Mio figlio Riccardo e io

Scritto da , il 2010-09-26, genere incesti

Quando è nato mio figlio Riccardo, tutti in famiglia ne siamo stati davvero felici, date le ultime nascite esclusivamente femminili. Crescendolo ho creato con lui un rapporto molto particolare, e anche se con il papà è legatissimo, io e lui siamo qualcosa di straordinario insieme. Viviamo in una piccola casetta dove la privacy è praticamente impossibile e comunque, sia io che mio marito siamo giovanissimi, abbiamo una mentalità molto aperta e tra noi non esistono tabù. Capita spesso che ci ritroviamo a girare per casa in mutande e sempre senza vergogna, ho sempre fatto il bagnetto col mio piccolo, non ho mai avuto problemi a farmi vedere nuda prima di vestirmi o dopo essermi spogliata, neanche quando ormai Riky aveva 12 anni, e non abbiamo mai chiuso nessuna porta a chiave, sempre proprio perché tra noi non ci sono segreti... fin da piccolino Riccardo chiedeva a proposito del nostro corpo e delle nostre parti intime, facendo sempre molte domande curiose e chiedendo talvolta di poter toccare il "pisellino" del papà o la "farfallina" della mamma. Vista la sua ingenuità, non glielo abbiamo mai negato, anche perché non volevamo creare in lui inspiegabili proibizioni per la sua età. Ma la sua vera ossessione è sempre stato il mio seno prosperoso! Avendolo allattato fino ad un anno e mezzo, pensavo fosse quell'attaccamento a spingerlo ogni volta a cercarlo e ad ogni modo non mi sono mai preoccupata. Fino a che, ai suoi 15 anni, ho cominciato a farmi qualche domanda in più, ma non volevo fantasticare troppo con la mia eccessiva malizia e lasciavo perdere quando magari il suo sguardo sul mio seno si faceva più intenso, più sfacciato o addirittura imbarazzante.
Un giorno d'estate, faceva troppo caldo per uscire, e dopo un ricco pranzo, avevo proprio bisogno di farmi una pennichella. Mio marito guardava la tele in soggiorno e Riky decise di farmi compagnia nel lettone, visto che in camera sua avevamo appena imbiancato e c'era un odore fortissimo di vernice. Io mi addormentai subito distesa su un fianco, ad un certo punto mi svegliai sentendo lo sguardo fisso di mio figlio che non dormiva ma guardava con insistenza le mie tette che fuoriscivano leggermente dal reggiseno... certo, me ne ero accorta, ma non avevo pensato di coprirmi! Non so per quale motivo feci finta di continuare a dormire e dopo qualche minuto Riky allungò la mano e cominciò a toccarmi l'aureola e il capezzolo della tetta destra con molta delicatezza e ciò mi provocò un brivido intenso lungo tutta la schiena. Non potevo aprire gli occhi perché non volevo metterlo a disagio, oltretutto quella sensazione mi piaceva moltissimo e desideravo che non smettesse anche se sapevo perfettamente che non era una cosa giusta... vedendo il mio stato di sonno profondo, Riky si sentì di andare avanti e prese a tintillarmi il capezzolo, un po' sopra il tessuto del reggiseno, un po' frugando sotto con le dita. Avevo una gran voglia di ansimare ma mi trattenni, fino a che lui, non so con quale coraggio, mi tirò completamente fuori la tetta dalla coppa e sospirò, probabilmente vedendola ergersi soda con il capezzolo turgido dall'eccitazione. Sentendo l'aria fresca sulla pelle nuda, feci un respiro profondo e mi mossi un po', al che Riky si girò dall'altro lato e abbandonò il suo giochetto.
Mille pensieri cominciarono a vagarmi per la mente... come avevo potuto permetterglielo? E perché mi sentivo così sporca? Forse perché in fondo avrei voluto che mio figlio sprofondasse la testa nel mio seno, che mi leccasse le aureole e mi ciucciasse i capezzoli, strizzando e soppesando le tette con le sue mani delicate... ma che mi ero messa in testa???? Dovevo dimenticare l'episodio e giustificare il mio cucciolo adolescente sapendo che il suo corpo era invaso da ormoni che lo stimolavano a cercare intimità con l'altro sesso. Tutto qui. Ma di notte.......... i miei sogni erano diventati esclusivamente erotici, e non facevo che immaginare le mani, la bocca, la lingua di Riccardo che cercavano il mio corpo e il suo pene eretto che si strusciava contro di me. Ero in preda alla tentazione!! E poi Riccardo non esitava a farmi complimenti ogni volta che indossavo un abitino, faceva la mano morta sul mio sedere, mi sembrava di vederlo nascosto dietro alla porta a spiarmi mentre mi spogliavo... e io, da vera porca, mi rendevo conto di civettare con lui!!! Lo provocavo, mettevo magliette scollate, pigiamini trasparenti, mi palpavo le tette davanti a lui a mo' di striracchiamento, mi abbassavo a prendere le cose facendo intravedere le mie mutandine dai jeans... avevo perso la ragione!!!!!!
E così un giorno, eravamo soli in casa io e mio figlio, andai a farmi una doccia. Sotto l'acqua tiepida avevo pensieri impuri, mi toccavo la pelle nuda e morbida e mi massaggiavo il seno, le cosce, il sedere, con le dita aprivo le labbra della fighetta e premevo contro il clitoride, mi sditalinavo mentre massacravo i miei capezzoli duri ed ero eccitata al massimo... pensavo a Riky che era dall'altra parte del muro e volevo che sentisse i miei gemiti di piacere, che sapesse che mi stavo masturbando. Così, con la mente offuscata dalla libidine, uscì dal bagno in accappatoio senza neanche asciugarmi e andai diretta in camera di Riky, il flacone di crema idratante in mano con l'intenzione di farmela spalmare da lui. Quando aprì la porta senza bussare, lo vidi di spalle seduto sul letto che si dimenava. Lui non mi sentì entrare ma io capii subito che si stava facendo una sega. Allora tornai indietro e lo chiamai dal corridoio in modo da dargli il tempo di ricomporsi, ma dentro di me, il pensiero delle mie intenzioni mi faceva scoppiare dalla voglia di sesso!! Lui si alzò in piedi e con i pantaloni ancora slacciati mi guardò sull'uscio della porta, coperta dal solo accappatoio e con i capelli bagnati che mi gocciolavano sulle spalle che gli chiedevo con voce suadente di mettermi un po' di crema sulla schiena... lui, con la patta ancora gonfia, era titubante, ma quando gli sorrisi dicendogli che non doveva farsi nessun tipo di problema con me, che lo capivo benissimo e che per me era del tutto naturale fare certe cose, lui si sentì come sollevato. Allora mi sedetti sul suo letto, mi abbassai l'accappatoio lasciando la schiena nuda e coprendomi il seno con le mani. Mio figlio con un balzo di posizionò dietro di me e cominciò con entusiasmo a massaggiarmi il collo, le spalle, le braccia e la schiena con movimenti dolci e sensuali che mi facevano fremere e sospirare. Così tanto che probabilmente lui lo intuì e si sentì di proseguire con più decisione, fino a toccarmi anche fino alla linea del sedere. Io lo incoraggiavo abbondantemente facendogli complimenti sul suo modo di muovere le dita e ad un certo punto scoprì i miei seni alzando le braccia per tirarmi su i capelli con le mani. Lui ne fu colpito e mi mise subito le mani sulle tette, mi lasciai scappare un gemito di goduria e lui mi chiese se mi piaceva... Oh, sììì che mi piaceva!! Tanto che tirai la testa all'indietro appoggiandola sul suo petto e lasciandogli vedere lo spettacolo delle mie mammelle lucide di crema bianca sotto le sue mani che giocavano con i miei capezzoli, tirandoli e allungandoli senza freni. Ormai ogni senso di colpa era andato a farsi friggere, sentivo il cazzo duro di mio figlio puntato sulla schiena che quasi impercettibilmente si muoveva mimando l'atto e la voglia di sentire la sua lingua ovunque sul mio corpo nudo aveva decisamente messo da parte ogni sentimento di mamma verso il proprio figlio. Avevo dietro di me un ragazzo che fremeva per avermi e ciò mi eccitava ai limiti dell'immaginabile!!! Dopo alcuni minuti di lunghe palpate e strizzate di tette, mi sentivo così porca e maiala che tirai indietro la poca spugna che mi copriva le gambe e misi in bella mostra le mie cosce ancora sode e liscie e la mia fighetta tutta rasata bagnata e pronta per farsi penetrare... mio figlio non resistette più e mi confessò apertamente che gli stava scoppiando il cazzo nelle mutande, che ero troppo sexy, che avrebbe voluto spogliarsi nudo e....... si fermò, e il suo imbarazzo mi fece sentire così male che mi coprì immediatamente rendendomi conto di quanto ero stata puttana. Gli chiesi scusa in mille modi, dicendogli di essere stata travolta da un impulso irrefrenabile, di non essermi resa conta di quanto mi ero spinta oltre e che non sarebbe più successo. Lui rimase zitto e impietrito, e capii perfettamente che non mi stava più guardando con gli stessi occhi, ma aveva un'espressione strana e indecifrabile. Provai così tanta vergogna che abbassai lo sguardo e me ne andai in camera mia, dove rimasi chiusa per ore, a chiave per la prima volta.


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