Un weekend indimenticabile

Scritto da , il 2016-03-31, genere etero

Io e Giulia eravamo sempre più legati, non passava giorno in cui non ci vedevamo o, nell'impossibilità di uscire e incontrarsi, sentivamo. I nostri caratteri abbastanza chiusi e riservati, quando eravamo insieme, ormai lasciavano spazio a confidenza e spensieratezza. Come poteva non essere così dopo quei bei momenti passati insieme?(vedi i racconti precedenti)
Ci mandavamo regolarmente nostre foto e video piccanti, molto piccanti. Stavo proprio guardando un suo ultimo filmato, quando mi arrivò un messaggio: era sempre lei.
"Ho una notizia fantastica"
"Spara!" le risposi incuriosito
"Casa libera per tutto il weekend. I miei e mio fratello vanno a passare due giorni dalla famiglia di Vanessa... io starò qui con la scusa di accudire il cagnolone"
Appena realizzai il contenuto del messaggio, il mio pensiero andò subito lì: erano giorni ormai che desideravo passare più di qualche ora insieme a lei... e finalmente ne avevo l'occasione.
Rimasi sul vago nel risponderle: "Bene! Quindi potrò venire a trovarti?"
"E lo chiedi pure? Tu metterai le radici qui dentro per tutto il weekend, non si discute!"
Quell'ultimo messaggio mi diede il colpo di grazia. La partenza della sua famiglia era prevista per venerdì sera e, purtroppo, eravamo ancora a mercoledì.
Quei due giorni sembrarono un'eternità, ma finalmente passarono, tra foto hot e chiamate che lo erano ancora di più.
Finalmente venerdì sera. Avevo appuntamento da lei alle 22.00 spaccate, decisi di portarmi un borsone con almeno un paio di cambi e qualche oggetto utile, anche se le nostre case erano distanti pochi km, o meglio, metri.
Alle 21.30 mi scrisse: "Partiti! Tutto secondo i piani. Ti aspetto qui tra mezz'ora"
Non vedevo l'ora di arrivare, lei mi mancava davvero tanto.

Mi incamminai verso casa sua, quasi canticchiando dalla felicità, e finalmente mi ritrovai a suonare il campanello. Mi aprì il cancelletto e facendo uno scatto rapido mi tuffai nel suo giardino serrando la porta dietro di me, quasi come per chiudere fuori qualunque forma di pericolo o disturbo. Ora eravamo solo io e lei.
Mi aprì la porta di casa e mi saltò addosso, tanto che per prenderla al volo dovetti praticamente lanciare via il borsone. Indossava degli short fucsia e una maglietta larga bianca, dallo spazio tra le maniche corte e il corpo si notava il reggiseno color blu elettrico.
"Finalmente sei qui, non vedevo l'ora" mi disse tra un bacio e l'altro. I suoi occhioni verdi risaltavano ancora di più quella sera, avendo i capelli raccolti a coda di cavallo, e non avrei voluto mai smettere di guardarli.
"Ciao topolina, non dirlo a me... non passavano più queste ultime ore! Dunque ora abbiamo casa tutta per noi per i prossimi due giorni?"
"Oooh yes! Dai, posa il borsone lì vicino al divano e seguimi in cucina, stavo preparando qualcosa per noi". Rimise i piedi a terra e si incamminò verso l'altra stanza. Io ero stato da lei solo un paio di volte e di sfuggita quando passavo a prenderla, quindi casa sua era un luogo totalmente nuovo per me.
Dopo qualche secondo passato a guardarmi intorno, entrai in cucina e la trovai attenta mentre preparava qualcosa, ma era di spalle quindi non riuscivo a capire di cosa si trattasse. Mi fermai sulla soglia della porta ad ammirare quel corpo stupendo. Gli short mettevano in risalto quel bel culetto sodo e pieno, rotondo al punto giusto. Mi avvicinai e mettendomi dietro di lei, le baciai il collo,
stava preparando un vassoio di pasticcini e snacks, con cioccolato, panna e pezzettini di frutta. Al mio bacio sul suo collo caldo, le cadde sul bancone un po' di cioccolato da uno dei dolcetti, quindi lo raccolse con un dito e portandolo indietro senza girarsi me lo fece leccare. Me lo gustai tutto. E non sto parlando del cioccolato, ma del suo dito, della sua pelle.
Andammo in salotto dopo pochi minuti, passati a scherzare, e ci buttammo sul divano con il vassoio sul tavolino a pochi centimetri da noi.
Giocammo tutto il tempo, ci imboccammo a vicenda con i pasticcini e non avevamo nemmeno seguito per un minuto consecutivo il film in tv. Intorno alle 23.45, andò via la luce, probabilmente per un temporale a pochi km da noi, così restammo sul divano abbracciati al buio. Eravamo in silenzio, sentivamo solo i nostri respiri e i tuoni in lontananza, qualche lampo faceva brillare il cielo all'orizzonte.
Lei si mise a cavalcioni su di me e prese a baciarmi il collo, per poi salire fino alle labbra e infilarmi la lingua in bocca. Aveva ancora il sapore della cioccolata con un retrogusto di frutta e ce lo scambiammo tutto.
Poi si fermò e sentii la sua voce: "Sto bene con te".
Sorrisi, la cosa era reciproca e glielo dissi: "Anche io. Non immagini quanto."
Riattaccammo a baciarci come due ventose, sentivo la sua lingua quasi in gola, era davvero presa e voleva dimostrarmelo.
Ovviamente tutto quel lavoro di lingua, mi fece venire un'erezione, e lei accorgendosene, cominciò a muovere il bacino avanti e indietro.
Tornò la luce dopo quasi un quarto d'ora e ci diede fastidio, ormai eravamo abituati al buio e a quella magia che avevamo creato sfruttando il momento. Riaprimmo gli occhi dopo un paio di minuti passati sempre a giocare con le nostre lingue e ci staccammo, con un filo di saliva che ci univa e che poi si spezzò andando a finire sulle sue labbra. Mi avvicinai e le leccai.
Lei si alzò per andare a vedere Bob, il suo cane, ma non si era nemmeno accorto del fatto che fosse mancata la luce... dormiva in modo talmente profondo che non sentiva nemmeno i tuoni in lontananza. Meglio così.
Approfittando di quella pausa, decisi di sistemarmi un po' il pacco, che stava iniziando a stare stretto dei jeans, lei tornando mi vide e ridendo mi disse: "Eh sì, il tuo amico si è svegliato. L'ho sentito prima"
"Colpa tua" continuai ridendo
"Sì sì, sempre colpa mia... facciamo una cosa, mettiamoci comodi".
Come finì la frase, portò le mani al bottone dei suoi shorts e se li slacciò, per poi sfilarseli e lanciarli sul divano, vicino a me. Aveva un bellissimo paio di mutandine in tinta con il reggiseno, di colore blu elettrico.
Mi guardò come per dirmi "ora tocca a te" ed eseguii alla stessa maniera, appoggiando i jeans sopra ai suoi pantaloncini, ora la mia erezione era visibilissima e svettava dentro ai miei boxer grigio scuro.
Ero davvero eccitatissimo, erano giorni che non ci vedevamo e avevo accumulato tanta voglia, nonostante mi masturbassi guardando i video che mi mandava, logicamente averla di fronte, poter sentire il suo respiro e toccare il suo corpo era tutta un'altra cosa. Fece una corsetta verso il divano e mi saltò addosso, rimettendosi nella stessa e identica posizione di prima, a cavalcioni su di me, solo che questa volta eravamo in intimo tutti e due e si sentiva tutto.
Riprendemmo a divorarci l'un l'altra, lingue che si intrecciavano e saliva che colava dalle nostre bocche. Lei ricominciò anche a muoversi su di me con il bacino, sentivo la sua meraviglia strisciare sul mio pene attraverso i tessuti del nostro intimo. Stavo impazzendo.
Mi staccai dalla sua bocca solo per sfilarle la maglietta e slacciarle il reggiseno e dopo aver lanciato tutto in chissà quale parte della stanza, improvvisamente mi ritrovai un suo capezzolo in bocca con una tetta schiacciata sul mio viso. Anche lei era visibilmente eccitata e quello era uno dei tanti segnali che me lo facevano capire. Le misi una mano dietro alla schiena e iniziai a giocare con la lingua sul suo capezzolo, lo leccai e ci girai in torno, per poi succhiarlo e morderlo con delicatezza. Tutto questo ripetuto un numero indefinito di volte, aveva la mia saliva che le colava lungo il seno fin sulla pancia.
Andammo avanti così da qualche minuto e durante tutto il tempo lei non smise un secondo di muoversi su di me, tanto che ad un certo punto smisi di giocare con i suoi capezzoli per dirle: "Guarda che se lì sotto non ti dai una regolata mi fai venire... non ce la faccio più"
Lei rise e dopo aver guardato in basso, senza smettere di muoversi, replicò con un sensualissimo: "E allora? Che problema c'è? E' quello che voglio"
Non sapendo cosa rispondere mi rituffai nuovamente nel suo seno, leccandoglielo tutto e succhiando nuovamente i capezzoli, durissimi.
Non riuscì più a trattenersi e dopo averla sentita ansimare, mi resi conto che i miei boxer erano completamente fradici, ma del suo nettare.
Volevo immediatamente affondare il viso in tutta quella bontà, quindi provai a liberarmi per girarla e gustarmela, ma lei fece resistenza: "Eh no. Ora tocca a te!"
Rinunciai, quindi ancora più eccitato sentendo lì sotto tutto bagnato, la lasciai muovere ancora per qualche secondo, poi mi lasciai andare anche io.
Lasciai andare la testa all'indietro, poggiandola sul divano e i miei boxer si riempirono di sperma bollente, ne uscì davvero molto in più volte, accompagnato da un mio "oooh sì". Sensazione insolita, ci eravamo appena masturbati a vicenda, usando però i nostri sessi.
Giulia mi baciò, poi si alzò e si mise in piedi di fronte a me per ammirare il risultato di tutto quel sfregarsi l'un l'altra. Passarono davvero pochi secondi, lei sollevò una gamba, poi l'altra, e si sfilò le mutandine facendole ruotare in aria intorno all'indice della sua mano sinistra, con sorriso e sguardo provocanti. Ritornò vicino a me e mi mise le mutandine sotto il naso. Sentivo il suo profumo più intimo, quello che amavo così tanto e che avrei voluto sentire sempre. Scattai in avanti come per morderle e me le ritrovai in bocca, con la sua mano che ancora le teneva, le mie papille gustative si impregnarono di quella delizia e la mia mente se ne andò.
Nel frattempo si era inginocchiata davanti al divano e sporgendosi in avanti per venirmi a leccare i boxer, sentii un suo capezzolo ancora eccitato strusciarmi sulla gambe destra, poi arrivò la sua lingua ad accarezzarmi il pene, ormai rilassato dopo l'esplosione di poco prima, da sopra il tessuto. Con una mano iniziò a sfilarmeli, poi si aiutò con l'altra e, togliendomeli, anche quelli finirono in un punto a caso del salotto. Guardai in basso e vidi il mio pene e le palle completamente coperti dallo sperma, lei si fece in avanti con la lingua per raccogliere quel succoso liquido che le piaceva tanto, ma la fermai e sfilandomi le sue mutandine dalla bocca le portai sul mio sesso pulendo un po' di quel macello. Ne raccolsi un po' e successivamente gliele misi di fronte alla bocca. Lei rimase un attimo stupita poi, vedendo lo sperma sulle sue mutandine, riaprì la bocca facendo uscire la lingua e le leccò, io le spinsi dentro.
Il suo sguardo si fece ancora più sexy, quando realizzò che nella sua bocca c'era il suo intimo macchiato del mio sperma e del suo nettare, mischiati.
Ci giocò un po', poi le tirò fuori e le posò sulla mia gamba. Voleva pulire meglio, le mutandine non erano bastate, e chinandosi velocemente mi prese i testicoli in bocca, subito dopo averli abbondantemente riempiti di saliva.
Quando decise che lì andava bene così, salì con la lingua sull'asta, fino a raggiungere il glande e si mise in bocca il pene, in stato di semi-riposo. Lo pulì bene, succhiò e risucchiò, fino a che non mi venne nuovamente duro.
Alzò lo sguardo e fissandomi negli occhi mi disse: "Ops. E' di nuovo sveglio."
Lei aveva una voglia immensa di riprenderlo in bocca da duro e di succhiarmelo, da quella prima e unica volta che lo fece erano passati giorni, quindi si avventò sul glande gonfio come fa un falco sulla sua preda. Aveva voglia, ma manteneva quella dolcezza che rendeva il tutto ancora più eccitante.
Stavo godendo, mi mancava il fiato ad ogni sua manovra con la lingua e ad ogni suo risucchio. Decisi ad un certo punto di prenderla e farla coricare su di me, poi la invitai a girarsi a "69" e mentre lei riprese a fare un pompino incredibile, io mi trovai la sua meravigliosa vagina in faccia. Con le mani le aprii un po' di più le gambe, in modo da averla bene aperta sulla mia bocca e poi mettendogliele sul fondoschiena la spinsi sulla mia lingua, facendola impazzire con il movimento. Iniziai a stuzzicarle il clitoride, passando poi sulle labbra succhiandole con dolcezza.
Ecco che si ripresenta un nuovo orgasmo da parte sua. Questa volta, però, c'è la mia bocca lì e non ne andrà sprecata nemmeno una singola goccia. Spinsi ancora di più con le mani e sentii i suoi umori colarmi sul viso come quando in un pomeriggio afoso di metà estate addenti una pesca succosa e ti sbrodoli tutto. Amo le pesche, ma il succo che stavo gustando in quel momento era indubbiamente più buono e dissetante.
Lei non smise mai di succhiarmelo, tranne che per prendere fiato e ansimare quando stava venendo. Io venni dopo un paio di minuti e lei mi riservò lo stesso trattamento, non sprecando nemmeno una goccia del mio sperma.
Ma non ci fermammo lì!
Continuammo quel "69" fino allo sfinimento, andammo avanti almeno per un'altra mezz'ora. Lei mi regalò il sapore di altri tre orgasmi, io due.
All'ultimo suo orgasmo, arrivato qualche secondo dopo il mio, quasi nello stesso momento, lei si girò su di me.
Con la sua bocca raggiunse la mia e iniziò a baciarmi con dolcezza. Lei aveva il sapore del mio sperma, io quello del suo nettare. Ci lasciammo andare ad una limonata passionale scambiandoci i nostri umori più intimi, poi lei si staccò dalle mie labbra e mettendosi su un fianco scivolando tra il mio corpo e i cuscini dello schienale del divano, ingoiò tutta la nostra saliva (e non solo) facendo quel tipico verso di chi si è appena scolato un bichiere d'acqua e stava morendo di sete per poi dirmi con convinzione: "WOW!"
"Siamo in due piccola, siamo in due" risposi a fatica, ingoiando anche io.
Mi misi anche io girato su un fianco e finimmo per guardarci negli occhi.
Le leccai il naso e l'abbracciai forte. Guardai l'orologio: era l'1.23.
"Stanca, piccola?"
"Un pochino. Ma la notte è appena incominciata..."

Continua...

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