Ma pensa te

Scritto da , il 2016-06-27, genere incesti

Il nonno rimase vedovo dopo alcuni anni in cui la povera nonna era inchiodata ad un letto per una brutta malattia. Fu un periodo triste e pesante per tutta la famiglia, negli ultimi mesi di erano trasferiti da noi, per potere essere aiutati.
Qualche settimana dopo i funerali il nonno decise di ritornare nel suo appartamento, e con la mamma andammo ad aiutarlo a mettere a posto e sgombrare. Lavorammo per tutta la settimana, fino a che l'appartamento venne giudicato a posto per le esigenze del nonno, sgombrando orpelli e cose ormai inutili per lui.
Io avevo 19 anni, e dopo la maturità avevo trovato un lavoro part time in un ufficio. Avendo i pomeriggi liberi, mamma mi chiese se potevo collaborare per aiutarla col nonno, e passavo due o tre pomeriggi la settimana a casa sua per pulire, preparare la cena, fare la spesa, e piccoli servizi.
Erano passati alcuni mesi, ed il nonno ritrovò lo spirito tipico della sua persona. Sembrava andare tutto bene, certo l'assenza di nonna era importante, ma lui stava tornando alla vita.
Un pomeriggio arrivai da lui. Aprii la porta senza suonare, ormai era normale così. Lui non mi sentì entrare, lo vidi sul suo letto, completamente nudo, che si stava masturbando.
Rimasi ferma, senza respirare. Avei voluto andarmene ma la curiosità ebbe il sopravvento. Aveva un bel cazzo. Le sue dimensioni erano più sviluppate di quelle di Giulio, il mio ragazzo. Mi fece strano vederlo nudo, così in intimità. Mi allontanai, tornai verso la porta e suonai il campanello. Poi entrai chiamandolo, come se non fossi ancora stata lì.
Mi rispose dalla camera "Alina vieni, sono in camera" Perplessa che mi chiamasse lì mi avviai. Era ancora sul letto, nudo, col suo bel cazzo in mano. Aveva uno stomaco prominente, perfino le tette, causa i suoi chili di più. Pelato, di pelle chiara, non era un bel vedere, ma la sua cappella gonfia non mi faceva pensare ad altro.
So che diventai rossa "nonno, scusa. copriti per favore"
Lui rise. Mi fissava, spogliandomi con gli occhi. "non sei capace di mentire nipotina, so che mi hai visto prima"
Non seppi cosa rispondere. Ancora rise ed allungò la mano verso di me "dai avvicinati, facciamo un gioco insieme. Fammi vedere com'è bella la mia nipotina"
Mi avvicinai al letto, lui mi prese per mano e mi fece sedere accanto a lui. Le sua mani percorrevano il mio corpo dapprima sopra i vestiti. Apprezzava il mio grosso seno, gonfio e sodo, la pienezza delle cosce, il culo tondo. Incapace di attendere oltre iniziò a spogliarmi e io non posi alcuna resistenza.
Non parlammo più.
Ero nuda e mentre le sue mani mi accarezzavano nell'intimo io avevo il suo cazzo in bocca. Mi comportavo come se per me fosse normale una tale disinvoltura. Non ero così, ma mi veniva spontaneo farlo.
In breve eravamo intenti in un 69, e la lingua del nonno, davvero abile, mi procurava un piacere intenso. Venni un paio di volte, e lui era compiaciuto del fatto che i miei umori colassero ad "annegarlo", mi diceva.
Avevo perso la testa, il piacere che provavo, l'eccitazione che sentivo mi avevano liberata da reticenze e vergogne. Quando lui mi piantò il suo palo nella figa, per un attimo pensai che sarei morta. Era grosso per me, nonostante la lubrificazione. Lo sentivo aprirmi piano piano, e quando finalmente arrivò in fondo, urlai dal piacere.
Avevo avuto un paio di ragazzi, con Giulio eravamo insieme da un paio di anni, ma non avevo mai sentito tanto godimento. Sentire la sua cappella sbattere contro l'utero mi faceva sentire dannatamente donna, e lo incitavo a scoparmi.
Quando finalmente mi riempì della sua sborra toccai il massimo dell'estasi.
Non mi permise di fermarmi. Tirò fuori l'asta e mi disse di ripulirla meglio che potevo.
Non avevo mai leccato un cazzo sporco di sborra e umori femminili. Devo dire che il sapore era buono, Lo leccai di gusto, mentre il nonno incitava la sua nipotina troiona.
Da quel pomeriggio iniziò la nostra relazione segreta. Lui 68 anni, grosso e diciamolo poco bello. Io 19, bella e ricercata. Pazzamente attratta da quella storia morbosa.
Per un pò continuai il fidanzamento con Giulio, ma scopare con lui, dopo avere conosciuto il nonno non mi dava proprio niente. Mi sembrava un bambinetto impacciato, veniva subito, non era bravo a leccare. Dopo poche settimane lo lasciai. In casa feci la tragica, quella che stava male per il fidanzamento rotto. In realtà era un'ottima scusa per dedicarmi al nonno con maggiore frequenza, per non pensare alla delusione.
Il giorno che io e Giulio smettemmo, il nonno volle festeggiare. Decise di prendersi la verginità del mio culetto. Ora ero solo sua, e voleva una prova della mia passione.
Ne parlavamo da un pò. mi faceva paura l'idea di sentire male, ancor più pensando alle sue dimensioni.
Mi accolse con una bottiglia di prosecco, per festeggiare la nostra unione. Fra noi c'era aspettativa, attesa. Bevvi un bicchiere, poi un'altro e poi un'altro.
Quando mi si avvicinò baciandomi e leccandomi il collo e le spalle; stringendomi il seno e succhiandomi i capezzoli fino alla soglia del dolore capii che qualcosa stava cambiando.
Non ero più la nipotina troia da svezzare, ma l'affermazione del maschio sulla femmina.
Sentivo che mi stavo bagnarmi, in verità stavo già ansimando e lui si stava limitando a toccarmi e baciarmi nella part alta del corpo.
Mentre passavano i minuti mi sentivo avviluppata in quella passione e lo incitai a farmi sua completamente.
Mi trascinò a terra, sul tappeto del salotto e a pecora iniziò a chiavarmi.
La mia figa si era abituata bene a prenderlo. Scivolava che era un piacere, adoravo la scia bollente che il suo cazzo lasciava.
Quando mi sentì venire per l'ennesima volta uscì dalla figa ed appoggiò la cappella allo sfintere. Mi dette due forti sculacciate sulle natiche, mentre contemporaneamente iniziò a spingere.
Urlai
Urlai a più riprese. Il dolore della mia carne che si apriva mi arrivava al cervello, sentivo lacrime scendere sul viso.
Poi più niente per qualche secondo. E quando iniziò a pompare per scoparmi nel culo, senza che ci potessi credere, sentii un orgasmo montare dentro di me. Le mie urla di dolore si trasformavano in urla di piacere.
Dopo un inizio così difficile, mi sorprese la facilità di adattamento della mia carne, del mio culo. Lo sentivo aperto a quell'invasione, ero soddisfatta per il piacere che provavo. E aspettai che mi riempisse la pancia di sborra calda.
Da quel giorno non ho ancora avuto rapporti con i miei coetanei.
Mi soddisfa totalmente essere la sua svuota coglioni.
Ho imparato anche ad ingoiare sperma, per cui mi riempio ogni volta, a seconda di cosa lo alletta di più.
Lui sa che io sono sempre disponibile a soddisfarlo.
Certo, credo di essere innamorata di lui, ma non mi interessa definire cosa provo. Ciò che importa è che lui mi faccia godere ancora per tanto tempo...

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