Ricordi 21

di
genere
bisex

Ricordi 21
L’eccitazione del racconto del primo bocchino che si fecero i gemelli aveva portato R. e L. ad un grado di voglia talmente alto che non rimasero un minuto in più a spiare i due fratelli e corsero a casa di R. e arrivate in camera sua cominciarono a toccarsi a vicenda e abbassate le mutandine a turno si leccarono la fica già super bagnata per l’eccitazione e pensando ai gemelli con il cazzo in bocca vennero quasi subito con un gusto ancora più intenso del solito.
Nei giorni successivi parlarono a lungo di quello che avevano visto e di quanto tutte due avrebbero voluto provare la sensazione di poter prendere in bocca un cazzo e anche assaporare quel liquido denso che ne usciva. A quei tempi però, nonostante avessero ormai già avuto qualche storia con compagni di classe e avessero pomiciato abbastanza, non si erano mai spinte oltre baci e qualche carezza per paura di essere poi considerate ragazzine facili che facevano di tutto.
Ma la voglia aumentava ogni volta che riuscivano a spiarli e li vedevano succhiarseli a vicenda con un piacere sempre più evidente. Un giorno si erano anche sdraiati nudi sul letto uno da una parte l’altro dalla pare opposta e si erano fatti un bocchino contemporaneamente sburrandosi in bocca tutto quanto nello stesso momento. La visione di quel primo “69” le ispirò ad imitarli e, appena fu loro possibile, godettero l’una nella bocca dell’altra apprezzando quanto piacevole fosse leccare e sentirsi leccate e venire mentre l’altra ti viene sulla lingua.
Fu durante questi racconti, nel solito primo pomeriggio di pausa dopo pranzo, che R., super eccitata dai ricordi, mi dice che ha deciso di voler provare a farmi un bocchino.
Lo faccio con te per due motivi – mi dice. Il primo è che con te per la prima volta mi sono sentita libera di essere me stessa e di poter rivelare tutto di me come se tu fossi la mia amica L. Il secondo – e mi guarda sorridendo - è che la voglia che ho di provare questa cosa è talmente tanta che non m’importerebbe nemmeno se tu lo dicessi a qualcuno, tanto non abitiamo nella stessa città e la mia reputazione non verrebbe compromessa.
Così dicendo abbassa il mio costume e liberato il mio cazzo già duro da un bel po’ comincia a segarlo lentamente. Poi si abbassa e lo annusa a lungo dicendomi che il suo odore le ricorda quello che sente la sera quando annusa le sue mutandine. E questo la eccita moltissimo.
Comincia poi a leccare la cappella come aveva visto fare dai gemelli facendola poi sparire tra le labbra e cominciando a succhiarla con gusto. Poi comincia a far entrare ed uscire il mio cazzo dalla bocca cercando di farne entrare sempre un po’ di più. Intanto con la lingua accarezza la cappella e in poco tempo mi fa sburrare. L’avviso che sto per venire e la vedo prepararsi a ricevere le prime gocce. La vedo ingoiare spesso e ricordo la sensazione che provai quando feci il primo bocchino al mio amico C. e a mio fratello poi.
Qualche goccia le cola fuori dalle labbra ma praticamente ha mandato giù tutto. Mi guarda con un’espressione di soddisfazione e allo stesso tempo di felicità.
È stato bellissimo – mi dice raccogliendo con le dita le gocce che ha sul mento per portarsele alla bocca. E fare un bocchino è davvero eccitante.
Le faccio i complimenti e le dico che capisco benissimo cosa ha provato e che sono d’accordo con lei completamente.
Anche a me piace farli – continuo – e spero di poter riprovare ancora quella sensazione. Quello che ho fatto pochi giorni fa a mio cugino è stata un’esperienza piacevolissima e inaspettata dopo un periodo in cui non avevo avuto più l’occasione. Ma ora chissà.
Dai – mi dice – vedrai che qualcosa succederà. Ora andiamo però, altrimenti ci scopriranno e addio posto segreto e così comodo.
Il giorno dopo, sempre sulla terrazza dello stabilimento, continua il racconto.
Io e L. pensavamo che oltre i bocchini quei due porcelloni non avrebbero fatto altro. Ci sbagliavamo. Un giorno infatti mentre uno seduto sul letto lo prendeva in bocca all’altro con le mani gli stringeva le natiche e spingeva il bacino contro la sua bocca. Poi pian piano infilava le dita nello spacco e cominciava a massaggiare il buchetto. Poi sfilandosi un attimo il cazzo dalla bocca si bagnava ben bene il dito con la saliva e ricominciava tutto come prima. Ora però il dito lo infilava piano piano dentro l’ano del fratello provocando gemiti di piacere sempre più forti.
L. me lo faceva spesso, lo sai – mi dice - ma vederlo fare tra di loro ci eccitava tantissimo.
E, nei giorni successivi, alle dita sostituirono oggetti di ogni tipo, sempre più grossi e lunghi, penne, candele, tubetti di plastica, lubrificandoli con della crema rubata alla madre.
La cosa ci incuriosiva moltissimo e naturalmente anche noi cominciammo a fare le stesse cose, devo dire con reciproco piacere, anche se come ti ho già detto, a L. piaceva più mettermele su quelle cose che farsele mettere. Ma la cosa a me non dispiaceva affatto, anzi.
E un bel giorno finalmente successe quello che ormai ci aspettavamo….continua

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scritto il
2016-04-01
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