Una moglie modella di nudo a 40 anni

di
genere
tradimenti

Circa vent’anni fa, quando mia moglie Michela aveva 40 anni e un corpo da urlo – tette sode, culo tondo e una figa sempre pronta –, le scattavo foto di nudo hard, con le labbra spalancate e il clitoride in bella vista, che caricavo sul sito che le avevo creato. Un fotografo amatoriale inciampa nel sito e le scrive: vuole farle ritratti “migliori” dei miei, che erano porno al dente.
Lei mi spiazza: “Va bene, ma mi accompagni”. Inizia così la sua odissea da modella di nudo, posando per decine di fotografi. Con il primo, però, è una bomba disinibita: al primo shooting, si allarga la figa oscenamente all’obiettivo di uno che ha conosciuto da cinque minuti, succhiando l’aria con le labbra tumide e bagnate. Vederla così, esposta e vogliosa, mi fa diventare duro come il marmo, il cazzo che pulsa nei pantaloni.
Lo studio è condiviso con un socio bavoso, dividendosi turni e spese. Ma il clou è la fame di Michela di mostrarsi nuda e troia: figa spalancata, capezzoli eretti, incitata dal fotografo a “osare di più”, a toccarsi, a gemere per l’obiettivo. Io sudo eccitazione pura.
Poi l’imprevisto esplode: irrompe il socio, un vecchio porco con l’occhio lupo, e propone pose con lui. Orchestrato, ne sono certo: “Passa dopo, ho una figa succosa da sverginare” probabilmente dice il fotografo al socio.
Da lì decolla la sua avventura segreta da modella per amatoriali, con migliaia di foto che ho in archivio (un tempo sul suo sito, gestito da me). Con quel primo fotografo, un pirlone che la fa sbellicare dalle risate, scatta l’alchimia: la chiama ossessivamente per shooting nudi, solo per divorarla con gli occhi mentre lei si bagna. Si sentono h24, lei gli passa il numero privato. Addio a me come autista: “Siamo amici, ci penso io!”.
Una volta le propone di scattare in un motel, il Just Hotel di Lomazzo. Lei dice sì all’istante. La sera prima come al solito mi chiede: “Rasami la passera, lasciami solo un ciuffo sexy”. Il giorno dopo lei posteggia vicino al motel, lui l’aspetta; le sale sulla sua macchina e sparisce con lui nel motel per più di due ore e mezza. Risultato? Poche foto: lei sul letto, lenzuolo che copre a metà, ma figa in primo piano, gonfia e invitante – niente a che vedere coi suoi soliti “porno-film” di scatti infiniti.
“Perché così poche?”, le chiedo, con il cazzo già duro al pensiero. “Lui ha litigato tutto il tempo con la fidanzata al telefono”, balbetta. Bugia. Scopro sms bollenti, cancellati di fretta. Nessuna traccia, ma li mandavano a getto continuo. La confronto: nega di averlo scopato, ma non spiega le cancellazioni. Troncò tutto per mesi.
Io? Mi rodevo dal rimpianto: volevo che se lo sbattesse, che me lo raccontasse nei dettagli – il suo cazzo che la sfonda, i gemiti, il seme che le cola dalla figa. Invece, ha preso la sua strada. Sono certo che quel giorno lui si sia accomodato tra le sue cosce, pompandola a morte fino a farla urlare. Nessuna prova, solo sospetti che mi fanno sborrare ancora oggi.
scritto il
2025-12-31
2 5 7
visite
6
voti
valutazione
4.3
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.