Mio nipote mi ha dato piacere (seconda parte)

Scritto da , il 2013-10-03, genere incesti

Affezionata ai quattro o cinque miei lettori ai quali avevo promesso di presentare la continuazione della esperienza della signora Lucia con il nipote Mario decido, con molto ritardo, a dare seguito a quanto promesso. Mario, da quel primo giorno in cui scattò la scintilla e la esecuzione della nostra esperienza sessuale e di affetto arricchito mantenne con me un comportamento e un atteggiamento molto piacevole. Ora, quando rientrava da fuori manifestava la sua nuova condizione psicologica, sempre gioviale e pieno di affezione. A me tutto questo faceva piacere ed allora presi un po’ a stuzzicarlo con qualche abbigliamento un tantino eccentrico. La mia giornata sembrava essersi allungata; l’attesa della sera e il piacere che me ne sarebbe venuto mi faceva sentire interminabile il giorno. Mio nipote sembrava recuperare da tutto ciò un nuovo apporto nei suoi studi, tutti se ne avvidero ma solo lui ed io ne sapevamo il motivo.
A volte rientrava con un suo amico, Giacomo, i due si frequentavano all’università, ma lentamente prese piede incontrarsi a casa mia dove si trattenevano a lungo in stanza per studiare. A lungo andare Giacomo divenne quasi familiare, spesso sostava a pranzo o a cena con noi, la qual cosa non mi dispiaceva. Mi accorsi anche che tra di loro dovevo esser diventata anche soggetto di argomento, in quanto certe occhiate che si lanciavano facevano intendere un’attenzione particolare verso la mia persona o …. figura fisica. Si sprecavano i complimenti da parte dell’amico verso di me. Usava sempre attenzione nello scegliere termini che mettessero in risalto l’apprezzamento verso di me. Tutto ciò faceva enormemente piacere, ero diventata vanesia in modo esagerato anche se ciò mi sembrava ridicola alla mia età
Una sera dopo cena, terminato il solito rituale ce ne andammo a letto e Mario si mostrò più tenero del solito. Mi colmò di baci, le carezze mi fecero presto perdere la testa, conoscendo quanto a lui piacere faceva prendere in bocca il suo cazzo….. lo leccai a lungo sentendolo crescere ed indurire. La sua reazione fu apparentemente di forza e di violenza e forse lo era, mi prese e ponendosi alle mie spalle lo sentii violentemente entrare nel mio culo. Venni in meno di niente anzi lo precedetti con mio estremo piacere. Attimo di pausa e poi fu la volta della mia figa ad essere appagata.
Nel momento di serena pausa dopo la doppia piacevole penetrazione, ecco che Mario:
- Zia quanto sei brava e quanto ti piace essere presa avanti e di dietro… Non ti piacerebbe provare qualcosa un tantino diverso, ad esempio essere coccolata ad esempio in contemporaneo da due uomini?
- Mario, ma stai scherzando? Stai uscendo fuori di testa? Vuoi proprio farmi sentire una puttana da strada?
- Ma che stai farneticando? Son certo che sapresti comportarti egregiamente e scopriresti un nuovo lato del piacere.
- Mario, stai andando oltre, non mi va come la situazione la stai portando …..
Quel giorno fui un pò scossa e un filo di pentimento per quanto a lui avevo concesso. I giorni successivi tutto rientrò nella normalità.
Alcune settimane dopo, il tempo aveva cancellato in me quanto mi era stato ventilato da mio nipote, Mario mi avvisa che a sera avremmo avuto Giacomo a cena. Non feci una piega, era stato già svariate volte ospite da noi e mi interessai solo se ci fosse un motivo particolare tipo ricorrenza o altro. No, tutto nella norma.Fu la bugia più autentica della sua vita. Quando, verso le 19, i due vennero a casa, io avevo preparato già la cena. Giacomo, come al solito fu grazioso e pieno di belle parole e quando fece accenno al mio fisico che definì statuario, arrossii tutta quanta.
I due giovani si accorsero del mio abbigliamento, nulla di particolare ma certamente carino e giovanile. Avevo comprato qualche giorno prima un bell’ abito con maniche corte e gonna a pieghette blu e rosse, nulla di particolare ma fine e giovanile, difatti l’abito portato con grazia richiamava l’attenzione. E i due giovani se ne avvidero bene e seduti sui divani nel dopo cena non lesinarono gli elogi. Mario andò un attimo in cucine e ne fece ritorno con una bottiglia in mano:
- Zia la tenevo conservata per una grande occasione ed oggi la festeggiamo. Il mio amico Giacomo ha presentato la tesi e al più presto avremo un dottore in più.
- Mario, la festa avreste dovuto farla a casa di Giacomo con i suoi genitori.
- Purtroppo non è per me una bella giornata oggi- intervenne Giacomo - i miei stanno per separarsi e neppure si sono curati di quanto mi riguardasse. Per questo sono riconoscente a lei, a Mario per questo momento piacevole di serenità. Siete persone eccezionali.
Compensai il giovane con un abbraccio sentito e caloroso e subito Mario:
- Allora zia Giacomo stasera starà con noi.
Un brindisi dietro l’altro e l’atmosfera si fece calda. Misero un po’ di musica e l’ondata travolgente di essa fece lentamente perdere la capacità di sapersi gestire. Anche io, senza particolare controllo mi lanciai in un ballo dietro l’altro con i due giovani che a termine di ogni ballo facevano uno scroscio di applausi. Mi accorgevo lentamente di non avere piena capacità di controllo e quando Mario, rivolgendosi a Giacomo:
- Dai Giacomo, datti da fare, vedi come zia partecipa pienamente al nostro entusiasmo.
L’amico di Mario mi strinse a se costringendomi a ballare. Presto la stanchezza o più qualche goccio di troppo e cascai letteralmente sul divano. Nemmeno mi accorsi di come nel distendermi il mio abito si era tirato su e una intera mia gamba era rimasta scoperta. Forse perché un po’ tutti alticci, forse per un improvviso colpo di testa, certo che l’amico con cui avevo ballato mi si sedette accanto e allungò la mano cominciando ad accarezzarmi la coscia. Non dissi nulla ed in poco tempo la sua mano la sentii accarezzarmi la figa. Anche per questo gesto nulla dissi e allora Giacomo si sentì autorizzato a procedere. Mi sentii abbracciata stretta ad un uomo che non era il mio solito amante, cioè Mario e la cosa non mi arrecò nessun turbamento. Aiutai il giovane ad aprire la cerniera del pantalone e tirai fuori un bellissimo arnese, lo accarezzai, lo leccai e sentendolo indurire rapidamente chiesi a lui di aiutarmi a svestire. In breve mi trovai nuda e mi sentii sollevata ed in un attimo distesa sul mio letto che con mio nipote aveva potuto subire il collaudo di resistenza.
Mi trovai tra i due, sentii ben preso i loro peni che bussavano alle mie porte per entrare, non attesero una risposta e sentii il cazzo di Giacomo entrare nella mia figa e quello del nipote Mario nel mio culo. Non sto a negare quanto piacere mi assalì in quell’istante. Era la prima volta che mi trovavo con e tra due uomini giovani ed affamati. Non ci volle molto per sentirmi come colpita da un getto di caldo liquido che cominciò a uscir fuori dalla figa e arricchire quello che riuscì ad espellere Giacomo. Avevo perso ogni pudore, nella mia bocca alternativamente ora quello di mio nipote, ora quello di Giacomo trovavano facilmente accoglienza: Non mi rendevo conto di come mi stavo comportando e i due giovani ne approfittavano. Immaginavo che in seguito pensando a tanta sfrenatezza me ne sarei pentita, ma al momento sia per il goccio di troppo sia per la sfrenatezza che si era impossessata di me ci davo dentro e mi sentivo appagata. Squillò ad un tratto il telefono di Mario, era la madre, cioè mia sorella. Fu per me come un richiamo a recuperare un minimo di dignità. Non ci fu verso, era entrato nella mia mentre l’idea e il desiderio più ampio di sentirmi e manifestarmi come una troia. In quel momento se i ragazzi mi avessero chiesto qualsiasi cosa in ordine al sesso, non mi sarei tirata indietro. In una parola ero partita del tutto.
L’intera notte venne trascorsa in una vera e propria sagra del sesso. Per un minimo di igiene e pulizia ci portammo sotto la doccia, ma anche lì non ci fu tregua
La mattina, distrutti tutti e tre per la fatica, ci guardammo in viso e sembrava aver stampato in viso una specie di pentimento per tutto quanto avvenuto. Far andar via in quel modo significava sconfessare tutto il piacere vissuto e goduto, allora:
- Giacomo, che ne dici? Sono o non sono brava?
I giovani si guardarono in viso e allora una fragorosa risata a tre ci consenti di scambiarci reciprocamente un augurio di buona giornata
Ai miei cinque o sei affezionati lettori prometto di non far passare tanto tempo, fornirò loro un altro racconto al più presto , a tutti quelli che per pura combinazione si ritroveranno a leggere quanto scritto, se vi è stato di gradimento bene, diversamente prometto qualcosa di meglio.
A tutti un saluto. Ciao!!!!!!!!

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