La massaggiatrice

Scritto da , il 2016-08-15, genere saffico

Ero eccitatissima. Il mio lavoro mi portava a conoscere molte belle donne. Ma mai come quella che avevo massaggiato oggi. Una bruna dalla pelle scura, perfettamente liscia, dalla pelle profumata, uniforme, soda. Capelli ricci , una nuvola di ricci poggiati su un viso dai tratti minuti e precisi. Fianchi stretti e gambe lunghe. E le sue tette erano qualcosa di magnifico. Due sfere perfette, dure dai capezzoli enormi, turgidi. Talmente duri che avrei potuto appenderci un quadro. Scuri e meravigliosamente pronti a farsi succhiare. Cge avrei voluto sentire sbattere sulla mia faccia cavalcandomi, cercando di imprigionarne uno uno nella mia bocca carnosa e molto generosa. Ma cosi non e' stato. Quel giorno avrebbe dovuto sfilare per una nota casa di moda. E non aveva tempo e probabilmente nemmeno voglia.
Era una caldissima, bollente giornata di meta' agosto e la citta' era vuota, le strade desrte, sara' stara l'ora che teneva lontane le persone dalla strada. Fatto sta che non era il caldo a tenermi appiccicati i miei slip alla fica, ma il pensiero di un bel paio di tettone da succhiare tutte. Per ore e ore. Ero rassegnata a correre a casa e trovare qualche casalinga annoiata e sola come me, sulla video chat solita, mostrarle la mia bella quarta di seno, farle vedere come mi fa godere il dildo nuovo regalatomi dalla mia amante occasionale Svetlana, che purtroppo era in Russia dalla zia, venire e aspettare di trivare qualcuna decentemente sensuale la sera, all' Angelus pub.
Ferma alla fermata del bus, si affuanca a me una bionda . La squadro tutta. Tanta. Ha la faccia da troia che cerca divertimento. Labbra carnose rosso fuoco, occhi truccati da un iliner verde che incornicia occhi blu. Il suo procacissimo e volgare corpo, strizzato in un tubino bianco , trasparente che lasciava immaginare poco, anzi nulla. Mezzo capezzolo le fuoriusciva dalla scollatura a balconcino che non confeneva quel paio di tette grandi perfette. Rifatte. Dure, si vedeva senza toccarle. Turgidi capezzoli che mi chiamavano e sembrava mi implorassero di essere scopati. Ma, dopo quella visione estiva, lu avrei implorati io. Se non lo avesse fatto questa bionda dall'aria di vera puttana in cerca di un voglioso passatempo estivo. Io ero in uniforme bianca, anche se non avrei dovuto indossarla per strada, ma sarei andata a casa e l'avrei ficcata in lavatrice. I pantaloni avrebbero potuto odorare di fica. Ero ancora piu eccitata di prima alla viata di questa dea del sesso. Cosi la guardavo con gli occhi di una che ha bisogno di essere scopata nel piu breve tempo possibile. Lei si avvicina con passo felpato su quei tacchi cge avrebbero fatto paura ad un esperto trampoliere. Mi chiede " aspetti l'auto?" E io le riapondo che si, aspetto l'auto, ma ho paura che a quell' ora e d' agosto, ci sara' un bel po da aspettare.
Lei mi chiede se devo andare in qualche posto d' urgenza e io le rispondo che si, ho un bisogno estremo di andare a casa. Lei mi azzitta dicendomi " sono una ninfomane. Ho bisogno sempre di godere e godere. E di far godere. E addosso a te, ho sentito il profumo di troia in calore, come me, che ha bisogno estremo di essere appagata e compiaciuta. Non abito lontano". Si avvicina a me e fa per odorarmi. " sento odore dei ruoi umori se rifiuti andrai a casa a farti sbattere da una zucchina. Invece ae rimani ti succhio io. Viva!
Accettai l' invito e fui condotta dalla sconosciuta in un palazzetto a due passi dalla fermata dell'auto. Non dicemmo una parola, ma la tensione sessuale che c'era tra noi si percepiva, le mie cosce iniziavano ad essere inumidite dai miei umori che profumavano di sesso sfrenato e non vedevo l'ora di assaggiare anche i suoi. Promettevano sapori gustosi. Provenienti da un frutto sufficientemente maturo e sapiente. Arrivammo nel portone piu' fresco rispetto alla canicola del primo pomeriggio esterna, e venni lettralmente spinta nell'ascensore la cui pulsantiera venne indirizzata al sesto ed ultimo piano. Non resistetti oltre e infilai la mia testa tra le sue tette, ansimando velocemente, sbavando come una cagna che non vede l' ora di essere scopata. Una tetta era piu' grossa del mio viso minuto, non riuscivo a contenere un solo capezzolo nella mia bocca, se pur abbastanza spaziosa. Iniziai a succhiarlo, a morderlo, assaporandone il gusto. Arrivammo al piano, e con un seno che fuoriuaciva dal vestitino che poi notai con piacere essere davvero striminzito e macchiato di umori proprio sul pube, apri frettolosamente la porta di casa. Aveva la faccia da troia come nessuna( eh si che me ne sono scopate di vere vacche). Entrammo in casa appiccicate, io che nel frattempo mi ero riattaccata al seno come un neonato affamato, lei che cercava di strapparmi letteralmente i pantaloni di dosso. Arrivammo nel salotto e ci fiondammo sul divano ebbi appena il tempo di guardarmi intorno per capire, dalle foto che aveva incorniciate e chr guardai distrattamente, che era una porno attrice con la passione sfrenata per la figa. Vibratori e arnesi sessuali erano povgiati in bella viata su scaffali colorati. Ebbi giusto il tempo di dare un occhiata , che mi strappo la camicetta della divisa da dosso e mi fece fuoriuscire entrambe le tette dal reggiseno che non mi levo'. Io le dissi " se non mi scopi tu, vengo da sola", lei mi guardo', rise, e poi mi levo i pantaloni succhiandomi ancora le tette con una voracita' unica. Mi infilo' il mio perizoma nero tutto dentro la fica ormai fattasi lago e il mio clitoride pulsante, ormai gonfio come un pollice, era un isolotto rosso in mezzo. Inizio' a leccarmi come fosse davvero una cagnolina felice, e io srillai di piacere " aaaa, dai zoccola, fammi venire, non ne posso piu'. Succhiami. ". Lei obbedi', da brava cagna qual era. Prese il mio clitoeide nella sua bocca e , prima lo stuzzico' con i denti, poi prese a succhiarlo. In poco tempo che non so quantificare, esplose il mio orgasmo multiplo. Le squirtai sul viso cosi' tanto che le sbavai il trucco degli occhi, quando gia' la sua bocca rossa, era sufficenteente sbavata. Io le dissi " voglio scoparti vestita". Le salii sopra arrotolandole quei pochi centimetri di stoffa bianca in vita. Spostai le sue mutandine tutte sul lato della fica. Sapendo di trovare ovviamente tutto gia' anche troppo lubrificato, sicura le i filai tutta la mano dentro sentendo la sua gelatina profumata , bagnarmela tutta. Riuscivo ad aprirla e richiuderla debtro di lei. Mentre lei si contorceva di piacere, le strappai il vestito all' altezza della scollatura e lw sue tettone esplosero, ci affondai la faccia e succhiai, succhai mentre la bionda ululava e mi pregava di sbrigarmi a farla venire. Ma io mi stavo divertwndo molto a vederla implorare. Cosi levai la mano , e mi la cavalcai fica a fica , facendo in modo che i nostri clitoridi strusciassero. Inizio a strillare, la puttana, wualcosa tipo " come godo, mi fai sentire una vera cagna in calore, scopami tutta", mentre le sue immense, meravigliose tette sbattevano sul suo mento prima di piegarmi ad infilare un mio capezzolo nella sua boccuccia. Poi tolsi di nuovo da sopra di lei e, girandomi , mi misi con la fica sulla sua faccia , mi apersi le natiche , facendogli colare i miei liquidi di amore per lei nella sua bocca, sentivo la sua lingua sfiorarmi il buco, e decisi di farla affondare dentro di me, prima di venire nuovamente. Anche la mia bocca si fiondo' sulla sua passera e ci esibimmo in un 69 degno del miglior film porno mai visto. Notai accanto a noi uno specchio che, presa com'ero, non avevo visto prima. Cosi, mentre la succhiavo, mangiavo, godevo e atrillavo, guardavo l' immagine di due troie riflesse in quello specchio dalla cornice dorata, che si scopano come non ci fosse un domani. Avemmo altri due orgasmi multipli insieme. Ricordo di aver pensato che scopate del genere, in contesti simili,sono rari. Ed io ero stata sfacciatamente fortunata ad incontrare sta tipa vogliosa piu' di me , cona predilezione per la passera , in un afosissimo, deserto pomeriggio d' agosto ad una fermata di un auto, in un enorme citta', dopo che una stronza aveva preferito afilare ad essere acopata da me. Si, sfacciatamente fortunata.
Dopo esserci riposate un minuto l' una nella fica dell'altra. Sorridendo ci alzammo e ricomponemmo. Le chiesi il suo nome. "Luana". Rispose lei. Mi disse " solitamente adesso dovresti pagarmi, ma mi hai fatto sborare cosi bene e cosi tanto che oggi ti faccio un regalo".
Io la guardai e la ringraziai perche' davvero mi ero proprio divertita e soprattutto sfogata a dovere. Le dissi che mi chiamavo Ines e che sarei tornata sicuramente a trovarla. Magari avrei portato con me Svetlana.

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