Amichevoli passatempi - Pt.1

di
genere
etero

Elise uscì dall’acqua, il sole picchiava forte sulla spiaggia, gli altri erano stesi sugli asciugamani, mancava solo Nathan, si guardò intorno, forse era in acqua, ma non lo vide, si sistemò i triangoli del costume e raggiunse gli amici, si lasciò cadere sull’asciugamano caldo di sole.
“Dov’è finito Nate?” chiese Elise.
“Credevo fosse in acqua con te” rispose Jenna.
“Sarà in casa, vado a vedere se sta bene” disse Elise prendendo la sua borsa e avvolgendosi l’asciugamano intorno alla vita.
Jenna aveva una grande casa vicino al mare, in pochi minuti Elise la raggiunse, aprì la porta, cercò in salotto e in cucina ma non c’era nessuno, forse era in camera, neanche lì, la ragazza fece spallucce, forse era andato a farsi un giro. Buttò l’asciugamano sul divano e in costume si diresse verso il bagno per infilarsi sotto la doccia, anche se l’idea di infilarsi nella vasca idromassaggio le stuzzicava la mente, aprì la porta del bagno e rimase interdetta.
Nathan era seduto sul bordo della vasca da bagno, con la macchina fotografica in una mano e il membro duro nell’altra.
“Scusa… io… credevo che fossi in giro” disse la ragazza voltandosi.
Nathan imbarazzato si tirò su il costume ma non riuscì a nascondere l’erezione, proprio lei doveva entrare, proprio in quel momento...
“Dovresti bussare…” disse il ragazzo imbarazzato.
“Sei vestito?” chiese lei.
“Si, puoi girarti” Nathan le diede le spalle e la ragazza si voltò, la schiena abbronzata era guizzante di muscoli ben scolpiti.
“Non volevo interromperti” disse lei poi Nathan prese un libro dal davanzale e con esso nascose l’erezione poi si voltò verso la ragazza.
“Merda… Mi dispiace Lise è che… insomma…” bofonchiò lui “Come mai a casa?”
“Non ti ho più visto, volevo sapere se stavi bene”
“Sto bene”
“Nate, non importa, insomma… è normale e poi ci conosciamo da una vita, stai tranquillo” Elise sorrise, era un po’ imbarazzata ma non così tanto, si conoscevano da vent’anni, non era una tragedia.
“Idromassaggio?” chiese lui più sollevato, per fortuna Elise non aveva fatto caso alla macchina fotografica.
“Ottima idea” disse lei aprendo l’acqua e lasciando che la vasca si riempisse, il costume era ancora umido e la sua pelle era calda di sole.
Nathan si infilò nella vasca, l’erezione si era sgonfiata ma ci era voluto un enorme sforzo di volontà, Elise entrò a sua volta e si sedette a pochi centimetri da lui e poi decise di buttare sul ridere tutta quella faccenda.
“Allora? Su che attrice era incentrate le tue fantasie?”
“A che punto sono gli altri?” chiese lui ignorando la domanda.
“Fanno aperitivo in spiaggia, quindi fino alle otto e mezza non arrivano e io ho già fame” rispose lei sbuffando, Nathan scoppiò a ridere.
“Sono solo le cinque, non puoi avere già fame”
“Ti ricordi da bambini? Quando ci infilavano in quella specie di botte in giardino?” domandò lei.
“Ci passavamo le ore” sospirò il ragazzo.
“Ho il collo bloccato, gli dai una sistemata?” chiese la ragazza spostandosi davanti a lui, Nathan appoggiò le mani sulle sue spalle e poi sul collo iniziando un leggero massaggio, l’avevano sempre fatto quando erano più piccoli ma quella volta sentiva i brividi, erano un paio di anni che non la toccava più in quel modo perché toccarla significava sentire un prurito da tredicenne in mezzo alle gambe.
Elise chiuse gli occhi e ripeté la domanda:
“Allora, me lo vuoi dire chi è la donna delle tue fantasie?”
“Non rompere” sbuffò Nathan, Elise appoggiò i gomiti sulle sue cosce e al ragazzo non importò più di nulla.
“Dai, dimmelo”
Così lo sputò fuori, in un sussurro “Tu”
Elise si voltò a guardarlo interrogativa “Io?” Nathan si limitò a guardarla con sguardo colpevole, Dio com’era bella “Dici davvero?” lui annuì.
“Forse non dovevo dirtelo” disse poi il ragazzo vedendo che lei continuava a guardarlo e non capiva quello sguardo.
“Forse” sussurrò lei, si tolse una delle mani del ragazzo dal collo e Nathan capì che aveva fatto una cazzata ma non la lasciò e se la appoggiò su uno dei seni, sodi e gonfi sotto il costume, questa volta fu lui a guardarla interrogativo.
“Lise…”
“E che cosa immaginavi di preciso?” domandò lei tenendo la mano sopra quella del ragazzo e facendola muovere piano sul suo seno.
“C’era una tua foto, in costume…”
“E poi?” chiese lei spronandolo mentre spostava le loro mani sulla pancia.
“Lise, ti prego…” disse lui, non poteva resistere molto era un gioco pericoloso, non erano bambini, non erano in una botte di legno e toccarsi innocentemente.
“Continuo io?” Elise si girò verso di lui senza lasciargli la mano, se la posò sul sedere, la lasciò lì e fece scorrere la sua sugli addominali scolpiti del ragazzo “Immaginavi i miei seni, di affondarci il viso vero? Oppure mi immaginavi inginocchiata davanti a te…” Nathan la interruppe.
“Scusa” non capiva se lo stava stuzzicando o punendo, conoscendola era più probabile la seconda, di lì a poco si sarebbe alzata e lo avrebbe insultato.
Lei si sporse, non lo stava punendo, stava cogliendo l’attimo, era un po’ che pensava al suo amico in quel senso e anche lei aveva qualche fantasia a riguardo.
Lo baciò delicatamente sulle labbra e poi gli sussurrò all’orecchio.
“Sai Nate, a volte, quando sono a letto e inizio a toccarmi i seni penso a come sarebbe, poi la mano scende, si infila negli slip e allora lo posso vedere quasi chiaramente, tu fra le mie gambe”
Nathan ebbe una specie di sussulto quando sentì la mano di lei sul suo costume che lo toccava delicata, le prese il viso fra le mani e la baciò, le lingue si incontrarono, si avvinghiarono, lottarono mentre lei sentiva il sesso del ragazzo sotto la sua mano.
Nathan le slacciò il costume e glielo tolse, lei si sedette sul bordo della vasca e lui afferrò tra le mani quei seni sodi, i capezzoli turgidi e scuri, le sfilò anche gli slip e la guardò così, nuda, lo sguardo che correva dai seni, al ventre, al pube depilato, senza un pelo, come quando erano bambini.
Nathan si avvicinò e appoggiò le labbra sulla sua pancia, le schiuse le gambe con delicatezza.
“Non sai da quanto volevo farlo”
“Nate” sussurrò lei
“Dimmi” sollevò lo sguardo, tenendo le mani sui suoi fianchi.
“Non mi trattare come una verginella, mi piace u po’ deciso” era troppo delicato e a lei non piaceva delicato.
Nathan sogghignò “Quello che vuoi bambolina” e con decisione le spalancò le gambe e i baci diventarono piccoli morsi e la lingua correva veloce sulla sua pancia mentre le mani premevano sulle cosce per tenerle aperte.
“Molto meglio” gemette Elise mentre lui le mordeva l’interno della coscia, arrivò alle grandi labbra e le leccò con foga e impeto, Elise sentiva la lingua insinuarsi e le piaceva, le piaceva sentire le sue mani premerle sulle cosce costringendola a non chiuderle e le piaceva guardarlo mentre lo faceva.
Senza delicatezza Nathan aprì le grandi labbra e con il pollice percorse la fessura, premette con la lingua sul clitoride e poi gli diede piccoli colpetti facendola gemere di piacere.
L’aveva sempre immaginata coma una ragazza timida a letto, una di quelle che non fanno rumore, che vogliono il romanticismo e invece Elise ansimava forte, gli diceva di non fermarsi, gli diceva di scoparla, era una tigre.
Elise lo guardava immerso nel suo sesso, aggrappata al bordo dell’idromassaggio sentiva il corpo vibrare di piacere e poi sentì un rumore che non doveva esserci, anche Nathan si bloccò.
“Merda” imprecò il ragazzo mentre Elise si infilava in acqua e si rimetteva il costume veloce, avevano sentito la porta aprirsi, stavano ritornando gli altri.
“Che palle!” sbuffò la ragazza buttandosi dell’acqua in faccia, era accaldata ed eccitata e li avevano interrotti sul più bello.
“Rimandiamo solo” le sussurrò Nathan all’orecchio.
“Ci puoi scommettere” rispose lei.
di
scritto il
2010-10-04
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