Senza benzina

Scritto da , il 2013-11-07, genere gay

Quando cominciai a guidare ricordo che mio papà mi ripeteva di tenere sempre il serbatoio della macchina pieno. Bene, quando questo diciottenne restò seduto sul bordo di una strada ghiaiosa di una collina desolata dopo essere restato senza benzina, l'ultima cosa che avrei voluto pensare era che mio papà aveva ragione, come al solito. Sicuramente non sarebbe passato nessuno su quella strada all’1 di mattina, così pensai che avrei potuto dormire in macchina fino a che non avesse fatto chiaro. Eravamo a metà l'estate, così lasciai i finestrini aperti cercando di godere della debole brezza che veniva dalle colline.
Tutto solo in mezzo al nulla e con niente da fare, pensai che poteva essere il momento buono per masturbarmi. Mi allungai sul sedile e mi chinai indietro contro la portiera, mi slacciai i pantaloni e li spinsi giù alle ginocchia. Potevo vedere chiaramente il mio cazzo esposto e le palle al brillante chiaro di luna che entrava dal parabrezza. Cominciai a pompare il mio uccello con forza mentre mi carezzavo le palle. Avevo appena iniziato una bella sega quando comparvero due fari. "Chi sarà?" pensai mentre smettevo di menarmi la carne per un secondo. L'autocarro mi sorpassò molto lentamente, abbastanza per vedere l'ombra di un solo conducente. Avrei potuto giurare che ci eravamo guardati. Sembrò che continuasse, poi si fermò sul lato della strada davanti alla mia macchina mentre io mi arrampicavo al posto anteriore per tirarmi su i pantaloni.
Ero un po' spaventato per questa svolta degli eventi. Dopo tutto, anche se ero alto un metro e settantadue, ero un piccolo animale magro che pesava solo quaranta chili, non ero certamente quello che si può chiamare un fisico da lottatore. Tutte i racconti di quello che era accaduto a giovani di notte, mi riempirono la mente mentre la porta dell'autocarro si apriva. Si accese una torcia ed il raggio mi colpì gli occhi. Il mio cuore cominciò a correre.
"Tutto bene?" disse una voce.
"Uh... sì! " Ribattei con la mia migliore voce "adulta." "Solo senza benzina."
La luce rimase nei miei occhi mentre sentivo dei passi avvicinarsi sulla ghiaia.
"Non è il luogo migliore per rimanere senza benzina, ragazzo" disse la voce. "Non che ci sia un buon posto per rimanere senza benzina, sei a circa 15 chilometri dal distributore più vicino e anche se fosse stato a 15 metri non ce ne sono aperti a quest’ora di notte." La torcia ora era al finestrino ed i passi si erano arrestati.
"Me lo immaginavo." Sbuffai.
"Sembri un po' impaurito, figliolo." La torcia fu girata verso l’alto e rivelò la faccia con l’espressione gentile di un uomo di circa 50 anni. "Mi chiamo Elio e non devi aver paura di me."
"Io sono Daniele", balbettai sentendomi sollevato e stranamente confortato dalla presenza di un uomo anziano.
"Sei abbastanza vecchio per guidare questa cosa? Sembri un bambino!"
Ah, la mia sventura... sembro sempre più giovane di quanto sia.
"Sì, sono vecchio abbastanza." Obiettai. "Anche se dovrei essere un po' più responsabile per non finire in una situazione come questa, huh?"
L’uomino agitò la mano in un gesto paterno.
"Quel che è fatto è fatto. Vieni e vediamo cosa possiamo fare per trovare un po' di benzina per la tua macchina." Aprii la portieraa e scivolai fuori della macchina, nel raggio della torcia di Elio. Per la fretta di tirarmi su i pantaloni quando era arrivato l'autocarro di Elio, non avevo pensato alle mutande... si erano arrotolate in cima alle mie cosce dentro i pantaloni. Ero molto impacciato mentre il raggio della torcia si muoveva su e giù su di me.
"Mi sembri abbastanza innocuo. Chiudi la macchina e vieni sul camion, vedremo di trovare un po' di benzina per te."
Feci come suggeriva, chiusi la macchina e salii al posto del passeggero dell'autocarro. Mentre salivo la luce della cabina mi permise una migliore visione dell'uomo; altezza media, ben piantato, pochi capelli, indossava accappatoio e pantofole. Sembrò osservare la mia sorpresa al suo abbigliamento, o meglio la sua mancanza di abbigliamento.
"No, non guido sempre in accappatoio, figliolo. Vivo a cinquecento metri da qui. Tu hai attirato la mia attenzione quando ti ho sentito rallentare e poi fermarti. Quindi i tuoi tentativi ripetuti di riavviare la macchina. Non sono in molti a fermarsi qui, così ho pensato che avessi bisogno di aiuto."
"Bene, grazie Elio."
Mentre mi sedevo ero ancora un po' scomodo per le mutande arrotolate. Elio mi guardò con un piccolo sorriso, ma non disse niente e spense la luce mentre chiudevo la porta. Avviò il camion, si rimise in carreggiata ma, dopo poco girò in una strada secondaria e salì in cima ad una piccola collina. Fermò l'autocarro e spense motore e fari. Il mio cuore sembrò fermarsi.
"C... cosa sta facendo?" Io gracchiai.
"Rilassati, figliolo", disse con calma Elio. "Non ti farò del male. Ho notato che avevi un problema e ho pensai di aiutarti a risolverlo."
Le parole dell’uomo mi spaventarono anche perchè mi si avvicinò e mise delicatamente una mano sulla mia coscia.
"Quando ti sono passato vicino stavo controllando che genere di persona eri e se avessi dovuto fermarmi per aiutarti. Ti ho visto masturbarti al chiaro di luna, ti ho visto bene col cazzo in mano."
Quantunque fossi imbarazzato, cominciai a rilassarmi al suo tono calmo ed al calore della sua mano enorme che carezzava la mia coscia.
"E vedendo che le mutande ti si erano arrotolate ho pensato di parlare per darti l'opportunità o di finire il lavoro", la sua mano scivolò sul mio inguine, "o almeno di metterti più comodo."
Due dita callose trovarono la chiusura lampo che io avevo dimenticato di tirare su nella mia furia, e giocherellarono coi miei peli pubici.
"Io... non so cosa dire." Bisbigliai. Ero ancora spaventato ma mi piaceva il suo tocco gentile.
"Tu non devi parlare, figliolo... il tuo cazzo sta parlando per te."
Era chiaro, il suo tono gentile ed i continui colpi mi avevano fatto diventare duro l’uccello. Ed al chiaro di luna che penetrava nella cabina vidi che Elio aveva l’accappatoio aperto. Non portava niente sotto e stava carezzando la sua carne rigida con la sinistra. Sembrava enorme alla pallida luce.
"Vuoi che smetta?" Chiese Elio.
"No", dissi deglutendo.
"Allora, per favore, togliti i pantaloni."
"Ma se qualcuno ci vede?"
"Siamo sul retro della mia proprietà, nemmeno mia moglie viene qui. Togliti i pantaloni, per favore."
Tirò indietro la mano mentre io mi toglievo obbedientemente le scarpe da tennis e poi slacciai, feci scivolare via i pantaloni e srotolai le mutande con una rapida mossa. Lui ribaltò indietro il sedile.
"Anche la t-shirt." Disse piano. "Qui fa abbastanza caldo. Per favore."
Feci scivolare la camicia dalla testa e mi sdraiai sul sedile mentre Elio mi guardava al chiaro di luna. Mi piace la visione della pelle nuda alla luce della luna. Evidentemente anche ad Elio piaceva, scivolò più vicino a me ed allungò la destra per carezzare ancora una volta il mio uccello completamente eretto e cominciò a modellare le mie palle con la sinistra.
"L’hai fatto altre volte, Daniele?"
"Sì." Sospirai.
"Con un uomo più vecchio?"
"Alcune volte. Non... molte."
Elio lasciò le mie palle e prese il mio mento nelle sue grosse dita, poi attrasse le mie labbra alle sue baciandomi delicatamente, amorosamente. Anche se non ero molto a mio agio a baciare un altro uomo come quello, mi trovai a rispondere al bacio mentre cautamente prendevo il suo grosso cazzo nella mia sinistra. La sua cappella non era molto più grossa della mia, ma non riuscivo ad avvolgere completamente la mia mano intorno all'asta. Immediatamente cominciai a pompare impaziente il suo attrezzo massiccio.
"Mmmm... " tubò Elio. "Bravo. Dimmi, Daniele... sei gay?"
"Non so... Mi piacciono le ragazze... e mi piacciono i ragazzi", dissi aumentando leggermente la mia presa sul cazzo duro come pietra. "Ma, soprattutto mi piace il sesso. E, alla mia età, ho migliori opportunità di fare sesso con un ragazzo che con una ragazza."
"Direi che le tue opportunità di avere sesso con un uomo sono molto garantite."
E così dicendo tornò a baciarmi, più entusiasticamente spingendo la lingua nella mia bocca. Scivolò completamente fuori dal suo accappatoio strigendomi nelle sue braccia e spingendo il suo corpo tanto più grosso del mio su di me, facendomi sdraiare sul sedile. I nostri corpi nudi erano attorcigliati. Il mio pene duro pigiavano contro lo stomaco di Elio mentre il suo membro enorme era tra le mie cosce appoggiato contro il mio sedere. La sua lingua ballava nella mia bocca mentre lui muoveva delicatamente le anche ed io avvolgevo le gambe intorno a lui per tenere più fermamente il suo corpo contro il mio e lui faceva scivolare il suo palo contro la giovane fessura del mio culo.
Anche se godevo della sensazione del suo fottere, ero preoccupato che quell’uomo volesse tentare di riempirmi con quel cazzo mostruoso. È probabile che la testa avrebbe potuto entrare ma qualsiasi altra cosa in più sembrava impossibile. Non avevo preso molti uccelli in culo e sapevo che sicuramente questo mi avrebbe ucciso. Elio dovette sentire la mia tensione.
"Non preoccuparti, amico mio", disse cominciando a baciarmi il torace e leccarmi i capezzoli, una delle mie sensazioni favorite. “Non smettere!"
Scivolò indietro leccandomi la pancia, carezzandomi il pene mentre passava e succhiandomi le palle. Portò la mia mano al mio cazzo, lo presi per un segnale e cominciai a carezzarlo tra i suoi mormorii affermativi. Strinse le mie natiche con le sue mani ed alzò le mie anche prendendo tutto il mio sacco delle palle nella sua bocca caldissima. Di tanto in tanto faceva scivolare la lingua nel mio ano spedendo brividi attraverso il mio corpo.
"Che bello!", mi lamentai.
Ero in paradiso, mi masturbavo guardando quell’uomo al chiaro di luna, la sua bocca piena dei miei testicoli. L'immagine era troppo eccitante, io non potevo resistere e cominciai a pompare il mio cazzo un po’ più velocemente. "Voglio venire. Ho bisogno di venire."
Elio lasciò le mie palle e disse: "Vuoi venirmi in bocca?"
"Sì! "
"Chiedimelo bene."
"Oh, per favore! " Gemetti.
"Puoi fare di meglio!"
"Per favore succhiami Elio! Per favore succhiami il cazzo e fammi sborrare nella tua bocca! "
Allora la calda bocca di Elio sostituì la mia mano, avvolgendo il mio uccello e cominciò un profondo pompino. Le sue grandi mani continuavano ad essere sulle mie natiche e lui pompava disinvoltamente le mie anche su e giù nella sua bocca. Stava chiavandosi la bocca col mio cazzo! Io lasciai andare il mio corpo. Era come un'eternità d'estasi, ma ero sicuro che non sarei durato che pochi secondi prima che le mie palle si contraessero ed io esplosi come un geyser nella gola del mio amico. Elio ingoiò affamato ogni goccia che io riuscii a chiamare a raccolta. Io ero come una bambola di stracci mentre lui continuava a tirare le mie anche alla sua faccia, il mio cazzo in fondo alla sua bocca continuando a succhiare anche molto dopo che io ero diventato sempre più molle, finché lui finalmente lasciò che il mio pene esaurito scivolasse dalle sue labbra con un morbido "pop".
Elio strisciò di nuovo su per il mio corpo stringendomi nelle sue braccia e baciandomi profondamente, il gusto del mio sperma era ancora nella sua bocca. La sua carne palpitante disegnò una linea di pre eiaculazione come una pista di lumaca lungo la mia coscia. Anche se mi sentivo come uno straccio molle, cominciai a carezzare il suo cazzo mostruoso. Con un piccolo sforzo cambiammo posizione sul sedile, Elio si sdraiò sulla schiena ed io tra le sue gambe. Volevo troppo vedere il suo membro enorme e far sborrare quel cazzo enorme.
Mentre era lungo solo 18 centimetri, giuro che quel bel pezzo di carne di uomo aveva una circonferenza di una lattina di coca cola. Le sue palle erano un completamento perfetto al suo tronco. Misi ambedue le mani intorno all’sua asta e cominciai un pompare. Misi la bocca sulla testa, la misi nella mia giovane bocca e succhiai la sua pre eiaculazione salata come nettare. Lui si lamentò felice mentre io pompavo l'asta su e giù guardandomi bene dal colpire la testa sensibile coi denti. Elio prese la mia faccia nelle sue mani incoraggiandomi a muovere delicatamente la bocca su e giù sulla testa massiccia del suo cazzo mentre carezzavo la completa lunghezza del suo palo.
"Vai, Daniele. Quando vengo ti sposto la testa!"
Sentii la sua asta stringersi nelle mie mani e la testa di quel bel cazzo si gonfiò ulteriormente. Era tanta la pre eiaculazione deliziosa che colava che io quasi pensai che stesse già eiaculando.
"Oh, cazzooo... " Si lamentò Elio. "Oh, cazzo... "
Le cosce di Elio si strinsero intorno a me come una trappola, e le sue anche cominciarono a muoversi. La testa del suo cazzo era così congestionata che io non speravo di tenerlo in bocca.
"Oh... mio... diiioooo!" Ringhiò Elio mentre le sue anche sgroppavano selvaggiamente. Il suo cazzo enorme pulsò nelle mie mani come un serpente e la testa eruttò nella mia bocca con un torrente che non potevo sperare di prendere completamente. La mia bocca si riempì immediatamente, e mentre tentavo di ingoiare il suo fluido spesso, lui veniva come un vulcano. I suoi lamenti continuavano mentre il suo sperma caldo veniva spruzzato sulla mia faccia ed investivano in ruscelli le mie mani che stavano ancora pompando. Io tentai di rimettere la testa del suo cazzo nella mia bocca per prendere alcuni degli ultimi spruzzi. Era come tentare di mettere un tubo di gomma zampillante nella mia bocca.
Alla fine il suo orgasmo terminò. Non potevo credere alla quantità di sperma sulla mia faccia e sulle mie mani... sul cazzo di Elio e sullo stomaco. E questo senza contare il mezzo litro che posso giurare di aver ingoiato. Posai la testa sul suo stomaco ansante, imbrattato del suo sperma, finché non riprendemmo fiato.
Alla fine si stirò. "Penso sia meglio trovare un po' di benzina per la tua macchina e spedirti da chi si sta preoccupando per te."
"Sì", dissi d'accordo, in una combinazione di beatitudine e delusione al pensiero di andare via. "Credo che sia meglio."
Elio prese la t-shirt dal sedile posteriore per pulire quello che non ero riuscito ad ingoiare per poi darmela per pulirmi anch’io. Io armeggiai con i miei vestiti mentre lui semplicemente si avvolse nell'accappatoio. Avviò l'autocarro e guidò lentamente mentre io mi vestivo. Mi misi con un po’ più di cura le mutande questa volta, anche se la mia precedente alacrità era stata una benedizione.
Mentre guidava io mi chinai, gli aprii l’accappatoio e feci scivolare gran parte del suo cazzo molle nella mia bocca e succhiai come un bambino al seno materno. Lui mi carezzò i capelli in apprezzamento finché non fermò l'autocarro. Io smisi di malavoglia di succhiare, mi sedetti... e scoprii che eravamo ritornati alla mia macchina!

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