuori tutta la nostra troiaggine"
Così dicendo si girò e appoggiando le mani al lavandino disse:
"Allora vuoi scaricarti le palle, o no?"
"Certo troione mio, me le scarico nella tua figona che, immagino, sarà un lago"
Mi avvicinai alle sue spalle sollevandogli la gonna e, dopo aver liberato il mio cazzo super eccitato, glielo infilai d'un colpo andando a sbattere nel suo interno, lei emise un gemito e disse:
"Cazzo Angelo, così mi rompi tutta, me lo farai arrivare in gola, piano amore piano, dammelo tutto ma con dolcezza, voglio provare piacere, non voglio soffrire, dai amore dai svuota i tuoi coglioni in questa troia, nella mia figa"
"Scusa mamma, ero troppo eccitato, goditelo tutto amore mio, ha ragione papà, voi sposate siete delle grandi troie e, tu sei la più grande, ecco ci sono adesso svuoto i coglioni nella tua figa; la senti la mia sborra che ti sta allagando?"
"Si amore, si lo sento, che bello, non toglierti lasciamelo ancora dentro, voglio sentirmi ancora piena"
Il mio cazzo perdendo consistenza fu espulso dalla sua figa, ci recammo in bagno per darci una lavata, sopratutto hai nostri sessi, lei guardando il mio cazzo sotto il getto dell'acqua disse:
"Che bel cazzo che hai Angelo, non posso più farne a meno, avrei voglia di succhiartelo e farti svuotare i coglioni nella mia gola, ma non c'è tempo, fammelo solo baciare, il pompino te lo farò dopo"
Effettivamente la mamma riusci a svuotarmi i coglioni nel tardo pomeriggio, quella sera approfittando che Mario, che come al solito, era al bar, feci una visita alla Giovanna alla quale dispensai una massiccia dose di cazzo, anche lei, come la mamma, volle la sborra in bocca cimentandosi in un verace ingoio.
Col passare dei giorni, nei quali, approfittai delle occasioni e delle circostanze, per scoparmi ora la mamma ora la Giovanna, senza negare qualche visita anche alla nonna, la quale era sempre felice di prendersi il mio cazzo.
I miei fratelli avevano ripreso ad andare a scuola e, intanto, si avvicinava il giorno in cui mio padre e Mario sarebbero partiti, asciandomi campo libero con le loro mogli.
Qualche giorno prima della loro partenza il papà si recò accompagnato dal nonno in città, appena uscito di casa mio padre, io andai dalla mamma e gli dissi che sarei andato dalla nonna, attesi che la corriera partisse e mi presentai alla porta della nonna, la quale appena mi vide disse:
"Angelo come mai qui è successo qualcosa?"
"Si nonna mi è venuto il cazzo duro"
"Che bello, vuoi che la nonna te lo ammorbidisca, vieni facciamo colazione, a stomaco pieno si scopa meglio"
Ci recammo in cucina dove la nonna mi fece accomodare e si mise a preparare il caffè, io la guardai da dietro ammirando il suo fondo schiena, parzialmente scoperto, indossava una camicia da notte al quanto succinta, era ancora una bella figa.
"Nonna sai che hai un gran bel culo"
Lei si girò e sorridendomi disse:
"Scommetto che vorresti farci visita col tuo cazzo duro"
"Si nonna vorrei incularti, sono venuto apposta; Ti va di prenderlo nel culo?"
"Si maialino mi va, pensavo che ci avessi rinunciato, dopo la prima volta, che abbiamo scopato, non me lo hai chiesto più"
"No non ci ho rinunciato, solo aspettavo che fossimo soli, senza il nonno in giro, non volevo che magari ti sentisse gridare e ci potesse sorprendere, per che sono sicuro che griderai e molto, quando ti romperò il culo"
"Mi fai paura, mettiamoci d'accordo, io ti lascerò rompermi il culo, ma tu dovrai essere delicato e prestare molta attenzione nell'incularmi, non come la prima volta che mi hai scopato la figa usando violenza; D'accordo?"
"Si nonna, sarò delicato, non voglio che tu soffra, almeno non troppo, per che un po ti dovrò fare male, col cazzone che mi ritrovo"
"Va bene, beviamo il caffè, dopo immoleremo il mio culo sul tuo cazzone"
Bevemmo il caffè guardandoci con occhi eccitati, l'idea che presto avrei messo il mio cazzo nel culo della nonna mi faceva impazzire e,pensavo, sicuramente anche lei non vede l'ora di sentirsi scavare le viscere dal mio ariete.
"Tesoro aspettami in camera da letto, prepara il tuo cazzone, io vado in bagno e ti raggiungo"
Andai in camera da letto dove mi spogliai e mi misi sotto le coperte, dopo un po entrò la nonna, nuda, con solo un asciugamano legato in vita, un bicchiere con qualcosa dentro che poso sul comodino, si mise nuda e entrò nel letto accanto a me abbracciandomi.
"Sono qui nipotino mio, la nonna è pronta darti il suo culo, mi sono svuotata e lavata per te, mi raccomando amore non uccidermi"
Cominciammo a baciarci e toccarci, la mia mano corse subito sulle natiche di lei e, con un dito cominciai a toccargli il buchetto del culo, trovandolo morbido e arrendevole, si era unta l'ano, il mio dito entro senza incontrare resistenza, lei emise un sospiro stringendo i muscoli del culo massaggiandomi il dito con le sue contrazioni, mi diede un bacio appassionato e, dopo, sorridendomi si giro mettendosi a pecorina, invitandomi a posizionarmi dietro di lei.
"Vieni amore, ungiti il cazzo con l'olio nel bicchiere e, dopo, dammelo tutto nel culo"
Io, dopo essermi unto il cazzo per intero, puntai la cappella sul suo buchino e, guardandolo, mentre cominciavo a spingere, pensai che non sarebbe entrato di sicuro era troppo piccolo
il buco, lei avvertendo il mio cazzo che premeva contro il suo ano si irrigidì tremando, pochi secondi e comincio a rilassarsi, sentii la cappella che cominciava ad entrare mentre lei emise un lamento.
"Aspetta amore, aspetta, toglilo mi fa male, ungilo ancora e mettimi un po d'olio dentro il culo, è terribile brucia da matti"
Mi tolsi dal suo culo e cominciai a ungermi il cazzo, poi con un dito cercai di fargliene entrare nel culo, quindi riposizionai il cazzo sul suo ano e chiesi alla nonna se potevo riprovarci.
"Si amore rimettimelo, adesso mi allargo le natiche con le mani cosi entrerai meglio"
Cominciai a spingere la cappella sul suo culo che cedette risucchiandomela al suo interno, quindi mi fermai per farla abituare, lei lascio le chiappe e artiglio con le mani i cuscini, dopo qualche minuto cominciai a spingere per entrare ancora più a fondo,la nonna sentendosi dilatare comincio a singhiozzare e piangere, io incurante aumentai la pressione fino a penetrare con più della metà del mio cazzo, a quel punto lei emise un urlo, quasi stessero sgozzandola, allora mi fermai.
"Nonna vuoi che lo tolga?"
"No non toglierlo, resta fermo, fammi abituare e, poi continua dammelo tutto; Quanto me ne hai messo?"
"Sono dentro per metà nonna"
"Solo, cazzo, se entri ancora mi arriva fin nello stomaco, mi stai sfondando, speriamo di non finire all'ospedale, dai continua dammelo tutto, quando sei entrato per intero fermati altrimenti muoio, forza bastardo sonda questa troia della nonna"
A quel punto diedi una spinta decisa e sbattei con i coglioni sulle sue chiappe, lei con un urlo terrificante si accascio e perse i sensi,io mi fermai con il cazzo ben piantato nel suo culo e cominciai ad accarezzarla.
"Nonna come sta? Come ti senti? Ti fa male? Soffri?"
Lei riprese i sensi e con voce strozzata dal pianto disse:
"Sto bene, ma il dolore è terribile, stai fermo un po, dopo comincia a scoparmi il culo e sborra, sborra subito amore mio, sento un dolore terribile, dai adesso muoviti e finisci la tua opera di sfondamento, adesso si che ho il culo rotto"
"Si nonna adesso è veramente rotto, vedrai che non avrai problemi di stitichezza, beata te, riuscirai a cagare anche una anguria"
"Stronzo figlio di puttana, mi sfotti pure, vorrei vedere te prendere un cazzo del genere nel culo"
"No grazie nonna io i culi li rompo, non me lo faccio rompere"
"Hai ragione e, li rompi veramente, dai adesso sborra riempimi le budella di sperma"
Cominciai a montarla sempre più velocemente, affondando per intero nel suo culo, fin che sentii la sborra montarmi lungo il cazzo.
"Ecco nonna ci sono ti faccio un clistere di sborra"
Eruttai nel suo culo dando dei colpi profondi, ebbi l'impressione di caderci dentro, tanto l'avevo dilatata, lei si lascio cadere sul letto, io sempre col cazzo ben piantato nel suo culo mi stesi sulla sua schiena e cominciai a dargli dei baci sulla nuca.
"Nonna è stato bellissimo; Ti è piaciuto?"
"No stronzo, mi hai fatto male, mi sento tutta rotta, adesso tiralo fuori, rivestiti e vattene via, non voglio che tu mi veda in faccia, non farti rivedere per qualche giorno"
Io sfilai il cazzo dal suo culo, dal quale comincio a defluire il mio sperma, misto a tracce di sangue e fluidi corporali.
"Scusami nonna, ma eri d'accordo anche tu, non essere arrabbiata"
"Non sono arrabbiata, solo vorrei restare sola, mi vergogno a farmi vedere da te in queste condizioni, stai tranquillo non cambia niente tra di noi, ci vediamo tra qualche giorno , quando il dolore sarà passato, potrai incularmi ancora, tanto ormai la strada è aperta"
Rivestitomi uscii, lasciandola ancora distesa sul letto col suo culo all'aria e, la testa ancora in mezzo ai cuscini, mentre ancora singhiozzava.
Giunto a casa, salutai con un cenno la mamma e, mi recai in bagno per farmi una doccia e cambiarmi, dopo la raggiunsi in cucina dove sdutomi cominciammo a parlare.



......continua

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