Paura a dormire sola 2

Scritto da , il 2010-05-23, genere incesti

Andrea dovette ritornare a casa dei miei per vari motivi, e mio marito dovette prolungare la permanenza in Tunisia per un supplemento di verifiche, allora venne mio padre a sostituire mio fratello, 64 anni in ottima salute fisico asciutto alto 1,75 cm con 75 Kg, ancora un bel tipo, stavo bene con mio padre ma a me mancava il cazzo, lo volevo tutti i giorni nei miei buchi.
In alcuni discorsi che sentii di nascosto in casa era che mio padre soffriva di disfunzione erettile, e avevo fatto un pensierino anche su di lui, ero proprio diventata una troia.
Mi recai da una mia amica delle medie che abitava vicino a noi e sapevo che faceva la commessa in una farmacia, la pregai di procurarmi del viagra che avrei fatto prendere di nascosto da mio padre, dovevo solo studiare il come.
La mia amica non mi portò il viagra perché mi disse che il suo datore di lavoro voleva la ricetta medica, ma mi portò un preparato che la dottoressa farmacista preparava per amici, aveva la proprietà di farlo venire duro almeno per due ore e non era pericoloso, bastava non esagerare con la dose.
La sera stessa mentre mio padre era in giardino a sistemare delle fioriere misi nell’aperitivo una dose normale del preparato rizzacazzi, e aspettai gli effetti, dopo mangiato e lavato i piatti ci accomodammo sul divano a vedere la televisione, vidi ad un certo punto che mio padre si agitava e continuava a sistemarsi il cazzo nei pantaloni, feci finta di nulla ma con la coda dell’occhio vedevo il bozzo che aveva.
Graziella, non so cosa mi stia succedendo, se ero a casa sicuramente la mamma sarebbe stata felice.
Papa, cosa stai dicendo, sei ammattito e poi cosa hai, sembri un indemoniato, lascia stare il coso, alla tua età ti può venire un infarto, piuttosto dovresti fare una doccia fredda.
Ma che infarto d’Egitto, guarda qui è duro come non l’ho mai avuto neanche quando avevo 20anni, da tanto che è duro mi fa perfino male.
Mi avvicinai di piu a lui e gli tirai fuori il cazzo, era veramente duro e gli dissi che lo avrei aiutato a farlo sbollire ma di stare fermo e non fare nulla, di chiudere gli occhi che ci avrei pensato io, lo scappellai piu volte, era davvero un bel cazzo, piu piccolo di quello di mio fratello ma piu lungo, pensai subito che era un bel cazzo per il culo.
Si rilassò contro lo schienale del divano e io lentamente lo segai, facevo fatica a tenerlo tutto in mano, mentre lo segavo lo guardavo era proprio un bel cazzo, se c’era mamma ne sarebbe stata felice, eiaculò in cinque minuti con una sborrata che arrivò fino alla sua pancia, ma il cazzo non accennava a smollarsi, improvvisamente mi venne una voglia matta di prenderglielo in bocca ma resistetti, avevo già fatto troppo, si alzò e mi disse che andava a dormire, forse si sarebbe calmato.
Il mattino dopo ci comportammo come se nulla fosse successo, gli guardai subito se aveva il bozzo ai pantaloncini ed ero felice che tutto era tornato nella normalità io andai a fare la spesa e lui si dette da fare per sistemare un po’ il giardino e pulire la piscina dalla sabbia e dalle foglie, a tavola mi chiese----: Graziella, continuo a pensare a cosa ho mangiato o bevuto per farmi quell’effetto.
Non pensarci papa, si vede che l’aria di casa mia fa guarire la gente, succede anche a mio marito che quando è qui si sente un altro .
Quel giorno non osai fargli bere nulla, non volevo che succedesse qualcosa, dopo tutto aveva la sua età, ma dopo due giorni mi era venuta una voglia di scopare che dovetti farmi due volte una doccia fredda.
Quella sera dopo cena uscimmo per fare due passi in centro e al ritorno mi chiese se avevo una bibita perché aveva la gola secca, andai in cucina e preparai due bicchieri di aranciata, in cui versai una dose quasi doppi del preparato rizzacazzi.
Bevemmo le nostre bibite e andammo a dormire ognuno nella propria camera.
Io ero nel dormiveglia e aspettavo con ansia che succedesse qualcosa, dopo un po’ arrivò mio padre che mi disse----: sei sveglia Graziella? Guarda, mi è successo di nuovo, comincio a preoccuparmi.
Gli dissi di togliersi il pigiama e di stendersi in fianco a me, glielo presi in mano e incomincia a muovere la mano su e giu scapelladogli il glande, era un super cazzo, lo feci mettere supino e glielo presi in bocca, con un lento su e giu come se la mia bocca fosse una figa lo feci arrivare quasi al godimento.
Graziella piu piano, mi sembra che al posto tuo ci sia la mamma, sai è una pompinara perfetta quasi come te, ti amo figlia mia.
Mentre lo spompinavo, alzai la gamba e lo scavalcai, mi alzai smettendo il pompino e mi misi a gambe larghe sopra la sua bocca, mi infilò subito la lingua nella figa e a mulinello la faceva roteare, mi procurò subito un piacere immenso, mi sollevai e gli presi ancora in bocca il suo cazzo con un su e giu ingoiandolo quasi tutto, mentre mio padre mi infilava di nuovo la lingua nella figa che era diventata una sorgente di umori, ebbi diversi orgasmi e mio padre prima che gli diventasse molle mi godette in bocca due volte con getti fortissimi.
Ci staccamo e ci baciammo come due amanti, mi confessò che desiderava questo momento da anni ma non aveva mai avuto il coraggio, ma adesso che l’aveva fatto era felicissimo, anche io gli confessai che ero sempre stata innamorata di lui, anche perché in famiglia era sempre stato un buon marito e padre amoroso e aveva sempre trattato la mamma come una principessa.
Andammo a dormire ognuno nella propria camera e per diversi giorni non facemmo nulla, ci comportavamo come se nulla fosse successo, a me andava bene anche cosi perché a dire la verità mi vergognavo di quello che era successo, ma la voglia che avevo era tanta.
Il sabato successivo era l’ultimo giorno che rimaneva con me, tornava mio marito dalla Tunisia, alla sera gli misi nell’aperitivo ancora del tiracazzi, volevo essere sua desideravo troppo il suo cazzo e lo volevo scopare per tanto tempo, non so quando sarebbe capitata un’occasione cosi, dopo cena guardammo un po’ di televisione e poi mi alzai, presi per mano mio padre e gli dissi di seguirmi, lo volevo tutto per me, lo portai in camera e lo spogliai, come gli tolsi le mutandine spuntò un cazzo durissimo, lo presi in bocca e lo succhiai come si succhia un gelato. Mi spogliai anch’io tutta nuda, ma avevo paura che gli venisse un infarto a farmi scopare da lui, e allora lo feci stendere supino e salii sul letto e scendendo piano sul suo cazzo me lo feci entrare tutto lentamente, come fu tutto dentro iniziai un su e giu, aveva un cazzo che sembrava fatto per la mia figa, dopo alcuni minuti che lo scopavo sentii un violento getto di sperma che mi colpi l’utero, ebbi subito un orgasmo, sentivo il suo sperma che usciva dalla mia figa, mi sollevai fino a farlo uscire per poi puntarlo sul mio buchino e scendendo lentamente lo feci entrare tutto, con un su e giu come prima lo sentii godermi dentro il culo mentre io impazzivo dal godimento, andammo avanti a scoparci per alcuni minuti e poi mi accasciai sul suo petto spossata, ma senza farlo uscire, lo volevo sentire ancora dentro, ripresami un po’ lo scopai lentamente finchè non lo sentii ammosciarsi .
Dormimmo tutte e due abbracciati, quando mi girai con il sedere contro mio padre, si avvicinò al mio culetto, lo sentii indurirsi mentre me lo appoggiava al buchino, lo stuzzicai muovendo il sedere e lo massaggiai con le grinze del mio buchino, spinsi un po’ indietro il sedere e me lo trovai tutto dentro il il mio culo, gli dissi di stare fermo, avrei pensato io a muovermi, in tanto che mi inculavo sentii le vene del suo cazzo nel mio sfintere indolenzito dalle inculate precedenti ma non volli fermarmi, lo sentii godermi dentro e godetti anche io, dalla mia figa usciva umore a tutto spiano, gli dissi di non farlo uscire che volevo dormire con il suo cazzo piantato dentro.
Al mattino andammo all’aeroporto a prendere mio marito, strada facendo mi disse---: dimmi la verità Graziella, non mentirmi non sono uno stupido, lo so che mi hai dato qualcosa per farmelo diventare duro, non mi succedeva da tanto, sicuramente scoparti è servito a qualcosa ma se non mi davi nulla, non ti facevo nulla.
Hai ragione papa, ti desideravo cosi tanto che volevo fare l’amore con te, si ti mettevo nelle bevande un preparato che mi aveva dato una mia amica commessa in una farmacia, e te lo darò cosi potrai fare l’amore con mamma, ma attenzione non abusarne perché hai una certa età e ti potrebbe capitare un infarto, sono delle pastiglie che ti darò, ma te ne darò una per volta e una alla settimana.
Graziella, mi hai reso felice, cosi accontenterò mamma, è tanto tempo che non la soddisfo, ma mi raccomando non dire nulla a lei che mi hai dato sta roba, inventerò una scusa, vieni vicino che ti voglio fare un ditalino.
Guidavo io la macchina e cosi per lui fu facile mettermi la mano in mezzo alle gambe che io allargai per facilitarlo, mi fece un ditalino che mi fece bagnare, tolse il dito e lo annusò, dicendomi-----: Graziella, se dovessi produrre del profumo lo farei come la tua figa, vedrai quanti cazzi rizzeresti…

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