Dalla Russia con calore

Scritto da , il 2016-02-15, genere tradimenti

...“Please, no bocca, no, please don’t come in my mouth, please no, please, no bocca…”
Eccitato dalle parole di Sonya, sono venuto un pochi secondi.
“succhiamelo troia, succhia succhia succhia… ”, le ho stretto i capelli e le ho spinto l’uccello fino in gola. L'ho costretta a prendere tutto in bocca, ero completamente eccitato e volevo riempirla come un animale. Era da quasi due settimane che non eiaculavo e non smettevo di sborrare...

Sonya è una ragazza russa. Bella. Anzi, molto bella. E’ abbastanza alta, sul metro e settantacinque, comunque più alta di me. Capelli biondi (vabbè,sarebbe castana, sono tinti), occhi verdi molto grandi, viso molto regolare, nasino a patata. Ha 34 anni, è magra, slanciata, non ha molto seno e di conseguenza con vestiti tipo tubino sembra una modella.
L’ho conosciuta in Portogallo, a Porto, durante uno dei partnership meeting di un progetto europeo. Lei vive li da alcuni anni con un ragazzo del posto, hanno una figlia di cinque anni.
Il progetto, di cui sono rappresentante italiano, mi ha portato nella sua città 3 volte per altrettanti incontri nell'ultimo anno. È stato durante l’ultimo di questi incontri che ho iniziato a sospettare, incredulo, che Sonya provasse qualcosa di simile ad attrazione nei miei confronti. Precisamente è avvenuto quando, ballando, la sentii quasi svenire addosso a me mentre le accarezzavo la schiena. D’altronde la schiena è uno dei suoi punti deboli: da quando ha scoperto che sono bravo a fare i massaggi, inevitabilmente finisce per chiedermi di massaggiarla durante qualche cena, o durante un coffee break, o nella pausa tra una sessione di lavoro e l’altra. Lei mi piace e mi piace toccarla, quindi non mi sottraggo, ma talvolta la cosa è stata un po’ imbarazzante.
Comunque, Sonya, in realtà, è una ragazza tutta d’un pezzo. Rigida e controllata, non diresti mai che faccia sesso. Una così semmai fa l’amore e lo fa lo fa con discrezione ed eleganza, non te la immagini che ansima, gode e ti implora di sbatterglielo dentro fino in fondo e di farle male.
Siccome Sonya è una ragazza tutta d’un pezzo il suo piccolo cedimento non ha avuto conseguenze. E’ sparita e non mi ha più frequentato fino a fine meeting, quando per salutarmi si è di strusciata su di me come un gatto, come se fossi l’ultimo e unico uomo rimasto sulla terra.
Essendo un progetto europeo gli incontri degli staff avvengono scadenziati nel tempo e in tutte le città aderenti al progetto. Dopo quell’episodio, ci siamo incontrati a Baia Mare, in Romania. Sarà stata la vicinanza con la madre patria Russia o la lontanza dal compagno e dal suo solito ambiente, fatto stà che sembrava meno rigida, fuori dall’orario di lavoro. Quasi senza rendercene conto, abbiamo iniziato ad uscire da soli la sera, dopo i meeting. La prima volta ci siamo “persi” dal gruppone degli altri ospiti, con un po’ di malizia da parte mia (malizia che lei ha assecondato) e siamo finiti in giro per locali a bere rakia e gin tonic, e questa cosa è continuata tutte le sere. Complice l’alcool, lei si scioglieva un po’ e, quando ci salutavamo per andare a dormire, mi abbracciava con trasporto, aderiva al mio corpo, mi baciava sulle guance con una dolcezza incredibile e inspiegabile.
E’ arrivato infine l’ultimo giorno anche di quel meeting e anche quella sera abbiamo fatto il nostro solito tour a base di gin tonic, forse con ancor più gin e ancor meno tonic del solito. Lei era semplicemente incantevole, con un tubino di panno verde che si abbinava ai suoi occhi meravigliosi.
Ci siamo ritrovati in ascensore, al suo piano, il primo, per salutarci, ma nessuno dei due si muoveva, continuavamo ad abbracciarci e guardaci negli occhi. La porta dell’ascensore si richiusa, poi riaperta, poi richiusa, poi riaperta… a quel punto io ho schiacciato il pulsante per andare all’ultimo piano.
“what are you doing???”... Le ho afferrato la testa e l’ho baciata. Lei ha ricambiato il bacio e prima ancora di capire cosa stesse succedendo eravamo all’ultimo piano dell’hotel. L’ho presa per mano e l'ho trascinata verso sinistra, in fondo al corridoio, alla ricerca di un angolo nascosto. L’ha spinta contro il muro e ho iniziato a baciarla. Lei mi si è avviluppata addosso ed entro pochi secondi le stavo accarezzando i piccoli seni. Aveva i capezzoli turgidi e glieli strizzavo mentre ci baciavamo. Il mio pene era gonfio nei pantaloni e lo strusciavo contro il suo inguine, mentre la mia lingua scopava la sua bocca. Le ho infilato una mano sotto la gonna,e dentro le mutandine e ho iniziato a toccarla. Ha avuto un orgasmo in meno di due minuti, poi una altro subito dopo. Mi ha preso l’uccello in mano e ha iniziato a segarmi. Improvvisamente abbiamo sentito delle voci. Ci siamo rimessi a posto i vestiti in fretta e furia e abbiamo fatto finta di chiaccherare. I disturbatori sono passati ma ormai l’atmosfera si era rovinata. Purtroppo entrambi condividevamo la stanza con qualcuno, per cui la serata è finita li...
Ci siamo rivisti ancora, e questa volta per l’ultima volta, nella mia città. Quando ci siamo rivisti lei era rigida e controllata come al solito, forse anche più del solito per l’imbarazzo del ricordo.
Nei giorni trascorsi insieme, anche grazie alle mille attenzioni discrete di cui l’ho circondata, si è lentamente rilassata, ed infine la penultima sera, sabato sera, ci siamo di nuovo baciati. “I don’t want to have sex again… I’m afraid to fall in love with you”
“Don’t worry, spending my time with you is great as well”, non ti preoccupare baby, faremo solo ciò che ti fa star bene...
Il giorno dopo era giornata libera e le ho proposto di fare un giro in città e di mangiare qualcosa a casa mia, approfittando del fatto che mia moglie era fuori città.
Quando siamo stati a casa, prima di cena, le ho proposto un massaggio. Era titubante.
“it will be just a massagge?” mi ha chiesto
“it will be just what you want it to be. Nothing more, Sonya”
Si è tolta la camicetta e si è sdraiata, io le ho slacciato il reggiseno e ho iniziato a massaggiarla. Ad un certo punto l’ho baciata, ho iniziato a leccarle un orecchio e lei a iniziato ad ansimare.
“che vuoi fare Sonya? Stop or go on?”. Lei non risposto.
L’ho fatta alzare dal letto. Era nuda della vita in su. I suoi seni piccoli erano appuntiti con capezzoli turgidi, grossi e rossi come ciliegie. La pancia era un po’ sformata, ancora segnata dalla gravidanza di 5 anni prima. Dalla vita in giù indossava un paio di pantaloni beige. L’ho appoggiata al muro, e mentre la baciavo le ho aperto i pantaloni e ho iniziato a toccarla in mezzo alle gambe. Lei ha iniziato ad ansimare sempre più forte e si è subito inumidita. Ho inzuppato l’indice della mano destra nei suoi umori, me lo sono messo in bocca e ho iniziato a leccarlo mentre lei mi guardava. Con l’altra mano, la sinistra, la toccavo tra le cosce. Ho tolto il dito dalla mia bocca e l’ho messo nella sua, ho iniziato a pompare su è giù, mentre lei lo succhiava. poi le ho tolto il dito dalla bocca, e gliel’ho passato sulle labbra, ho le ho leccato le labbra e ho iniziato a morderle. Lei era ormai un lago tra le cosce, così le ho abbassato i pantaloni e le mutande, mi sono inginocchiato e ho iniziato a leccarle la figa, inginocchiato, come se fossi stato un cane.
“Please, come in my mouth, I’m your dog, please come”. Ha perso il controllo, mi ha preso la testa e se l’è schiacciata contro la vagina, ha iniziato a muovere il bacino e a gridare DA DAAA e mi ha riempito i baffi di con i suoi liquidi. A quel punto l’ho girata faccia al muro è ho iniziato a infilare le dita della mano destra nella vagina e nel sedere mentre con la mano sinistra le toccavo il seno. Le ho afferrato il bacino con entrambe mani e le ho iniziato a scoparla. Abbiamo continuato per qualche minuto in piedi a pecorina mentre lei si appoggiava al muro con le mani. Ansimava, gemeva e spingeva il suo bacino contro di me, è venuta in 30 secondi. Era completamente lubrificata e non sentivo assolutamente più nulla. L’ho fatta sedere sul letto e le ho messo l’uccello in bocca, le ho preso la testa per i capelli ho iniziato a scoparle la bocca.
Please, no bocca, no, please don’t come in my mouth, please no, please, no bocca…”
Le sue parole mi hanno eccitato e sono venuto un pochi secondi.
“succhiamelo troia, succhia succhia succhia… ”, le ho stretto i capelli e le ho spinto l’uccello fino in gola. L'ho costretta a prendere tutto in bocca, ero completamente eccitato e volevo riempirla come un animale. Era da quasi due settimane che non eiaculavo e non smettevo di sborrare.
Lei ha iniziato a tossire ed è corsa in bagno a vomitare, io l’ho seguita e l’ho aiutata. Era inginocchiata davanti alla tazza del cesso e mi dava le spalle. Il suo sedere era bellissimo, l’atmosfera totalmente squallida e io mi sono eccitato di nuovo. Mentre era chinata sul water mi sono inginocchiato dietro di lei e ho inziato a leccarle l’ano, poi e le ho infilato un dito dentro. Lei rimaneva appoggiata alla tazza e mi lasciava fare, ansimando e muovendosi. Ho preso l’olio per massaggi dall’armadietto vicino al lavandino e ho iniziato a lubrificare il suo buchino e il mio pene. Mi sono appoggiato e ho iniziato a spingerle piano piano il cazzo nel sedere. Era molto stretta “slow, please,slow please sloowwwww you’re hurting me, it hurt it hurt it hurttt ahhhhh”. Ho iniziato a toccarle il clitoride, lei si è rilassata e piano piano sono riuscito a entrare con tutto il pene nel suo sedere. Ho iniziato a muovermi, sempre toccandole il clitoride. Lei Ha iniziato a gemere e chiedermi di spingere più forte.
“again again againnnn ddaaaaaaa aahhhhhh ahhhhh… rip my ass, please rippppp it.. you’re a bastardddddd..go bastard go gooooo, fuck fuckcfuck FUCKmeKFUCKmeFUCKmeeFUCKmeFUCKmeFUK FUCKKKKK”. Le ho preso i capelli e le ho spinto la testa nella tazza mentre lei, con le mani si aggrappava al bordo del water e spingeva per cercare di tirarsi fuori. Ha goduto e ha gridato il suo orgasmo dentro il cesso mentre io e le venivo nel culo. Quando le ho tolto il pisello lei ha iniziato a scorreggiare senza controllo e a spruzzare lo sperma sul pavimento. Si è fatta il bidè, abbiamo pranzato e poi l’ho portata sulla torre panoramica della città, dove ci siamo salutati per l'ultima volta, con un romantico, lunghissimo, bacio.

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