La sculacciata

Scritto da , il 2016-04-23, genere incesti

Fremo.. le mano stringe forte il mio pisello che diventa sempre più invadente negli slip. Senza staccare gli occhi dal monitor, slaccio i pantaloni e li lascio scivolare giù, sfilo lo slip e butto tutto sulla sedia. Così libero posso godere appieno delle prestazioni fantastiche che la ragazza bionda mette in atto mostrandomi tutto il suo lato b.. Metto le cuffie e gemo con lei.
Non sento mia madre che mi chiama, stringo forte il mio pene ormai duro e non vedo l’ora del momento; non la sento salire le scale, mi tocco delicatamente i testicoli per accelerare; non la sento quando spalanca la porta, respiro affannosamente gli occhi socchiusi che fissano lo schermo che ad un tratto diventa nero.. Mi blocco, ora lo so, lei è in stanza. Sento freddo, sudo. La mano resta li, indugia sul mio turgido pene, sono fermo completamente. Mi toglie le cuffie con forza “mamma!” leggera protesta, sono davvero nei guai. Si mette davanti a me, severissima mi guarda “in piedi” ordina, il tono è duro, cerco una difesa “mamma io.. scusa..lo so che..” “ho detto in piedi!” mi alzo senza dire una parola non riesco più nemmeno a togliere la mano dal mio pene che, incurante dell’imbarazzo che mi crea, continua a pulsare. Mi viene vicino e strattonandomi mi leva la maglia “mamma no per favore..” cerco di oppormi, so che è inutile.. Si siede davanti a me in silenzio e mi guarda dall’alto in basso.. Il suo sguardo è penetrante freddo ed io completamente nudo davanti a lei cerco di coprirmi con le mani mantenendo almeno un po’ di dignità. “Se fai le cose falle bene Giulio.. adesso continua quello che hai iniziato” la guardo con aria interrogativa “mamma no, non vorrai che.. non dirai sul serio?” “non mi pare che ti vergognassi davanti al pc no? A fare tutte quelle porcate! Non vedo perché dovrebbe essere diverso ora.. forza avanti finisci ciò che hai iniziato!” la voce è dura ma bassa, in grado di sottomettermi. So che la punizione sarà dura ma qs è così imbarazzante che mi sento bloccato. Non è mai accaduto che mi beccasse in fallo. “mamma scusa, non credo di riuscire” la imploro con lo sguardo, mi agito un po’, mi piego cercando di coprire l’erezione che non accenna a smettere. Mi sento nudo e nell’umiliazione più totale la imploro “mamma ti prego fammi vestire, mi vergogno, non ce la faccio..” comincio a piagnucolare la vergogna è davvero troppa. “Giulio vorrei che pensassi che esiste anche altro oltre che passare le ore a masturbarti davanti al computer.. le ragazze per esempio? C’è un mondo pieno di ragazze e tu passi tutto il tuo tempo qui a trastullarti..” la odio quando mi mette in ridicolo così come se non fossi nessuno e mi monta la rabbia “ non sono affari tuoi di come mi comporto nella mia vita mamma.. non sono un bambino ho 18 anni e dovresti capire che è ora che mi lasci in pace” sbotto e dico qs cose urlando; di colpo si alza mi viene vicino e mi da due ceffoni sul viso ben assestati, e, senza dire una parola, si risiede. Mi brucia la faccia, sono rosso di rabbia e di imbarazzo, l’erezione prosegue imperterrita non sposto le mani e qs toccarmi non fa che aumentare la mia eccitazione. Si mette comoda sulla sedia, solleva un po’ la gonna gia corta e batte le mani sulle sue cosce, segnale che sto per prenderle “qui sulle ginocchia, vedo che la lezione non la impari mai” “mamma scusa ho capito, non puoi sculacciarmi no.. ti prego” mi allontano ma devo capire bene quel che vuol fare; la guardo e imploro piagnucolando chiedo scusa e le dico che non lo farò più; se disobbedisco troppo a lungo essere sculacciato sulle ginocchia diventerà un desiderio, se dovesse arrabbiarsi troppo e usare la bacchetta il dolore sarebbe triplicato. Lei non si alza non si muove, mi comanda con lo sguardo, riesce a farmi sentire nudo fino all’osso finché l’umiliazione pesa troppo e per sottrarmi a qs scena in cui mi sento davvero ridicolo mi butto letteralmente sulle sue ginocchia. Mi sistema senza dire una parola, sedere ben esposto con le mani tocco il pavimento davanti a me, ora so che sono nelle sue mani, lei decide per me, non ho scampo, balbetto qcs mentre sento l’erezione che sfrega sulle sue collant, so che dovrò cercare di non agitarmi troppo, un orgasmo davanti a lei sarebbe troppo umiliante. Mi accarezza le natiche, lo fa quasi con amore “mamma per favore.. non sculacciarmi” l’eccitazione cresce “mamma ti prego, piano fallo piano..” non mi risponde e tenendomi ben saldo indugia con la mano tra le mie natiche; sono pronto al colpo ma la paura si impossessa di me, penso quando colpirà? sarà forte? ; d’improvviso senza nessun segnale comincia a sculacciare cadenzata e precisa, natica destra poi sinistra poi tra le gambe nel mezzo, per poi ricominciare, va avanti senza tregua nemmeno un secondo di risposo. Nella stanza tutto silenzio solo il suono delle sue mani sulle natiche che mi ricordano ad ogni colpo l’umiliante situazione. I primi colpi li reggo bene, non voglio darle soddisfazione, resto immobile senza fiatare, ma dopo un po’ tutto il mio orgoglio va in frantumi comincio ad agitare le gambe, so che non devo, mi sento il sedere in fiamme, ma sono anche eccitato ed avrei voglia di venire così sulle gambe di mia madre. Muovendomi ormai in modo spasmodico, contraendomi senza più resistere offro uno spettacolo che mi imbarazza da morire, mi sento esposto totalmente. Imploro, urlo e scoppio a piangere chiedendo pietà ma lei silenziosa continua. “mamma basta per favore brucia brucia” finalmente dopo tanto scalciare smette. “aahh mamma” piango.. mi accarezza le natiche rosse fuoco “brucia brucia” “Giulio basta lamentarti, lo sai che se le prendi è perché le meriti!” due colpetti sulle natiche sono il segno che mi posso alzare, ma so che non è ancora finita. Mi alzo lentamente, mani sulle natiche che sento bruciare, l’erezione lentamente sta svanendo. Ora monta la rabbia e l’imbarazzo cresce, l’arroganza prevale “mamma non sono un bambino non puoi trattarmi così, sai che non puoi!” lei non smette di scrutarmi, sguardo che indaga a cogliere un altro fallo “devo continuare con la bacchetta?” chiede leggera; un secondo ed il mio sguardo diventa implorante trasformandosi in una sola parola “scusa” pronunciata a fil di voce.
Indicandomi il muro mi fa capire che inizia il castigo. In ginocchio, occhi fissi su un muro bianco, sedere in fiamme, braccia lungo i fianchi, schiena dritta, frustrato per non essere riuscito a concludere ed imbarazzato per essermi fatto sculacciare così , attendo le parole di mia madre che mi permetteranno di concludere la punizione. Ci vorranno due ore prima che mi dica “sdraiato sul letto”. Con le ginocchia doloranti e i crampi alle gambe mi porto stancamente sul letto. Mia madre osserva il mio sedere rosso fuoco che chiama con affetto “il suo capolavoro”. Lentamente e con gesti metodici mi spalma la crema; sento che le natiche ricominciano a pulsare per il bruciore mentre attacca con le domande.
“Smetterai con quella robaccia al pc?” “si mamma”
“E’ stata giusta la punizione che ti ho dato?” “si mamma”
“La prossima volta se accadrà sarà peggio lo sai?” “si mamma, non accadrà”.
Piango come un bambino mentre mia madre ha il potere di farmi ricominciare un’altra splendida e tremenda erezione. Devo resistere un po’. Tra poco sarò di nuovo al pc.

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