Serena e suo figlio: Un compleanno da ricordare

Scritto da , il 2016-01-19, genere incesti

Erano le 6:30 del mattino, e come ogni mattina Serena era già in cucina a preparare la colazione per sé e per suo figlio Edoardo.

Quella mattina però la colazione sarebbe dovuta essere speciale del solito, era il compleanno del suo ragazzetto, e voleva svegliarlo con qualcosa di più elaborato che prevedeva: caldi pancakes al cioccolato e cocco, una spremuta d'arancia ed una centrifuga di fragole e mango.

Il bancone della cucina ad isola era apparecchiata per due con delle tovagliette di plastica trasparenti, dei bianchi piatti quadrati e delle tazze nere. Al centro erano posizionati dei tulipani rossi che davano una nota di colore a quella fredda cucina dall'arredo moderno.

Fuori pioveva, il cielo era grigio ed il vento soffiava più forte che mai, le palme sbattevano sulle finestre e l'allarme meteo consigliava di non uscire di casa, così Serena chiamò il suo capo e chiese un permesso straordinario che le venne concesso senza problemi.

Quella mattina Serena indossava la sua vestaglia rosa di seta con dei richiami in pizzo nero, un perizoma nero in pizzo, un reggiseno coordinato senza coppe e dei collant neri.

la vestaglia le si poggiava sopra come un
guanto, lasciando intravedere i segni del perizoma ed i capezzoli sporgenti per via del freddo, intenta a cucinare i pancakes ad un certo punto si sente afferrare da dietro, erano le mani di Edoardo.

Lei fa per girarsi per dare il buon giorno al festeggiato ma lui la tiene ferma facendo sempre più pressione tra le sue natiche non permettendole di girarsi.
Questa non riusciva a divincolarsi e forse in fondo non voleva nemmeno, anche se faticava a credere che il lei stesse crescendo forte eccitazione, cosi forte da potersi dire proporzionale alla protuberanza del figlio che cresceva.
Finché ad un certo punto, presa da una parentesi di lucidità lo allontana bruscamente, lui va a sedersi in silenzio,e con quel carattere introverso che si ritrovava non gli si poteva dir nulla, così Serena evitò di riprenderlo e fece finta di nulla finché ci si sedette accanto e nel mente entrambi iniziarono ad assaporare la colazione Serena scorse lo sguardo del figlio sulla sua scollatura, fece per coprirsi ma lui iniziò a toccarsi da sotto il tavolo, Serena lo guardò contrariata, prese la sua tazza di caffè ed andò al piano superiore, qui stava per farsi una doccia, quando si sentì chiudere la porta alle spalle, era di nuovo Edoardo, questa volta la sua protuberanza era evidente, il pantalone grigio della tuta ne segnava la grande forma. Cavolo quanto era dotato!

Il fanciullo chiuse la porta a chiave, e si avvicinò alla madre, chiudendola il un angolo, lei lo guardava con sguardo attonito, lui era quasi del tutto assente, aveva lo sguardo perso nel vuoto, sembrava quasi impossessato, tanto era desideroso di lei che infilò senza remore la lingua in bocca a quella della madre e con uno scatto la fece girare con le spalle al muro, le sollevò la vestaglia e le tirò uno schiaffo sulla natica destra, il rumore echeggiò nell'aria, poi le aprí leggermente le gambe ed infilò il suo lungo e carnoso membro tra esse, iniziò a muoversi tenendo strette le gambe della madre e strusciandosi nel suo interno coscia sui morbidi collant , ansimando, e sospirando violentemente, dopo di ciò, la spinse sul muro, e le strappò via il perizoma, le aprí le gambe, sputò sulla sua mano, le spostò il perizoma e piegandola leggermente a 90º le lubrificò la rosellina dell'ano.

Alla visione di quel sedere, Edoardo si eccitò ancora di più, mentre Serena era oramai senza fiato, egli senza nemmeno pensarci un secondo in più, le infilò violentemente
Il suo grosso arnese dentro, l'impatto fu così forte che questa smise quasi di respirare per qualche secondo, poi le afferrò i capelli, ed iniziò a cavalcarla senza freni, la sbatteva così forte che i due corpi si schiaffeggiavano tra loro, dalle loro labbra uscivano mugolini ed urla soffocate, Serena, stanca di opporsi e battagliare decise di assecondare il figlio, e muoveva il bacino a ritmo dei movimenti di Edoardo, ad un certo punto egli fece scivolare la mano in avanti, prese il seno della madre e lo strinse tra le sue mani, prese il capezzolo tra pollice ed indice ed iniziò a frizionarlo, la fece girare nuovamente, e le tolse gli ultimi vestiti che le erano rimasti, iniziò a succhiarle il seno come un bambino, succhiava e succhiava, mente un dito si muoveva dentro il deretano.
Era inferocito, la prese in braccio e la mise a sedere sul lavandino, lei appoggiò le spalle allo specchio, le sue gambe erano aperte ed il suo confetto era curato nei minimi dettagli, la peluria c'era ma non era assolutamente fastidiosa né alla vista né al tatto, Edoardo scivolò dai seni al pancino, e dal pancino al suo bocciolo che succhió con brama e dedizione.
Serena era sul punto di venire, quando egli alzò il capo, prese il suo forte membro e lo puntò tra le gambe della madre, lo infilò aiutato dagli umori che resero più facile l'ingresso, e mentre la pompava, con il dito indice la sgrillettava con veemenza e proprio mentre aumentava il ritmo della sua mano, Serena urlò , completamente scossa dal piacere.
Al che, anche Edoardo era proprio sul punto di venire quando la madre ormai felice complice della situazione, lo guardò e gli disse:
"Vienimi dentro ed imbrattami completamente"
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte, che dopo un secondo colpo che Serena sentì completamente nel suo stomaco, venne, soffocando un grugnito, sudando, ed i fiotti furono così potenti che quando Serena si alzò per andarsi a lavare, tra le sue gambe continuava a colare quella ricottina biancastra e corposa.
Lei si girò, lo guardò disteso e sfinito sul letto e sorridendo disse:
"Buon Compleanno amore!".

Questo racconto lo dedico alla mia amica Serena che mi ha palesato questo suo desiderio, spero che la trascrizione abbia colpito la diretta interessata e tutti voi lettori.
Questo è il mio primo racconto sucl tema dell'incesto, pertanto non so cosa aspettarmi.
Attendo con ansia i vs. Punti di vista e le vs. Critiche costruttive.
Con affetto,
Ginèvre

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