Il ricatto di mio nipote
di
Donnadipicche
genere
incesti
IL RICATTO DI MIO NIPOTE
Ricordate la toccata e fuga con mio nipote?
Ebbene, la mattina dopo ricevetti puntualmente la telefonata dal padre di Matteo.
Effettivamente la cifra che mi propose aveva i caratteri della irresistibilita'.
Non potei dire di no, sebbene quello che mi proponeva non era propriamente usuale.
L'imprenditore schifosamente ricco, come lo definiva mio nipote, era davvero un gran vizioso, un vero e proprio porco.
Si trattava di passare un fine settimana in una lussuosa baita di montagna in compagnia di altri due suoi amici, parimenti assatanati e con la fissa per il culo.
La cosa doveva essere arrivata alle orecchie di mio nipote perché la telefonata che ricevetti da lui nel tardo pomeriggio, mentre mi accingevo a uscire dallo studio, fu abbastanza esplicativa.
"Ma non ci penso nemmeno, Federico caro: toglitelo dalla testa", gli risposi irremovibile quando mi propose di raggiungerlo per andare in un villino appena fuori città guarda caso di proprietà del ricco imprenditore.
"No. Sono a casa con la mia famiglia: ogni tanto posso concedermelo?", risposi spazientita alle sue insistenze.
"Sai che papà ti guarda sempre con occhi pieni di desiderio?"
"E questo cosa cazzo c'entra?", risposi mentre l'agitazione si impossessava di me perché avevo paura della piega che il discorso stava prendendo.
"Ma, non so, se mamma venisse a sapere..."
"Federico!!! - urlai senza lasciargli finire la frase - che cazzo stai dicendo? Dove vuoi arrivare?"
"Senti zia, io ti amo, va bene, sono ossessionato da te, chiaro? Voglio scopare con te. Ora, subito. Non resisto. Trova una scusa qualunque e vieni qui. Tanto quando vuoi le trovi facilmente le scuse. Ora te ne andrai un fine settimana intero con il padre di Matteo perché ti paga. Io ti amo: avrò diritto a qualcosa? A una cena con te? A una notte di passione con te?"
Mi fece rabbia, tenerezza. Ero incazzata ma sorridevo. Attesi un attimo.
"Zia, zia...ci sei? Mi senti?"
"Si, sto arrivando", e chiusi la conversazione.
Per mio marito non era una novità la mia assenza: un impegno improrogabile, uno dei tanti.
Mio nipote mi attendeva con ansia.
Appena vide la mia macchina arrivare mi corse incontro lungo il vialetto.
Riuscii a mala pena a uscire dalla macchina che si gettò su di me per abbracciarmi e baciarmi con un trasporto e una passione che mi sorpresero.
A fatica riuscii a entrare in casa: lui avvinghiato a me che mi accarezzava e mi baciava dappertutto.
Non so come avvenne ma mi ritrovai in slip e reggiseno senza nemmeno accorgermene.
Aggredì le mie tette come un dannato, stringendole, leccandole, mordendo i capezzoli come se non ci fosse un domani.
Mi spinse sul letto.
Si fiondò su di me per togliermi gli slip.
Tuffò il viso tra le mie gambe baciandomi la fica in modo vertiginoso.
La allargò con le dita e ci infilò la lingua.
Prese a leccare come un disperato, spingendosi sempre più in profondità.
Lo presi per i capelli e gli spinsi la testa ancora più forte contro la mia fica.
Mi stavo bagnando per bene, eccitata da quella situazione scabrosa e inaspettata.
Mio nipote, sempre più eccitato, mi leccava avidamente la fica e con le mani mi strizzava con forza i capezzoli.
Andò avanti così per un tempo indefinito fin quando io, al culmine dell'eccitazione, venni mugolando e agitandomi in modo sommesso.
Continuò a leccare i miei umori, poi venne a baciarmi sulle labbra, infilando la lingua nella mia bocca, avvinghiato a me.
Ci abbracciammo con forza, rotolando sul grande letto e ridendo come due pazzi.
Si staccò da me per spogliarsi.
In un attimo fu nudo, il cazzo in mano duro e pronto.
"Allarga le gambe, troia", mi disse salendomi sopra.
Obbedii, e in pochi secondi venni riempita con forza dal suo cazzo.
Prese a spingere con vigore, con energia.
Mi sbatteva ansimando.
Sentivo il suo cazzo entrare nella mia fica in profondità, tutto, fino alle palle.
Ansimavo di piacere, mi sbatteva con inusitata veemenza e venni agitandomi e urlando di piacere.
Poi all'improvviso uscì.
"Il culo, dammi il culo", mi disse mentre mi girava.
Glielo diedi, aprendomi completamente.
Lo sentii leccare a lungo il buco, e poi il suo cazzo appoggiarsi e cominciare a spingere con decisione.
Siii, mi piaceva.
Urlavo mentre godevo.
"Sbattimi, sbattimi, sbattimi..."
Lo sentii sfondarmi in profondità, fremere di piacere, mentre mi masturbavo e venivo di nuovo ansimando.
Poi si arrestò un attimo e uscì.
"Apri la bocca zia, che ti voglio sborrare per bene sulla faccia, troia che non sei altro".
Obbedii estasiata.
Pochi secondi e venni investita da un fiotto caldo e liquido che mi colpì sul naso.
Con la bocca aperta andavo a caccia del suo sperma per ingoiarlo.
Altri fiotti mi riempirono la bocca, e io ingoiai felice, assaporando il gusto di quello sperma giovanile.
Quando i fiotti terminarono afferrai il suo cazzo, ancora duro, e lo misi in bocca.
Presi a leccarlo con avidità, deliziata.
Lo leccai a lungo, mentre lui giocava con lo sperma che avevo sulle gote.
Mi mise le sue dita in bocca e le leccai per fare mie tutte le gocce di sperma che potevo.
Rimasi a leccare il suo cazzo a lungo, fino a quando non si fu sgonfiato del tutto.
"Sei contenta di essere venuta zia?", mi chiese mentre mi accarezzava le tette e mi leccava i capezzoli.
"Si", risposi mentre gli passavo la mano tra i capelli.
"Si, ma è l'ultima volta. E ora devo andare", gli dissi con voce dolce.
"Si zia. Va bene. Ora vado a prenderti qualcosa da mangiare perché sento il tuo stomaco brontolare, - mi disse baciandomi la fica - dopo ne riparleremo", e si alzò per andare in cucina.
Mi alzai di scatto, andai in bagno a fare pipì e farmi una rapida doccia.
Era tardi, tardissimo e dovevo tornare a casa.
Mentre mi rivestivo vedevo mio nipote deluso: "Ma, zia...che fai...vai via?"
"Senti giovanotto, ho una famiglia. Abbiamo scopato, e bene anche. Accontentati"
Andai via e prima di accendere la macchina inviai un messaggio a mio marito: ero affamata, mi facesse trovare qualcosa da mangiare.
Telegram: @seduzioneamaranto per chattare con me
Canale Telegram @ladyamaranto per vedere immagini di me
Ricordate la toccata e fuga con mio nipote?
Ebbene, la mattina dopo ricevetti puntualmente la telefonata dal padre di Matteo.
Effettivamente la cifra che mi propose aveva i caratteri della irresistibilita'.
Non potei dire di no, sebbene quello che mi proponeva non era propriamente usuale.
L'imprenditore schifosamente ricco, come lo definiva mio nipote, era davvero un gran vizioso, un vero e proprio porco.
Si trattava di passare un fine settimana in una lussuosa baita di montagna in compagnia di altri due suoi amici, parimenti assatanati e con la fissa per il culo.
La cosa doveva essere arrivata alle orecchie di mio nipote perché la telefonata che ricevetti da lui nel tardo pomeriggio, mentre mi accingevo a uscire dallo studio, fu abbastanza esplicativa.
"Ma non ci penso nemmeno, Federico caro: toglitelo dalla testa", gli risposi irremovibile quando mi propose di raggiungerlo per andare in un villino appena fuori città guarda caso di proprietà del ricco imprenditore.
"No. Sono a casa con la mia famiglia: ogni tanto posso concedermelo?", risposi spazientita alle sue insistenze.
"Sai che papà ti guarda sempre con occhi pieni di desiderio?"
"E questo cosa cazzo c'entra?", risposi mentre l'agitazione si impossessava di me perché avevo paura della piega che il discorso stava prendendo.
"Ma, non so, se mamma venisse a sapere..."
"Federico!!! - urlai senza lasciargli finire la frase - che cazzo stai dicendo? Dove vuoi arrivare?"
"Senti zia, io ti amo, va bene, sono ossessionato da te, chiaro? Voglio scopare con te. Ora, subito. Non resisto. Trova una scusa qualunque e vieni qui. Tanto quando vuoi le trovi facilmente le scuse. Ora te ne andrai un fine settimana intero con il padre di Matteo perché ti paga. Io ti amo: avrò diritto a qualcosa? A una cena con te? A una notte di passione con te?"
Mi fece rabbia, tenerezza. Ero incazzata ma sorridevo. Attesi un attimo.
"Zia, zia...ci sei? Mi senti?"
"Si, sto arrivando", e chiusi la conversazione.
Per mio marito non era una novità la mia assenza: un impegno improrogabile, uno dei tanti.
Mio nipote mi attendeva con ansia.
Appena vide la mia macchina arrivare mi corse incontro lungo il vialetto.
Riuscii a mala pena a uscire dalla macchina che si gettò su di me per abbracciarmi e baciarmi con un trasporto e una passione che mi sorpresero.
A fatica riuscii a entrare in casa: lui avvinghiato a me che mi accarezzava e mi baciava dappertutto.
Non so come avvenne ma mi ritrovai in slip e reggiseno senza nemmeno accorgermene.
Aggredì le mie tette come un dannato, stringendole, leccandole, mordendo i capezzoli come se non ci fosse un domani.
Mi spinse sul letto.
Si fiondò su di me per togliermi gli slip.
Tuffò il viso tra le mie gambe baciandomi la fica in modo vertiginoso.
La allargò con le dita e ci infilò la lingua.
Prese a leccare come un disperato, spingendosi sempre più in profondità.
Lo presi per i capelli e gli spinsi la testa ancora più forte contro la mia fica.
Mi stavo bagnando per bene, eccitata da quella situazione scabrosa e inaspettata.
Mio nipote, sempre più eccitato, mi leccava avidamente la fica e con le mani mi strizzava con forza i capezzoli.
Andò avanti così per un tempo indefinito fin quando io, al culmine dell'eccitazione, venni mugolando e agitandomi in modo sommesso.
Continuò a leccare i miei umori, poi venne a baciarmi sulle labbra, infilando la lingua nella mia bocca, avvinghiato a me.
Ci abbracciammo con forza, rotolando sul grande letto e ridendo come due pazzi.
Si staccò da me per spogliarsi.
In un attimo fu nudo, il cazzo in mano duro e pronto.
"Allarga le gambe, troia", mi disse salendomi sopra.
Obbedii, e in pochi secondi venni riempita con forza dal suo cazzo.
Prese a spingere con vigore, con energia.
Mi sbatteva ansimando.
Sentivo il suo cazzo entrare nella mia fica in profondità, tutto, fino alle palle.
Ansimavo di piacere, mi sbatteva con inusitata veemenza e venni agitandomi e urlando di piacere.
Poi all'improvviso uscì.
"Il culo, dammi il culo", mi disse mentre mi girava.
Glielo diedi, aprendomi completamente.
Lo sentii leccare a lungo il buco, e poi il suo cazzo appoggiarsi e cominciare a spingere con decisione.
Siii, mi piaceva.
Urlavo mentre godevo.
"Sbattimi, sbattimi, sbattimi..."
Lo sentii sfondarmi in profondità, fremere di piacere, mentre mi masturbavo e venivo di nuovo ansimando.
Poi si arrestò un attimo e uscì.
"Apri la bocca zia, che ti voglio sborrare per bene sulla faccia, troia che non sei altro".
Obbedii estasiata.
Pochi secondi e venni investita da un fiotto caldo e liquido che mi colpì sul naso.
Con la bocca aperta andavo a caccia del suo sperma per ingoiarlo.
Altri fiotti mi riempirono la bocca, e io ingoiai felice, assaporando il gusto di quello sperma giovanile.
Quando i fiotti terminarono afferrai il suo cazzo, ancora duro, e lo misi in bocca.
Presi a leccarlo con avidità, deliziata.
Lo leccai a lungo, mentre lui giocava con lo sperma che avevo sulle gote.
Mi mise le sue dita in bocca e le leccai per fare mie tutte le gocce di sperma che potevo.
Rimasi a leccare il suo cazzo a lungo, fino a quando non si fu sgonfiato del tutto.
"Sei contenta di essere venuta zia?", mi chiese mentre mi accarezzava le tette e mi leccava i capezzoli.
"Si", risposi mentre gli passavo la mano tra i capelli.
"Si, ma è l'ultima volta. E ora devo andare", gli dissi con voce dolce.
"Si zia. Va bene. Ora vado a prenderti qualcosa da mangiare perché sento il tuo stomaco brontolare, - mi disse baciandomi la fica - dopo ne riparleremo", e si alzò per andare in cucina.
Mi alzai di scatto, andai in bagno a fare pipì e farmi una rapida doccia.
Era tardi, tardissimo e dovevo tornare a casa.
Mentre mi rivestivo vedevo mio nipote deluso: "Ma, zia...che fai...vai via?"
"Senti giovanotto, ho una famiglia. Abbiamo scopato, e bene anche. Accontentati"
Andai via e prima di accendere la macchina inviai un messaggio a mio marito: ero affamata, mi facesse trovare qualcosa da mangiare.
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