Da Marco a Laura: IV Capitolo

Scritto da , il 2016-05-25, genere gay

È già passato qualche mese da quando Erica, la sensuale quanto perversa ragazza mulatta, entrò nella vita di coppia mia e di Fra. La sua presenza ha aggiunto un certo pepe alla situazione, spesso e volentieri scopiamo assieme, o meglio lei viene scopata da Fra e io, imbavagliato, legato e con cintura di castità, assisto, oppure mi scopano alternativamente. Ciò che Erica ha di più sensuale è il suo essere solo all’apparenza casta e tranquilla, quando invece in realtà è la Perversione. Grazie ai suoi consigli il mio trucco e il mio vestiario di trav è migliorato moltissimo, mentre gli esercizi di femminilizzazione del corpo di Fra mi hanno reso una vera donna. Il mio culo è perfettamente tondo e sodo, le gambe depilate avvenenti e i fianchi stretti. Quando mi travesto, se non parlo o non mi si guarda per bene passo veramente per una ragazza. Qualche mese prima, Erica voleva che uscissi travestita, ma non ero ancora pronto: adesso, invece, lo ero eccome.
Mi disse che aveva organizzato una serata con i fiocchi, un aperitivo in centro e poi a casa di conoscenti suoi. In centro, durante l’aperitivo, notai che parecchi ragazzi ci fissavano mentre passavamo: “Vedi, Laura, ora sai cosa si prova a essere guardate. Non è piacevole?”; risposi affermativamente, compiaciuto di questo mio nuovo status. A cena scoprii perché era rimasta così vaga: i due conoscenti erano due trans, molto avvenenti peraltro. Intuii già come sarebbe andata a finire. Si chiamavano Paola e Lula, la seconda una brasiliana di 36 anni, di eccezionale bellezza. Dopo una cena piacevole, in cui raccontai la mia trasformazione avvenuta in pochi anni, delle mie esperienze e in cui sentii anche le esperienze e i gusti delle altre, arrivammo al dunque.
Lula mi puntò da subito, già durante la cena i nostri sguardi si erano incrociati più volte; la sua espressione era pura malizia, mi dissi che probabilmente pregustava già i momenti di piacere che stavamo per condividere. Erica in meno di dieci minuti si stava facendo ingroppare selvaggiamente da Paola sul divano, una vera troia. Lula mi portò in camera, dove, senza alcun preavviso, mi sferrò una ginocchiata in pancia. Piegato in due mi ammanettò e mi disse che era amante del sesso violento e che amava sottomettere le persone, tanto che dovevano supplicarla di smettere. Mi dissi che, essendo abituato al cazzo grosso di Fra, potevo resistere. Ma quando vidi quanto largo era quello di Lula rimasi esterrefatto. Era più corto di quello di Fra –supera tu 23 cm- ma molto più largo. Si mise abbondante crema, sia sul cazzo sia sul mio culo, già fremente di piacere. La sua cappella iniziò a farsi largo; mugugnai di dolore, non ero abituato a simile attrezzo! Con inflessibile calma, lo fece entrare tutto; il mio culo era in fiamme, ma Lula non ne voleva sapere di smettere. Iniziò a pompare piano piano, per poi aumentare il ritmo. Inizialmente urlai di dolore, era veramente troppo forte e violente quella trans; ma non volli che smettesse: sapevo che presto il dolore si sarebbe tramutato in piacere. Infatti fu così; venni copiosamente senza che mi toccassi il cazzo, dato che le mani erano ancora ammanettate. Venni per più motivi; il primo era per il cazzo in sé che mi sbatteva con violenza. Il secondo era la consapevolezza di essere sodomizzato da un trans di eccezionale bellezza e molto sadico; il terzo fattore era il rumore della palle che sbattevano sul mio culo: sembra strano, ma sentire quel rumore, unito agli insulti di Lula mi fecero impazzire. Alla fine, dopo un tempo interminabile, venne anche lei. Mi venne dentro, nel culo perché, disse, ero la sua puttana e voleva ingravidarmi. A stento mi reggevo in piedi, e sulle gambe mi scendevano copiosi rivoli di sperma. Tuttavia notai, con stupore, che il cazzo non si era per niente abbassato. Mi ordinò di inginocchiarmi e dai piedi cominciai a leccare fino al cazzo di Lula. Provai a prenderlo in bocca ma non ci riuscivo: mi disse che non ero buono a nulla e iniziò a schiaffeggiarmelo in faccia. Mi disse che avrebbe continuato fino a che non avrei detto le giuste parole: voleva, in breve, un atto di sottomissione; le disse che era magnifica, una vera Padrona e che desideravo solo servirla perché ero solo una troia, buona solo a prendere cazzi dominanti come il suo. Lula ne fu molto contenta, e mi fece leccare prima le palle sudate e poi il culo.
Finalmente sazia, mi permise di dormire con lei, e rimirandomi mi disse che sembravo proprio un trans, se non fosse per le tette. Da questa notte magica rimasi molto amico di Lula, e capitò ancora che scopassimo assieme. La mattina dopo, senza alcun problema, uscii con lei, Erica e Paola a fare colazione nel bar sotto al loro palazzo. Fu lì che per la prima volta venni approcciato da un ragazzo, di nome Gianluca. Ero in bagno e lui spuntò fuori, dicendomi che aveva capito che ero un travestito, ma che nonostante questo lui amava i travestiti e che mi trovava eccezionale. Gli diedi il mio numero di cellulare e ci organizzammo per un incontro tra me, lui e Fra.

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